[Darken]Pokémos[Capitolo 1 - *]

Darken

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Gallade non dovevi toccarmelo :( *sad* uno dei miei pkmn preferiti che si allea con i cattivi :(

Comunque sottoscrivo tutto ciò che ha detto Dany i capitoli diventano più scorrevoli ed è piu piacevole leggerli :)
Ti giuro, tre quarti dei miei pokémon preferiti sono tra i cattivi, non riesco a farne a meno  :D

Ne sono felice, molto, è importante per me sapere che sto migliorando ^^  
 

Darken

Passante
CAPITOLO 127: ALLENARE LE CAPACIT[SIZE=11pt]À[/SIZE]​
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Scuola delle Trecento Arti, 26/06/4783, circa le 10
«Non mi sembri convinto Raichu.» Commentò Lucario mentre i due si dirigevano all’interno della Scuola, dove il maestro gli avrebbe spiegato la seconda parte dell’allenamento.
Raichu annuì «Non è nulla, ma è una domanda che mi è venuta in mente quando ho saputo come ha fatto Zorua. Lei è sicuro che abbiamo davvero superato la prova?»
Lucario sospirò, entrando nella grande sala vuota in cui si erano radunati il primo giorno «Me lo chiedono fin troppo spesso, già. Bene, lascia che ti spieghi. Dimmi, cosa credi che serva in una battaglia?» Chiese sedendosi.
«Un buon controllo delle proprie mosse ed abilità.» Rispose senza neanche riflettere Raichu, sedendosi a sua volta.
«Certo, questo è importante, ma dimmi, credi che sia tutto ciò che serve?»
Raichu questa volta ci pensò. In tutte le sue lotte non si era affidato solo alle mosse, e certamente non aveva fatto conto sulla sua abilità, quindi perché aveva vinto?
«Un buon controllo del proprio corpo e delle proprie capacità.» Rispose.
«Esatto. Ogni pokémon, oltre alla propria abilità ed alle proprie mosse, deve conoscere anche le proprie capacità. Lascia che ti faccia qualche esempio. Tu mi hai citato il caso di Zorua. Ebbene, lui ha saputo sfruttare appieno le capacità di trasformismo degli Zorua. E con questo non mi riferisco solo al mero cambiamento di aspetto fisico, dovuto alla sua abilità Illusione, ma al suo essere stato in grado di imitarmi perfettamente.»
Raichu annuì. In questa logica, aveva senso.
«Adesso prendi Luxray e Gliscor. Entrambi hanno rubato la mia Acqua Magica, ma uno l’ho promosso, l’altro no. Perché?»
Raichu ci pensò un momento, ma non riuscì a venirne a capo.
«Anzitutto, sappi che sapevo esattamente cosa stavano facendo entrambi. Per essere precisi, so cosa stanno facendo tutti i presenti nel raggio della scuola, e potrei espandere ulteriormente il mio raggio d’azione. Quindi, secondo te perché ho lasciato fare entrambi, e ho poi scelto due risultati diversi?»
«Perché Gliscor ha saputo usare le proprie capacità, mentre Luxray no.»
«Esattamente. La capacità principale di un Gliscor è il suo volare e muoversi silenziosamente. Perciò, dato che ho percepito solo la sua aura e nient’altro, sono giunto alla conclusione che Gliscor ha un ottimo controllo delle capacità tipiche della sua specie. Al contrario, Luxray non è riuscito a sviluppare appieno la capacità della sua specie di vedere attraverso i muri, altrimenti si sarebbe accorto di me che mi avvicinavo ed avrebbe reagito, perciò l’ho bocciato.»
«Ma allora i pokémon che hanno combattuto?» Chiese Raichu.
«Loro hanno dimostrato le proprie capacità in battaglia. Anche in questo caso, quindi, ho fatto passare quelli che hanno meritato la promozione. Nel tuo caso, hai dimostrato di aver acquisito un maggiore controllo di quel tuo Locomothunder, e l’ho ritenuto sufficiente per passare questa prima fase. E adesso parliamo della seconda. Come ho detto, nella prima fase ho osservato il controllo delle vostre capacità, e adesso voglio aiutarvi a creare un vostro stile di lotta basato su di esse. Nel tuo caso, comunque, risulta estremamente facile. Devi allenarti a controllare il Locomothunder. Al momento tu sei riuscito ad unire Fulmine e Codacciaio, oltre che ovviamente Tuono e Locomovolt, e sei quasi riuscito ad unire Scarica con Codacciaio. Quindi, adesso voglio che ti concentri su quest’ultima tecnica. Se lo desideri puoi toglierti la Vigorgliera, ma puoi anche tenerla. Finché non riuscirai a creare almeno tre tecniche, inclusa questa, non ti considererò promosso.»
Raichu annuì. Avrebbe dimostrato le proprie capacità, a qualunque costo.
 
Elettria, Water Wind Mill, 26/06/4783, circa le 12
Lo Zebstrika si guardò intorno. La sua squadra era composta da un centinaio di pokémon misti provenienti dai vari paesi dell’Alleanza, inviata al Water Wind Mill per via delle numerose segnalazioni provenienti dalla zona.
«Capitano Estrik, signore.» Disse una voce alle sue spalle. Estrik si girò, osservando il suo Tenente. Era un pokémon di Aeria, e la prima volta che lo aveva visto non gli aveva fatto una grande impressione, anzi. Forse perché non era del tutto evoluto, ma lo Staravia non gli aveva ispirato la minima fiducia. Ma aveva dovuto ricredersi in fretta. Oltre che un bravo combattente, si era dimostrato anche molto furbo, e gli aveva affidato in breve il comando della trentina di pokémon provenienti da Aeria che facevano parte del suo plotone.
«Che succede, Airva?» Chiese.
«Abbiamo dovuto dare per disperse le truppe inviate alle rovine. Credo che ormai non ci siano più dubbi.» Rispose Airva.
«Il Capitano Wartle che dice?» Chiese Estrik. Wartle era stato assegnato all’esplorazione del corso del fiume, e dato che l’operazione era congiunta era necessaria anche la sua opinione.
«Ho già chiesto signore. Dice che aspetta solo di conoscere la strategia dell’attacco. “Ritengo che Estrik, essendo più esperto, possa concertare meglio l’operazione.” Sono state queste le sue parole.»
«Perfetto. Allora raduna tutti e avvisa Wartle, si parte per le rovine del Pika Village.»
«Sì signore.»
 
Elettria, boschi vicino al Pika Village, 26/06/4783, circa le 13
Poco più di un'ora dopo, le due squadre si radunarono nel punto accordato. Era la sistemazione ideale: riuscivano a vedere il Pika Village, ma grazie ai boschi non correvano il rischio di essere visti a loro volta.
«Notizie dei dispersi?» Chiese Estrik.
«Nessuna signore.» Rispose Airva.
«Male. In tal caso chiama Wartle, dobbiamo prepararci all’attacco.»
Airva annuì e scomparve, ritornando poco dopo accompagnato dal Capitano di Laghia. Wartle salutò Estrik, che rispose allo stesso modo. I due andavano d’accordo, forse perché entrambi avevano cicatrici dalle battaglie che avevano combattuto in precedenza. Estrik aveva la sua lunga cicatrice al fianco destro, mentre Wartle aveva tre cicatrici parallele, di artigli, sul viso.
«Come ci muoveremo, Estrik?»
«Ci divideremo in quattro squadre. La prima attaccherà da nord. Si muoverà attraverso i boschi e colpirà. I nemici dovranno rivolgere la loro attenzione verso di loro. Ovviamente, questo significa che sarà la squadra più a rischio.»
«Certo. E le altre?»
«A quel punto entrerà in gioco la seconda squadra, che colpirà da qui, a sud. Se tutto andrà bene, coglieremo di sorpresa il nemico.»
«Ed ora entrano in gioco le altre due squadre.»
«Un attacco congiunto dall’alto e dal basso. I pokémon in grado di volare, capitanati da Airva, colpiranno il nemico dal cielo. Contemporaneamente la squadra formata da coloro che sanno usare Fossa, al seguito del tuo Tenente, colpirà dal basso, cogliendoli di sorpresa.»
«Complessivamente abbiamo esattamente 217 pokémon con noi. Quelli volanti e quelli che sanno usare Fossa sono 53 i primi e 39 i secondi, quindi tolti loro rimangono 125 pokémon.»
«42 colpiranno da nord, i restanti da sud.»
«Perfetto. Io prendo la squadra che attaccherà da Nord, se per te va bene.»
«Come preferisci.» Rispose Estrik. Era preoccupato, ma visto che Wartle si era offerto volontario tanto meglio. In caso contrario, sarebbe andato lui stesso.
«Va bene, in tal caso preparo la squadra. Ti conviene fare altrettanto. Colpiremo appena saremo in posizione, d’accordo?»
«Certo.» Rispose Estrik, poi prese a dare ordini al resto dei presenti.
 
Mezz’ora dopo, le squadre erano in posizione. Estrik attendeva, pensieroso. Sentiva la sensazione che provava prima di ogni battaglia, quel tanto famigliare nodo alla gola che lo preparava alla battaglia.
Per qualche secondo non volò una mosca, poi a nord vide la squadra di Wartle calare verso il villaggio fantasma. Per un momento non ci fu alcuna reazione, poi dalle rovine sciamarono diverse decine di pokémon, che si mossero all’attacco verso Wartle.
Quando fu certo che fossero tutti diretti verso il compagno, Estrik diede il segnale. La squadra si mosse come un sol pokémon, puntando verso il nemico.
Estrik era alla guida della squadra, e per questo fu tra i primi ad impattare contro il nemico. Uno Sneasel si lanciò su di lui. Lo colpì con una Nitrocarica, scagliandolo via. Ma fu solo il primo.
Intorno a lui, la battaglia infuriava. Tra un nemico e l’altro, scorse Wartle combattere contro diversi nemici, abbattendoli con i suoi attacchi.
Era pronto a lanciare il segnale per far entrare in azione Airva e la squadra sotterranea, ma qualcosa non tornava. La battaglia si stava rivelando troppo facile.
Riprese a combattere, e dopo l’ennesimo nemico sconfitto, scorse un movimento dalle rovine con la coda nell’occhio. Si girò, e vide un centinaio di pokémon emergere dalle case abbandonate.
“Come pensavo. In qualche modo dovevano averci scoperto, e hanno agito di conseguenza.”
L’impatto di quella seconda ondata fu peggiore del precedente. Vide diversi dei suoi compagni crollare a terra, ma attese ancora qualche secondo, arretrando insieme al resto delle due squadre, mentre combatteva.
“Ancora un po’, ancora un po’…” Pensò mentre i due fronti si scontravano. Poi vide quello che senza ombra di dubbio era il capitano.
Lo Weavile stava gridando ordini con quanto fiato aveva in gola, guidando i nemici senza paura mentre combatteva.
“Eccolo.” Pensò Estrik. A quel punto, scagliò un Fulmine verso il cielo, poi caricò con la Nitrocarica il capitano.
I pokémon volante, sotto il comando di Airva, calarono dal cielo. Un secondo dopo, mentre ancora guardavano verso l’alto, i nemici videro comparire sotto di loro un’altra squadra.
Ma tutto questo Estrik lo vide solo con la coda dell’occhio, mentre carico di fuoco colpiva lo Weavile.
Quello sollevò il braccio e parò il colpo, pur arretrando.
«Suppongo tu sia il capitano della squadra.» Disse Weavile «Sì, non c’è dubbio, hai un’aria di comando. Bene, fatti sotto.»
Lo Weavile colpì con Ombrartigli. Estrik scartò di lato, evitandolo, e rispose con un Fulmine. Weavile lo schivò elegantemente, rispondendo con Tritartigli. Estrik lo evitò di nuovo, e colpì con Nitrocarica.
Weavile ghignò, poi attaccò con Conchilama. La Nitrocarica e l’attacco si annullarono a vicenda.
“Ma che diavolo?” Pensò Estrik.
«Stupito eh? Avanti, fatti sotto, sarai un buon allenamento per il mio futuro terzo match con lui.»
«Non so di chi parli, ma dubito che ci sarà un terzo match. Ti catturerò qui ed ora.» Rispose Estrik, lanciadoglisi contro con una Scintilla.
«Belle parole, mi piacciono. Vediamo che sai fare.» Rispose Weavile, andando all’attacco con un Tritartigli.
I due pokémon si colpirono.
 
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Maaa... Non ho capito... Chi ha passato la prima prova del gruppo? E' scaduto il tempo limite e alcuni hanno fallito definitivamente?
 

Darken

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CAPITOLO 128: MOVIMENTI E BATTAGLIE​
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Electronvolt, base dell’S.T., 26/06/4783, circa le 14
Galvantula sentì bussare alla porta. Un attimo dopo, udì la voce di Helioptile dall’altra parte «Signore, l’Ammiraglio Empoleon ed il Generale Beedrill la desiderano.»
«Falli entrare uno alla volta.» Rispose Galvantula. Se aveva capito cosa volevano, era meglio che non entrassero tutti insieme.
Il primo fu Empoleon. Si diresse verso la scrivania di Galvantula e, dopo aver chinato il capo, cenno a cui Galvantula rispose allo stesso modo, cominciò a parlare.
«Signore, sono venuto per chiedere di conoscere il percorso che il principe Krabby seguirà per raggiungere Electronvolt.»
«E posso chiedere perché me lo chiedi solo ora? Ho fatto l’annuncio diversi giorni fa.»
Empoleon esitò per qualche secondo, poi rispose «Ritengo che conoscere il percorso possa essere utile. Sotto il mio comando ci sono alcune squadre che rischiano di andare ad intralciare il cammino del principe.»
Galvantula annuì, poi estrasse una mappa. Con la zampa, indicò un percorso che, da una spiaggia a sud di Ohm Town, saliva verso Electronvolt.
«Lo abbiamo chiamato percorso numero cinque.» Commentò.
Empoleon ringraziò, per poi uscire.
Un attimo dopo, entrò Beedrill. E come Galvantula si aspettava, il Generale fece la stessa richiesta, a cui Galvantula rispose con la stessa domanda.
Beedrill rispose subito «Semplicemente perché ritengo importante conoscere i movimenti del principe, allo stesso modo in cui riterrei importante conoscere i movimenti di qualunque altro soggetto di spicco.»
Galvantula annuì, poi mostrò anche a lui la mappa. Da Volt Port, tracciò un percorso che, dopo aver curvato verso il Water Wind Mill, si dirigeva ad Electronvolt.
«Percorso quattro, è così che l’abbiamo chiamato.» Rispose Galvantula.
Quando Beedrill fu uscito, Galvantula mandò Helioptile da Azumarill con un messaggio.
“La rete comincia a muoversi”. Il contenuto del messaggio fu il pensiero che Galvantula aveva in mente mentre riprendeva il proprio lavoro.
 
Rovine del Pika Village, 23/06/4783, circa le 14
Dal suo nascondiglio tra le rovine, Ampharos V osservava la battaglia in corso. In fondo, era questo che gli era stato ordinato.
Si guardò intorno un momento. Come sempre, non era solo. Weavile, il capitano il cui nome in codice era “Artiglio nell’Ombra”, era entrato in campo, insieme ai suoi uomini, ma non era certo sciocco. I suoi due tenenti, Malamar e Sableye, lo tenevano d’occhio, pronti ad intervenire nel caso in cui avesse tentato la fuga.
“Forse potrei…” la mano scivolò impercettibilmente verso la tasca del camice, dove nascondeva la Megapietra rubata.
Stava quasi per stringerla, quando si rese conto di quante poche probabilità avesse di farcela da solo.
“Anche battendo loro due, poi cosa farei? Non sono un combattente, mentre loro sì. Mi ridurrebbero ad uno straccio, anche se riuscissi a batterli. E poi cosa farò? Entrerò in campo contro Weavile, al fianco dell’Alleanza? Finirei per farmi catturare. E a ben pensarci, vorrebbe dire abbandonare tutti coloro con cui ho stretto il patto per fuggire. Quanti erano? Trecento? Quattrocento? Prigionieri da tutta Pokémos che sperano solo di riuscire a fuggire, e sanno che il mio piano è la loro unica speranza. Sono davvero così crudele da abbandonarli per la speranza di salvarmi?”
Per un momento la sua mano ondeggiò, e sembrava sul punto di stringere la Megapietra. Poi la rilassò, e riprese a guardare la battaglia.
 
Weavile schivò una Nitrocarica e colpì con una Lacerazione. L’attacco andò a segno, colpendo lo Zebstrika sulla schiena.
Approfittando di quel momento, Weavile si guardò intorno, valutando come procedere. Gli bastarono pochi secondi per capire che la battaglia era già persa. Stavano venendo lentamente schiacciati. Di fatto, avevano perso dopo l’attacco dal cielo e da sottoterra.
“Conviene ritirarsi. Possiamo attaccare il Water Wind Mill un’altra volta, tanto di certo non si sposterà. Se insisto ad attaccare aumenterò le perdite, e potrei rimetterci anch’io.”
Nonostante quei pensieri, impiegò qualche secondo per decidersi a dare l’ordine. Dopo Druderfort, l’umore delle truppe era stato alto, e non ci voleva un genio per sapere che un fallimento lo avrebbe affossato. Riprese a lottare con lo Zebstrika, colpendo ancora e ancora. Alla fine l’avversario crollò. A quel punto, sollevò la testa, e lanciò verso l’alto un Geloraggio.
“Il segnale della ritirata. Odio le mosse che non coinvolgono i miei artigli, ma questa mi serve.” Le truppe dell’Organizzazione avevano un proprio codice per seguire gli ordini del Capitano in battaglia. Due Fulmini volevano dire “andare all’attacco”, tre Lanciafiamme indicavano la vittoria, un Geloraggio era il segnale della ritirata. Nel vederlo, i membri dell’Organizzazione presero subito ad allontanarsi verso il Pika Village. Le truppe dell’Alleanza provarono ad inseguirli, ma con il Capitano Estrik a terra ed il Capitano Wartle che, durante la battaglia, era rimasto ferito, dovettero mollare l’osso.
 
A terra, comunque, restava quella che era la prima battaglia campale della guerra vinta dall’Alleanza. Forse era solo una scaramuccia, ma era già un risultato, osservò Airva.
Dei 217 membri dell’Alleanza, Airva ne contò 126 ancora in buone condizioni. Per il resto, si contavano una settantina di feriti, molti gravi. Gli altri che mancavano all’appello con ogni probabilità giacevano da qualche parte sul campo.
Tra i membri dell’Organizzazione, oltre a coloro le cui ossa probabilmente sarebbero rimaste a marcire sul campo di battaglia, riuscirono a fare un centinaio di prigionieri. “Troppi” pensò Airva “E noi ora siamo troppo pochi. Se riprendono le forze e si ribellano tutti insieme, rischiamo di venire schiacciati.” Con il permesso di Wartle, Airva aveva preso il comando delle truppe di Elettria finché Estrik rimaneva incosciente. Diede subito ordine affinché una trentina di prigionieri, quelli in condizioni migliori, fossero scortati ad Electronvolt da una cinquantina di membri dell’Alleanza. In questo modo, sarebbero stati interrogati presto. “Non che uno solo di loro valga qualcosa per l’Organizzazione. Nessuno di loro è un Capitano o un Tenente, gli unici gradi di cui siamo a conoscenza nell’Organizzazione, quindi cosa dovrebbe importargliene? Un soldato semplice saprà ben poco, a parte ciò che gli è stato riferito. Troppo poco per essere una minaccia, abbastanza per essere un ostacolo. Ho il presentimento che molti di loro non respireranno ancora per molto. Però chissà, forse riusciranno a dirci qualcosa sui piani del nemico.”
Dopodiché, Airva si diresse alla tenda medica. Passò in rassegna i feriti. Diversi erano suoi amici, o quantomeno li aveva conosciuti. Vide che alcuni di coloro che arrivavano da Aeria, ed erano quindi stati affidati a lui, avevano perso parte di un’ala, o l’ala intera. “Meglio morti che inchiodati al suolo” si trovò a pensare Airva, anche se fece di tutto per cercare di apparire positivo davanti a loro.
Infine raggiunse la branda di Estrik. Di tutti, Estrik era quello di cui capiva meno. Era stato colpito, secondo i medici, da una gamma di attacchi estremamente vasta. Eppure, molti spergiuravano di averlo visto affrontare, nella seconda fase della lotta, solo il Capitano nemico.
“Qualsiasi cosa voglia dire, spero si risvegli presto.” Si rivolse al medico, una Alomomola in equilibrio su una pinna. Guardarla lo fece sorridere, o quantomeno lo avrebbe fatto se non avesse avuto il becco. Si chiedeva sempre come facessero i pokémon d’acqua a non scoppiare a ridere quando, per poter muoversi sulla terraferma, erano costretti a mantenere l’equilibrio in quel modo. Sapeva che a loro veniva naturale quasi quanto respirare o nuotare, eppure Airva sapeva anche che preferivano di gran lunga l’acqua, il loro elemento.
«In che condizioni è il Capitano?» chiese.
«Buone. Mi è capitato di peggio. Facevo il medico nell’Arena di Hydroheart. Appena poco tempo prima che l’esercito si muovesse, mi capitò un pokémon di Elettria. Era ferito davvero gravemente, dopo aver combattutto contro un Quagsire estremamente violento. A confronto, questa è una passeggiata.» E riprese a curare Estrik.
Poco dopo, mentre Airva era ancora nella tenda, entrò un pokémon con il conto completo di tutte le perdite.
“125 in buone condizioni, 68 feriti, 23 morti e… un disperso?” «Cosa vorrebbe dire “un disperso?” E perché ora c’è un ferito in più?»
«Non lo so signore.» Si schermì il Dedenne «Semplicemente, non è né tra i morti, né tra i feriti, né tra coloro che sono in salute.»
“Catturato, o fuggito dalla battaglia.” Concluse Airva. In entrambi i casi, significava guai. Un soldato catturato sarebbe stato una fonte di informazioni per l’Organizzazione, almeno quanto i soldati dell’Organizzazione per l’Alleanza. Con la differenza che l’Organizzazione aveva spie, l’Alleanza no.
E se invece era un disertore… Airva ricordava le sue prime battaglie, quando la paura gli rendeva difficile perfino muoversi. E anche lui aveva provato la tentazione di fuggire, anche se non l’aveva mai fatto. “Posso biasimarlo, ma non posso dire di non capire.” «Chi era? Il disperso intendo.»
«Un soldato di Laghia, un Binacle.» rispose Dedenne.
«Cerca di sapere se qualcuno l’ha visto durante la battaglia, e da ordine di cercarlo. Finché non salta fuori, dovremo dare per scontata la sua cattura.» Disse Airva. Il Dedenne fece un saluto militare, poi si allontanò.
Airva riprese a leggere il rapporto. Avevano calcolato che il nemico aveva dalla sua circa duecento pokémon, forse meno. Quantomeno voleva dire che i nemici erano alla pari, quanto a forza. “Oppure che questi erano solo una pallida avanguardia.”
In ogni caso, i suoi dubbi non dovevano uscire dalla sua testa. Il morale delle truppe, dopo quella che stavano già cominciando a chiamare “La Battaglia delle Rovine”, era alto, e non serviva certo abbassarlo con pensieri del genere.
 
Scuola delle Trecento Arti, 26/06/4783, circa le 17
Luxray si avvicinò al mobiletto, allungò la mano ed afferrò l’Acqua Magica. Poi si diresse all’uscita, ma questa volta usò davvero i suoi occhi.
“Ascoltare la discussione di Raichu con quel Lucario è stato utile.” Si disse. Non aveva ben chiaro perché Gliscor fosse passato, mentre lui era costretto a riprovare, prima di ascoltare i due. Poi, invece, aveva capito.
Sapeva da tempo che i Luxray, se si allenano bene, potevano vedere attraverso le pareti. Lui sapeva usare questa capacità per vedere oltre le porte, ma i muri restavano un ostacolo difficile.
Si concentrò, e gli occhi presero a brillare. Un attimo dopo, guardando verso la parete, vide un’ ombra sfocata diretta verso la stanza. Non era molto, ma gli bastò per nascondersi.
Un attimo dopo, Lucario aprì la porta, si guardò intorno e la richiuse.
Accertatosi che non ci fosse più nessuno, Luxray uscì ridacchiando, e si diresse nella direzione in cui era andato il pokémon Lotta. Con ogni probabilità aveva superato l’esame.
 
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Galvantula sentì bussare alla porta. Un attimo dopo, sentì la voce di Helioptile dall’altra parte. Sentì sentì

impiegò qualche secondo per decidersi  a dare l’ordine (doppio spazio tra decidersi e a)

Finalmente una prima vittoria per l'alleanza!

Chissà il mancante all'appello che fine avrà fatto...

Interessante Beedrill, non riesco a pensare a perché voglia sapere il percorso del principe...
 

Darken

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Galvantula sentì bussare alla porta. Un attimo dopo, sentì la voce di Helioptile dall’altra parte. Sentì sentì

impiegò qualche secondo per decidersi  a dare l’ordine (doppio spazio tra decidersi e a) Tutto corretto, grazie come al solito.

Finalmente una prima vittoria per l'alleanza! 
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Chissà il mancante all'appello che fine avrà fatto...

Interessante Beedrill, non riesco a pensare a perché voglia sapere il percorso del principe... Beh, una ragione l'ha detta, poi rimane un mistero se sia vera o meno.
 

Darken

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CAPITOLO 129: APPRODO​
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Volt Port, 27/06/4783, circa le 06
Surskit si alzò, con un dolore sordo alla testa, guardandosi intorno. L’ultima cosa che ricordava era Roserade che calava su di lui il braccio, poi il buio.
Si guardò intorno. Vide Dustox addormentata su una sedia, e il Capitano che dormiva in un altro letto. Probabilmente, Dustox si era addormentata mentre li teneva d’occhio.
Diede un’occhiata fuori dall’oblò, e vide il profilo di una città. Notando che si faceva sempre più grande, capì che probabilmente era la loro meta.
“E adesso che faccio?” Si chiese. Per fortuna non era morto, ma non ci voleva molto a capire che l’attacco serviva per distruggere i documenti che Zangoose aveva preparato. E se erano andati persi, voleva dire che l’unica copia rimasta era quella ad Oscuria.
Fu interrotto dal rumore della porta che si apriva. Grump entrò nella stanza. Quando lo vide, lanciò un urlo e corse ad abbracciarlo. L’urlo svegliò Dustox, che si girò verso di lui. Arrossì, abbassò lo sguardo e lo salutò appena, poi uscì dalla stanza imbarazzata per chiamare gli altri.
Nel frattempo, Grump mollò la presa e lasciò cadere Surskit.
«Scusa. Ti senti bene?» Disse Grump.
«Sì, figurati. Dove siamo?» Chiese Surskit.
«Stiamo arrivando a Volt Port. Secondo il comandante, saremmo arrivati prima non fosse stato per l’attacco e le riparazioni d’emergenza. In ogni caso, per un po’ la nave dovrà restare in porto.»
«E il resto? Il teletrasporto e i documenti?»
«Il primo è ancora intero. I documenti invece non ci sono più. Mi dispiace Surskit, ma abbiamo fallito.»
«Non essere così negativo Grump. Per lo meno abbiamo sconfitto uno dei loro capitani.» Commentò Aegislash entrando.
«E il teletrasporto è ancora intero. Possiamo far arrivare senza problemi l’esercito della Coalizione, basterà prepararlo.» Aggiunse Gurdurr, dietro al pokémon Spettro.
«Almeno questo… Il Capitano dorme ancora, e comincio ad essere preoccupato.»
«Non dovresti, Grump.» Rispose una voce. Si girarono verso di essa, e videro il Capitano con gli occhi aperti, seppur ancora steso.
«Capitano! Come si sente?»
«Come se mi avessero lanciato un masso in piena faccia. Certo che Roserade picchia davvero più duro che ai vecchi tempi.» Anche se sorrideva, era evidente che in realtà non stava bene. La voce era debole, e il livido sul volto non era sparito.
«Come vuole procedere riguardo alla missione, signore?»
«Semplice. Grump, ti affido il comando. Io rimarrò qui a bordo finché non mi sarò rimesso abbastanza, dato che, da quel che ho capito, la nave non potrà lasciare il porto per un bel pezzo. Cercherò un medico e mi farò controllare. Probabilmente ho in corpo abbastanza veleno da uccidere qualcuno meno robusto, mi ci vorrà un po’. Fino ad allora, dovete portare a termine la missione. E Specchio, non ti crucciare, era inevitabile. Almeno abbiamo raccolto altre informazioni.»
«Sì signore.» Rispose Surskit, ma si sentiva comunque in colpa.
«Bene. Ora, mi pare di sentire i rumori del porto, suppongo non vedrete l’ora di scendere. Andate. Non preoccupatevi, ci rivedremo presto.»
I quattro uscirono sul ponte, e osservarono la città di Volt Port. O almeno ciò che ne rimaneva.
Diverse banchine erano bruciate, così come numerose case. Nonostante ciò, gli abitanti non sembravano avere problemi. Molti si comportavano, da quel che riuscivano a vedere, come nei giorni normali. Alcuni stavano sistemando i moli, altri erano al lavoro tra le macerie delle case.
«Ma cosa è successo?» Chiese Surskit.
«Pirati, immagino. Suppongo che con la guerra, Volt Port si sia trovato sguarnito. E una città marittima con poche difese è una preda facile per tutte le ciurme pirata di questo mare.»
Surskit aveva sentito parlare spesso dei pirati. A Laghia, erano considerati la peggior feccia di ogni parte del Grande Mare, e la pirateria era un reato punito con la morte fin dai tempi antichi.
Quando finalmente la nave ebbe completato la manovra d’attracco a uno dei moli superstiti, i cinque pokémon, guidati da Grump, scesero a terra.
Visti da vicino, i danni alla città erano parecchio maggiori. Delle trenta banchine del porto, solo poco più della metà erano ancora intere. Gli edifici della prima fila, subito di fronte al mare, erano quasi tutti bruciati, salvo alcuni, probabilmente di coloro che erano riusciti a difenderli. Più indietro, i danni si facevano mano a mano meno ingenti, ma erano comunque evidenti.
Scaricati tutto ciò che apparteneva loro, e le due grandi casse contenenti il Sistema di Teletrasporto, si diressero verso nord, dove gli avevano detto che si trovava la strada per Electronvolt.
Camminando si trovarono davanti diversi gruppi di lavoratori che scavavano tra le macerie. Ascoltando i loro discorsi, Surskit capì che un certo Eelektrik aveva organizzato delle squadre per sistemare la città.
Arrivati all’uscita della città, presero la strada verso Electronvolt “E lì dovrò parlare con i re, e sperare mi credano comunque.” Pensò Surskit.
 
Da qualche parte ad Elettria, 27/06/4783, circa le 08
Dopo essere rientrato alla base, Weavile si concesse un po’ di riposo. Tanto lo avrebbero sicuramente convocato per discutere degli eventi.
“190 pokémon. Di questi, solo 71 sono tornati indietro sulle loro gambe. 117 li ho persi sul campo, morti o catturati. Gli altri due sono morti durante la ritirata per le ferite. Alcuni sono feriti gravemente, e ci ho messo un sacco per tornare alla base. Mi sa che stavolta mi sono giocato il posto di Capitano, se quello non riesce a convincerli del contrario.” Si disse, immerso nell’acqua fredda della sua vasca. Tutti coloro che avevano un grado dal Tenente in su avevano una loro stanza dotata di comfort adatti al loro ruolo. E sicuramente quello che Weavile apprezzava di più era quella vasca, una delle tante invenzioni di Metallia che L’Organizzazione usava. Ce n’erano anche alcune, ricavate da diversi laghetti ai livelli più bassi della base, in cui i soldati semplici potevano lavarsi, ma erano fin troppo affollati. E per Weavile, che era per metà un pokémon Ghiaccio, l’acqua era troppo calda.
Era immerso da quasi mezz’ora, perso nei suoi pensieri, quando fu riscosso da una voce fuori dal bagno.
«Signore, i Generali la desiderano.» Disse la voce. Malamar, decise Weavile.
«Arrivo, arrivo.» Rispose il pokémon. Si asciugò rapidamente, scrollandosi l’acqua di dosso, poi uscì e si diresse verso la porta. Uscito, si chiese se avrebbe più rivisto quella vasca.
 
Ampharos si guardò intorno, ma era davvero solo. A quel punto tirò un sospiro di sollievo e si stese sul proprio letto.
Durante la marcia di ritorno, con il morale delle truppe sotto le scarpe, aveva fatto del suo meglio per curare i feriti, ma non era certo un medico, anche se la cosa all’Organizzazione non sembrava importare. Era riuscito a salvarne parecchi, e lui stesso non sapeva dire se questo fosse un bene o un male.
“Forse non c’è una risposta su cosa sia bene e cosa sia male. In fondo, è tutta questione di punti di vista.” Pensò. Poi si toccò la tasca, trovando la forma ormai famigliare della Megapietra.
“Probabilmente Durant dopo mi convocherà per i dati che ho raccolto. Mi conviene riposarmi finché posso.”
Detto ciò si rigirò sul letto un paio di volte e scivolò in un sonno agitato.
 
Scuola delle Trecento Arti, 27/06/4783, circa le 10
«Quindi Eelektross, è vero che quei pokémon possono usare più di quattro mosse?» Chiese il Gran Maestro.
«Sì, Maestro. Posso chiederle chi gliel’ha detto?»
«Non avrei dovuto saperlo? Eelektross, dovresti sapere che applicandola correttamente, la lettura dell’aura permette di sentire le voci dei pokémon che si hanno intorno. Mi stavo allenando e ti ho sentito fare alcune considerazioni su questo “Progetto S” con Raichu.»
Eelektross annuì. Lui, Raichu e Zangoose discutevano spesso di come confrontarsi con il nemico. Evidentemente il Gran Maestro aveva solo ascoltato al momento sbagliato.
«Eelektross, tu sai perché un pokémon ha un limite di quattro mosse? Sai perché andare oltre questo numero è impossibile?»
«Sì signore. Per usare quattro mosse, il fisico viene sottoposto a un livello di stress pari alla difficoltà nell’uso di quella mossa. Per esempio, Raichu sottopone i muscoli della propria coda a una forte contrazione per usare Codacciaio. Se per ipotesi ne usassimo cinque, dovremmo aggiungere altro stress fisico a quello che già subiamo normalmente. Per questo il nostro corpo possiede una sorta di limitatore interno che impedisce di impararne di più.» Rispose Eelektross.
«Esatto. Questi pokémon, che vanno contro il loro stesso fisico, ne pagheranno le conseguenze, temo. Una volta conobbi un pokémon che provò ad imparare una quinta mossa. Non fu un bello spettacolo, non avevo mai visto un cadavere mezzo congelato e mezzo bruciato.» Rispose il Gran Maestro.
«Quindi crede che il Progetto S sia destinato ad autodistruggersi?»
«Non lo so, chi può dirlo. Forse hanno trovato il modo per impedire che una cosa del genere succeda. Il mondo è in continuo cambiamento, e non mi stupirei se domani mi dicessero che hanno scoperto un modo per permettere a tutti i pokémon di volare.»
«Come dice lei maestro.» Rispose Eelektross.
«E tuttavia» Riprese il Gran Maestro «è una rivoluzione che prenderei con le pinze. Non so cosa abbia spinto quei pokémon a cambiare il proprio corpo per avere quel potere, ma chissà che effetti potrebbe avere su di loro.»
Eelektross non sapeva cosa dire, e Lucario probabilmente se ne rese conto, perché riprese a parlare.
«Detto questo, Eelektross, ci sono altre cose di cui voglio parlare. Prima di tutto, sono già passati cinque giorni. Ve ne rimangono nove, e ancora molti dei tuoi non sono riusciti a superare l’esame.»
«Plusle, Minun, Flaaffy, Draak, Lamp, Mud… anzi, Marsh, come ha deciso di farsi chiamare.» “Per fortuna, facevo fatica a considerarlo un Marshtomp con quel nome da Mudkip.” Pensò fra sé.
«Esatto. Cosa intendi fare per loro?»
«Sono convinto che Draak passerà in fretta. Non riesce ancora a controllarsi del tutto quando si fa prendere dalla furia, ma sta migliorando.»
«E gli altri?»
«Plusle e Minun non sono combattenti, li ho portati con me per… altre loro capacità. Lamp si sta dimostrando bravo, anche se è un po’ lento ad ingranare in combattimento. Lo stesso vale per Marsht. Quanto a Flaaffy… Non lo so. Avevo poche informazioni su di lui. Non posso certo ricordarmi i dettagli di tutti coloro che vivono ad Electronvolt. Ma di lui ricordo che era la recluta più debole dell’S.T.. Non so come reagire.»
«Forse un modo ci sarebbe. Potrebbe essere un po’ duro, ma se vuoi rischiare…»
«Non vorrà davvero proporglielo, vero maestro?» Chiese Eelektross.
«Per questo ti chiedo se sei certo di voler correre il rischio. Se va bene, Plusle, Minun e Flaaffy, i tre che voglio allenare, diventeranno molto più forti. Se va male, rischiano di non poter più combattere.»
Eelektross ci pensò qualche momento, poi annuì «Se loro lo vorranno, prometto che né io né nessun altro avremo nulla da ridire.» Disse. Si trovò a sperare che Flaaffy, Plusle e Minun rifiutassero.


[/SPOILER]
 

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Marsh o Marsht? In entrambi i casi non mi piacciono :P

Alla fine della parte di Weavile hai scritto uscì uscito vicini, trova dei sinonimi.

Dopo aver recuperato 40 capitoli di fila leggersi un filler è un po' strano.

E vediamo in cosa consiste l'allenamento...
 

Darken

Passante
Marsh o Marsht? In entrambi i casi non mi piacciono :P  Marsh. Ma... Ma...  :(  

Alla fine della parte di Weavile hai scritto uscì uscito vicini, trova dei sinonimi. Correggo.

Dopo aver recuperato 40 capitoli di fila leggersi un filler è un po' strano. Boh, in fin dei conti ogni tanto credo che un capitolo di passaggio ci stia.

E vediamo in cosa consiste l'allenamento... Vediamo, vediamo.
CAPITOLO 130: SOLI NELLA PIANURA​

Da qualche parte ad Elettria, 27/06/4783, circa le 12

Nonostante fosse stato convocato ormai da ore, Weavile era stato lasciato ad aspettare davanti alla porta del Consiglio per un tempo che gli sembrò infinito.

“Suppongo stiano discutendo di roba importante, ma potevano pure lasciarmi in pace ancora un po’.”  Si disse.

In quel momento la porta si aprì, e ne uscirono Breloom e Roserade.

«Che vi è successo?» Chiese Weavile.

«Ci hanno lodato per aver distrutto i documenti senza affondare la nave. Non capisco perché.» Commentò Roserade.

«Buon per voi. Io probabilmente sto per perdere il mio posto di Capitano. Niente di che, però mi mancheranno i miei privilegi.» Commentò facendo spallucce.

«Non è detto. Credevo di stare per perdere il mio posto, invece sono stato premiato.» Gli rispose Breloom.

«Facile a dirsi, ma…» In quel momento il Consiglio chiamò, Weavile fece un cenno agli altri ed entrò.

Sentì gli occhi di tutti fissi su di lui.

«Weavile» disse il Sedicesimo Generale «Cosa faccio con te? Prima perdi con quell’Eelektross, poi di nuovo in questa “Battaglia delle Rovine”.»

«Non ho perso, signore. Ma come dimostra il piccolo numero di superstiti, ho preso la scelta migliore, cioè quella di ritirare le truppe, in palese inferiorità numerica, evitandoci ulteriori perdite.»

«Ciò non cambia che abbiamo perso più di cento elementi utili.»

«Con il dovuto rispetto, non è stato certo quello il nostro scopo. Siamo stati scoperti, signore, per via delle ricognizioni avventate organizzate dal mio predecessore. Inviare trenta o quaranta pokémon in ricognizione è una stupidaggine, e il nemico se n’è infatti accorto.»

«Quindi dai la colpa al Capitano Jolt?»

«La colpa di averci fatto scoprire? Sì. La colpa di aver perduto la bataglia? No signore. La sconfitta è dovuta al fatto che ho dovuto rinunciare ai Tenenti per tenere d’occhio il Professor A. Se fossero stati in campo, avrei potuto agevolmente dare gli ordini a loro, che a loro volta li avrebbero trasmessi alle truppe. Invece, io da solo ho dovuto controllare il campo di battaglia. In una situazione simile, le informazioni non si spostano come dovrebbero, gli ordini sono trasmessi più lentamente, e la squadra è meno organizzata. Contro una squadra con due Capitani e due Tenenti schierati, non c’è molto che si possa fare.»

«Capisco. E allora a chi dai la colpa?» Chiese il Sedicesimo, mellifluo.

«Ci sono stati troppi errori nella strategia. Il Capitano Jolt e il Professor Durant, che ha dato ordine di usare i Tenenti per proteggere il Professor A., hanno almeno tanta parte in questa sconfitta quanto me.»

«Più che giusto. Quindi, cosa dovrei fare? Mmmh, vediamo… La Cella Oscura è occupata per colpa di Houndoom, e retrocederti per questa missione mi pare eccessivo. Soprattutto perché poi dovrei retrocedere anche Jolt, che si è già guadagnato il soprannome di “Capitano Distruggicittà”, diventando benvoluto dalle truppe, e trovare una punizione equivalente per il Professore, e non credo sia il caso. Quindi farò così. D’ora in poi, tu e Jolt dovrete lavorare insieme, prendere decisioni insieme ed eseguire gli ordini insieme. Quanto a Durant, non sarà punito in alcun modo. L’ordine di proteggere il Professore era corretto, e non posso essere certo che sarebbe andata in modo diverso se non ci fosse stato lui. Bene, è deciso, puoi andare.»

Weavile chinò il capo ed uscì.

Quando il pokémon fu uscito, fu Wobros a parlare «Non ci sei andato un po’ leggero?»

«Tu dici? Io non credo. Weavile odia collaborare. Accetta solo superiori e sottoposti, e i primi con molte difficoltà. Quindi, quale punizione migliore che obbligarlo a collaborare con qualcuno di cui non approva la strategia?»

«Ma non è il tuo unico scopo, vero?» chiese Salamence.

«Arguto come sempre, Salamence. Credo sia ora che i nostri Capitani comincino a muoversi a coppie. Secondo le nostre spie, al momento siamo di più rispetto ai membri dell’Alleanza, ma tutto ciò non durerà per sempre.  Presto la Coalizione sarà qui, e allora non potremo più muoverci all’attacco come abbiamo fatto finora, perché ci saranno squadre dellesercito ovunque. Tu, Wobros, ci assicuri che in quel momento scoppierà un putiferio tra i nemici. Ebbene, io dico: è il momento di raccogliere le forze. La mia proposta, signori, è quella di muovere i nostri uomini affinché al nemico sembri che stiamo preparando l’attacco, mentre in realtà ci limiteremo ad attendere. In pratica, attacchiamo le città di confine, catturiamo le loro derrate alimentari, uccidiamo i componenti delle loro squadre di ricerca. Ma non muoviamoci all’attacco direttamente. Aspettiamo: le alleanze a Pokémos non durano, non hanno mai funzionato a lungo. Lasciamo che si scervellino sui nostri piani mentre raccogliamo le forze ed addestriamo le truppe. Quando passeremo davvero all’attacco, saranno colti di sorpresa e potremo schiacciarli.» Disse, e per mettervi maggior enfasi sbattè la zampa sul tavolo.

Ci vollero quasi altri quaranta minuti, ma  alla fine la decisione fu unanime: avrebbero seguito il piano proposto dal Sedicesimo Generale.

 

Scuola delle Trecento Arti, 27/06/4783, circa le 15

Il Gran Maestro fece l’annuncio davanti a tutti: avrebbe preso con sé Plusle, Minun e Flaaffy, per allenarli personalmente in un certo luogo. Mise molta enfasi sulla pericolosità dell’allenamento, pur senza entrare nel dettaglio, ma nessuno dei tre rifiutò.

Quando furono pronti, i quattro partirono.

«Che allenamento sarà?» Chiese Raichu ad Eelektross.

«Non posso dirtelo, ma non sarà facile. Mi ci sono sottoposto anch’io, ma è molto, molto difficile.»

«Perché non puoi dirmelo?»

«Questa è una richiesta che il Gran Maestro fa a chi ci si sottopone. Dice che perderebbe di efficacia se i nuovi allievi sapessero di cosa si tratta.»

«Qualsiasi cosa sia, spero funzioni.»

«Lo spero anch’io. Senza giri di parole, loro sono i più deboli tra noi.»

«Già a proposito, non te l’ho mai chiesto, perché hai portato Plusle e Minun?»

«Perché sono spie eccellenti. Se avessero voluto, a bordo della Tifone Mow non li avrebbe mai scoperti a rubare in dispensa. Più di una volta mi hanno portato informazioni che credevo fosse impossibile raccogliere.» Rispose Eelektross.

«Non l’avrei mai detto. E Luxray?»

Eelektross si guardò intorno, avvicinò la testa al volto di Raichu e sussurrò «Mi raccomando, è un informazione confidenziale.»

Raichu annuì.

«Non dovrei dirlo a uno dell'S.T., ma scambierò quello che so del Locomothunder con questo. L’ho scelto come mio successore.» Rispose Eelektross.

«Tuo cosa?!» Chiese Raichu, sorpreso.

«Come a fatto Stunfisk, anch’io ho deciso che dovevo scegliere un successore di cui fare il mio vice. E dato che mio figlio non è un criminale, per fortuna, ho dovuto cercarmi qualcun altro. E Luxray soddisfa le mie condizioni. Lui è giovane, abbastanza abile in battaglia e come criminale. Ha ancora molto da imparare, come dimostra l’incidente del casinò, ma sono convinto che sarà un ottimo capo.»

«Parli come se dovesse essere un evento che accadrà presto.» Commentò Raichu.

«In effetti, ho una mezza idea di ritirarmi. Ho trentotto anni e nella vita ho fatto davvero tanto, quindi sto prendendo in considerazione l’ipotesi di affidare la mia.. Compagnia ad un successore. Ma Luxray deve ancora crescere parecchio prima di poter pensare di prendere il mio posto, quindi fino ad allora non avrò scelta se non continuare a fare il capo. Ma ora parliamo di te. Come procede con il Locomothunder? O con la “Fulmincoda”?»

«Più o meno ho capito il meccanismo che devo usare per unire tra di loro le mosse, ma è comunque difficile. Però miglioramenti ci sono stati. Riesco ad usare più volte il Locomothunder, e la Fulmincoda funziona. Quanto alle altre tre mosse, sono riuscito a perfezionarne una, ma le altre due ancora mi danno problemi.»

«Bene, direi che procede a un buon ritmo, anzi, stai andando davvero in fretta. Com’è possibile che per tutta la tua vita tu non ti sia reso conto di poter unire anche le altre mosse?»

«Ne ho già parlato, ero convinto che il Locomothunder fosse una variante di Locomovolt, quindi non ho mai provato ad unirle. A dirla tutta, non ho mai neanche pensato di poterlo fare.»

«Capisco, capisco. Bene, direi che non c’è altro. Oh, Raichu, vuoi un consiglio? Se vuoi capire che allenamento faranno gli altri, comincia contando gli allievi di questa scuola.»

Raichu lo fissò interrogativo, e ridacchiando Eelektross si allontanò.

 

Piana dei Quattro Loro, 27/06/4783, circa le 18

Dopo tre ore di cammino, i quattro pokémon arrivarono ad un ammasso di casupole abbandonate in mezzo alla vasta pianura di Arenia.

«Bene, siamo arrivati.» Disse il Gran Maestro. A parte il cigolio di un paio di vecchie porte ancora miracolosamente attaccate ai cardini, gli unici suoni erano il vento, l’erba che stormiva e le loro voci.

«Arrivati dove?» Chiesero Plusle e Minun all’unisono, posando le borse.

«Questo villaggio si chiamava Battlecamp Town. Fu abbandonato quasi due secoli fa, quando alcune Accademie si ribellarono contro il re. Da allora, nessuno ci vive più.»

«Ma allora perché siamo qui?» Chiese Flaaffy.

«Oh, io non sarò qui molto a lungo, ma voi sì. Tranquilli, ci sono alberi e cespugli di Bacche tutto intorno, e la fonte al centro del villaggio produce acqua potabile, ho controllato. Fate attenzione ai banditi. Ci vediamo fra una settimana. Non andatevene da qui, o fallirete la prova.» E detto ciò, prima che i tre potessero reagire, colpì il terreno con una Palmoforza, sollevando una nube di polvere. Quando si diradò, i tre erano soli.

 

Electronvolt, palazzo reale, 27/06/4783, circa le 18

Surskit ammirò il grande palazzo reale di Elettria. Non aveva mai visto quello di Laghia, ma aveva sentito alcuni viaggiatori dire che era grande quanto quello, o forse poco più. In ogni caso, a vedersi era davvero imponente.

Mentre gli altri si riposavano un momento, Grump si diresse dalla guardia. Parlò per un po’ con il Manectric. Quando gli ebbe mostrato il messaggio della Coalizione, questi acconsentì a farli passare, e li guidò attraverso il lungo corridoio.

«Preparati Surskit» gli sussurrò Grump «ricordati che quel che dirai sarà fondamentale, visto che eri quello che conosceva meglio il contenuto del foglio.»

Surskit annuì. Era parecchio preoccupato, perché senza i documenti non aveva prove per sostenere quanto affermava.

Gli altri sembravano perlopiù rilassati. “Ovviamente” pensò “loro hanno portato il macchinario del Teletrasporto, io invece ho solo informazioni senza alcun fondamento.” Fu con questo pensiero poco allegro che Surskit guardò la porta della sala del trono aprirsi. Dopo un momento di indecisione, entrò.
 

CiaobyDany

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dellesercito

Lol la prova per i tre disgraziati. :D

Lo immaginavo che Luxray sarebbe stato il successore di Eelektross, e avevo ragione. Vedremo come si sviluppano gli eventi ^^
 

Darken

Passante
dellesercito Gotta correct fast!

Lol la prova per i tre disgraziati. :D  Poveretti XD

Lo immaginavo che Luxray sarebbe stato il successore di Eelektross, e avevo ragione. Vedremo come si sviluppano gli eventi ^^ Era prevedibile, ma doveva esserci la conferma.
 ​
CAPITOLO 131: IL DISCORSO DI SURSKIT​
Electronvolt, palazzo reale, 27/06/4783, circa le 18

Surskit entrò nella larga sala insieme agli altri, e si guardò intorno.

Davanti a loro, sul fondo della stanza, sedeva un Electivire, il Re di Elettria. “Era nono? O ottavo? Sono certo che me l’abbiano detto.” Pensò. Osservò la singola coda. Raichu gli aveva detto che l’altra il re l’aveva persa quando era un Generale, combattendo con un criminale. Surskit si chiese come fosse andata.

A destra e a sinistra erano schierati gli altri troni. Subito a sinistra, vide il trono-trespolo del Re di Aeria, Braviary. Il re li guardava con attenzione, studiandoli attentamente.

Accanto a lui, riconobbe Kingler XI. Vivendo a Laghia per parecchio tempo, almeno il nome completo di quel Re l’aveva imparato. Non che fosse importante, sull’anello esterno: ormai erano diciassette anni che la gente sapeva ben poco di quel che diceva o faceva il Re. Con la Marina impegnata ad arginare i problemi con l’acqua torbida e la sovrappopolazione, non era certo strano che le Palafitte e l’anello di sabbia esterno fossero quasi staccati dalla capitale.

Dall’altro lato, sedevano tre delle regine di Alvearia. “Beh, suppongo che averne più di una dia questi vantaggi.” Surskit non aveva mai imparato a distinguerle tutte, ma la più anziana, Uen XXXIV, era certamente quella al centro, lo si capiva ad occhio. Dopo il misterioso incidente della Cella di cinque anni prima, in cui erano scomparse undici delle dodici regine, lei era stata l’unica rimasta ad Alvearia, anche se per poco. Surskit sapeva che all’inizio, subito dopo l’incidente, non parlava proprio. E anche adesso sembrava che la sua memoria fosse stata danneggiata, perché perdeva la voce se le si chiedeva cosa fosse successo. Per il resto però era una guida eccellente per le dodici regine.

Ai piedi dei troni, vide alcuni dei famosi Generali, o Ammiragli come venivano chiamati a Laghia. Il Generale R. Lavaggio di Elettria, l’Ammiraglio Empoleon di Laghia, il Generale Forretress di Alvearia, il Generale Aerodactyl di Aeria li fissavano con attenzione. Una mossa verso i re, pensò Surskit, e il gruppo non sarebbe più esistito.

Surskit imitò i compagni, chinando il capo ai re. Poi Grump parlò.

«Vostre maestà, siamo inviati della Coalizione dei Cinque. Vi comunichiamo che i cinque paesi membri della Coalizione hanno accettato di allearsi con voi per combattere la minaccia dell’Organizzazione che mette in pericolo Pokémos.»

«Ne sono estremamente felice, e vi ringrazio per averci portato questo messaggio. Mi chiedo però come mai siate arrivati qui solo voi.» Rispose Re Electivire.

«Noi, signore, siamo una squadra speciale che svolge i compiti più svariati. Siamo qui per installare un Portale di Teletrasporto modello K-721, che viene usato solo dall’esercito. Rispetto ai normali sistemi di teletrasporto in uso nei paesi della Coalizione per gli spostamenti rapidi, non presenta limiti sul numero di pokémon che possono usarlo per spostarsi, consentendo quindi all’esercito della Coalizione di giungere in massa e senza alcun rischio.» Spiegò Gurdurr.

«Ne sono colpito davvero colpito, una simile tecnologia è quasi incredibile. In tal caso, vi prego di installarlo il prima possibile.»

«Sì signore. Gurdurr, Aegislash, cominciate. Io, Specchio e Dustox vi raggiungeremo presto.» Rispose Grump, facendo nel frattempo un cenno ai due, che si inchinarono di nuovo per poi uscire.

«Ora signore, ci sono altre notizie di cui credo dovrete essere informati. Ma il più adatto a parlarvene è il qui presente Surskit.»

Surskit fece un passo avanti, e cominciò a parlare. Cominciò dal principio, ossia dal momento in cui l’Organizzazione aveva distrutto Water Port e lui e Draak erano stati aiutati dal Gruppo. Per dimostrare che diceva la verità, parlò del viaggio fino alla Coalizione dei Cinque, includendovi tutte le informazioni che poteva dare. Poi parlò dell’incontro con Zangoose alla Città Sconosciuta. Spiegò cosa era successo, rimuovendo tuttavia gli Unown ed Houndoom dal racconto, poi spiegò le informazioni che Zangoose aveva dato loro. Infine, descrisse il suo viaggio di ritorno, includendovi l’incidente sulla nave.

Quando ebbe finito, dopo più di un’ora, sulla sala calò il silenzio. Surskit si sentì davvero mancare il fiato. “Io ho detto la verità, ma mi crederanno senza documenti?”.

Alla fine, il primo a parlare fu nuovamente Re Electivire «Quello che dici è incredibile. Eppure, al contempo spiegherebbe molte cose. Il fatto che quello che dici sia irrealistico, al contempo spiega i bizzarri eventi che ci siamo trovati ad affrontare in questo periodo. Inoltre, nessuno racconterebbe una menzogna simile.»

«Per esempio» commentò Re Braviary «con questo si spiegherebbe cosa è successo a Lugia. Se lo scopo del nemico è usare i Loro, possiamo supporre che ci siano riusciti, quantomeno con lui.»

«E, parlando più concretamente» aggiunse Re Kingler «si spiega quel rapporto dal Water Wind Mill in cui uno dei nostri Capitani affermava di aver combattuto un Capitano dell’Organizzazione dotato di più di quattro mosse.»

«Non solo, ma possiamo supporre che questi esperimenti siano dietro la distruzione di Druderfort.» Disse il Generale Forretress.

«Su questo avrei da ridire, Druderfort potrebbe anche essere stata presa con la sola forza del numero. Comunque, ci sono diversi eventi che mi portano a credere a quello che dice il ragazzo. Indubbiamente sei un membro del Gruppo, ti ho visto personalmente, quindi ti posso credere. Il fatto che tu abbia perso quei documenti è un problema, ma se la Coalizione ne possiede una copia questo ci mette al sicuro. Quindi ragazzo, ottimo lavoro.» Rispose Re Braviary.

«Ora, prima di lasciarti andare, credo però dovremo parlare di cosa tu voglia fare adesso.» Aggiunse Electivire.

«Cosa voglio fare, maestà?» Chiese Surskit.

«Esatto, cosa vuoi fare. Sei stato un membro del Gruppo, che per di più a portato a termine una missione estremamente difficile, e per questo meriti indubbiamente un encomio. Quindi, cosa desideri? Posso darti quello che vuoi, purché sia qualcosa di ragionevole.»

Surskit fu colto in contropiede. Aveva preso in considerazione tante situazioni, ma non gli era neanche passato per la testa di poter meritare un premio. Ma cosa voleva lui? “Ai tempi in cui vivevo a Water Port, avrei chiesto un passaggio sicuro per Alvearia. Ma è quello che voglio ancora? Ormai la Predominanza non mi da più problemi, perché dovrei voler tornare su un’isola in mezzo al mare dopo aver visto il mondo sconfinato che c’è fuori da essa? E allora cosa voglio?” Ci mise qualche minuto, ma alla fine capì. Alzò la testa, guardò il re e parlò.

Ascoltandolo, il re sorrise “A quanto pare Eelektross sa scegliere bene i pokémon da cui farsi accompagnare.”

 

Piana dei Quattro Loro, 27/06/4783, circa le 21

«Sono sicuro che sei stato tu!» gridarono Plusle e Minun all’unisono, guardandosi in cagnesco.

«Si può sapere cos’avete da litigare, voi due?» Chiese Flaaffy, fissandoli. Fino a quel momento le cose erano andate bene, e non capiva cosa fosse cambiato.

«Sono sparite le scorte che abbiamo preparato oggi. E visto che io non sono stato, deve essere stato lui.» Risposero i due, nuovamente all’unisono.

«Come sarebbe a dire che sono sparite le scorte?» Flaaffy si accigliò. Avevano una buona quantità di Bacche, raccolte nei dintorni, acqua presa dal pozzo e un fuoco intorno a cui dormire. Non capiva perché uno di loro avrebbe dovuto rubare le scorte.

«Te l’ho detto, non sappiamo chi sia stato, ma sicuramente non sono stato io. E non credo sia stato tu.» Risposero ancora in coro. La cosa cominciava a dare sui nervi a Flaaffy.

«Molto gentili, ma posso chiedervi perché?»

I due si guardarono, poi annuirono «Sei troppo imbranato per non farti scoprire.»

Flaaffy sentì i nervi sul punto di esplodere, poi sbuffò «Bene, per una volta questa cosa mi torna utile. E dire che finora mi aveva causato solo guai sia con mio padre sia alla base.»

«C’è poco da ridere. E poi, se non è stato nessuno di noi, chi è stato?» Chiese Plusle.

Minun rispose quasi subito «E se fosse stato uno dei banditi di cui ci ha parlato il vecchiaccio?»

«Intendi il Gran Maestro Lucario? Sì, può darsi. Ma se fossimo stati scoperti da dei banditi, dubito che si sarebbero limitati a rubarci il cibo e non tutto il resto.» Disse Flaaffy indicando gli zaini, posati accanto al fuoco.

«Già, non me lo spiego.» Annuì Minun.

«Per questo dico che devi essere stato tu.» Rispose Plusle, fissandolo in cagnesco. Minun ricambiò lo sguardo, e i due ripresero a litigare.

Flaaffy fece spallucce. A quanto pareva non c’era niente da fare riguardo a quei due, tanto valeva lasciare che sbollissero. Guardò il cielo. Il sole ormai era tramontato del tutto, non sarebbe andato a cercare bacche di notte. Avrebbero usato le scorte che avevano negli zaini per mangiare il giorno dopo, poi avrebbero cercato altro cibo.

“Però è strano. Se non sono stati loro, chi è stato?”

 

Scuola delle Trecento Arti, 27/06/4783, circa le 22

Raichu si guardò intorno. Ansimante, si pulì il viso dal sudore. Allenandosi, non si era accorto del tempo che passava ed aveva finito per far tardi.

“Spero che ci sia ancora da mangiare.” Si disse. Altrimenti, avrebbe dovuto mangiare qualcosa di freddo ed andare a dormire. “Però ne è valsa la pena. Questa è davvero una tecnica di alto livello. Domani la mostrerò a Lucario.”

Arrivato in cucina, trovò parecchi più pokémon di quanto pensasse. Eelektross stava bevendo al tavolo centrale insieme a Zangoose. Luxray, Emolga e Tri erano seduti al tavolo sinistro a parlare. E Zorua, Trubbish, Lamp ed Abra erano al tavolo di destra. Dopo aver preso un piatto di Bacche arrosto, Raichu si diresse di riflesso verso Emolga e gli altri, ma Eelektross gli fece un cenno.

Raichu si sedette di fronte a lui, accanto a Zangoose.

«Allora Raichu, hai capito cosa intendevo oggi?» Chiese Eelektross.

«No, mi dispiace. Ci ho pensato, ma l’unico che manca all’appello è ovviamente il Gran Maestro, gli altri ci sono tutti.»

«Uhm, gli altri allievi dici? Sì, direi di sì. Dipende però da chi conti.» Commentò Eelektross, facendogli l’occhiolino.

«Da chi…conto?» Chiese Raichu, guardandolo. Non capiva davvero se Eelektross lo stesse prendendo in giro o meno.

«Beh, se non capisci non c’è problema, tanto meglio. Sono certo che il Gran Maestro andrebbe su tutte le furie se sapesse anche solo che ti ho dato questo indizio.»

«Sarà, ma voglio continuare a provare ad indovinare.»

«Allora voglio dirti una sola cosa. Questa prova sembra semplice, ma è pericolosa. Molti di coloro che l’hanno sostenuta si sono poi rifiutati di continuare l’allenamento.»

«Ma perché?»

«Perché chi la applica tende ad esagerare.» Rispose Eelektross. E su quelle parole, si alzò dal tavolo e si allontanò, lasciando Raichu a pensare a quel che gli aveva detto.

“Già,” si chiese Eelektross allontanandosi “cosa faranno loro? Riusciranno a resistere tutta la settimana? Suppongo lo saprò solo quando torneranno.”

Guardò fuori dalla finestra, chiedendosi cosa stessero facendo i tre, poi entrò nella propria stanza.
 
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CiaobyDany

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possieda, ci va l'indicativo in quel caso.

Buon capitolo di transizione, curioso di sapere cosa abbia chiesto Surskit al re, tra l'altro ho notato ora che a lui manca un'antenna, mentre ad Electivire manca una coda. Che sia destinato a diventare Re? Sarebbe curioso. Lol i due gemelli, che litigano e l'inutilità d Flaaffy che gli torna utile :°D

Quindi c'è un Pokémon della scuola che ruba il cibo ai tre. Che cosa crudele... E Raichu ha completato una nuova mossa, non vedo l'ora di vederlo in azione!
 

Darken

Passante
possieda, ci va l'indicativo in quel caso. Correggo

Buon capitolo di transizione, curioso di sapere cosa abbia chiesto Surskit al re, tra l'altro ho notato ora che a lui manca un'antenna, mentre ad Electivire manca una coda. Che sia destinato a diventare Re? Sarebbe curioso. Regole per diventare Re, parte 1: subire una menomazione.

Lol i due gemelli, che litigano e l'inutilità d Flaaffy che gli torna utile :°D Ricordo che aspettavo questi capitoli con ansia proprio per poter parlare un po' di questi tre XD

Quindi c'è un Pokémon della scuola che ruba il cibo ai tre. Che cosa crudele... E Raichu ha completato una nuova mossa, non vedo l'ora di vederlo in azione! Vedremo, vedremo.
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CAPITOLO 132: I CINQUE DISTRUTTORI​
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Electronvolt, base dell’S.T., 28/06/4783, circa le 09

«Complimenti Specchio! Non credo che ci sia qualcun altro che chiederebbe una cosa del genere.» Disse Gurdurr, dando al pokémon una vigorosa pacca sulla schiena.

«Davvero? Eppure io ho soltanto chiesto quello che volevo.» Rispose Surskit.

«”Vorrei il permesso di unirmi alla squadra del Capitano Cacturne in via definitiva, per poter combattere per Pokémos come ho fatto finora. Non posso riunirmi ad Eelektross e gli altri, ma quantomeno potrò aiutare da qui.” La tua scelta è stata davvero bizzarra. Al tuo posto molta gente avrebbe chiesto denaro, il permesso di tornare a casa, o altre cose che gli portassero vantaggio.» Commentò Grump, citando Surskit parola per parola.

«Sì, è vero, ma io non volevo questo. Non posso solo tornare ad Alvearia e dire “Ho fatto un bel viaggio, ora mi posso riposare” senza che il mio viaggio sia finito davvero. Se sconfiggeremo l’Organizzazione allora penserò a cosa voglio fare. Fino ad allora, voglio aiutare.»

«Belle parole. Spero solo che non te ne pentirai, Specchio.» Commentò Aegislash, acido. Surskit si chiese per l’ennesima volta cosa gli avesse mai fatto di male per meritarsi un trattamento del genere.

«Non farci caso, io ti ho trovato c-coraggioso.» Disse Dustox. Il cuore di Surskit saltò un colpo, ma il pokémon riuscì a limitarsi ad annuire e ringraziarla.

«Bene, ora che ci siamo tutti complimentati con il nostro nuovo compagno di squadra, passiamo alla missione. Il Teletrasporto sarà attivo in un’ora, e credo i re vorranno esserne informati. Aegislash, Dustox, voglio che andiate a comunicarlo ai re. Credo vorranno esserne informati.»

«Sissignore.» Dissero i due, uscendo.

«Noi tre invece andremo al Teletrasporto per gli ultimi controlli. Se sarà tutto in ordine, attiveremo la macchina e aspetteremo che l’esercito passi da questo lato.»

Surskit annuì, e insieme ai compagni uscì per dirigersi al Teletrasporto.

 

Piana dei Quattro Loro, 28/06/4783, circa le 10

«D’accordo, voglio sapere chi è stato.» Disse Flaaffy, infuriato.

«A fare che cosa?» Chiesero Plusle e Minun all’unisono.

«A rubare tutte le provviste che avevo nello zaino. Eccetto voi due, qui in giro non c’è nessun altro. Inoltre, guarda caso, sono sparite solo le mie.»

«Non siamo stati noi!» Risposero i due.

«Ah no? Allora chi è stato?»

«Non lo sappiamo.»

«Bugiardi!»

«Sei tu il bugiardo! Scommetto che in realtà sei stato tu a far sparire le altre provviste!»

«Non dite sciocchezze!»

«Non dirle tu!»

Un attimo dopo, i tre si stavano accapigliando in mezzo alla città deserta. Ci vollero quasi dieci minuti prima che le cose si calmassero. Quando finalmente si furono calmati, i tre si sedettero ai due lati della fontana al centro del paese.

Flaaffy si guardò il braccio. Si era fatto un taglio con le roccie del lastricato, e la ferita gli doleva un po’. Purtroppo, non poteva farci molto.

Minun e Plusle, in quel momento, gli si avvicinarono.

«Ascolta, forse abbiamo entrambi esagerato» dissero «però devi crederci, non siamo stati noi.»

«Va bene, voglio credervi. Cercheremo di capire chi è il vero colpevole.» Rispose Flaaffy, poi riprese a massaggiarsi il taglio.

Minun gli si avvicinò e posò le mani sulla ferita, e queste presero a luccicare. Pochi attimi dopo, il taglio si rimarginò quasi completamente.

Flaaffy lo fissò sorpreso «Come hai fatto?»

«Per un Minun non è niente di speciale. Basta convogliare l’elettricità nelle mani, poi spingerla lentamente nel corpo del pokémon che si vuole curare, nel punto ferito. In questo modo, l’elettricità stimola le cellule, che vanno a rimarginarsi. Funziona anche con i lividi o i crampi. Purtroppo, non fa recuperare energie, e anzi ne richiede di mie, quindi non è molto utile per recuperare dopo una battaglia»

«Anche tu puoi farlo?» Chiese Flaaffy a Plusle.

«No, è una capacità che possiedono solo i Minun. Il massimo che posso fare io è questo.» Rispose, e cominciò ad emettere piccole scintille dalle mani. Per qualche motivo, quelle luci fecero sorridere Flaaffy.

«Beh, sempre meglio di quello che posso fare io.» Rispose il pokémon. Si staccò un batuffolo di lana e lo lanciò verso i due, che provarono ad afferrarlo. Ci arrivarono nello stesso momento, ritrovandosi attaccati. Quando poi provarono a lasciarlo, la lana sembrò essersi incollata a loro. Per quanto si sforzassero, non riuscirono a staccarla.

«Elettricità statica» ridacchiò Flaaffy «Sui pokémon di Elettria, impedisce di staccarsi. Sugli altri, da una leggera scossa. Non preoccupatevi, vi libererete entro pochi secondi.»

In effetti pochi attimi dopo la lana cadde inerte, penzolando dalle mani dei due.

I tre si guardarono e scoppiarono a ridere. In effetti, quella situazione era davvero comica. Bloccati in mezzo al nulla a discutere delle loro scarse capacità.

«Va bene, direi che ora dovremmo cercare di scoprire chi è che si diverte alle nostre spalle, facendoci litigare.»

«Oh, credo avrete ben altro a cui pensare.» Rispose una voce dietro di loro.

I tre si girarono all’unisono, e si trovarono davanti i brutti ceffi più spaventosi che avessero mai visto.

Erano in cinque. Quello al centro era un Primeape. Era completamente coperto di cicatrici sulle braccia, le gambe ed il volto, inclusa una raccapricciante ferita all’occhio destro, probabilmente creata da un artiglio.

Alla sua destra stavano uno Scrafty ed un Heracross. Il primo era coperto di ferite quanto il Primeape, alcune recenti. Guardandolo bene, Flaaffy si rese conto che gli mancava un dito della mano destra.

L’Heracross invece era messo meglio, anche se la punta del corno era scheggiata ed aveva alcune ferite che si stavano ancora chiudendo completamente alle braccia.

Dall’altra parte li fissavano un Toxicroak ed un Hitmontop, che però non sembravano ridotti male come gli altri. Al Toxicroak mancava la punta di un artiglio, e l’Hitmontop aveva una cicatrice sul petto, ma per il resto erano sani come chiunque altro.

«Chi siete?» Chiese Flaaffy.

«Con calma ragazzino, le domande qui le faccio io. Chi siete voi, e cosa ci fate nel nostro territorio?» Chiese il Primeape.

«Siamo qui per allenarci.» Risposero Plusle e Minun all’unisono. Flaaffy annuì. Forse così li avrebbero lasciati in pace.

Il Primeape sbuffò «Ancora quel maledetto vecchiaccio. Ci ha presi per una scuola? Va bene, allora, siete entrati nel nostro territorio, quindi non c’è altra scelta. Topper, Scarry, occupatevi di loro.»

L’Hitmontop e lo Scrafty si lanciarono su di loro. Il primo prese a ruotare all’impazzata, lanciando un Triplocalcio, mentre lo Scrafty saltò, preparandosi a colpire con un Calcinvolo.

Flaaffy, Plusle e Minun reagirono con prontezza. Flaaffy scartò di lato, evitando il Calcinvolo, mentre Plusle e Minun saltarono rispettivamente a destra e sinistra, evitando l’attacco dell’Hitmontop.

Primeape fischiò, ammirato «Bella mossa. Forse vi ho sottovalutato un po’.»

«Potresti almeno spiegarci perché ci stai attaccando?»

«Oh, è molto semplice. Vedete, ci sono diverse bande criminali che si dividono la Piana dei Quattro Loro. E noi, i Cinque Distruttori, abbiamo una nomea da difendere. Chi entra nel nostro territorio senza chiedere il permesso muore. Niente di personale, sono le regole.»

«Ma è assurdo!» Rispose Flaaffy.

«Oh, non direi. E voi due che state facendo, siete in pausa? Muovetevi.» Gridò Primeape rivolto ai due pokémon. Scarry si rialzò e riprese a colpire, passando però a Cozzata Zen o Metaltesta per colpire Flaaffy.

Intanto Hitmontop riprese a ruotare e colpire con Triplocalcio. Ogni tanto, improvvisamente, si fermava e colpiva con altri attacchi, come Megacalcio o Calciorullo.

Plusle e Minun, combattendo con Topper, finirono per essere colpiti da numerosi attacchi. Riuscirono però a rispondere con diverse Scariche, che fecero arretrare il pokémon.

Scarry e Flaaffy si scontrarono, le Metaltestate che si scontravano con i Tuonopugni.

Dopo cinque minuti, era evidente che i contendenti erano circa alla pari. Che fosse perché Scarry era ancora ferito o perché Topper stava affrontando due avversari, la cosa a Primeape non importava.

«Scarry, Topper, fermi. Evidentemente voi due non siete abbastanza forti da farli fuori in fretta, e io non ho tempo da perdere. Crossbow, Toxyne, ce ne occuperemo tutti insieme e li faremo sparire in fretta.»

«Sì Prime.» Risposero i due, lanciandosi all’attacco. Questa volta, a Flaaffy bastò un’occhiata per sapere che avevano perso prima di cominciare. Cinque contro tre era un numero poco piacevole. Tra l’altro, era evidente che quelli erano tutti esperti nel combattere. Combattere o pagare…

«Aspettate! Se ci offrissimo di curare le ferite di quei due» Gridò indicando l’Heracross e lo Scrafty «Ci lascerete in pace?»

Prime fece un cenno e i cinque si fermarono. Ponderò la cosa per qualche secondo. Erano rimasti feriti combattendo contro una grossa banda nemica, e quelli sarebbero tornati presto e in forze. Se fossero stati in salute, però…

«Va bene. Per oggi, vi lasceremo in pace. Sempre che riusciate davvero a curarli.» Rispose dopo aver riflettuto.

Flaaffy avvicinò il capo all’orecchio di Minun «Ce la farai?»

«Credo di sì, se le ferite non sono irrecuperabili. In quel caso neanche la mia elettricità potrà fare alcunché.»

«Speriamo di no allora.» Commentò Flaaffy. Se non fossero riusciti a curarli, sarebbero morti, era fin troppo chiaro.

Minun si avvicinò a Crossbow, e cominciò il suo lavoro. Flaaffy e Prime non gli staccarono gli occhi di dosso per un momento.

 

Black Hole City, 28/06/4783, circa le 10

«Signore, il segnale è attivo. Possiamo avviare le procedure di trasferimento.»

«Molto bene.» Rispose Gallade «Cominciate a muovere le truppe!» Gridò, e i suoi sottoposti si misero in moto. Poco dopo, le forze della Coalizione cominciarono ad attraversare il portale. Alla testa di ogni esercito si trovavano il Re ed il Generale, insieme ad una schiera di personaggi di grande importanza. Accanto a Re Alakazam, alla sinistra di Gallade, ad esempio, avanzava il Principe Kadabra.

«Si ricordi, principe» disse Gallade «che il Teletrasporto produce energia simile a quella che si trova in quei luoghi preposti all’evoluzione di pokémon come lei. Se non ha una Pietrastante con sé…»

«Non è necessario» gli sussurrò di rimando il principe «Ad un re si addice la propria forma finale, non credi anche tu?»

Gallade colse al volo l’affermazione e ridacchiò «Suppongo quindi che il piano potrà andare in porto?»

«Certo che sì.» Rispose Kadabra, e Gallade si trattenne dal ridere. Quel ragazzo era un’ottima marionetta.
 

CiaobyDany

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"Il Teletrasporto sarà attivo in un’ora, e credo i re vorranno esserne informati. Aegislash, Dustox, voglio che andiate a comunicarlo ai re. Credo vorranno esserne informati."

Ho capito, vogliono essere informati, va bene.

Il gran maestro quindi ha mandato al patibolo tre innocenti, simpatico il ragazzo!

Like per l'evoluzione tramite portali di teletrasporto per i Pokémon che si dovrebbero evolvere tramite scambio, vedremo come prosegue la cosa.
 

Darken

Passante
"Il Teletrasporto sarà attivo in un’ora, e credo i re vorranno esserne informati. Aegislash, Dustox, voglio che andiate a comunicarlo ai re. Credo vorranno esserne informati."

Ho capito, vogliono essere informati, va bene. Volevano essere sicuri che andasse tutto bene  

Il gran maestro quindi ha mandato al patibolo tre innocenti, simpatico il ragazzo! Una simpatia sconvolgente e una scelta oculata.  :P  

Like per l'evoluzione tramite portali di teletrasporto per i Pokémon che si dovrebbero evolvere tramite scambio, vedremo come prosegue la cosa. Vedrai, vedrai.
CAPITOLO 133: LA SPIA​
 ​
Electronvolt, palazzo reale, 28/06/4783, circa le 10

Empoleon si stava preparando per l’incontro con i membri della Coalizione dei Cinque, quando sentì bussare alla porta. Le camere assegnate a lui e agli altri Generali stranieri a palazzo erano molto spaziose, quindi impiegò qualche momento ad aprire. Una volta aperta la porta, si trovò davanti Beedrill ed Azumarill, in attesa in corridoio.

I due lo salutarono ed entrarono.

«Buongiorno» salutò Empoleon «Che succede? Accomodatevi.»

«La squadra che accompagnava il principe Krabby è stata attaccata.» Rispose Azumarill, sedendosi al piccolo tavolo al centro della stanza, imitato dagli altri due.

Empoleon si mostrò stupito, ma in realtà stava ridendo. Quegli idioti non avrebbero potuto incolpare lui, ma era stato merito suo se l’Organizzazione aveva catturato il principe ed erede al trono di Laghia. Avrebbe certamente ricevuto un premio.

«Hai idea di come possa l’Organizzazione aver capito che quello era il convoglio giusto?»

Empoleon fece per rispondere, poi subodorò qualcosa. Il tono di voce di Azumarill era strano, ma forse era solo una sua sensazione «Non saprei» Rispose «Anche se non sappiamo trovarle, sappiamo che ci sono spie dell’Organizzazione qui. Forse qualcuna ha…»

«Impossibile. Per evitare di lasciare prove, abbiamo organizzato tutto io, Galvantula e Blastoise. Persino le squadre non sapevano se stavano accompagnando il vero principe o una copia. C’erano solo altri due pokémon che sapevano qual’era il percorso. Tu e Beedrill.»

Empoleon capì cosa intendeva dire. A quel punto lui e l’altro Generale erano sospetti.

“Non c’è problema. Non ci sono prove contro di me.” Pensò tra sé. Certo, avrebbe dovuto muoversi con più cautela, ma…

«Ma fortunatamente sappiamo esattamente chi dei due sospettare.» Rispose Azumarill, ed inaspettatamente lui e Beedrill si lanciarono su Empoleon con un Acquagetto ed uno Spaccaroccia.

Empoleon reagì prontamente. Tirò un calcio al tavolo, mettendolo tra lui e Beedrill, e colpì Azumarill con un Ferrartigli. I due attacchi si scontrarono ed i due contendenti arretrarono, mentre il tavolino andava in frantumi per l’attacco di Beedrill.

Dalla porta sciamarono decine di pokémon, al cui comando Empoleon riconobbe con stupore il principe Krabby.

«Era un percorso falso vero? Avete usato il principe Krabby come esca, ma in realtà lui non ha seguito quel tracciato.»

«Non ci vuole molto ad inventare una decina di percorsi falsi. Per scoprire la spia, ci è bastato dirne uno diverso a tutti quelli che hanno chiesto.» Rispose Azumarill.

«Non che la cosa mi faccia piacere, ma immagino fosse indispensabile.» Rispose Beedrill, colpendo di nuovo con uno Spaccaroccia che Empoleon schivò al volo, rispondendo con un Perforbecco. L’attacco sfiorò Beedrill, che però riuscì a schivarlo in tempo.

«Empoleon, arrenditi, non puoi sconfiggerci tutti. Sei in arresto con l’accusa di alto tradimento. Se ti consegnerai spontaneamente, intercederò personalmente per la tua vita.» Disse Azumarill.

«Spiacente, ma ho altri piani per il futuro che non siano marcire in una buia cella.» Rispose Empoleon, e si lanciò fuori dalla finestra. Erano al secondo piano, quindi non fu una lunga caduta. Per attutire l’impatto scagliò un’Idropompa verso terra, ma fu comunque doloroso. A quel punto si mise a correre. Aveva non più di una manciata di secondi prima che gli sciamassero dietro,  ma gli bastava riuscire a confondersi fra la folla. Non avrebbero attaccato in un luogo affollato. A quel punto, doveva raggiungere il nascondiglio che l’Organizzazione gli aveva detto di usare se fosse stato scoperto “Il vero re di Laghia non si lascerà catturare da coloro che dovrebbero inchinarsi davanti a lui.” Pensò.

Perché lui era il vero re, anche se nessuno lo riconosceva. I suoi antenati erano stati Re di Laghia 800 anni prima, poi qualcuno aveva ucciso il suo antenato e si era preso il potere. Si erano ritrovati senza il ruolo che spettava loro, e quando secoli dopo suo nonno si era ribellato il re aveva sterminato tutta la sua famiglia per tradimento. “Come se si potesse chiamare tradimento il riprendersi quel che ci apparteneva.” Si disse Empoleon. Lui era stato risparmiato, perché era un bambino, ed era stato allevato insieme a Re Kingler e all’Ammiraglio Blastoise. La cosa lo fece sorridere, ma fu solo un momento. Quelli erano traditori, tutti, traditori o usurpatori. E lui, ultimo della sua stirpe, si sarebbe ripreso ciò che gli apparteneva.

In quel momento vide gli inseguitori dietro di lui, ma ormai ce l’aveva quasi fatta. Si immise nella strada principale, affollata come tutti i giorni a quell’ora, e si confuse in mezzo alla folla.

Vide i pokémon che lo inseguivano cercarlo. Afferrò al volo un Terrorpanno esposto su una bancarella e se lo infilò. Poi prese alcune stradine laterali, per poi immettersi di nuovo sulla strada principale. Ai vecchi tempi, quando giocava ad Hydroheart con Kingler e Blastoise, quella manovra funzionava sempre. Si ricordava ancora quella volta che… “Che diavolo sto pensando?” Si disse.

Riprese a correre, e dopo un po’, ormai senza fiato, raggiunse i Bassifondi. Si infilò nelle vie puzzolenti, ed arrivò al nascondiglio. La porta sembrava essere bloccata da delle assi, ma se si tirava per poi spingere le assi si aprivano e si poteva entrare.

Infine si sedette su un vecchio divano polveroso, chiudendosi la porta alle spalle. Sospirò.

«Non ci vorrà molto prima che arrivino a prendermi. Scommetto che mi accoglieranno con tutti gli onori, in quanto vero Re di Laghia.»

«Scommessa persa. Spiacente, ma ora ci sei inutile, quindi devi morire.» Rispose una voce alle sue spalle.

Empoleon riconobbe la voce, ma non riuscì a girarsi in tempo. Qualcosa lo colpì, Empoleon emise un rantolo, e tutto divenne nero.

 

Piana dei Quattro Loro, 28/06/4783, circa le 11

Minun sbuffò, esausto, e afferrò la borraccia che gli porse Flaaffy. Bevve tutto d’un fiato, mentre Crossbow si rialzò e si fissò i punti in cui prima aveva le ferite, ora scomparse.

«Bene, direi che è tutto.» Rispose Prime.

Un attimo dopo, Scarry e Topper si misero alle spalle di Plusle e Flaaffy, bloccando loro le braccia.

«Forza capo, facciamoli fuori in fretta.» Disse Topper.

«idioti!» Tuonò Prime «Ammetto che sarebbe una bella idea, ma noi abbiamo concluso un affare con loro. E poi, ci basterà tornare domani.»

«Come domani?» Disse Flaaffy.

«Certo che sì. Il patto era che voi ci avreste curato e noi vi avremmo lasciato in pace oggi. Quindi, a domani.» Rispose Prime ridacchiando. Topper e Scarry lasciarono andare i due, poi i cinque uscirono dal villaggio, dileguandosi.

«Bene. Ci rimane il tempo per scrivere un bel testamento.» Commentò Plusle, tetro.

«Non dire così. Forse riusciremo a…» Iniziò Flaaffy, ma fu interrotto dal pokémon rosso «A cosa? A batterli? Li hai visti? Quelli combattono da molto tempo. Molto più di noi. Io sono una spia, come Minun, e tu… beh, non ti offendere, ma hai ammesso tu stesso di essere una recluta incapace.»

«Ma non potremmo andarcene?» Chiese Minun.

«Diccelo tu. Sei nelle condizioni di muoverti?» Chiese Plusle.

«Certamen-» Iniziò a dire Minun, ma provando ad alzarsi crollò di lato.

«Vedi? Hai consumato un sacco di energie per curare quei cinque, e ora fai fatica a stare in piedi. Non possiamo portarti e muoverci velocemente. O credi davvero che potremmo andarcene lasciandoti qui?»

Flaaffy non sapeva che dire. Non potevano andarsene, quindi restava una sola possibilità «Dobbiamo combattere.»

«E come? Vorresti lanciargli della lana per vedere se si attaccano? O vorresti che io li facessi divertire con le mie luci?»

In quel momento a Flaaffy venne un’idea. Era una cosa stupida, ma forse poteva funzionare.

«Forse è quello che dovrai fare.» Disse, e cominciò a spiegare.

Quando ebbe finito, i due lo fissarono «Sei sicuro di stare bene? Vuoi davvero fare una cosa del genere? Perché non ci chiedi direttamente di colpirli con un attacco frontale,  tanto sarebbe la stessa cosa.» Gli dissero all’unisono.

«Se è un suicidio in ogni caso, tanto vale tentare, no?»

Plusle e Minun rifletterono, poi annuirono «Va bene. Spero solo che tu abbia abbastanza lana.»

 

Electronvolt, Punto di Teletrasporto K-721, 28/06/4783, circa le 12

«Sono onorato di fare la vostra conoscenza, miei re, mia regina.» Disse Electivire, stringendo la mano ad ogni sovrano della Coalizione. I Generali fecero la stessa cosa con le rispettive controparti.

«L’onore è nostro. Lei deve essere un re davvero abile se è riuscito a riunire qui così tanti eserciti di altrettanti paesi.» Commentò Alakazam.

«Temo che stiate facendo i complimenti al pokémon sbagliato» rispose Electivire «Il merito del vostro raduno qui va dato in larga parte al Gruppo, che è riuscito a portare avanti la sua missione con la propria abilità.»

«E tuttavia, la formazione del Gruppo è certamente merito vostro. Ma non continuiamo ancora con questo scambio di complimenti. Piuttosto» disse Chandelure «Vogliamo consegnarvi questo.» Disse, e porse a Re Electivire il plico di fogli consegnato loro da Suskit.

«Oh, quindi è questo il famoso rapporto di cui ci ha parlato Surskit, dico bene?» Commentò Electivire, e dopo averlo preso cominciò a leggere.

A mano a mano che leggeva, il volto del re si fece sempre più cupo. Essenzialmente era ciò che aveva spiegato Surskit, ma i dati contenuti nel documento erano molto peggiori.

«Trasformare Pokémos in un portale… che follia. Uccidere tutti coloro che ci vivono per questo è folle. Dobbiamo fermarli, ora ne sono più convinto che mai.» Disse passando il foglio a Kingler

«I dati dell’esercito nemico di allora indicano 400.000 unità certe. Se le cose stanno così, potrebbero essere raddoppiate o peggio in questi anni.» Rispose Machamp.

«Effettivamente è problematico. Dovremo analizzare a fondo questo documento per estrapolarne tutte le informazioni. Forse ci sono anche informazioni su delle spie.» Disse re Kingler, ed Azumarill si rese conto che il re si era scurito in volto.

«Inutile parlarne qui. Meglio dirigerci a palazzo, dove potremo discutere con calma. Vi daremo anche delle stanze.»

I re si mossero, mentre i Generali si fecero indicare dove far stanziare le truppe. Gallade si avvicinò al nuovo principe Alakazam, appena evolutosi, mentre dava le prime indicazioni ai suoi uomini. «Stasera. Dobbiamo agire subito.»

«D’accordo, nessun problema.» Rispose, e Gallade si allontanò alla guida delle sue truppe.

Il principe ridacchiò ed estrasse dalla propria borsa la boccetta di veleno. “Bene tesoruccio, è il momento che tu faccia il tuo lavoro.” Pensò, sorridendo.

Guardò Gallade allontanarsi e sorrise. Sì, quel Generale era davvero la miglior marionetta possibile. Poi si girò e, al seguito del padre, che lo guardò orgoglioso per la sua evoluzione, e si diresse verso il palazzo reale. Osservò la città di Electronvolt.

“Carina. Un bel posto per morire. A mio padre piacerà.” Si disse, e riprese a camminare.
 

Darken

Passante
CAPITOLO 134: PARTENZA DEL RE​
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Electronvolt, base dell’S.T., 28/06/4783, circa le 13

«E questo è quanto.» Disse Galvantula, dopo aver terminato di spiegare ai Generali l’organizzazione delle truppe.
«Capisco, capisco. In totale, con l’aggiunta delle truppe della Coalizione, arriviamo a formare un esercito di più di 660.000 unità.» Rispose Gengar.
«A tal proposito, in totale sono 360.000 le truppe arrivate dalla Coalizione, ma mi serve sapere quali sono sotto quale Generale.» Aggiunse Galvantula.
«Certo, certo. 100.000 da Arenia sotto il comando di Medicham; 80.000 da Spettria sotto il comando di Gengar; 70.000 da Oscuria, sotto il mio comando; 60.000 da Velenia sotto Venusaur; ed infine 50.000 da Espia, sotto il comando di Gallade.» Elencò rapidamente Absol.
«Molte grazie. Bene, direi che non c’è altro per il momento.»
«Io avrei una domanda.» Disse Medicham. Fino a quel momento, Galvantula non la aveva praticamente notata, ma la Generalessa di Arenia era sempre rimasta lì ad osservarli.
«Prego, dica pure.»
«Poco fa ci sono stati presentati tutti i Generali dell’Alleanza. Ma a me risultava che ci fossero tre Ammiragli nella Marina di Laghia, non due soltanto.»
«Temevo ve ne sareste accorti. Vi avrei informato comunque, ma avrei voluto aspettare. Per farla breve, si è scoperto che uno degli Ammiragli era una spia nemica. Dopodiché è riuscito a sfuggire all’arresto ed è scomparso. Lo stiamo cercando anche adesso, ma…»
In quel momento, Helioptile entrò velocemente dalla porta e avvicinò la bocca all’orecchio del Generale Galvantula. Questi impallidì, poi si rivolse ai Generali della Coalizione «A quanto pare lo hanno trovato.» Disse con voce roca.
 
Electronvolt, bassifondi, 28/06/4783, circa le 14
Galvantula, dopo aver lasciato i Generali della Coalizione, si diresse spedito verso i bassifondi sotto la pioggia che aveva iniziato a cadere. Arrivato, seguì Helioptile in quel dedalo di stradine fino a una strada laterale dove trovò Azumarill, Beedrill e Wash.
«Quindi lui è…?»
Wash annuì. Azumarill gli indicò una casa. Sopra la facciata di questa, a grandi caratteri dipinti con una qualche vernice nera, si leggeva “Gentili idioti dell’Alleanza, troverete il Generale Empoleon qui. Distinti saluti, Capitano S-56 dell’Organizzazione.”  Sotto la scritta, era stata disegnata una freccia con la scritta “tirare, poi spingere”.
«Immagino sia stato difficile da trovare.» Commentò Galvantula con voce piatta. Dentro di sè stava esplodendo di rabbia per come un Capitano nemico si prendesse gioco di loro in quel modo, ma non poteva farlo vedere chiaramente. «Entriamo, forza.»
Aprirono la porta, e si trovarono davanti una stanza polverosa, al centro della quale, steso su uno sporco divano, stava il corpo del Generale Empoleon. Si sarebbe detto che stava dormendo, ma l’odore nella stanza non lasciava dubbi.
«Da quanto tempo è morto?» Chiese Galvantula, annusando l’aria, in cui il tanfo di morte si sentiva chiaramente.
«Tre ore, quasi quattro. Lo hanno ucciso nel momento stesso in cui ci è sfuggito. Probabilmente gli avevano detto di nascondersi qui se fosse stato scoperto, e lui l’ha fatto.» Rispose Beedrill.
«Se solo fossimo arrivati prima.» Disse Azumarill. Guardandolo, Galvantula si rese conto che era pallido come un cencio e aveva le lacrime agli occhi «Se solo fossimo riusciti a catturarlo prima. Dovevo arrestarlo, ci aveva traditi, ma non lo odiavo davvero. Siamo stati compagni a lungo. E non oso immaginare come reagiranno sua maestà e Blastoise che lo conoscono da quando erano piccoli. Dannazione, come farò a dirglielo?» Si era davvero lasciato andare in lacrime. Galvantula cercò di immaginarsi al suo posto, e la cosa gli riuscì sgradevolmente bene. Aveva esperienza di amici fraterni che lo tradivano alle spalle.
«Non c’era niente da fare.» Disse Beedrill ad Azumarill «Abbiamo cercato di farlo arrendere e lui è scappato. Ha scelto da solo di venire qui, ha scelto da solo di consegnarsi all’Organizzazione, ed ha scelto da solo di non fidarsi di noi. Se avesse saputo qual’era la scelta giusta, si sarebbe consegnato. Tu stesso gli avevi promesso di intercedere per la sua vita, ma lui non ha voluto crederti e ne ha pagato le conseguenze. Piangilo pure se vuoi, ma ha scelto da solo come morire.»
Per Azumarill quello era troppo. Tirò a Beedrill un pugno. Non una mossa, ma un semplice pugno al petto che lo scagliò all’indietro «Cosa vuoi saperne te?! Lui era un mio compagno, non posso certo accontentarmi di un blando “Ha scelto da solo”! O vuoi forse dirmi che se morissero i tuoi due compagni Generali la prenderesti così?!»
Beedrill si rialzò con calma, senza dar segno di aver subito qualche danno «Ti chiedo scusa. Ho male interpretato la tua situazione. Ero convinto fossi dispiaciuto di non averlo catturato, ma vedo che invece sei dispiaciuto sinceramente per la sua morte. Ti prego di perdonarmi, ho parlato come se si fosse trattato di un criminale qualsiasi, senza pensare che era qualcosa di più. Ancora una volta, ti prego di accettare le mie scuse, Generale Azumarill.»
Azumarill annuì «Ti chiedo scusa anch’io, ho reagito male a quelle che volevano essere parole di conforto. Ti prego di perdonarmi, Generale Beedrill.»
I due allungarono gli arti, poi Azumarill strinse la zampa intorno al pungiglione di Beedrill.
Galvantula assistette alla scena colpito. Sapeva che Laghia ed Alvearia non andavano d’accordo. Chissà, magari quella avrebbe potuto essere una prima, lieve scossa verso un cambiamento nei rapporti tra i due paesi.
«Bene, ora porteremo via il corpo di Empoleon.» Riprese Azumarill «Come da tradizione, lo seppelliremo in mare, quindi, Generale Galvantula, la prego di permetterci di formare una piccola squadra, tra noi e i soldati più fidati di Empoleon, per poter trasportare la salma fino al mare.»
«Voi potete andare, immagino sia voi due che il Re, e vi daremo una scorta. Ma ad essere sincero, mi preoccupano i soldati di Empoleon, quanto meno i suoi, come li chiamate, ViceAmmiragli. Non vorrei che fossero anche loro traditori.»
«Ho provveduto personalmente ad interrogarli, poco prima del tentato arresto di Empoleon. Nessuno di loro mi ha dato alcun motivo di dubitare di loro.»
«In tal caso ve lo concedo. Prendete con voi i soldati che vi servono e andate.»
«La ringrazio, Generale.» Rispose Azumarill. Poi chiamò alcuni soldati, che erano in attesa fuori. Questi avvolsero con un telo il corpo di Empoleon e lo portarono fuori, seguiti dai Generali presenti.
Galvantula sperò che con quello le spie dell’Organizzazione fossero finite.
 
Electronvolt, palazzo reale, 28/06/4783, circa le 15
«Dove sta andando padre?» Chiese il Principe Alakazam quando, proprio mentre stava per bussare alla porta del Re, trovò questi ad aprirgli.
«Oh, Kad… voglio dire, Alakazam. Sto andando a salutare Re Kingler. C’è stato un incidente, anche se ancora non conosco tutti i dettagli, e deve partire per Volt Port, quindi è mio dovere essere presente alla partenza.»
«Che peccato padre, speravo potessimo avere qualche minuto a quattr’occhi. Ho trovato questo nuovo Succo di Baccauva da una delle città di Elettria, Elecvine mi pare si chiami, e…»
«Ti ringrazio figliolo, ti prometto che provvederò a trovare qualche minuto per te il prima possibile. Non oggi però, devo stringere tutta una serie di accordi. Domani forse. Ti farò chiamare appena potrò, te lo prometto.» Gli rispose, e si allontanò.
Alakazam fece spallucce. A quanto pareva, non sarebbe stato quel giorno. Ma in fondo, cambiava ben poco. Il veleno era pronto, doveva solo trovare il modo per darglielo.
“E appena l’avrò fatto…” E si sfregò le mani, soddisfatto.
 
Electronvolt, Porta Est, 28/06/4783, circa le 16
Electivire osservò il gruppo che avrebbe accompagnato Re Kingler. Dato che Empoleon era un traditore, non avrebbe ricevuto ovviamente gli onori che si sarebbero dati ad un Generale. Perciò, a seguirlo non era un lungo corteo funebre, ma pochi pokémon. Avrebbero seguito il fiume fino alla foce, e lì a Volt Port avrebbero dato il funerale marino ad Empoleon.
Re Kingler era in lacrime. Nonostante il suo amico si fosse rivelato un traditore, aveva detto a Re Electivire, per lui restava ancora il fratello adottivo con cui era cresciuto.
Accanto al re stava il Generale Blastoise. Anch’egli era stato amico d’infanzia dei due, ed era triste quanto Re Kigler, ma aveva fatto del suo meglio per nasconderlo.
Il Generale Azumarill era in disparte. Dei tre, lui era quello che conosceva da meno tempo Empoleon, ma aveva comunque i segni del pianto intorno agli occhi.
“Immagino che sia stato un bravo pokémon, prima di passare dalla parte dell’Organizzazione. Chissà perché ha voluto lasciare tutto ciò per il nemico.” Si chiese Electivire. Ma d’altronde, non si poteva mai sapere cosa potesse spingere qualcuno a tradire. Potere, denaro, desiderio, odio, vendetta, c’erano tante ragioni che potevano far rivoltare qualcuno contro i compagni.
Intorno a loro, c’erano quattro altri pokémon della Marina di Laghia. Erano i quattro ViceAmmiragli che avevano combattuto sotto il comando di Empoleon.
“E adesso uno di loro prenderà il suo posto, com’è giusto che sia. E sperando non si comportino come lui.”
Il ViceAmmiraglio Frogadier stava piangendo. Era il più giovane dei quattro, e a quanto aveva sentito vedeva l’Ammiraglio come un padre. “Chissà che colpo deve avere subito.” Si disse.
Accanto a lui, con il braccio sulla spalla, stava, un Politoed, il ViceAmmiraglio Polid. Anche lui appariva enormemente triste, ma così su due piedi Re Electivire non sapeva se lo fosse davvero o no.
Dall’altra parte il ViceAmmiraglio Colst, un Cloyster, era pronto in acqua, accanto alla barca con cui avrebbero raggiunto la foce. Sull’altro fianco della barca, stava il ViceAmmiraglio Milotic, una famosa combattente della Marina. Electivire aveva sentito dire che fosse lei quella più probabile a succedere ad Empoleon, ma non sapeva se fosse vero. In ogni caso, la scelta sarebbe stata del Re.
“Spero che vada tutto bene.” Si disse Electivire. Se ci fosse stato un qualche incidente, sarebbe stato un disastro. La Marina di Laghia era già nel caos così. I due Ammiragli avevano provveduto a placare gli animi, nascondendo tutto e comunicando solo che l’Ammiraglio Empoleon era stato ucciso dall’Organizzazione, senza comunicare il resto. Ma le voci si erano ovviamente diffuse comunque. Tra i soldati che avevano partecipato all’attacco a palazzo c’erano componenti di tutti gli eserciti, e non c’era stato verso di zittirli tutti. Il meglio che erano riusciti a fare era zittire chi ne parlava, ma ormai erano in troppi a sapere che l’Ammiraglio Empoleon era un traditore.
“Spero solo che sia la fine di questa storia.” Si disse Electivire.
Re Kingler, gli Ammiragli e i due ViceAmmiragli si imbarcarono sulla nave, mentre gli altri due si disposero a destra e sinistra della nave, che prese il largo.

I Re fissarono la nave partire verso sud. Electivire augurò loro mentalmente di avere un viaggio tranquillo, poi si diressero di nuovo verso il palazzo reale. Avevano molte cose di cui discutere. Dovevano accordarsi sull’organizzazione delle truppe. “E ho un’idea per questo da sottoporgli.” Pensò il Re.
 

Darken

Passante
CAPITOLO 135: CAMBIAMENTI DI PIANO​
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Da qualche parte ad Elettria, 28/06/4783, circa le 20
«Quindi è vero signore?» Chiese Ampharos a Durant sollevando le zampe dal tavolo da lavoro, su cui stava costruendo i pezzi per una nuova macchina per le Megapietre.
«Esattamente. Hanno deciso di spostare l’inizio della vera offensiva al prossimo futuro. Come mai me lo chiedi?»
«Niente di che signore, semplice curiosità.» Rispose il Professor A., riprendendo ad armeggiare con i pezzi, ma il suo pensiero era molto diverso. “Dannazione, tanti saluti al mio piano di fuga fino a quel momento. Sembrava mancasse poco all’inizio della guerra vera e propria, invece ora…” Improvvisamente tra le sue mani si scatenò una piccola scarica, che gli fece scivolare dalla mano l’oggetto metallico, che cadde sul tavolo.
«Si concentri professore, non è da lei causare un cortocircuito per il montaggio di un pezzo così facile.»
«Mi scusi signore.» Rispose Ampharos, riprendendo in mano il macchinario. “Con calma, unisco i due poli e…” E le due parti dell’oggetto emisero un rumore secco e si saldarono insieme.
Il Professor A. posò il pezzo e si chiese quante Megapietre avrebbe creato per l’Organizzazione una volta fosse stato montato. Poi scacciò il pensiero “Non ci pensare, concentrati. Ricorda che forse quello stesso pezzo ti ha dato anche la possibilità di salvarti.” Si disse, sfiorando la Megapietra che aveva nella tasca del camice.
 
Piana dei Quattro Loro, 29/06/4783, circa le 06
Flaaffy stava facendo la guardia quando vide i cinque correre verso la città. L’Heracross volava, mentre gli altri quattro correvano, Prime in testa.
Entrarono di corsa dal passaggio principale, ben sapendo di essere stati visti. Proprio come Flaaffy sperava. Si posizionò dall’altro lato della città, in un punto in ombra. Era ancora presto, e le prime luci dell’alba stavano illuminando la piana, quindi nella posizione in cui si trovava era in ombra.
I cinque si fermarono e Prime si fece avanti «Bene ragazzino, niente di personale, ma sono le regole, dobbiamo far fuori te e i tuoi amici. Altrimenti con che faccia potremmo affrontare le altre bande criminali? Se vi lasciassimo andare daremmo un pessimo esempio.»
«E allora sconfiggeteci.» Rispose Flaaffy “Spero che funzioni, spero che funzioni, spero che funzioni…” Disse tra sé e sé.
«Con piacere. Scarry, Topper, uccidetelo.» Ordinò. I due si lanciarono verso di lui. Coprirono la distanza che li separava in pochi secondi, gli balzarono addosso e… si bloccarono a mezz’aria.
Prime sgranò gli occhi. I due si agitavano, ma sembrava che non sortisse effetto. Inoltre, si rese conto, stavano anche subendo degli attacchi elettrici, a giudicare dalle scintille che gli circondavano il corpo.
«Come…?» Si chiese «Non importa. Crossbow, Toxyne, andiamo. Non so che trucco sia, ma riusciremo sicuramente a superarlo.»
I tre si lanciarono. Coprirono la distanza che li separava da Flaaffy. Crossbow fu il primo a venire bloccato, poi toccò a Toxyne. Primeape arrivò a scagliare un pugno, ma si bloccò. Qualcosa lo tratteneva, impedendogli di muoversi.
“Ma cos’è?” Si chiese. Guardò il Flaaffy. Aveva la lana sulla testa e sul collo scarmigliata, e sembrava ne mancassero dei pezzi.
Prima di poter pensare a cosa significasse, una scarica elettrica travolse Prime. Non era stato il Flaaffy a scagliarla, ma non c’era nessun altro in vista.
Una seconda scarica. Una terza. Sentì un colpo dietro l’altro, come se gli stessero scagliando contro gli attacchi incessantemente, ma non si vedeva nessuno. Dai rumori che sentiva, Prime capì che anche i suoi compagni stavano venendo colpiti.
Poi, improvvisamente, il sole dell’alba illuminò il vicolo laterale, e Prime vide che intorno al suo corpo erano avvolti fili. Fili sottili, abbastanza lunghia da andare da un lato all’altro della stretta stradina.
«Questi fili sono…»
«Lana di Flaaffy. Ci ho messo un sacco a districarli e ottenere dei fili sottili, ma è un arte che a quelli della mia specie viene insegnata quando ancora siamo Mareep e non riusciamo a camminare su due gambe. Ho cercato di farne delle reti decenti, ma in tutte ci sono parecchi grossi buchi. Ho avuto paura che mi colpissi.» rispose Flaaffy annuendo, mentre una nuova scarica colpiva Prime.
«Ma perché non riesco a romperli? Sono solo fili.»
«La lana di Flaaffy è resistente finché è carica di elettricità. Normalmente, questo vuol dire per pochi minuti dopo che si stacca dal nostro corpo. Ma sai, esistono due pokémon in grado di concentrare l’elettricità nelle zampe anteriori. E se da lì la scaricano nei fili, questi rimangono carichi, resistenti. Inoltre conducono l’elettricità. Basta che scarichino in un filo della rete, e l’attacco si trasmette attraverso di essa e a tutto ciò che tocca. Almeno, questa è la teoria che mi è venuta in mente usando i vaghi ricordi degli insegnamenti che mi diede mio padre quando ero piccolo. Sinceramente, credevo di ricordare male e che sarei morto, ma tentare era sempre meglio che lasciarmi ammazzare, no?» Rispose Flaaffy, sorridendo.
Prime girò la testa, mentre ancora una volta una scarica lo colpiva passando attraverso i fili. Si rese conto di avere il braccio destro e le gambe completamente bloccate. Riusciva a muovere il sinistro, ma se avesse provato a colpirlo probabilmente il Flaaffy sarebbe riuscito a schivarlo, o peggio si sarebbe ritrovato impigliato nella rete. Faceva fatica a scorgere i fili rosa, anche con il sole che li illuminava. Si sarebbe trovato impigliato sicuramente. A peggiorare la situazione, parecchi fili passavano anche tra una rete e l’altra. Se si fosse mosso, avrebbe finito per impigliarsi ancora di più. Sicuramente era quello che era successo a Scarry e Topper all’inizio. Saltando, si erano trovati avvinghiati ai fili e non erano riusciti a staccarsi.
«Però non puoi toccarci. Prima o poi i tuoi amici si stancheranno. E allora…» ma Flaaffy lo colpì con un Tuonopugno. Non solo non rimase bloccato, ma proprio in quel momento una scarica attraversò i fili, danneggiando ancora di più Prime.
«Ma come Giratina hai fatto a non subire danni dalla scarica?!» sbottò Prime.
«La pelle di noi Flaaffy è un isolante. Non funziona con le mosse normali, ma l’elettricità accumulata dalla lana si disperede quanto basta. D’altronde, se non avessimo questa pelle ci fulmineremmo in continuazione.»
Prime fissò gli altri. Crossbow e Scarry erano già andati, e Topper e Toxyne non avrebbero retto ancora a lungo. A confermarlo, una nuova scarica colpì i tre, e Topper svenne. Rimase lì, in piedi ma chiaramente svenuto.
«Va bene, basta così. Mi arrendo. Abbiamo perso.» Rispose Prime. Non riusciva a crederci, aveva battuto qualunque avversario avesse osato sfidarlo, e ora si faceva sconfiggere da una rete di fili di lana e la scariche di tre microbi.
«Bene. Tu e l’altro rimarrete legati, ma gli altri tre li libererò.» Rispose Flaaffy. Passò attraverso la rete, probabilmente attraverso un buco, e prese ad armeggiare con i fili. Scarry e Topper calarono a terra lentamente, e poco dopo anche Crossbow cadde a terra, anche se più in malo modo rispetto agli altri due. Prime sentì chiaramente il Flaaffy mormorare le sue scuse mentre trascinava il grosso pokémon svenuto e lo portava in un angolo.
Prime sentì allentarsi un poco i fili, ma sentiva ancora una lieve scarica elettrostatica. Probabilmente il Plusle e il Minun avevano ridotto la quantità di elettricità emessa, per poterli tenere legati senza consumare tutte le loro forze.
Infine, Flaaffy li legò entrambi, usando le reti come corda, e li trascinò in un angolo. A quel punto le reti avevano perso del tutto la loro precedente resistenza, ma Prime si rese conto di non riuscire comunque a romperle.
«Bene, e ora facciamo le domande.» Disse Plusle, che nel frattempo era sceso dal suo nascondiglio sul tetto delle case insieme a Minun.
«E cosa vorreste sapere?» Chiese Prime.
«Molto semplice. Come conosci il Gran Maestro? Come sapevi che eravamo qua? E perché dovevi ucciderci a tutti i costi?» Rispose Minun.
«Sapevo che eravate qui semplicemente perché questo villaggio abbandonato è uno dei posti che usiamo come base. Vi ho già spiegato che se vi lasciassi andare le altre bande della zona potrebbero pensare che ci siamo rammolliti ed attaccarci. Quanto a come conosco il vecchiaccio, sono affari miei.»
«Siete stati voi a rubarci il cibo, il giorno prima di attaccarci?» Chiese Flaaffy.
«Non so di che parli. Se vi avessimo trovato, vi avremmo ucciso prima, non credi?»
«Ma allora chi è stato?»
«Sono stato io.» Disse una voce dietro di loro. I tre si girarono, e si trovarono davanti il Gran Maestro, in piedi davanti a loro, l’osso tra le mani.
 
Da qualche parte a Elettria, 29/06/4783, circa le 07
«Quindi, cosa devo fare con te?» Chiese il Capo dell’Organizzazione al pokémon che aveva davanti. Era un Dewgong, di quelli che venivano definiti cromatici. Il Capitano S-56 della sua Organizzazione.
«L’ho detto anche al Generale, signore, mi è stato ordinato di decidere cosa fare del Generale Empoleon. E una spia che è stata scoperta è solo un accessorio inutile.»
«Era comunque un valente soldato.» Gli fece notare il capo.
«Se lo fosse stato non sarebbe morto, non crede signore?» Rispose il Dewgong.
Per un secondo il Capo dell’Organizzazione non rispose, poi scoppiò a ridere. «Ahahahahahah, hai proprio ragione. Sentito Generale Float? Mi sembra che abbia perfettamente ragione, non credi?»
«Indubbiamente signore, ma ho creduto fosse il caso di sottoporle la questione.» Rispose il Generale. Era un Floatzel, una enorme cicatrice che gli tagliava il muso in orizzontale, formando un arco.
«Bene, bene. Ewgon, ti invito a non ripetere più azioni del genere. Passi uccidere un nemico, o una spia che si è fatta scoprire come in questo caso, ma un messaggio del genere rischia di fare una brutta impressione ai nostri soldati. Non voglio certo che credano che potremmo ucciderli in ogni momento. Tuttavia, non ho intenzioni di punirti. Vedi di controllarti e basta. Ora puoi andare. Tu no  Float, c’è una cosa di cui voglio parlare.»
Mentre Ewgon usciva, il Floatzel si fermò. Quando la porta si fu chiusa, il capo parlò «Sarò rapido. Come procedono gli addestramenti? Ritieni sia stata una buona idea quella del Diciassettesimo?»
«Sì signore. Il nemico è convinto che ci stiamo muovendo, e non può abbassare la guardia, e intanto noi possiamo addestrare il nostro esercito. Vorrei avere elaborato io stesso una strategia simile.»
«Ottimo, puoi andare.» Rispose il Capo. Float chinò il capo e scomparve. “Dovrebbe smetterla di giocare in questo modo con i poteri che gli abbiamo dato. Dovrebbe prendere esempio da Wobros e Salamence, quei due sì che sono equilibrati. Ma forse è la differenza tra M ed S.” Si disse il Capo, ridacchiando.
Guardò fuori dalla finestra, dove la cascata che la ricopriva deformava il passaggio, e rise.
«Così vicino, eppure così lontano. Devo davvero complimentarmi con Arceus. Ha reso difficile la parte facile, dandomi uno stupendo ultimo ostacolo. Mi ricorda tanto di…» Poi ammutolì.
“Inutile pensarci. Anche quel mondo sarà mio. Lo saranno tutti, nessuno escluso. Pokémos è un piccolo prezzo. Un mondo che non funziona per tanti che funzionano. Peccato che solo Durant e i Generali capiscano la mia logica. Ma un giorno non sarà più così”. Pensò, riprendendo a guardare fuori dalla finestra.
 

Dancer9

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Credo di poter aver intuito quale pokémon è il capo dell'organizzazione...

Ma potrebbe semplicemente essere una strana idea
 

Darken

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CAPITOLO 136: IL GRAN MAESTRO​
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Da qualche parte ad Elettria, 29/06/4783, circa le 08

«Buongiorno Blaziken» salutò Breloom, percorrendo il corridoio.
«Buongiorno a te Breloom, come va? Di nuovo in missione con Roserade?»
«Non so perché, ma la mia bellis… voglio dire, Roserade chiede spesso di avermi assegnato come compagno di squadra. Una volta mi avrebbe reso felice, ma dopo che abbiamo rivisto il capitano Cacturne, beh…» e sospirò in modo eloquente «Ma parliamo d’altro. I nostri Tenenti hanno detto qualcosa? Vorrei che si sbrigassero a tornare.»
«Stanno terminando di prendere il comando della Piana dei Quattro Loro. Sono 4000 unità nuove, vorresti buttarle via?»
«No, ma vorrei che fossero qui. Chesn e Shao-mi mi farebbero comodo.» Rispose Breloom.
«Come a me farebbero comodo M’bor e Monlee, ma dobbiamo aspettare. E poi se devo essere sincero vorrei lasciare le scuole aperte finché posso.»
«Io no. La Scuola del Pugno Vegetale è stata un bell’intermezzo, ma sto molto meglio qui, a combattere in prima linea.»
«Oh, su questo siamo d’accordo. Noi del Calcio Ardente arriviamo primi da anni, e la cosa mi fa piacere, ma non avrò problemi a chiudere la scuola. In fondo, era solo una copertura.»
«Mi sa che riceveremo un encomio, no? Tra le nostre due scuole e la Piana sono quasi seimila nuovi pokémon per l’Organizzazione.»
«Sicuramente sì. Beh, speriamo che quei quattro facciano in fretta. Ora scusa ma devo andare. Domani è il giorno in cui Houndoom esce dalla detenzione e hanno chiesto a me e altri di essere presente. Non vorremmo che fosse, beh, instabile. Se facesse del male al Professor Durant sarebbe un guaio.»
«Ah, come se alla base ci fosse qualcuno in grado di battere quel Durant, a parte il capo e forse un paio di Generali. Che spreco che si sia dato alla scienza. Comunque ti saluto anch’io, devo raggiungere Roserade.»
«Buon appuntameeeento!» Civettò Blaziken, allungando di proposito la e.
«Oh, sì, sono certo che ogni ragazza non vede l’ora di farsi accompagnare a distruggere un carico di rifornimenti dell’Alleanza.» rispose Breloom ridacchiando «Ciao, ci vediamo.» Aggiunse, per poi sparire dietro l’angolo.
Blaziken si allontanò “Bene, è stato un piacevole intermezzo. Ora però ho da fare.” Si disse.
 
Piana dei Quattro Loro, 29/06/4783, circa le 08
Il Gran Maestro sorrise, osservando i due, poi fissò Prime e a Flaaffy non sfuggì il palese sorriso di scherno sul volto del Lucario.
«Buongiorno Prime. Ti vedo un po’stanco, quindi non preoccuparti, stai pure seduto.»
«Buongiorno a te vecchiaccio. Vedo che non ti sei ancora rimbambito tanto da dimenticare come si fa apparire un’Ossoraffica.»
«Oh sì, e so anche usarla ancora.» Rispose, puntando l’osso contro Prime e colpendo cinque volte in rapida successione. Flaaffy credett che avesse colpito Prime, invece l’unica cosa a rompersi furono i fili che legavano Prime, che scivolarono a terra, in pezzi. “E tanti saluti a una notte di lavoro.” Si trovò a pensare Flaaffy.
«Sì, non male per un vecchietto che dovrebbe andare in pensione.» Rispose Prime, poi i due si strinsero la zampa «Lo sai, è sempre un piacere rivederti.»
«Anche per me, Prime.» Rispose il Gran Maestro.
«Ehm, scusate» si intromisero Plusle e Minun «Se non siamo di troppo disturbo, potreste spiegarci cosa sta succedendo precisamente?»
«Ma certo» Rispose il Gran Maestro «Anzitutto mi complimento con voi. Solo Eelektross e mio figlio ci hanno messo di meno a superare la seconda parte dell’allenamento. Due giorni sono un tempo a dir poco ridicolo. Ti sei rammollito Prime.»
«Questo non voglio sentirmelo dire da un vecchio che cammina con il bastone.»
«In secondo luogo, ora vi spiego. La prova della Piana dei Quattro Loro, anche se varia in base agli esaminati, serve a mettere alla prova le vostre capacità. Nel caso di gruppi come il vostro, nella prima fase li faccio litigare. Li metto uno contro l’altro con piccole cose, tipo cibo che scompare. In questo modo capisco anzitutto se il gruppo è in grado di cooperare. Da voi ho avuto risposta affermativa. E a quel punto entrano in scena loro, la seconda fase.»
«Aspetti, vuol dire che non sono banditi veri?» Chiese Flaaffy.
«Cos’è, vuoi offendere ragazzino? Non hai mai sentito parlare dei Banditi della Piana Orientale? Beh, scolpisciti in mente questo nome.» Sbottò Prime.
«Prime, come anche i suoi scagnozzi, sono miei vecchi allievi. Non posso dire di essere del tutto contento della strada che hanno preso, ma almeno si rivelano utili.»
«Allora non ci avrebbero uccisi, vero?»
«Certo che l’avremmo fatto. Quanti te ne ho fatti fuori? Sei?»
«Quattro, non gonfiare i numeri, e altri dodici non potevano più combattere. Ma d’altronde io li avevo avvertiti, sono stati loro ad accettare. Ciò non cambia che tu potresti evitare di calcare così tanto la mano.»
«E tu potresti cercare un modo alternativo di addestrare i tuoi allievi. E non ricominciare con la storia che tuo padre li faceva combattere con almeno dieci…»
«Scusate, la vostra discussione è sicuramente interessante, ma a noi non interessa.» Rispose una voce. I presenti si girarono verso di essa. Quattro pokémon erano in piedi al centro del villaggio. Un Chesnaught, alla sua destra un Emboar, e davanti a loro un Mienshao ed un Hitmonlee.
«Ancora voi! Per l’ultima volta, non ci uniremo al vostro assurdo esercito, né vi consegneremo il nostro bottino.» Rispose Prime.
“Esercito?” Pensò Flaaffy.
«Oh, invece lo farete, con le buone o con le cattive. Chi ci fermerà, due pokémon feriti e tre svenuti? Oppure un vecchietto con tre ragazzini al seguito.» Rispose il Mienshao, ed i due dietro risero. L’Hitmonlee invece rimase in silenzio.
«Ehi Prime, questo credo di dovertelo. Voi tre, seguite bene le mie spiegazioni.» Disse il Gran Maestro, scattando verso il nemico. Riuscì a penetrare in mezzo ai quattro, ma quelli dovevano essere in guardia, perché quando il Gran Maestro scagliò le Ossoraffiche riuscirono in qualche modo a tirarsi indietro quanto bastava per evitarlo.
 «E per rispondere alla tua domanda, Shiao-Mi, non saremo noi. Sarà solo il vecchiaccio.» Rispose Prime, ridendo di gusto.
«La vedremo.» Rispose il Mienshao, lanciandosi contro il Gran Maestro.
«Bene ragazzi, questo è quello che si definisce assalto. Come ben saprete» spiegò il Gran Maestro schivando l’attacco come se non l’avesse neanche notato «il primo attacco è fondamentale. Se l’avversario è il primo a colpire, però, basta schivarlo e avrete la sua schiena alla vostra mercé.» Rispose, allungando il palmo verso la schiena del Mienshao, per colpire con un Palmoforza che scagliò via il pokémon.
«Parole sagge. La schiena è un grosso punto debole.» Rispose una voce dietro di lui, e l’Emboar calò un Martelpugno.
«Come vedete mi stanno attaccando approfittando del mio colpo precedente. E visto che è troppo vicino per schivarlo» rispose il Lucario sollevando l’osso, che si mise tra lui ed il pugno «conviene piuttosto bloccarlo. In genere, è meglio usare un attacco, per avere maggiore potenza. E ora che l’avversario è impegnato a bloccare il colpo, potete attraversare la sua guardia in quel punto e colpirlo.» Spiegò, e una Palmoforza centrò in pieno petto l’Emboar, che fu scagliato contro un muro.
«Bella mossa, ma come farai contro di me?» Chiese il Chesnaught, caricando con un Mazzuolegno, usando le punte sulla schiena. Quando il Gran Maestro colpì con l’osso per bloccare la carica, essa colpì l’armatura senza fare danni, riuscendo appena a fermarlo. Dietro di lui, sentì un rumore, e si abbassò. Un attimo dopo, un Calciorullo passava sopra di lui, mancandolo di poco.
«Una difesa eccezionale ed un attacco molto veloce, quando si combatte contro una coppia di nemici è un rischio che bisogna saper contrastare. Ma da questa posizione, potete facilmente scivolare sotto la guardia del nemico con la difesa più forte» commentò il Gran Maestro. Si sollevò e Chesnaught si trovò il suo palmo proprio sotto il mento. La nuova Palmoforza fece crollare all’indietro il pokémon.
Il Lucario si rialzò ed osservò l’ultimo avversario. «Durante una lotta» disse, e l’Hitmonlee capì che si rivolgeva ancora agli allievi «Bisogna sapersi fare un’idea del nemico. E se quello è troppo forte…»
In un attimo, l’Hitmonlee girò sui tacchi e scomparve. Gli altri tre si rialzarono a fatica e corsero via, imitandolo.
«Ah, è stato divertente, mi sento ringiovanito di vent’anni. Bene, avete imparato qualcosa?» chiese il Gran Maestro. Flaaffy, Plusle e Minun non risposero, si limitarono a fissarlo a bocca aperta. Prime e gli altri erano stati messi in difficoltà da quei quattro, e loro erano in vantaggio numerico. Invece il Gran Maestro, con pochi colpi, li aveva costretti alla fuga.
«Vedo che il vecchiaccio ci sa ancora fare.» Disse Prime. Il tono era quello di una presa in giro, ma Flaaffy vide che aveva gli occhi sgranati e stava sudando.
«Abbastanza da essere sicuro di poter salvare i propri allievi prima che qualcuno faccia loro troppo male. Bene, direi che voi cinque potete andare. Fuori dal villaggio, vicino a un albero, ci sono le bacche che ho preso loro. Ci saranno sicuramente abbastanza Baccarance per curare i feriti, così sarete sicuri di essere in forze.»
«Capito. Ci vediamo vecchiaccio.» Rispose Prime, e insieme ai compagni, rinvenuti nel frattempo, si diresse verso l’uscita del villaggio.
«Bene. Adesso parliamo del vostro addestramento. Avete superato la prova di Prime in fretta, e questo non l’avevo considerato. In genere Prime e i suoi ci mettono almeno tre giorni a capire che qualcuno è nascosto nella loro zona. Ma non importa. Si passa alla terza fase.»
«Terza fase? Cosa sarebbe?»
Lucario piantò a terra l’osso, bucando il terreno. Quando lo lasciò andare, l’osso era piantato nel terreno, immobile come un palo.
«Dovete semplicemente toccare questo osso.» Spiegò il Gran Maestro.
«Non sembra difficile come prova.» Rispose Plusle.
«Lieto che lo pensi. Perché a difendero ci sarò io.» Rispose il Lucario, piazzandosi esattamente davanti al palo. Improvvisamente a Flaaffy sembrò di avere davanti una muraglia.
 
Electronvolt, Palazzo Reale, 29/06/4783, circa le 11
«Buon giorno padre.» Disse il principe Alakazam quando, superato Gallade di guardia alla porta, il padre gli aprì.
«Oh figliolo, che piacere. Stavo giusto per farti chiamare.»
«Ho pensato di venire a vedere cosa stavi facendo. Guarda, ho portato quel vino che ti dicevo.»
Il Re fissò il figlio “Beh, cinque minuti con lui non mi uccideranno, no?” «Entra pure, non preoccuparti.»
«Certo padre, grazie.» Rispose Alakazam. Lanciò un occhiolino a Gallade che gli rispose con un cenno del capo.

Quando la porta si chiuse alle sue spalle, il generale rise “Vai pure ragazzo. E grazie per il favore.” Pensò.
 

Darken

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CAPITOLO 137: MORTE DEL RE​
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Electronvolt, palazzo reale, 29/06/4783, circa le 11

«Allora figliolo, di cosa vogliamo parlare?» Chiese Re Alakazam, sedendosi ad una sedia.
Il principe si guardò intorno. Era un appartamento davvero regale. Un largo tavolo, una scrivania ben illuminata ed un enorme letto a baldacchino. “E potrebbe essere mio.” Pensò Alakazam. Rispetto a quella, la bella stanza che gli avevano dato era una topaia orrenda. Ma non per molto.
«Beh padre, come ti dicevo ieri, ho qui un nuovo succo di Baccauva, una specialità di Elettria. Si chiama Rocca di Elecvine, scommetto lo troverai delizioso.» “Buono da morire.”
«Grazie mille figliolo, lo proverò volentieri. Dimmi,» disse il re mentre il principe versava «è vero che sono venuti tutti i cinque del Concilio?»
«Assolutamente padre. Tutti i membri del Concilio che eleggerà il prossimo re sono venuti ad Elettria.» Rispose il principe “Esattamente come da programma.” Pensò. Ad Espia, era un Concilio a scegliere il re, quando il predecessore moriva. E lui aveva fatto in modo che tutti e cinque li seguissero ad Elettria. Ovviamente, nessuno poteva sospettare di lui, perché a convincere i conciliari erano stati altri. Tre avevano un figlio o più in battaglia. Uno avrebbe combattuto lui stesso. Il quarto…
«Bene figliolo, adesso assaggiamo un po’ questo succo, cosa dici?» Disse il re, e con un solo, rapido sorso portò il liquido rosso alle labbra e bevve. Il principe lo imitò, portando il calice alle labbra, ma stando bene attento a non berne una sola goccia.
«Delizioso.» commentò il re.
«Lieto che ti piaccia, padre.» Rispose il figlio, nascondendo appena il sorriso trionfante.
«Sì, mi ricorda, di… d-di…» iniziò a dire il re, ma improvvisamente sentì la bocca pastosa. Un attimo dopo, crollò a terra, con il corpo in preda a spasmi.
«Padre, che succede?» Chiese Alakazam, fingendosi preoccupato. Era malvagio, ma non al punto di far andare il padre nella tomba consapevole che era stato il figlio ad ucciderlo.
Il re biascicò qualcosa, ma Alakazam non avrebbe mai saputo cosa fosse. Pochi altri spasmi, ed il corpo rimase inerte.
«Due minuti e tredici secondi» si disse il principe, adagiando il re a terra. Con un rapido gesto, svuotò il suo calice rimettendo il liquido nella fiaschetta e se la infilò in tasca, poi riempì il bicchiere con dell’acqua e la rovesciò in una pianta, ed infine ripose il bicchiere dove il padre l’aveva preso. Estrasse una bottiglia aperta di Succo di Bacauva di Elecvine e la posò sul tavolo. Nessuno avrebbe mai saputo che c’era qualcun altro oltre allo stesso re in quella stanza. Dopo aver aperto la finestra, si diresse alla porta e bussò. Due colpi in risposta. Aprì e si trovò davanti Gallade.
«Tutto come previsto. Ora ricorda, io non sono mai stato qui?» Rispose il principe.
«Assolutamente no. Gli unici che sono mai stati qui siamo io ed il re. L’assassino, chiunque fosse, è penentrato dalla finestra, ha avvelenato di nascosto il succo di Baccauva del re ed è fuggito. Che tragedia.» commentò Gallade.
«Nel frattempo, se servirà, diversi membri dell’esercito, ovviamente membri della vostra Organizzazione, saranno pronti a giurare di avermi visto passeggiare da tutt’altra parte. Dovrebbe bastare.»
«A quel punto i membri del Concilio dovranno scegliere il successore. E visto che ho “invitato” tutti gli aspiranti ad astenersi dal tentare, e che l’unico altro figlio del re è lontano…»
«Io sono l’unico adatto.» Rispose Alakazam, trionfante.
«Ora però sparisci. Se qualcuno ti vedesse, tanti saluti al piano.»
«Certo.» Rispose Alakazam. E un attimo dopo si era teletrasportato.
Gallade attese dieci minuti buoni, poi cominciò a bussare alla porta. Attese un po’ e bussò di nuovo. Poi prese a gridare e bussare con forza. Come previsto, tutti i presenti nella zona si precipitarono nella sua direzione. Tra essi il Generale riconobbe nientemeno che il Generale Medicham.
«Che succede Gallade?» Chiese questa, facendosi largo tra i curiosi.
«Il re non risponde, e temo non si senta bene.»
«Questa non ci voleva. Forza, dobbiamo abbattere questa porta. Se il re sta male, è nostra priorità salvarlo.» Rispose Medicham, e i due si piazzarono davanti alla porta. Due attacchi, e la porta cadde, distrutta.
A terra, accanto a un tavolo, era disteso il re. Gallade si precipitò su di lui e gli mise la zampa sulla vena del collo, poi scosse la testa. “Perfetto.” «È… è morto.»
Medicham reagì immediatamente. Ordinò ai presenti di recarsi a chiamare i Generali ed i Re, poi prese ad ispezionare la stanza. Nel frattempo, Gallade rimase chino accanto al re, con gli occhi sbarrati. Guardandolo, Medicham credette fosse scioccato.
In realtà, Gallade si stava trattenendo a stento dal ridere. Tutto come programma. “Ora rimane un solo problema.”
 
Electronvolt, palazzo reale, 29/06/4783, circa le 14
Alakazam entrò nella stanza in cui era stato adagiato il re. Intorno a lui, erano riuniti cinque pokémon.
Senza dire una parola, Alakazam diede gli ultimi omaggi al re. Si inchinò al suo capezzale e rimase lì per una decina di minuti, poi si alzò.
«Immagino sappiate che ho intenzione di candidarmi come re.» Disse Alakazam.
«Certo. Il figlio deve candidarsi al ruolo di re, lo dicono le antiche leggi.» Rispose il primo. L’Indovino di corte, un Mr. Mime di nome Mimer. Non era inizialmente previsto seguisse il re, ma quando il figlio si era unito alla guerra era divenuto quasi scontato sarebbe venuto.
«Teoricamente, allora, ci sarebbe anche l’altro principe.» Fece notare il secondo. Il proprietario del più ricco casinò di Espia, le Tre Carte di Solosis, Reuniclus. Giravano strane voci su di lui, voci su organizzazioni criminali. Tutti sapevano che si era comprato un posto nel Concilio quando il precedente membro era morto senza lasciare figli. Nessuno sapeva cosa fosse venuto a fare ad Elettria, quando i suoi affari erano tutti ad Espia. “E questo lo rende imprevedibile.” Pensò Alakazam.
«Il principe Abra è in missione su ordine del padre.» Disse Lord Wobbufett. Era un guerriero abbastanza famoso, pur non facendo parte dell’esercito regolare. La gente lo chiamava “Lo scudo specchio”. Avrebbe combattuto personalmente, questo lo sapevano tutti. Come tutti sapevano che voleva solo mettersi in mostra.
«Inoltre il principe rifiuta di evolversi. E secondo le antiche leggi, non deve esserci un re che non sia completamente evoluto.» Aggiunse l’anziana Lady Gardevoir. Aveva quattro figli, incluso il Generale Gallade, e tre di loro avrebbero partecipato alla guerra, incluso il generale. Non c’era da stupirsi che fosse venuta fino ad Electronvolt, quella era quasi tutta la sua stirpe.
«A prescindere da questo, se è in missione non può partecipare all’elezione. Inoltre conosco il principe Abra meglio di tutti i presenti. Sono certo che non vorrebbe mai un impegno del genere. Un giovane riservato, che ama leggere libri. Se potesse prendere il mio posto, sono certo che sarebbe felice.» Terminò il quinto membro del Concilio. Claydol era bibliotecario di corte. Nessuno sapeva perché, ma fin dai tempi antichi avere quel ruolo dava un posto nel Concilio. In ogni caso, il vecchio Claydol era diventato bibliotecario di corte senza pensare a quel ruolo, ma solo perché desiderava passare la vita tra i libri. D’altronde, avere una vista a trecentosessanta gradi rendeva facile vedere qualcuno che provava a rubare un libro.
Alakazam chinò il capo in segno di rispetto e uscì. Che il Concilio discutesse pure, tanto lui era l’unico candidato. Si sfregò le mani e si allontanò.
 
Volt Port, “Guida del Grande Mare”, 29/06/4783, circa le 16
M’Phar, dopo aver percorso le strade semidistrutte di Volt Port, salì sulla nave che detestava di più. La lunga nave del Duca Pharos “lo Scudo Marino” era arrivata il giorno prima, e lui non aveva perso tempo. Se doveva portare a termine quel lavoro, tanto valeva cominciare con il più problematico.
Due pokémon gli fecero strada fino ad una cabina, poi si fermarono. Uno dei due bussò e lo presentò. Passarono quasi tre minuti di snervante attesa, poi finalmente dall’interno uscì una voce «Fallo entrare.»
La porta si aprì, e il Duca entrò nella stanza.
La larga cabina in cui era entrato aveva un letto, una scrivania ed un largo tavolo. Sopra di essa erano stese carte nautiche e posati strumenti di navigazione. Accanto al tavolo si trovava il Duca Pharos. Era alto quanto M’Phar, e i due si somigliavano, ma aveva molte più cicatrici di lui. Portava persino una benda sull’occhio, nonostante molti gli avessero fatto notare che così più che un cacciatore di pirati sembrava un autentico pirata.
«Pharos, caro nipote. Come…»
«Taglia corto, M’Phar. Lo so che se potessi eviteresti di incontrarmi.»
M’Phar sbuffò «Ma bene, vedo che non hai peli sulla lingua. Bene, vado al sodo. Voglio i tuoi cacciatori di pirati, tutti quanti. E anche tutte le navi che possono percorrere il Volt.»
Pharos lo fissò per cinque minuti, poi scoppiò a ridere «Ma bene, vedo che non hai perso il tuo senso dell’umorismo. Hai visto Volt Port? Mentre non c’ero i pirati ne hanno approfittato un po’ troppo. Io li troverò e…»
«Pharos, non è il momento di pensare ai pirati!» Rispose M’Phar sbattendo la zampa sul tavolo «Non ti hanno riferito niente dell’Organizzazione? Della guerra?»
«Sì. Mi hanno detto tutto.» Rispose Pharos «E allora? A me cosa importa? Che il re cambi pure. Finché non si prendono il Ducato, a me non importa.»
«Stupido! Credi davvero che non ti coinvolgerà minimamente? Ti è entrata la salsedine nel cervello? Hai visto Volt Port? Quello non è niente. Lo sai come si combatte una guerra di conquista? Si tagliano i rifornimenti. E Volt Port è una delle basi per i rifornimenti. La tua cara città sarà cancellata dalle carte. Per sempre, e senza appello. E cosa farai a quel punto? Andrai a lamentarti dal re? Brutta notizia: nessun re aiuterà qualcuno che si è rifiutato di schierarsi!»
Pharos rimase in silenzio, poi annuì «Quindi mi stai dicendo…»
«Che devi scegliere con chi stare. Cosa farai quando l’esercito dell’Organizzazione si presenterà a Volt Port? Combatterai contro di loro, o gli aprirai le porte? Quella è l’unica scelta che puoi fare.»
«E tu cosa farai?»
«I miei 3000 uomini si sono già uniti all’S.T. Scegli anche tu Pharos. O con noi, o contro di noi. Restare in mezzo non sarà un’opzione.»
Detto ciò, M’Phar si alzò ed uscì senza salutare. “Ed uno.” Pensò, percorrendo a passo di marcia la nave. “Per fortuna non ho dovuto neanche giocarmi quella carta.”
Pharos scrutò lo zio mentre scendeva dalla nave e si allontanava, per poi sparire lungo le strade semidistrutte della città. Poi chiamò «Electro.» Disse. Il suo primo ufficiale, un vecchio Electrode che aveva combattuto in mare per tutta la vita, arrivò in pochi secondi.
«Sì, signore?»
«Se dovessi scegliere se schierarti con il tuo re o contro di lui, cosa sceglieresti?»
«Il mio re, signore.» Rispose l’Electrode. I due si conoscevano da una vita, e Pharos sapeva che era la verità.
«Bene. Riunisci tutti gli uomini e richiama le navi. Voglio tutti i cacciatori qui.»
«Dove andiamo signore?»

«In guerra. Ci uniamo all’S.T.» rispose Pharos, e si diresse alla propria cabina. “Contento, M’Phar?”.
 

Darken

Passante
CAPITOLO 138: LIBERAZIONE E TRADIMENTO​
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Da qualche parte ad Elettria, 30/06/4783, circa le 10

Houndoom si guardò intorno nella Cella Oscura. Non che ci fosse nulla da vedere. Sfruttando il suo fiuto era riuscito a trovare il cibo e l’acqua, ma dopo quello non era più riuscito a capire dove fosse. Anche perché, ormai, era caduto in così tante trappole che aveva perso del tutto l’orientamento. Inoltre, aveva anche perso il conto del tempo, quando era svenuto per colpa di una trappola, mentre prima ci era riuscito, all’incirca, basandosi sulla propria fame.
“Chissà quanto manca ancora” Si chiese “ancora un po’ e impazzirò davvero in questo inferno”. La stanchezza si faceva sentire. Ogni volta doveva attraversare la grande Cella per bere, e ogni volta veniva colpito da qualcosa. D’altra parte, se non l’avesse fatto sarebbe morto di sete.
Morse una Bacca, che dal sapore intuì essere una Baccaprugna, e in quel momento sentì un rumore simile a una porta che si apriva. Si girò, e vedendo una luce capì che effettivamente era stata la porta della Cella. Senza pensarci due volte si mise a correre verso di essa. Cadde in ben quattordici trappole, ma con la forza della disperazione riuscì comunque a raggiungere l’uscita. Era abbastanza sicuro di essersi rotto una zampa, un corno e anche qualche altro osso, ma finalmente poteva uscire.
All’uscita, trovò Blaziken, Weavile, Jolt ed il Professor Durant. I quattro lo fissarono, mentre lui si sforzava di metterli a fuoco nella luce, a cui non era più abituato. Alla fine, pur con gli occhi che lacrimavano, riuscì a riconoscerli tutti.
«Che le avevo detto professore?» Disse Weavile «La nostra presenza qui era del tutto superflua. Houndoom sa controllarsi.»
«Era meglio non rischiare. Ah, Capitano, è meglio che non si sforzi troppo. Metta questa.» Disse Durant, porgendo ad Houndoom una benda, che il pokémon indossò. Riusciva ancora a vederci, ma gli occhi non gli facevano più male.
«G-grazie.» Riuscì a dire. Faticava a parlare, dopo sette giorni trascorsi da solo.
«Ma si figuri, io sono sempre attento alla salute dei miei soggetti. Mi segua.» Disse Durant. Rivolse un cenno di saluto, poi si allontanò. Houndoom lo imitò, e Weavile rispose con un cenno di incoraggiamento, poi seguì il professore.
«Mi perdoni signore, posso chiederle che esperimenti vorrebbe svolgere?» Chiese Houndoom, cominciando con cautela a scendere la scala che stava percorrendo il professore.
«Devo testare i progressi del Progetto S nel campo del rinforzo fisico. Lei sarà il secondo del Progetto M a ricevere un rinforzo simile, ne sia compiaciuto. Inoltre, voglio provare a donarle il Fuoco Nero.»
Houndoom rischiò di mancare il gradino della scala per la sorpresa.
«I-il Fuoco Nero signore?»
«Esatto.»
«M-ma gli altri esperimenti…»
«Medicastri incompetenti. Si fidi di me, Capitano. Lei avrà il Fuoco Nero come ce l’ha sua sorella.»
«Posso chiederle di non parlare di mia sorella signore?»
«Ma certo, Capitano, mi scusi. Sbrighiamoci, non vedo l’ora di cominciare.» Rispose Durant, accelerando il passo.
Houndoom deglutì e lo seguì. D’altronde, non aveva scelta.
 
Electronvolt, Palazzo Reale, 30/06/4783, circa le 12
Seduto nella propria camera, osservando alcuni alambicchi gorgogliare con calma, Alakazam rifletteva tra sé chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare ora. La veglia funebre di suo padre era stata svolta tra pochi intimi, poi la salma era partita per Espia, dove l’avrebbero sepolto, insieme a tutti i re che l’avevano preceduto, nella cripta sotto il palazzo. Poi avrebbero eletto il nuovo re, e non c’era nessun altro che potessero scegliere a parte lui.
“Mi dedicherei un brindisi, se non fosse una cosa egocentrica.” Si disse Alakazam, ridendo sotto i baffi. Quella sensazione pesante al petto certo se ne sarebbe andata con il passare del tempo. E lui sarebbe stato re di Espia. Non aveva idea di cosa avrebbe voluto in cambio l’Organizzazione, probabilmente informazioni, ma lui non avrebbe avuto problemi a dargliele. Era uno scambio equo.
In quel momento sentì bussare alla porta e udì la voce di Gallade, che un attimo dopo, a una sua risposta, entrò. Il principe lo salutò con garbo, e i due si sedettero ad un piccolo tavolino, e posandovi sopra una sacca.
«Posso offrirti qualcosa da bere?» Chiese al Generale.
Quello sghignazzò «Certo, basta che lo beva prima tu. Lascia perdere, ho portato io del Succo di Baccauva. E per dimostrarti che sono in buona fede, me lo berrò prima io.» Rispose il Generale. E così dicendo stappò la bottiglia che aveva estratto dalla borsa.
«Allora, novità?» Chiese Alakazam.
«La sepoltura è conclusa. Re Alakazam X, L’Astronomo, riposa ora tra i suoi predecessori. Quindi è il momento di scegliere un successore.» Rispose Gallade, buttando giù un sorso di Baccauva per poi versarlo ad Alakazam.
«Ottimo questo Succo. Allora, non c’è nessun altro tra i candidati, vero?»
«In realtà» Rispose Gallade, spostandosi leggermente «Un altro nome c’è.»
«E chi, mio fratello? Le leggi sono chiare, il re deve essere completamente evoluto. Quindi…» disse Alakazam, ma un attimo dopo Gallade gli era saltato addosso. Una Zuffa lo centrò in piena gola, ed Alakazam si sentì mancare il fiato, mentre crollava all’indietro.
«No. Io.» Rispose Gallade, sorridendo.
Alakazam provò a rispondere, ma con suo grande stupore dalla bocca non gli uscì una sola parola. Provò a gridare, a sussurrare, a parlare, ma tutto ciò che ottenne fu un gran dolore alla gola.
«Non ti sforzare. Sai, il mio stile di lotta si basa sul danneggiare gli organi interni, e sono diventato molto preciso. In questo momento hai le corde vocali distrutte in modo irreparabile. Brutto a dirsi, ma sei ufficialmente muto.»
Alakazam mugulò, e Gallade scoppiò a ridere «Credevi davvero che ti avremmo messo sul trono? Fin dall’inizio eri solo un burattino nelle mie mani. Eri il coltello che avrebbe ucciso il re senza darmi la colpa, e al contempo il colpevole da consegnare alla giustizia.»
A quel punto, Alakazam emise un altro strano verso «Oh, forse ti chiedi cosa ne sarà di te ora. Beh, molto semplice. Questi due» disse, mentre un Mr.Mime ed un Malamar entravano «Dichiareranno che hai fatto resistenza, dopo che sono venuto ad arrestarti, in quanto sospettavo fossi tu il colpevole dell’assassinio di Re Alakazam. A quel punto, mi basterà mostrare loro i tuoi cari veleni. Credi che basteranno come prove?»
E mentre i due sollevavano di peso Alakazam e lo trascinavano via, Gallade si mise a ridere. Poi uscì e si diresse dai re. Avrebbe avuto molto da raccontargli.
“Salutate Re Gallade” si mise a pensare, camminando. E, trattenendosi sempre più dal sorridere, si mise in cammino verso la sala del Trono.
 
Scuola delle Trecento Arti, 30/06/4783, circa le 12
«Ehi Abra» disse Zorua, salutando il principe «Stai bene? Hai una pessima cera.»
«Non me ne parlare. Questa notte… O poco fa… Insomma, ho avuto un incubo tremendo. Era tutto nero, poi davanti a me c’era mio padre, disteso in una bara. Dal suo corpo usciva un blocco di pietra, che si dirigeva dentro di me. Una voce, e mentre il blocco mi entrava in corpo sentivo dire chiaramente “Tu sei il prossimo portatore. Il prossimo re.” Mi sono spaventato così tanto che mi sono svegliato.» Rispose il principe, e Zorua si rese conto che sudava
«Oh, non preoccuparti. Tuo padre ha una salute di ferro e non è molto vecchio, quindi non credo possa accadere qualcosa del genere ora.»
«Infatti non è quello che mi spaventa. Ho paura di essere nominato re. Io non voglio diventare re, la prospettiva mi terrorizza. Il mio sogno è divenire Bibliotecario di Corte. Libri ovunque, calma, pace, un ruolo comunque importante, e soprattutto nessun rischio che qualcuno ti faccia del male.»
«Ma perché hai così tanta paura? Non c’è niente di spaventoso nell’essere re.»
«Stai scherzando? Tutto è spaventoso nell’essere re. Il tuo paese dipende da te, dalle città ai singoli abitanti, ed un tuo errore può costare la vita a tutti loro. Inoltre ci sono le congiure. Sai quanti re sono morti nel corso della storia? Guerre, pokécidi, ribellioni, un re non è mai al sicuro. No, non ho la minima intenzione di divenire re.»
«Beh, non preoccuparti. Vedrai che non ti accadrà. In fondo, voi di Espia il vostro re lo eleggete no?»
Abra sospirò «Fortunatamente sì. Grazie Zorua, mi serviva proprio qualcuno con cui parlare. Non conosco ancora quasi nessuno dei pokémon con cui viaggio, e non mi sono ancora ambientato.»
«Non preoccuparti, vedrai che ce la farai.» Rispose Zorua, sorridendo, e si allontanò.
«Già, speriamo.» Disse tra sé e sé Abra. Poi si diresse in un’altra direzione. Nascosto in un angolo, Eelektross si guardò intorno e si allontanò “Interessante. Molto interessante.” Pensò tra sé.
 
Mare al largo di Volt Port, 30/06/4783, circa le 12
Mentre la bara di pietra di Empoleon cadeva in mare sotto gli sguardi dei presenti sul ponte della barca, il Re iniziò il proprio discorso.
«Oggi, un nostro compagno, un nostro amico, un nostro confidente, ci lascia per riunirsi ai suoi antenati nelle profondità del Grande Mare. Indipendentemente dalle sue scelte di vita, noi siamo qui oggi per salutarlo. Egli è morto, e né i suoi errori né i suoi meriti hanno importanza da questo momento. Egli ci lascia, per raggiungere il Regno dell’Oltremare, dove vivrà per sempre insieme a tutti coloro che hanno vissuto prima di lui e che vivranno dopo di lui. Così dissero Kyogre ed i Signori delle Acque, e così sarà.»
«Così dissero Kyogre e i Signori delle Acque, e così sarà.» Risposero i presenti, terminando il rito ufficiale.
«Empoleon» continuò il re «Ha vissuto con me a palazzo da quando riesco a ricordare. Lui e Blastoise, insieme, sono i due più grandi amici e confidenti che ebbi ai tempi, ed insieme ad Azumarill i più grandi tre che ho mai avuto. Per quanto egli abbia commesso un atto imperdonabile, è stato ripagato con uno altrettanto imperdonabile. Avrei voluto che ciò non accadesse ma è accaduto. Forse, se fossi stato un amico migliore, un re migliore, nulla di tutto ciò sarebbe avvenuto. Forse, un amico migliore avrebbe notato il suo stato d’animo. Forse, un re migliore avrebbe notato prima che il suo Generale era una spia. Ma questo non posso saperlo. Perciò ti saluto Empoleon, Settecentosessataduesimo Generale degli Affari Interni, Comandante della Seconda Flotta, Ultimo della Casata Prin, Discendente degli antichi Re. Saluto l’amico e il nemico, il Generale e la spia. Che tu possa riposare in pace, nei secoli dei secoli. Che tu possa riunirti agli antenati. E che dal Regno di Oltremare, tu abbia la forza di perdonarmi, come io ti ho perdonato qui. Un giorno ci rivedremo. Aspettami.»
Dopo il Re, Ammiragli e Vice Ammiragli espressero il proprio cordoglio, poi Kingler si fece avanti di nuovo.
«Come da tradizione che ci viene tramandata fin dai tempi più antichi, tra i quattro Vice Ammiragli ne sarà scelto uno che prenderà il posto del proprio Ammiraglio. Egli sarà il Settecentosessantatreesimo Generale degli Affari Interni, Comadante della Seconda Flotta. Chi di voi vuole farsi avanti?»
«Io.» Rispose Colst.
«Io.» Rispose Milotic.
«Io.» Rispose Polid. Frogadier fu l’unico a rimanere in silenzio.
«Ebbene, coloro che si sono fatti avanti vadano. Il primo che riuscirà a portare a me la gemma conosciuta come Goccia di Kyogre, che il vostro predecessore ha nascosto nelle profondità del Lago Interno, come fece il suo predecessore, ed il suo predecessore prima di questi, e così via per tutti i secoli, sarà nominato suo successore. Fino ad allora, il suo ruolo sarà ricoperto dal Re e dai Due Ammiragli. Così fu deciso dai fondatori della Marina, e così sarà. Andate, e che Kyogre arrida colui che ne è più meritevole.»
Kingler si chiese quanto senso avesse quell’antico rito. I tre Ammiragli possedevano ognuno un gioiello, chiamati Goccia di Kyogre, Coda di Manaphy e Nastro di Suicune, che ereditavano dal predecessore e nascondevano in un luogo conosciuto solo da loro e dal re, da qualche parte tra la miriade di grotte che costellava la parte subacquea del Lago Interno. Alla morte di un Generale i candidati dovevano immergersi nel Lago Interno e cercare la  pietra, evitandone tutti i pericoli. Era avvenuto molte volte che banditi, roccie appuntite, mulinelli e correnti avessero la meglio anche su abili ed allenati aspiranti. “Uno spreco di energie e pokémon, proprio quando ne avremmo più bisogno.”

Guardando i tre Vice Ammiragli che si allontanavano, Kingler si augurò di vederli tornare tutti e tre.
 
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CiaobyDany

あなたと見る絶望は あなた無しの希望など霞むほど輝くから
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bevva

Piuttosto scontato che Gallade avrebbe ucciso Alakazam figlio, ma amen.

Curioso di vedere come proseguirà l'azione, avere un re dell'Organizzazione sarebbe estremamente pericoloso per la Coalizione ^^
 

Darken

Passante
bevva

Piuttosto scontato che Gallade avrebbe ucciso Alakazam figlio, ma amen. Ma guarda, in realtà ci ho pensato un po' se organizzare o meno il tradimento. Ma alla fine ho deciso che sì, era meglio così.

Curioso di vedere come proseguirà l'azione, avere un re dell'Organizzazione sarebbe estremamente pericoloso per la Coalizione ^^  Eheh, vedremo
CAPITOLO 139: GIUDIZIO E PARTENZA​
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Da qualche parte ad Elettria, 02/07/4783, circa le 12

«E con questo, signori, dovremmo esserci liberati di una delle Lastre.» Commentò Wobros, dopo che ebbe terminato di spiegare.

«Non ancora.» Commentò il Primo Generale «C’è ancora un pokémon che può ambire al titolo di re avendone il diritto ed i meriti.»

«Si riferisce al Principe Abra? Effettivamente è ancora in vita, ma per quanto? Se i Capitani di Vulcania sanno fare il loro lavoro…» Commentò Wobros, guardando di sottecchi il Terzo Generale.

«Non falliranno. Ne sono certo.»

«Oh, ci scommetto. Mi dica, ha in mente di far saltare in aria trenta navi per ucciderne uno? Eh, Generale Fern?»

Fern battè un pugno sul tavolo «Non voglio sentir parlare di quella storia! Quell’errore che ho commesso… Beh, non si ripeterà. Avevo preparato un piano che avrei dovuto usare dopo. Avrei potuto prevedere le loro mosse. Ma non l’ho fatto. Comunque, non tollero di venir preso in giro da qualcuno che è rimasto intrappolato per secoli dentro un’isola!»

Molti dei Generali lo fissarono astiosi, mentre un paio ridacchiarono.

«Eviti queste uscite, in futuro, Generale Fern» rispose pacatamente il Primo Generale «Le ricordo che lei è stato scelto solo perché ci serviva un sostituto per lo sfortunato Generale Apern, suo antenato, che era già morto quando ci avete bloccato sull’isola. Si ricordi che lei ci deve sia la libertà che un ringiovanimento fisico non indifferente.»

«E di questo vi sono grato, con quel vostro progetto S ho ottenuto praticamente il fisico che avevo da giovane. Anzi, sono persino più forte. Ma non lascerò che si facciano battute sugli eventi che portarono al mio arresto. Mai.» Disse, e fissò il Primo Generale dritto negli occhi. Questi, negli occhi che lo fissavano, vide una fiamma che né la prigione né la vecchiaia erano riusciti a spegnere. C’erano onore, follia e desiderio che si agitavano in quegli occhi “Una mistura pericolosa” Pensò il Primo Generale.

«Bene, adesso passiamo ad altro. Mentre qui a sud siamo impegnati a rinforzare le truppe, come procede su a nord?» Chiese, rivolgendosi al Quindicesimo Generale.

«Come al solito. Il nemico è un popolo potente, e nessuna delle due parti fa mai effettivi passi avanti. Noi prendiamo una città, e in capo a una settimana loro se la sono ripresa.»

«Com’è possibile che in tredici anni di guerra non siate riusciti a portarvi minimamente in vantaggio?» Domandò il diciottesimo generale.

«Non è facile, quando il nemico è l’esercito più forte di Pokémos. Se potessi andarci personalmente potremmo forse ottenere risultati migliori, ma il Capo è chiaro a riguardo: noi Generali non possiamo allontanarci per più di cinque giorni dalla base. E per quanto io possa essere abile, in cinque giorni non potrei ottenere abbastanza risultati.» Rispose il Quindicesimo. Per tutto il tempo, la sua voce non aveva cambiato tono, restando sempre piatta, come si stesse annoiando.

«Dammi almeno una buona notizia, per favore. In tredici anni non hai fatto che ripetere le stesse cose.»

«Te ne posso dare una. Anche questo mese, abbiamo impedito ai loro messaggeri di partire.»

«Bene.» sospirò il Primo Generale «Immagino sia il meglio che tu riesca a dirmi. Continuate così. Anzi, che sto dicendo, vedete di migliorare.»

Dopodiché i Generali ripresero a parlare.

 

Elettria, Palazzo Reale, 03/07/4783, circa le 10

Alakazam, con le mani legate, fu scortato dalle guardie nella grande sala del trono. Tutti i Re presenti, negli occhi, avevano solo disprezzo. Seduto sullo scranno del Re di Espia, in qualità di reggente, era seduto il Generale Gallade.

«Alakazam» disse Re Electivire, seduto sul suo trono davanti a lui «Sei accusato di aver ucciso tuo padre, Re di Espia. Le prove contro di te sono molte e continuano ad aumentare. Gli scienziati che stanno esaminando i tuoi veleni hanno dichiarato che molti di essi sono estremamente subdoli, e ognuno potrebbe essere quello che ha ucciso tuo padre. Il Generale Gallade, qui presente, ha inoltre dichiarato che ti rifiuti di sottoporti alla lettura mentale. E per quel che mi riguarda, anche questa è un’ammissione di colpa.»

Alakazam aprì la bocca, come volesse replicare, poi si ricordò di non poterlo fare. Dalla sua bocca non uscì alcun suono.

«Avrei una domanda» disse Re Kingler, appena rientrato a palazzo e quindi esausto per il viaggio «Come mai il principe non risponde alle accuse?»

«Mi dispiace, è colpa mia. Durante il combattimento contro di me l’ho colpito alla gola, e devo avergli distrutto le corde vocali. E dire che non avevo neanche usato attacchi atti a tagliare.»

«Capisco. Ebbene, come procediamo? Se è colpevole dovremmo passare al giudizio, non credete?»

«Aspetti, Re Kingler. Su richiesta del Generale Gallade gli sarà data un’ultima volta la possibilità di confessare.»

Un attimo dopo, le mani di Alakazam furono slegate, e davanti a lui fu posto un foglio.

Alakazam sospirò. La sera prima, Gallade gli aveva detto che, se avesse confessato il suo piano (ovviamente senza citare lo stesso Gallade) lui avrebbe fatto in modo di salvargli la vita. Ovviamente, per lo stesso motivo doveva rifiutare di sottoporsi alla lettura della mente.

“E sia. Meglio vivere che morire, in fondo.” Alakazam prese a scrivere, e una riga dopo l’altra spiegò il suo piano. Aveva aspettato il momento opportuno, quando nessuno era in vista, poi era entrato in camera di suo padre, lo aveva ucciso e aveva simulato un’intrusione.

Electivire lesse il foglio, che posò accanto a sé «Disgustoso. Non credo ci sia altro da aggiungere. Signori, quale ritenete che sia la pena più adatta per questo criminale?»

«Io propongo di giustiziarlo!» Tuonò Machamp, battendo uno dei suoi pugni sul poggiamano del trono.

«Mi trovo d’accordo.» Rispose Chandelure, fissando Alakazam in cagnesco.

Uno dopo l’altro, i Re si dissero d’accordo, ed Alakazam cominciava a sentire un cappio al collo. Poi Gallade si alzò in piedi.

«Signori, per favore, per favore, ascoltatemi. Io sono solo un umile Generale di Espia, ma vi chiedo di mostrare un poco di clemenza nei confronti del principe. Quel che ha fatto è imperdonabile, e io sono il primo ad odiarlo dal profondo del cuore. Il Re era, non dimenticatelo, un mio caro amico. Ma vi prego di considerare che Alakazam ha confessato, e, ve lo assicuro, si è detto pentito delle sue azioni. Vi chiedo ufficialmente di commutare la sua pena di morte nell’esilio a vita.»

«Esiliarlo dove?» Chiese Kingler.

«Se non sbaglio, oltre le montagne che delimitano Elettria, si trova il grande deserto di Terria. Ebbene, io propongo che egli venga bandito in quelle terre, vietandogli di tornare indietro.» Gallade si sedette.

«La proposta del Generale Gallade mi sembra adeguata. Quanti sono favorevoli a seguirla?» Chiese Electivire, e sollevò la mano. Uno dopo l’altro, i Re presenti lo imitarono.

«Mi incaricherò personalmente di scortare il principe fino al confine» dichiarò Gallade «fino al mio ritorno, sono certo che il Consiglio che eleggerà il re saprà gestire Espia. E chissà, forse riusciranno anche a scegliere il nostro prossimo re.» Gallade si diresse accanto ad Alakazam, e lo scortò fuori dalla sala del trono.

«Ti sei comportato molto bene» gli sussurrò «farò in modo che tu viva il resto della tua vita in pace, da qualche parte dove non attirerai l’attenzione.»

 

Nel frattempo, nella sala del trono, Re Electivire IX prendeva nuovamente la parola.

«Adesso, direi che è il momento di parlare di quella proposta che volevo fare. Spero che Re Kingler mi perdonerà se rimando ancora un poco il suo meritato riposo.»

«Non voglio offenderla, ma spero che sia una cosa veloce. Ho davvero bisogno di dormire.»

«Non si preoccupi. Bene signori, lasciate che vi esponga la mia idea.»

Re Electivire spiegò, e quando ebbe finito, come si aspettava, i primi a reagire furono i membri della Coalizione.

«Forse è inutile dirlo, ma lo ritengo un ottimo piano.» Disse la Regina Zoroark «Con noi della Coalizione ha funzionato. Siamo tutti d’accordo?»

Uno dopo l’altro, tutti i re risposero affermativamente.

«Ed ora, se vorrete perdonarmi» rispose Kingler «Sono davvero esausto.» E salutando educatamente, si diresse verso le proprie stanze.

«Un ottimo piano, comunque.» Ripeté uscendo.

 

Aeria, Radura dei Quattro Templi, 04/07/4783, circa le 17

Sigilyph guardò i Pokémon che si erano radunati nella radura. Da tutta Aeria, erano arrivati circa 7.000 pokémon per unirsi alla causa. Come sacerdote, si mise davanti a tutti loro, su un rialzo fatto costruire apposta per l’occasione, e iniziò a parlare.

«Signori, fratelli, amici, siamo qui oggi, e credo che lo saprete già, per unirci a coloro che combattono il nemico di Pokémos, quella malefica organizzazione che ha osato compiere il più grande sacrilegio di tutti i tempi. Questa lettera» Disse, ed estrasse il messaggio che era arrivato ai Quattro Templi «Firmata dal Custode dei Loro del grande Lugia, di Espia, afferma che non solo lui, ma anche tutti gli altri Loro sono stati catturati dal nemico, che vuole piegarli al suo volere. E questo non possiamo permetterlo!» Disse, aumentando via via il tono. La folla esplose in un boato di rabbia.

«Seguitemi! Ci uniremo all’Alleanza e li aiuteremo a combattere il nemico! Noi libereremo i Signori Celesti!» Gridò, e prese il volo, seguito dalla maggior parte dei sacerdoti e da tutti i fedeli.

“E spero davvero che questa lettera sia autentica.” Pensò, ma ovviamente non lo disse.

 

Scuola delle Trecento Arti, 05/07/4783, circa le 12

«E così domani ripartite?» chiese Lucario, mentre si allenava agitando l’Ossoraffica, a volte come una mazza, a volte come stesse facendo affondi.

«Già» rispose Eelektross, senza smettere di colpire il fantoccio di legno con una serie di Assorbipugni.

«Dimmi, sei soddisfatto dei risultati?»

«Abbiamo fatto tutti il meglio che potevamo. Raichu è addirittura riuscito a passare fino alla quarta fase dell’allenamento, il che è un record in due settimane. E tutti hanno superato le prime due fasi, anche quelli che hanno recuperato lo strumento in ritardo. Perciò, ora possiamo solo ripartire e sperare che sia servito.»

«E riguardo a quel problema di Vulcania?»

«Quei problemi, sono tre le cose a cui dobbiamo pensare. Ma è inutile pensarci ora. Non posso fare progetti fino al Centro di Controllo.»

«Immagino tu abbia ragione. E riguardo a ciò di cui abbiamo parlato ieri?» Domandò Lucario.

«Lui può venire, ma ricordati che non garantisco la sua sicurezza. Devo comunque prendere qualcuno, per fare contento il Re di Arenia, ed ammetto che sarebbe un’ottima scelta, ma sia tu che lui dovreste esserne convinti.»

«Lui è già pronto a partire, e io ritengo che non ci siano problemi, anzi. Sarà un ottimo allenamento. In fondo, io feci qualcosa di simile alla sua età.»

«Allora sono d’accordo a lasciarlo venire. Ci sono notizie da tuo padre?» Chiese Eelektross, fermandosi un momento per cambiare manichino, dato che quello che stava usano era andato in frantumi.

«Nessuna. E questa può essere o una buona notizia o una pessima.»

«Almeno vuol dire che non sono ancora morti e che non hanno fallito.» Commentò Eelektross.

«Domani cosa farai?»

«Se non tornano da soli, andrò a prenderli personalmente. Poi starà a loro decidere cosa vogliono fare.»

«Ti ricordi quando abbiamo fatto noi quella prova?» Gli chiese Lucario asciugandosi il sudore.

«Già. Ed è stato… Terrificante.» Rispose Eelektross «Credevo che il peggio fossero Prime e i suoi… I Cinque Distruttori, vero? Ma tuo padre… Quello sì che era spaventoso.»

«Possiamo solo sperare che ce la facciano. Va detto che sono in tre, quindi potrebbe essere più facile per loro rispetto a noi.»

«Ne dubito. Ma potrei sbagliarmi. Vedremo tutto domani.» Rispose Eelektross, e riprese a tirare pugni al fantoccio.
 

CiaobyDany

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Riolu su unisce al gruppo. Ma il membro di Arenia secondo la profezia sarebbe stato un traditore. Perché proprio un Pokémon così puccio?
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Riolu su unisce al gruppo. Ma il membro di Arenia secondo la profezia sarebbe stato un traditore. Perché proprio un Pokémon così puccio?
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 Eh chi l'ha detto? Eheheh
CAPITOLO 140: VERSO VULCANIA​
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Arenia, Scuola delle Trecento Arti,06/07/4783,circa le 10

Quella mattina, di buon’ora, il Gruppo si preparò a partire. Quando furono tutti pronti, si riunirono insieme a Lucario nel cortile.

«Oggi ripartiamo» disse Eelektross «quindi è ora di dirvi che io e Lucario siamo d’accordo nello scegliere il membro del Gruppo che su richiesta di Re Machamp si unirà a noi.»

Riolu fece un passo avanti.

«Sappiate che non ho scelto a caso. Riolu, secondo Lucario, è il migliore tra gli studenti della Scuola che la frequentano al momento. Inoltre, lui stesso è deciso a venire. Dico bene, Riolu?»

Riolu annuì, e Raichu intuì che non vedeva l’ora di partire “Spero che non si sia fatto chissà quale idea di questo viaggio, o rischia di farsi del male.”

«E riguardo a Flaaffy, Plusle e Minun?» chiese Luxray. Raichu avrebbe voluto chiedere la stessa cosa, perché nessuno aveva idea di cosa ne fosse stato dei tre.

Lucario sospirò «Non lo so. Mio padre non è ancora tornato, ma questo vuole solo dire che si stanno ancora allenando. Quindi non c’è altra scelta che aspettarli o andarli a prendere.»

«Non serve fare nessuna delle due cose.» Commentò Gliscor, indicando il sentiero dietro di loro che portava fuori dal cortile, verso la strada. Lì, in piedi, anche se sembrava si reggessero a fatica, stavano Flaaffy, Plusle e Minun.

«Vi chiedo scusa» disse Flaaffy «Ma non siamo riusciti ad arrivare più in fretta.»

Dietro di loro, il Gran Maestro sorrise «Questi tre faranno grandi cose Eelektross. Sono riusciti a terminare la seconda parte dell’allenamento ieri sera. Insomma, è uno dei tempi migliori, secondo solo al tuo e a quello di Lucario.»

Flaaffy e gli altri si riunirono al gruppo, poi Eelektross riprese «Bene, ora che ci siamo tutti possiamo andare. Da qui ci vorranno due giorni, se non incontriamo imprevisti, per raggiungere Vulcania.»

Salutando tutti i membri della Scuola, Raichu si avvicinò al Gran Maestro e a Lucario «Grazie per averci allenato.»

Lucario gli disse che non era nulla, poi parlò il Gran Maestro «Ragazzo, forse io non sono un indovino di Espia, ma alcune cose posso dirtele: in te vedo un grande guerriero. Possiedi già un grande potere, ma ti assicuro che non è questo. Sei molto abile, e sono certo che migliorerai ancora. Buona fortuna.»

 

Vulcania, Casa di Confine,08/07/4783, circa le 16

Per i due giorni successivi, il gruppo procedette lungo la strada di Arceus. Superarono diverse grandi città, inclusa la capitale, sparse per la pianura, ma incontrarono pochissimi Pokémon. La sera del secondo giorno, la pianura cominciò a cedere il passo alle colline, e i due superarono l’ennesima cittadina quasi vuota.

«La maggior parte di loro vive nelle scuole, come maestri, allievi o inservienti.» Spiegò Eelektross «Ma non è sempre stato così. Quando ci passai io le città erano piene di vita, perché i negozi vendevano strumenti per allenarsi a coloro che passavano di qua in viaggio. Ma con la Guerra di Vulcania, le vendite sono calate e alla fine la maggior parte di loro è stata costretta a chiudere. Se ci aggiungi che il terreno della piana è diventato più arido, facendo perdere la maggior parte del lavoro anche agli agricoltori che vendevano Bacche, capisci perché la maggior parte delle città si stanno spopolando.»

«Credi sia colpa della mancanza di un re?» Domandò Raichu.

«Forse. Effettivamente, mi sembrerebbe strano che non ci sia alcun collegamento. Ma questo vale solo per l’aridità del terreno, non per la crisi degli strumenti. Quella è colpa della sola Vulcania, e della loro guerra civile.»

«Già, a proposito, come pensi di fare per convincere i Re delle tre fazioni a collaborare?»

«Lo vedrai. Ma prima dobbiamo sapere quanti di noi riusciranno ad entrare a Vulcania.»

«Entrare a Vulcania?»

«Capirai presto. Siamo arrivati al confine, e quella è la casa dell’esame.» Effettivamente, man mano che salivano lungo le colline la temperatura si era alzata notevolmente, e davanti a loro si vedeva una costruzione.

«Non vi sembra che cominci a fare più caldo?» Chiese Flaaffy, che stava sudando parecchio.

«E vedrai tra poco.» Rispose Eelektross.

Il Gruppo arrivò in cima alla collina. Seguendo il pokémon, entrò nella grande costruzione che, Raichu si rese conto, era stata edificata sopra la Strada di Arceus, che la attraversava. Raichu si guardò intorno e vide che, a parte quel passaggio, il resto della collina aveva i crinali troppo ripidi per permettere di passare. L’unico accesso a Vulcania era quell’edificio, probabilmente.

L’interno era formato da un’unica sala decorata con disegni di fiamme, vulcani o simili. Per qualche motivo, però, le pareti sembravano essere parzialmente sciolte, dando a tutto quanto forme strane. Sul fondo c’erano una porta di ferro, che probabilmente conduceva ad una seconda stanza, ed un’arco dietro cui continuava la Strada di Arceus.

«Benvenuti» disse un Magcargo, in piedi in fondo alla sala «Viaggiatori? Mi fa piacere vederne. Siete a conoscenza della situazione interna di Vulcania, dico bene?»

«Certo.» Rispose Eelektross.

«Molto bene. In tal caso, possiamo cominciare.» Rispose Magcargo. Un attimo dopo, la temperatura della stanza aumentò vertiginosamente.

Emolga e gli altri presero a sudare copiosamente. Il calore continuava ad aumentare, e la testa del pokémon prese a girare.

«Che succede?» chiese ad Eelektross e Zangoose, che erano rimasti imperturbabili.

«A Vulcania» spiegò Eelektross «le Cime Ardenti, le montagne che coprono l’intero paese, sono autentici vulcani, che eruttano in continuazione. Perciò, si corre il rischio di trovarsi in luoghi in cui la temperatura è salita alle stelle. Per questo l’ingresso è permesso solo a chi riesce a sopportare la temperatura del corpo di un Magcargo, che può far salire, anche se solo per pochi secondi, a 1000 gradi. E come temevo, non ci riusciamo tutti.»

Plusle e Minun, in quel momento, si accasciarono, seguiti da Zorua, Riolu, Abra e Flaaffy. Tri e Trubbish sembravano in grado di resistere, ma la temperatura salì di nuovo e anche loro crollarono.

Magcargo emise un ultimo sbuffo di fuoco dal guscio, poi si raffreddò e la temperatura calò di botto.

«Tutti quelli accasciati a terra non possono passare per Vulcania. Oh, e anche tu.» Aggiunse facendo un cenno a Marsh, mentre gli altri si rialzavano.

«Ma io…» iniziò il pokémon, ma fu interrotto «Mi dispiace» disse Magcargo «ma i pokémon di tipo Acqua non possono entrare a Vulcania. Spiacente. Voi altri invece potete entrare. Aspettate un momento per favore. Cyndy!»

Una Cyndaquil entrò nella stanza portando una pila di documenti.

«Sì, sì, non c’è bisogno di urlare. Ecco. Questi sono i permessi per tutti. Ma visto che quelli non passano…» E senza pensarci un secondo bruciò alcuni dei fogli.

«Che spreco. Dovresti smetterla di preparare i permessi prima che io faccia il test.»

«Risparmio tempo.» Rispose la pokémon, per poi rientrare nella stanza da cui era uscita.

«Bene, questo è tutto. Prendete i permessi e andate. I bocciati invece devono tornare indietro. Non preoccupatevi, se tornate indietro un poco trovate un venditore di barche. Potete noleggiarne una e dirigervi a Normalia sul Draak.»

«Grazie. Solo un momento, accompagno i miei compagni fuori.» Rispose Eelektross, spingendo fuori i pokémon che non avevano superato il test.

«Bene» disse il pokémon quando furono usciti «Meglio di quanto credessi ma comunque male. Ascoltate, adesso vi dirò cosa dovrete fare. Prendete una barca e risalite il Draak. C’è un punto, Fourtype Volcan, in cui il Draak entra a Vulcania. Se riuscite a scendere lì, potete raggiungerci.»

«Riusciamo a scendere?»

«Ci sono dei geyser su tutta la costa. Se si sbaglia a scendere, beh, si rischia di finire lessati.»

Marsh deglutì. La prospettiva di essere cotto al vapore non era certo allettante.

«Inoltre, tutta la costa è territorio di guerra. E pare che vi si sviluppino spesso incendi, aggiungendo altro pericolo.»

«Incendi…» Pensò Marsh. E gli tornò in mente quello che gli aveva detto Musharna, quella notte alla Gilda degli Indovini “Nella terra delle Fiamme, non esitare a scegliere fidandoti del tuo cuore.”

«Marsh. Marsh!» Disse Eelektross, e il pokémon si riscosse dai suoi pensieri «Hai capito ciò che ho detto?»

«Sì, sì, certo. Lo faremo di sicuro.»

«Bene. Io vado. Mi raccomando,seguite i consigli di Riolu qui ad Arenia.» Ed Eelektross rientrò nella costruzione, mentre gli altri si giravano e si preparavano a ripercorrere un tratto della Strada di Arceus.

“E speriamo che vada tutto bene.” Pensò Eelektross riunendosi al resto del Gruppo, mentre vedeva i compagni sparire dietro il crinale.

 

Da qualche parte ad Elettria, 08/07/4783, circa le 17

«Li hanno visti.» Disse il Primo Generale «Ad Arenia, nel nord. Tra l’altro, abbiamo anche ricevuto una comunicazione interessante. I Tenenti di quel paese, appena rientrati, hanno consegnato un rapporto… interessante.»

«Io l’ho letto, e non ci ho visto nulla di speciale.» Rispose il Settimo Generale.

«Neanche il pezzo in cui parlano di essere stati, cito testualmente “attaccati da un avversario di livello altissimo, un Lucario maestro di una scuola, accompagnato da tre pokémon Elettro?»

«E tu credi che sia per questo che li abbiamo persi per due settimane? Perché si sono allenati in una scuola? Dovrebbero avere maestri davvero eccezionali, per poter migliorare in modo significativo in così poco tempo.»

«Per l’appunto. Eelektross, quel pokémon che li comanda, ci ha messo i bastoni fra le ruote diverse volte. Non credo che uno del genere avrebbe perso tempo ad effettuare allenamenti approssimativi.»

«Cosa suggerisci quindi? Secondo te cos’hanno fatto?»

«Che domande. Si sono allenati, ma l’hanno fatto con un maestro eccezionale, lo stesso che viene indicato come “un avversario di altissimo livello” nella comunicazione. Troviamo quel Lucario, e potremo scoprire qualcosa riguardo ai loro movimenti e alle loro conoscenze.»

«Mando subito a cercare. Batterò a tappeto tutte le scuole più famose di Pokémos per trovarlo.» Rispose il Nono Generale.

«Ottimo.» Rispose il Primo Generale «Fern, voglio che tu invece avvisi i tuoi Capitani. Che stiano in guardia, perché il Gruppo arriverà presto.»

«Certo. Mi dispiace solo di non poter essere lì di persona.»

«Invece le barche di Vulcania ringraziano.» Commentò Wobros sottovoce, e diversi Generali risero sotto i baffi.

«Basta così Wobros!» Tuonò il Primo Generale, notando che Fern si stava scaldando «E tu Fern, calmati. Capisco che possa disturbare ma non scaldarti troppo, se possibile.» Probabilmente il Primo Generale non si era neanche reso conto che anche quella frase suonava come una battuta, ma la risata di Wobros glielo fece notare.

E Fern, infuriato, battè un pugno sul tavolo ed uscì a grandi passi, imprecando.

«Dannazione.» Commentò il Primo Generale «Grazie tante Wobros, quello che ci serviva era proprio un dissidio tra noi Generali.»

«Mi perdoni signore, ma non posso farci nulla. Quando mi hanno raccontato del suo piano di 20 anni fa…»

«Proprio per questo dovrebbe cercare di contenersi. Forse una decina di anni di prigione sono riusciti a mitigarlo un poco, ma sappilo, non ho intenzione di .»

Wobros annuì «Mi scuserò signore.»

«Spero che basti.» Commentò in risposta il Primo Generale.
 
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