Oltre la morte?

Shinigami yami

remember what you done
L'aldilà sarà bello, brutto, ci sarà il buio, nasceremo di nuovo, ci sarà il paradiso e l'inferno?

L'uomo ha sempre temuto il postmorte, e tutt'ora si cerca una risposta:le religioni, la scienza, tutti!

Mistero inrisolto.

Personalmente credo che ognuno si crea il propio aldilà, voglio dire: se uno pensa x la maggior parte della propia vita che l'aldilà sarà pieno di felicità o che ritorni in vita, questo accadrà!

Voi, che aldilà credete che ci attenda?
 

DDX

Great!
Mod
Sarebbe bello un posto tranquillo dove passare l'eternità con le persone amate, ma onestamente dubito che esista. Dopo la morte non c'è nulla.
 

Shinigami yami

remember what you done
se però non ne perli, credo che avrai la fobia di morire.

Se invece cerchi di convincerti di qualcosa, ti sarà da conforto.
 

What If The Green

Rappresentante di classe
Obscure Warrior Demon ha scritto:
se però non ne perli, credo che avrai la fobia di morire.

Se invece cerchi di convincerti di qualcosa, ti sarà da conforto.
Non si tratta di avere la fobia di morire (che non ho). Siamo VIVI allora VIVIAMO, basta, non vedo perchè bisogna porsi questi problemi.
 
Ultima modifica di un moderatore:

Auron

Parroco
Non c'è niente, suvvìa. Siamo animali come gli altri, semplicemente pensiamo. Non esiste per loro, non esiste nemmeno per noi alcun tipo d'aldilà. Si muore, punto. Quindi godetevi la vita al 200%
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Iro

Amministratore di condominio
DDX ha scritto:
Sarebbe bello un posto tranquillo dove passare l'eternità con le persone amate, ma onestamente dubito che esista. Dopo la morte non c'è nulla.
Auron ha scritto:
Non c'è niente, suvvìa. Siamo animali come gli altri, semplicemente pensiamo. Non esiste per loro, non esiste nemmeno per noi alcun tipo d'aldilà. Si muore, punto. Quindi godetevi la vita al 200%
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Ma chi ve la dà tutta questa sicurezza?
 

Auron

Parroco
E' totalmente irrazionale pensare il contrario (parlo sempre imho eh, non è una legge generale xP). Non siamo mica essere soprannaturali o eterei o_O
 

XMandri

back from hell
Auron ha scritto:
E' totalmente irrazionale pensare il contrario (parlo sempre imho eh, non è una legge generale xP). Non siamo mica essere soprannaturali o eterei o_O
Condivido assolutamente il tuo punto di vista (che dovrebbe essere più di un'opinione, una legge).

La gente davanti alla morte è come un bambino davanti a una scatola chiusa:

la logica vorrebbe che ci fosse qualcosa di... logico, come qualunque cosa che potrebbe contenere una scatola come quella presa in esame: ma siccome non è possibile scoprirne il contenuto, inspiegabilmente si fanno avanti ipotesi irrazionali: un velociraptor, il nirvana, Dio, un buco nero.
 

Boicy

Parroco
Sono pienamente d'accordo con Mr.Green.

Finchè siamo vivi viviamo , e non pensare già alla morte.
 

Nova

Amico
sì bè ma la logica non prevede che esista dio, perchè è illogico. ma la logica poi l'abbiamo creata noi eh; solo perchè non abbiamo la sicurezza che dio esista allora non vuol dire che non esiste.

comunque non ci penso, e se ci penso dopo circa 10 secondi mi accorgo che è un pensiero che va oltre la tua razionalità, e che è troppo da sopportare per la tua mente, che lascio stare.
 

Mistero

Avatar by Qwi
Nova ha scritto:
comunque non ci penso, e se ci penso dopo circa 10 secondi mi accorgo che è un pensiero che va oltre la tua razionalità, e che è troppo da sopportare per la tua mente, che lascio stare.
succede anche a me,e non te lo chiedere,ti tormentera questo pensiero si ti poni questo problema,alimentando la tua paura della  morte.io cerco di non pensarci,ma inevitabilmente ci ripenso sempre,e mi tormento su questo :D socondo la scienza non c'è niente se non il nulla,anche se le religioni bene o male rendono l'anima immortale.E poi,un posto dove vivere in eterno non può esistere,poiche gli umani possono vivere solo in ecosistemi come il nostro,ne troppo vicino ne troppo lontano dal sole e con tutti gli altri fattori.Se un mondo del genere esistesse,verrebbe comunque distrutto dal processo che trasformerebbe la stella intorno cui orbita il pianeta in una gigante rossa,in quanto le distanze si ridurrebbero in maniera allarmante,fino alla distruzione dell'ecosistema
 

liuton2005

sono qui solo di passaggio
finalzoroark99 ha scritto:
Finchè siamo vivi viviamo , e non pensare già alla morte.
Non pensarci è come pensarci perché ogni volta che ne senti parlare ti viene paura.

Che senso ha vivere la propria vita senza prendere in considerazione il componente finale e più importante?

Riflettici sopra e cerca le risposte.
 

LordRebelExtravaganza

Rappresentante di classe
Ragazzi è da ipocriti dire "non pensiamo alla morte gne gne bla bla" perchè in quanto è l'unica sicurezza che abbiamo nella nostra vita va analizzata;anche perchè la vedo come una presenza(in senso puramente non materiale) che ci è sempre accanto in ogni secondo della nostra vita,pronta ad abbracciarci in ogni momento.

Trovo sbagliato il crucciarsi al pensiero della morte e farne un ossessione,ma trovo quantomeno altrettanto sbagliato sottovalutare il discorso.
 
L

Lucanik-san

Il pensare al post-mortem non implica per definizione il mal di vita. Pur vivendola lo stesso, mi sembra abbastanza normale fantasticare (perche' mai potremo saperlo con certezza, se non resuscitando un morto) su cosa ci aspetta al capolinea.

Poi il discorso "ora viviamo e pensiamo a vivere" è vero fino a un certo punto, perchè non è detto che si debba per forza crepare di vecchiaia: un incidente d'auto o un tumore maligno (vi autorizzo a grattarvi, le ragazze tocchino ferro) potrebbero far tornare d'attualità il dubbio in qualsiasi momento, quando meno lo si aspetta.
 

What If The Green

Rappresentante di classe
Un momento, io credo che qui qualcuno abbia frainteso le mie parole. Io dico di non pensarci costantemente, perchè poi quando arriva veramente, rimpiangerai di averci pensato, (ri)pensato così lungamente invece che esserti goduto la vita con serenità.

Certo che ogni tanto salta fuori il discorso ma limitatamente, non imperterrite pensare e pensare.
 
Certo bisogna temere la morte, non è che si deve buttare giù dal balcone perché "Non temo la morte" oppure "Voglio vedere cosa c'è oltre la morte". Io sono ateo e credo che Dio non esista per motivi ch spieghro un'altra volta, dato che non posso influire sulle credenze altrui. Riorao, io penso sempre: oi siamo come le piante, ma abbiamo elle cellul he sono capaci di pensare. Immaginatevi se vi vene sfasciata metà capa ma restate ancora vivi: il vostro cervello funzona ancora. Immaginatevi adesso che vi si fosse sfasciata la seconda metà della testa, sareste restati comunque vivi. Quindi non è che se "il cervello non funziona" lìinisistnte energia vitale dei neuroni si trasforma nelle somigliaze del corpo e poi và nell'aldilà. QUindi, secondo me la morte è come la hanno definita gli studiosi: Un arresto dele funzion di vita. Noi non abbiamo un anima che non è materiale. Noi abiamo un cervello che è materiale.
 

liuton2005

sono qui solo di passaggio
Per me la morte non è molto diversa dal dormire. Quando dormiamo e non sognamo cosa cambia?

L'esistenza continuerà ad esistere proprio come prima come se "noi" non fossimo mai esistiti. Ho messo tra virgolette questo "noi" perché è tutta questione di identificarsi o meno con il piccolo sé o con il grande sé. Non proseguo oltre perché arrivano tra poco gli altri con i loro wall-text.
 

Iro

Amministratore di condominio
Auron ha scritto:
E' totalmente irrazionale pensare il contrario (parlo sempre imho eh, non è una legge generale xP). Non siamo mica essere soprannaturali o eterei o_O
Sarebbe irrazionale se si avesse qualche prova a tuo carico. Finché non verrà dimostrato quello che dici, io non sarei così sicuro di ciò
 

liuton2005

sono qui solo di passaggio
Fermi!

Sulla morte ci sono almeno 3000 anni o di più di cose scritte, teorie, riflessioni, ecc. Non possiamo permetterci di criticare ciò che qualcun altro dice sulla morte. L'unica cosa che possiamo fare in questa discussione è mettere la propria opinione dell'argomento che magari coinciderà con quella di qualcun altro e discutere su questo.

Quindi vi pregherei di mettere un "per me" davanti a ogni post in questa discussione.
 
L

Larm

Credo che quando si parli della vita dopo la morte si confondano due discorsi ben distinti : il primo afferma che l'aldilà non esiste per stimolare la gente a sperimentare la vita piuttosto che perdersi in elucubrazioni lugubri e interminabili, il secondo afferma che l'aldilà esiste per stimolare in noi l'idea di un futuro felice alla fine di questa vita. Quest'ultimo discorso ci mostra che la felicità è qualche cosa di reale e che una buona parte delle nostre preoccupazioni sono inutili ; il primo ci induce a credere che la felicità possa aver luogo hic et nunc, nella nostra stessa vita, e che essa richiede la partecipazione dell'individuo come parte integrante di tale realizzazione. Del resto, anche se l'aldilà esistesse, noi potremmo scoprirne delle tracce solo attraverso le cose che esistono in questo mondo e di cui possiamo supporre una certa durata di esistenza pure dopo la morte, quindi anche per altri esseri umani che potrebbero esistere dopo di noi.

Se noi pensassimo di essere gli ultimi esseri umani sulla Terra e che dopo la nostra morte non ci sia più nulla, la nostra reazione più immediata sarebbe quella di cominciare ad accumulare ossessivamente lussi e piaceri in questa vita per il timore di non poter avere nessun'altra felicità dopo la nostra fine. Se invece concepiamo la possibilità di un futuro dopo la vita presente, noi possiamo godere quello che ci arriva nella vita, senza pretendere più di quanto ci spetta e lasciando agli altri (nel presente come nella posterità) dello spazio per vivere la loro esperienza. Impariamo così a desiderare solo ciò che possiamo concretamente ottenere e non ciò che ci viene fatto credere di poter avere. Questo non significa che non dovremmo avere dei desideri forti e ambiziosi, ma che dovremmo perlomeno poter concepire la possibilità di soddisfarli in conformità alle nostre tendenze personali.

Se l'uomo in sé non è una divinità, mi pare comunque abbastanza chiaro che sia l'unico animale che possa concepire l'idea di una vita differente da quella che vive nel presente (in breve, una vita dopo la morte). Senza tale idea, nessuna scienza, nessuna arte, nessuna tecnica sarebbero concepibili, poiché ci adatteremmo semplicemente all'ambiente circostante come fanno tutti gli animali. L'idea che la nostra vita possa essere migliorata implica l'idea "reale" di una vita migliore di quella presente, indipendentemente dalla forma che tale vita ideale possa prendere nella nostra immaginazione.

Per rispondere a Mr. Green, penso che l'attitudine più sensata di tutte sia quella di riflettere alla morte in modo profondo e radicale prima eventualmente di mettersi alle spalle il problema e ricominciare a vivere in modo più sereno. In ogni caso mi pare che l'essere umano non possa scappare a tale interrogazione, quindi tanto vale prenderla sul serio e portarla fino in fondo il prima possibile piuttosto che trovarsi a 60 anni passati rendendosi conto di aver sprecato una vita intera. Interrogarsi sulla propria morte non è in fondo molto diverso da interrogarsi sulla propria vita futura.

@ liuton : discutere sulla possibilità logica di una certa posizione non significa mancarle di rispetto, ma semplicemente voler capire fino a dove essa è il frutto di un ragionamento e non del pregiudizio (gli atei hanno tanti pregiudizi quanto i credenti). La tua soluzione dunque non serve a nulla, se non a spegnere il dibattito e trasformare il topic in una sequenza di opinioni personali dove ognuno dice la sua senza curarsi di quanto hanno detto gli altri.

Non so cosa ne pensino gli altri, ma il diritto di critica penso debba essere rispettato su questo forum, a condizione che essa non diventi lo strumento per delle polemiche sterili fatte solo per calpestare le idee dell'altro.
 
L

Lucanik-san

Certo che mi lascia basìto la certezza con cui alcuni di voi affrontano il problema. BAH!

Personalmente, dubito fortemente che la morte porti via con sè tutto...

Del resto, dice Sergio Cotta che l'uomo e' una sintesi duale di finito (corpo) e infinito (spirito, il quale non può essere annullato da una mera cessazione fisica delle attività vitali.)
 

Auron

Parroco
Se lo spirito, invece, non esistesse e fossimo semplicemente animali particolarmente svegli? Questo è il grosso del problema, a mio avviso :x
 

liuton2005

sono qui solo di passaggio
Larm ha scritto:
Non so cosa ne pensino gli altri, ma il diritto di critica penso debba essere rispettato su questo forum, a condizione che essa non diventi lo strumento per delle polemiche sterili fatte solo per calpestare le idee dell'altro.
Come fa ad esserci critica costruttiva sulla morte? Non abbiamo niente in mano, cioè prove scientifiche.

Le uniche prove che abbiamo è che la morte biologica di una persona porta all'arrestarsi dei processi vitali e alla graduale decomposizione del corpo. Questa è la morte. Il problema non è la morte, che è molto facile da osservare. Il problema è la mente che non riesce a concepire la propria morte.

Come ho detto prima e vorrei che qualcuno prendesse in considerazione la mia domanda:

Per voi è così tanto diverso lo stato di morte dallo stato di sonno profondo in cui non si sogna e quindi non siamo coscienti?
 

Mistero

Avatar by Qwi
liuton2005 ha scritto:
Come ho detto prima e vorrei che qualcuno prendesse in considerazione la mia domanda:

Per voi è così tanto diverso lo stato di morte dallo stato di sonno profondo in cui non si sogna e quindi non siamo coscienti?
per ciò che sappiamo,è uguale
 

Nova

Amico
non è esatto dire che non si sogna. non ci ricordiamo semplicemente quello che abbiamo sognato. alla fine il sonno si può paragonare alla morte, cioè:

non sappiamo cosa succeda esattamente, eppure è una cosa appurata, si muore e si sogna.

oggi mi sono messo a pensare:" però anche io morirò" è troppo... non so come spiegarlo, ti fa venire ansia, ma non esattamente.

secondo me non bisogna poi pensarci troppo. io vivo al meglio, cerco di farlo e di essere felice. alla morte ci penso da morto.
 
L

Larm

liuton2005 ha scritto:
Come fa ad esserci critica costruttiva sulla morte? Non abbiamo niente in mano, cioè prove scientifiche.

Le uniche prove che abbiamo è che la morte biologica di una persona porta all'arrestarsi dei processi vitali e alla graduale decomposizione del corpo. Questa è la morte. Il problema non è la morte, che è molto facile da osservare. Il problema è la mente che non riesce a concepire la propria morte.
Non si sta parlando di teorie scientifiche intorno all'esistenza o meno di una vita dopo la morte, ma delle conseguenze che derivano dalla credenza o meno nell'aldilà. Da quel punto di vista la discussione è apertissima, poiché si tratta di comprendere se le nostre domande sono correttamente formulate e non se ciò di cui parliamo esiste o non esiste.

Ti faccio un esempio concreto :

liuton2005 ha scritto:
Come ho detto prima e vorrei che qualcuno prendesse in considerazione la mia domanda:Per voi è così tanto diverso lo stato di morte dallo stato di sonno profondo in cui non si sogna e quindi non siamo coscienti?
Si stava parlando di una vita dopo la morte e non dello "stato di morte" che in sé è un controsenso (dal punto di vista biologico la morte è un evento e non una situazione di esistenza : un animale morto è semplicemente un animale che ha cessato di vivere e il cui corpo ha ormai lo stesso statuto della materia inorganica). Ciò che tu chiami "stato di morte" non è nient'altro che lo stato vegetativo. Ma se si vegeta si è vivi (e incoscienti), non morti. Una persona che si risveglia da un coma non si rende nemmeno conto di essere mai stato inconsciente, esattamente come noi attraversiamo 7-8 ore di sonno in un lampo.

Quando si parla di esistenza dopo la morte, invece, si parla di solito di una condizione in cui si ha un certo tipo di coscienza lucida delle cose del mondo. Possiamo pensare a degli stati della nostra vita attuale in cui ci troviamo di fronte a delle cose che per noi sono estremamente reali ma che non ritroviamo da nessuna parte nel mondo esteriore ? Ve ne sono almeno due : i sogni e l'immaginazione (inclusa quella artistica). In entrambi noi possiamo ritrovare delle cose che non sono mai esistite nel mondo reale e che forse non potrammo mai esistervi. Non è raro sognare persone morte, e le rappresentazioni artistiche dell'aldilà sono numerose in tutte le epoche e in tutte le civiltà (Orfeo e Euridice nella Grecia antica, la Commedia di Dante, Porco Rosso di Miyazaki solo per citarne alcuni). Forse lo studio di questi fenomeni potrebbe permetterci di comprendere qualcosa di più, soprattutto in un campo in cui la scienza ci dice solo di chiudere gli occhi e di fingere che tutto ciò non esiste.

Per rispondere brevemente ad Auron, la domanda in sè è tautologica perché lo spirito si definisce in quanto coscienza (di sè) ed essere svegli non significa nient'altro che essere coscienti.

L'uomo non è poi solo un animale particolarmente cosciente, ma l'unico animale conscio della propria morte, come dimostrato del resto dalla creazione stessa di questo topic.
 
Ultima modifica:

Monsù Pyr3s

Lucerna Juris
In realtà dipende dalla definizione di coscienza/anima e dalla sua esistenza stessa. Esiste l'anima? Allora vi sarà una vita dopo la morte: nulla si crea, nulla si distrugge.

Se invece l'anima per come noi la intendiamo non esiste, byebyeworld.
 
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