> mi è piaciuto meno di Your Name, ultimo film d'animazione giapponese che ho visto (peraltro col pc dopo averlo scaricato; NON comodamente sul televisore) e recensito proprio qualche post sopra questo. A livello di contenuti se la giocano più o meno...ma - perdonatemi - le mani che in lontananza perdono le dita non riesco proprio a farmele piacere, con buona pace di K-On
> la prima cosa che balza all'o(re)cchio è LA GENTE CHE SI SCUSA DI CONTINUO. Tutti. Con tutti. Per tutto. Sempre. Comunque. Ovunque. A prescindere. Capisco Shoko che lo fa un po' per indole gentile, un po' quasi per compensare il suo handicap uditivo, ma vederlo fare continuamente da chiunque dopo un po' diventa stucchevole e perde valore/credibilità
> a
@Fabiana - che rimane perlopiù indifferente di fronte
alle persone alle persone sorde - non ha fatto granchè effetto; se pure col sottoscritto (N.B. mi commuovo facilmente con le disabilità) ha sortito lo stesso effetto, evidentemente qualcosa NON va
> ho pianto - moderatamente - soltanto alle scene iniziali risalenti all'infanzia...ciò per uno che non dico voglia piangere o gli piaccia farlo, ma insomma non fa nulla per evitarlo, è davvero poca roba. Devo dire tuttavia che erano davvero dure da guardare, nel senso positivo, soprattutto quando i due protagonisti hanno quella mezza rissa sul banco e lei diventa violenta per la prima ed unica volta; assai toccanti nella loro crudeltà, ne avrei volute molte di più
> aspettative eccessivamente alte? Probabile. Di sicuro mi ero fatto un'idea sbagliata del lungometraggio, cioè che sfruttasse per tutto il tempo o quasi la sordità della protagonista per suscitare negli spettatori piagnistei fini a sè stessi. L'avrei preferito così sempliciotto? Non saprei, fatto sta che se avessi voluto assistere ad una storia in cui << tutti i personaggi sono socialmente inetti >> [cit.
@gGiova - che m'ha consigliato la visione - in difesa dell'ending, del quale parlerò dopo] avrei optato per un teen drama qualsiasi
> nell'idea sbagliata menzionata nel punto precedente rientrava anche LA SHOKKA (concedetemi questa pessima battuta) convinzione che fosse sordomuta. Invece è stato piacevolissimo scoprire la prorompente bravura della voice actress; eppure un chiarimento su cosa fossero ed a cosa servissero quegli apparecchi acustici non avrebbe guastato
> troppi altri personaggi sono mal (mica si capisce bene perchè Miyoko cambi classe - oppure scuola, od addirittura città, boh - alle elementari) o nient'affatto (Satoshi poteva essere interessante, ma praticamente si limita a fare da +1 alla comitiva) sviluppati: Nishimiya junior si finge maschio e persino fidanzato della sorella maggiore per poterla proteggere meglio a suo dire ~ perchè, le donne non possono essere abbastanza forti per proteggere i propri cari? Per non parlare della sorellona di Shoya, mai mostrata ed alla fine addirittura col volto coperto...poi però il regista dedica dialoghi inutili a nonna Ito che all'improvviso muore random senza alcun pathos. Non avessi avuto il movie book dell'edizione speciale, mi sarei perso molto presto nella narrazione tanto poetica quanto criptica
> anche a livello musicale m'ha lasciato pochino. La canzone conclusiva del suddetto YN era in download mentre ancora scorrevano i credits, questa forse la scarico stasera nella versione instrumental
> arriviamo al problema più grande secondo me: il finale. Mi son sentito preso per i fondelli, perchè visto l'incipit m'aspettavo una vicenda sulla disabilità/diversità o quantomeno sul bullismo; invece dal periodo liceo in poi la trama prende tutt'altra piega...amare sè stessi, perdonare sè stessi per gli errori passati, porre rimedio ad essi, aprirsi al prossimo in generale, solite menate su amicizia & veri amici ~ temi suggellati dall'ultima scena nella quale cadono tutte le "X" dai visi della folla [a proposito, so benissimo che queste ultime sono plot relevant, ma le ho trovate comunque fastidiose] quando il ragazzo trova il coraggio di guardare negli occhi la gente. Perchè invece non chiarire se Shoya & Shoko (quest'ultima ha una crisi quando la sua dichiarazione sentimentale non viene capita, quindi NON credo siano fantasie disneyane le mie) si fidanzano anzichè lasciare l'ambiguità? Troppo poco intellettuale come conclusione?
> oltretutto per prendere una decisione così tutto sommato banale era proprio necessario vivere prima certe esperienze di ben altro spessore? Tipo salvare l'amica dal suicidio nonchè - come conseguenza del salvataggio - finire egli stesso all'ospedale rischiando la vita; dopodichè appena svegliatosi dal coma durato chissà quanto, con nonchalance, si toglie da solo tutti i tubi e fugge dall'ospedale correndo in pigiama\vestaglia & ciabatte fino al ponte delle carpe dove s'incontravano sempre. L'esagerazione ce la vedo soltanto io? Ditemi voi! Vorrebbe essere una chiusura del cerchio (poichè all'inizio viene mostrato pure lui intento a suicidarsi) o cosa?
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shitstorm in a nutshell: se togliamo il finale sottotono, per uno spettatore misantropo almeno, imo rimane un prodotto di qualità ma non quel capolavoro che le testate giornalistiche sulla front cover vorrebbero suggerire con quei toni trionfalistici