Innanzitutto, vi chiedo scusa.
Si, vi chiedo scusa per avervi fatto aspettare tanto.
Ora vi spiegherò il motivo di tale attesa: questa Fic era nata con lo scopo di ricalcare la trama di Battle Royal, al 100%, con la convinzione che ben pochi di voi la conoscessero, e che la maggioranza sarebbe rimasta stupita da questa Fic. Vengo invece a conoscenza che ben oltre la metà di voi non solo Conosce la storia, ma ha anche letto libro/fumetto o ha visto il film. E l'altra metà è andata a leggere la recensione di Wikipedia.
;) Dunque, o continuavo a scrivere una Fic dove poi gli utenti si annoiavano, o incastravo una nuova trama, che non ricalcasse più battle Royle.
Beh, ho optato per la seconda scelta, e ho impiegato tutto questo tempo per stendere una nuova scaletta sopra la precendente.
Finalmente, questa notte ho avuto l'illuminazione, e questa mattina ho scritto il nuovo capitolo, e già si vedono gli effetti del cambio.
Ancora vi chiedo perdono.
Quindi, senza altri indugi, vi lascio al...
Capitolo 2: La mia vita non ti appartiene
Stavo riposando tranquillamente sulla poltrona, in attesa dell'inizio del gioco. La musica sparata a tutto volume nei miei auricolari. Stavo fissando un punto giallo sullo schermo davanti a me: era la posizione, nella mappa, di questo luogo. Loro sapevano dov'era, ma non avrebbero potuto accedervi, se non alla fine. D'altronde, sapevo già anche che non sarebbe rimasta solo una persona viva dal gioco, ma tre. Eh, già. Proprio tre. Le persone che hanno ottenuto quelle abilità, avrebbero vinto di sicuro, e io le avrei finalmente trovate.
Iniziai a preoccuparmi un pochino: e se riuscissero a sopraffarmi? E se il mio progetto HeReSy fallisse miseramente?
<No, non è possibile. Non accadrà. IO sono colui che ha dato il via a questo progetto, IO lo porterò a termine!>.
Detto questo, saltai su dalla poltrona, e mi misi a camminare per la stanza. Beh, effettivamente parlando, c'era una remota possibilità che potessero sconfiggermi, che potessero uccidermi nello scontro finale, ma era davvero troppo remota... una possibilità su un milione...
<Ed invece non mi sconfiggeranno, perchè il mio incredibile progetto HeReSy mi permetterà di vincere, e di riottenere ciò che è mio di diritto!> urlai, a voce ben alta.
<Qualcosa non va, capo?> mi disse un giovane alto, con i capelli ricci e con gli occhi azzurri, che stava entrando nella stanza proprio in quel momento.
<Ah, no... stavo solo pensando... niente, lascia stare. Tutto risolto> conclusi io, senza ulteriori spiegazioni.
<Piuttosto, è tutto pronto per l'inizio? Ormai è passata un'ora, e a momenti dobbiamo sbloccare le armi dei giocatori>.
<Si, capo. Tutto pronto per l'inizio> mi rispose lui, con estrema convinzione. <Con permesso, capo, vado nella sala di controllo, e mi preparo allo sblocco delle armi>. Io lo guardai un attimo, e senza indugi gli risposi <Permesso accordato. Fai pure, ma che sia tutto in orario>. <Sissignore!> mi rispose lui; si girò e si avviò verso una piccola stanza laterale, la sala di controllo equipaggiamento.
Io tornai a fissare quel punto giallo sulla mappa, ma questa volta non mi preoccupai. Pensai al mio fantastico piano, e mi ricredetti: niente, ma proprio NIENTE sarebbe andato storto.
Ricevetti un messaggio nell'auricolare <Gika, tutto pronto. Meno dieci allo sblocco... nove... otto... sette...> e mentre lui mi contava i secondi rimanenti, io guardavo compiaciuto la mappa dell'isola: da li a pochi secondi tutti quei puntini verdi sarebbero diventati rossi, e da li a qualche ora la metà di quei puntini sarebbe scomparsa. <... sei... cinque... quattro...> continuava. Sorrisi, e dissi <Che il progetto HeReSy inizi!>.
<... tre... due... uno... Armi sbloccate!>
* * *
Mi ero appostato su un albero, uno di quelli più alti del boschetto dell’isola. Meno utenti del forum mi vedevano, meglio era.
Ancora non ci potevo credere: dovevo realmente uccidere, e non delle persone a caso, ma i miei migliori amici, coloro con cui oggi avevo passato ore e ore di divertimento... non era un gioco. Era vero.
Stavo appostato e ben nascosto, con il mio Uzi Rifleman R200/m ben stretto tra le mani. Avrei pagato non so quanto per non doverlo mai usare.
All’improvviso il mio collare fece uno strano rumore, e la mia arma iniziò a fare Click-clack; poi ci fu la vocetta metallica, che sentii dagli altoparlanti del mio collare <L’equipaggiamento è stato sbloccato. Inizi la caccia. Buona morte.> e subito tesi i miei orecchi: qualcuno nei dintorni poteva aver sentito la voce provenire anche da quassù, il che avrebbe significato sapere la mia posizione; e conseguentemente, la mia morte. Ascoltai... niente. Ero salvo. Ma non feci in tempo di pensare ad altro che eentii uno sparo, e mi si raggelò il sangue. Era molto forte: chi aveva sparato non doveva essere lontano, e non doveva esserlo nemmeno il bersaglio. Forse ero io.
Lentamente mi mossi, cercando di vedere meglio la situazione sotto di me; ed ebbi un tuffo al cuore.
Raziel stava correndo, più veloce di un centometrista, con due Rivoltelle in mano. Poco dietro di lui si trovava Lorbel, con una Doppietta tra le braccia. Raziel si girò di colpo e, correndo all'indietro, sparò a Lorbel, ma lo mancò. Si rigirò e riprese a correre, più veloce che mai, ma inciampò su una radice e cadde rovinosamente a terra. Oddio, mi dissi Questa era la fine di Raziel, ne ero sicuro.
Vidi Lorbel avvicinarsi lentamente, puntandolo con la doppietta e sussurrandogli qualcosa, ma con un tono... lagnoso... straziato... mi accorsi che stava piangendo. Stava davvero piangendo.
Lorbel puntò la doppietta alla testa di Raziel, singhiozzando.
Riuscii a scorgere ancora per un istante lo sguardo di puro terrore negli occhi del giovane a terra, poi...
Bang!!!
<Raziel è stato eliminato. Giocatori rimasti: Diciassette>
Stavo ansimando. Ansimando tanto. Mi guardai: avevo la mia doppietta tra le mani, tutta insanguinata. I vestiti lo erano ancora più dell'arma. Mi accorsi di qualcosa di rosso per terra: era il cadavere di Raziel, la cui testa era ridotta ad una poltiglia rossa.
Avevo appena ucciso il primo utente del forum. E a confermarmelo fu il collare.
Ero diventato una macchina da guerra. Un mostro.
Ricominciai a piangere, e ci rimasi vari minuti, con lacrime così amare che quasi mi rigarono il volto; fino a quando sentii qualcosa dietro di me, come un ramo che si spezzava. Mi girai, e vidi che I.D.M. era caduto da un albero dei dintorni. Era a terra, ferito e immobile, ma di sicuro cosciente.
Iniziò a piovere.
Dovevo fare qualcosa, dovevo uccidere anche lui. Altrimenti avrei perso, e sarei morto io. Ma... non potevo ucciderlo... uccidere colui che avevo incontrato più volte al PDay... uccidere, uccidere colui che aveva creato il miglior sito italiano di pokémon... uccidere, uccidere colui che mi era stato eternamente simpatico.
Mi sentivo un mostro ancora più mostro di prima, ma avrei dovuto farlo. Strinsi forte tra le mani la mia doppietta e mi avvicinai minacciosamente a Italo.
<Ecco, lo sapevo. Quel ramo era troppo piccolo per potermi reggere, non dovevo sporgermi così tanto per vedere l’espressione di Lorbel. E adesso sono nella merda.> mi commentai da solo, subito dopo la mia caduta. <Non riesco ad alzarmi, devo essermi slogato qualche articolazione oppure strappato qualche legamento. Accidenti, non ci voleva proprio ora!> continuai.
Lorbel sembrava avermi notato. Esitante, strinse la doppietta e si avvicinò a me. <Oh, no! E adesso cosa faccio? Ha ucciso Raziel, non esiterà ad uccidere anche me!> pensai. Ero spaventatissimo, il cuore pulsava rapidissimo. Cercai con lo sguardo il mio Uzi, e vidi che non era a portata di braccio. L’urto l’aveva scaraventato lontano, ma comunque forse avrei potuto prenderlo, allungandomi per bene. Cercai di afferrarlo con tutte le mie forze, ma non lo sfiorai neppure. Lorbel continuava ad avvicinarsi, ormai era a venti metri da me. Tirai ancora di più il legamento del braccio, quasi fino a strapparlo, ma sfiorai appena l’Uzi. Lorbel era vicinissimo. Ci riprovai, questa volta toccai l’impugnatura, ma non lo afferrai. Lorbel era ad un metro da me, con lo sguardo minaccioso. Mi si gelò il sangue, e con tutte le mie forze, feci uno scatto e cercai di afferrare l’Uzi; però il gesto fù troppo violento, e lo allontanò soltanto. Lorbel stava prendendo la mira.
Era la fine, stavo per essere squartato da due rose di proiettili che di solito si usano solo nei videogiochi come GTA e Doom. Avrei anche voluto dire una preghiera, ma non ne ebbi il tempo.
Ero pronto a sparare. Mi mancava solo l’ultimo sforzo, quell’ultimo gesto, il movimento del grilletto ed era fatta. Un avversario in meno. <Dai, Lorenzo, dai! Spara!> mi dissi, ma le mie dita non ne volevano sapere di muoversi. Esitai, e abbassai l’arma. Italo era ancora congelato dalla paura. Non potevo ucciderlo... non potevo... <Non posso... Non posso... NON POSSO!!!> urlai a squarciagola, e mi misi a correre verso il folto della foresta.
Non so cosa avrebbe comportato questo atto di bontà. Magari più tardi lo stesso Italo mi avrebbe ucciso.
Ora non ci volevo pensare. Volevo solo correre, correre e basta. Corsi a lungo, con il fiatone, verso il folto della foresta.
Mi aveva graziato. All’ultimo aveva abbassato la doppietta ed aveva urlato più volte <Non posso!>.
Mi aveva salvato la vita. Sapeva benissimo anche lui che, prima o poi, avrebbe dovuto uccidermi, o io uccidere lui. Ed ha deciso di rimandare l’incontro.
Distesi i muscoli e cercai di capire cosa mi faceva male e perché non riuscissi ad alzarmi. Mi guardai la gamba, e capii. Un ramo era piantato poco sotto il ginocchio. Era probabilmente lui la fonte del mio dolore.
Cercai di estrarlo: con un po’ di fatica e molto dolore ci riuscii. La gamba era ancora troppo ferita per percorrere grandi distanze, quindi decisi che forse era meglio qui. Strisciai verso la mia Uzi e la afferrai, con la promessa di non mollarla mai più.
Poi mi venne in mente che, da lì a meno di tre ore, un settore sarebbe saltato in aria. Se fosse stato questo, mi sarei divertito poco. Allora decisi di andare da qualche parte, basta che mi muovessi in continuazione. Mi alzai con tutte le mie forze, molto lentamente e con la gamba ancora sanguinate. Scavalcai il cadavere di Raziel, e gli lanciai una ultima occhiata.
<Addio, Raziel> e mi avviai verso la collina.
[Continua...]
Devo ridurre di dimensioni i capitoli °_° Sono troppo lunghi, e annoiano a lungo andare.
Comunque, spero che gradiate.
[Ah, sinceramente: non mi aspettavo che tante persone leggessero questa storia °_°]