Larm ha scritto:
Io ho incontrato una volta un ragazzo siciliano (non so da quale parte dell'isola) che parlava italiano piuttosto male, tant'è che credevo fosse spagnolo o una cosa simile ; mi diceva che da lui si parlava pochissimo l'italiano tranne a scuola, poiché quasi tutti in realtà parlano il dialetto. Cosa ne pensi ? Puoi confermare questa cosa magari per altre parti della Sicilia ?
Personalmente, con l'esperienza di diversi fuori-sede che vengono da tutte le parti dell'isola per studiare a Catania, posso dire che chi proviene dai piccoli paesini mantiene un forte accento locale (a volte strano anche per le mie orecchie "allenate") anche quando parla quello che per lui è un buon italiano.
Penso, insomma, che questi paesini dove si parla l'italiano solamente dentro le scuole si possano ancora trovare facilmente, ma più che altro nell'entroterra (Caltanissetta, Enna e la provincia di Trapani), quei posti un po' più isolati... più ci si allontana dai grandi centri e più è facile trovare una sorta di tendenza isolazionista che per forza di cose tende a preservare il dialetto. Questo, a mio parere, perché la lontananza corrisponde con un minore impatto della cultura (intesa più come dialogo interpersonale che conoscenza vera e propria).
Un ruolo importante, però, lo assume anche il contesto in cui ci si ritrova a crescere.
Senza andare a cercare i paesini arroccati sulle colline del centro, ci sono quelle periferie di Catania, quelle dove si trovano i quartieri delle case popolari, dove insomma il background culturale è rappresentato dalla strada e i bar, dove per forza di cose si viene a contatto in maniera costante con il dialetto dei più grandi. Si cresce così e non si entra mai in contatto con la realtà che si trova oltre questo microcosmo (leggasi anche università) e si rimane fermi sul dialetto.
L'unico luogo dove "tutti parlano il dialetto" che mi viene in mente è il mercato del pesce.