nn si finisce mai di imparare...cmq io sono a favore della scienza,il progresso mi piace,e l'idea di conoscere le origini dell'universo mi entusiasma,xò c'è sempre il timore...cmq essendo che di fisica certe cose non le ho ancora studiate,lascio perdere perchè ignoarante in ateria e mi rimetto alla clemenza della corte
va beh allora diamo voce al progresso....
(anche se rimango coi miei timori)
e poco fa ho trovato questo
Il rischio viene sottaciuto in silenzio ma non è negato nemmeno dal Cern.
Punto primo: per quanto riguarda i buchi neri .. non importa di quali dimensioni iniziali essi sono, in quanto secondo Roussel il processo avrebbe caratteristiche esponenziali ... cioè se il buco nero prodotto da LHC, risultasse stabile e non magnetizzato, si potrebbe annidare al centro della terra e crescere con funzione esponenziale.
A questo proposito cito testualmente il Rapporto sulla sicurezza del Cern dove si ammette che " ... Se buchi neri microscopici stabili non avessero alcuna carica elettrica, le loro interazioni con la terra sarebbero molto deboli. Quelli prodotti dai raggi cosmici attraverserebbero la terra, incapaci di nuocere, per perdersi nello spazio, mentre quelli prodotti dall’LHC potrebbero rimanere dentro la terra... "
Punto secondo: il problema non è predire in quanto tempo la terra verrà distrutta, il problema è evitare che questo accada.
Gli studiosi che hanno lanciato l'allarme potrebbero essersi sbagliati di uno o mille anni, non è questo il punto.
Punto terzo:per Penrose l'intero castello fisico-matematico di Hawking potrebbe crollare per il fatto che modificazioni profonde della lagrangiana di Einstein-Hilbert intervengono vicino alla scala di Plank per generare contributi non lineari nello scalare di curvatura e nel tensore di Weyl.
Sarebbe meglio secondo Penrose, che è un eminente matematico, prima di fare tale esperimento eseguire una classificazione delle soluzioni stabili di buchi neri, con particolare riferimento alla struttura della singolarità presente nell’orizzonte di Cauchy ...
Guardate il rapporto ufficiale sulla sicurezza dell'LHC (c'è il link sotto), è costellato di condizionali: "dovrebbe", "sarebbe" e di speculazioni come "non è stato mai osservato", "è improbabile" ... leggete voi stessi.
Andatevi a leggere chi sono Penrose e Roussell e cosa hanno fatto nella vita.
Chiedetevi perchè uno scienziato del loro calibro prenda una posizione così netta contro l'esperimento del Cern tirandosi addosso il lubidrio di tutto il carrozzone scientifico ufficiale.
Se avrà avuto ragione Hawking si prenderà un bel Nobel, altrimenti quale sarà il prezzo da pagare?
e pure questo____________________________________________________________
Domani sarà effettuato un esperimento epocale presso il CERN di Ginevra, che dovrebbe fornire alcune risposte circa l'origine e la composizione dell'universo (per esempio sulla "materia oscura " che ne compone il 20%).
Potrebbe essere l'ultimo giorno del mondo: secondo alcuni ci sono (bassissime ) possibilità che l'esperimento inneschi una esplosione di proporzioni cosmiche, o viceversa un buco nero che inghiottirebbe la nostra parte di cosmo.
Se questo succederà, comunque, avverrà in maniera velocissima e non ce accorgeremmo neppure...
da il sole 24 ore
Così il Cern riprodurrà il Big Bang
di Guido Romeo
A Ginevra è cominciato il conto alla rovescia per Lhc, il più grande acceleratore di particelle al mondo alla cui realizzazione hanno contribuito anche molte aziende italiane. Alle 9.30 di domani il primo fascio di protoni compirà un giro completo del gigantesco anello che corre per 27 Km nel sottosuolo, a 100 metri di profondità sul confine tra Francia e Svizzera. Un giro di rodaggio che è l'inizio di un'eccezionale avventura scientifica perché nei prossimi anni questa macchina, costata oltre 6 miliardi di euro, riprodurrà le condizioni iniziali presenti nell'Universo pochi attimi dopo il Big Bang. Lhc farà scontrare due fasci di protoni con energie fino a 7 volte superiori a quelle degli acceleratori utilizzati oggi per osservare le diverse particelle elementari che si formeranno da queste collisioni.
Scopo dell'esperimento è cercare una nuova fisica oltre il «modello standard», l'attuale teoria delle particelle elementari coerente con la scoperta dei bosoni W e Z del Nobel Carlo Rubbia, che mostra però più di un problema nel descrivere la struttura dell'Universo. «Una questione centrale – spiega Fabiola Gianotti, l'italiana vice-responsabile di Atlas, uno dei due rivelatori principali insieme al Cms – è capire che cosa costituisce la materia oscura che costituisce circa il 20% dell'Universo. Nessuna delle particelle spiegate finora può spiegare questa componente misteriosa». Tra le particelle che Lhc dovrebbe immortalare c'è anche il famigerato Bosone di Higgs, la "particella di Dio" ipotizzata dallo scozzese Peter Higgs negli anno 60 per spiegare l'origine delle masse delle particelle elementari, ma mai osservate direttamente.
Una sfida che ha visto in prima fila oltre 50 aziende italiane che hanno sviluppato tecnologie senza precedenti e che dal gennaio 1995 a marzo 2008 hanno assolto a commesse per 336.13 milioni di euro. Una cifra che le pone al terzo posto dopo Francia e Germania, e che nel 2004 e 2005 ha visto le commesse industriali verso aziende della Penisola (88 milioni di euro) superare quelle del Governo italiano al Cern (80 e 79 milioni rispettivamente per il 2004 e 2005), calcolato in base al suo Pil e condiviso con altre 19 nazioni. Certo non sono mancati i grattacapi. «Quello intorno all'Lhc è definito un ambiente "ostile" per il quale è necessario sviluppare componenti in grado di sopportare radiazioni e fortissimi campi magnetici», osserva Franco Vivaldi, vicepresidente della Caen Spa, una Pmi viareggina con 120 addetti da anni leader nell'elettronica per la ricerca fisica, che ha fornito 6.500 moduli elettronici che comandano il funzionamento dei quattro grandi rivelatori, Atlas, Cms, Alice, LhcB e che catturano le particelle sprigionate nell'anello. Un impegno che nel complesso ha rappresentato commesse per oltre 25 milioni di euro nell'arco di 10 anni. Macchine come il maxi-acceleratore richiedono inoltre efficienze analoghe a quelle di una missione spaziale perché una volta sigilliato, l'anello rimane inaccessibile per anni e anche un piccolo malfunzionamento avrebbe costi altissimi di riparazione.
È italiano anche uno dei pezzi di più difficile realizzazione, il magnete dell'esperimento Cms, il più grande rivelatore mai costruito, in grado di immagazzinare un record di 2,6 GigaJoule di energia e pesante come tre boeing 747, che inizialmente ha faticato a trovare un'azienda disposta a realizzarlo. Alla fine è stato completato con successo dall'italiana As-G superconductors, spin-off nel 2001 della genovese Ansaldo, uscita nel 2005. L'azienda genovese si è vista assegnare oltre 130 milioni di euro in commesse industriali dal Cern dal 1995 ad oggi.
«Sono nostri anche oltre 440 magneti di curvatura che coprono un terzo dell'anello insieme a quelli della francese Alstom e della tedesca Noell tedesca», ricorda Ferruccio Bressani, amministratore delegato di Asg. Ma le gare molto selettive del Cern sono state anche un'occasione per i piccoli. È il caso della Tosti, un'azienda di Castelpiano (Grosseto) che ha prodotto un componente essenziale per i magneti del mega-acceleratore, i cosiddetti spaziatori di testa costituiti da materiale composito lavorato in cinque direzioni con grande precisione. Un biglietto da visita che ha già attirato i francesi di Areva o Alstom, solitamente poco inclini a rivolgersi agli italiani. La lucchese Luvata, ex-Europa Metalli, è entrata nel settore medicale della risonanza magnetica grazie alle tecnologie sui cavi superconduttori messe a punto per le macchine dell'Lhc ed è ora tra i primi fornitori dell'americana General Electric. La ricerca di frontiera si è rivelata quindi un buon affare per l'industria italiana e non deve far paura, nemmeno se qualcuno parla di buchi neri. «Non c'è nessun pericolo nello spazio intorno a noi – sottolinea Gianotti – ogni secondo la Natura, con i raggi cosmici, effettua 30 miliardi di esperimenti con la stessa energia dell'Lhc».