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Non so chi siano i "competenti" di cui parli. Da quando c'è tutta questa ostilità nella comunità scientifica mondiale verso l'energia rinnovabile?Pigkappa ha scritto:Ok, forse ho un po' esagerato. Devono essere relegate agli scienziati e agli economisti ed ai politici. Sarebbe meglio se ci fosse una categoria di persone in grado di capire il problema per itnero, comunque.
Ad ogni modo il cittadino democratico e intelligente è un'utopia. In media il cittadino democratico è troppo svogliato per studiarsi come funzionano le centrali nucleari, per studiarsi quali possibili altre soluzioni ci siano e per studiarsi le conseguenze politico/economiche di una scelta del genere.
Secondo me delegare agli scienziati quest'argomento potrebbe essere leggermente pericoloso, perchè gli scienziati possono sbagliare. Ma delegarla a 50 milioni di persone che non ci capiscono niente è peggio. Molti di questi 50 milioni ragionando così:
Tuttavia non sanno quanto siano praticabili le strade alternative e non lo potranno mai capire, perchè è chiaro che non puoi far laureare su un argomento 50 milioni di persone, è assolutamente normale. Perciò queste 50 milioni di persone sapranno elencarti i difetti del nucleare che hanno sentito dire (quindi non hanno neanche fonti affidabili), ma non sapranno mai se ci sono alternative sensate e si getteranno sul fotovoltaico e su altre forme di energia alle quali non crede nessuno dei competenti.
Nessuno si è mai messo in testa di formare tutti i cittadini sulla fisica nucleare. Ne' tantomeno di lasciare agli esperti l'autonomia decisionale completa. Tutto questo perchè c'è una semplice alternativa: la divulgazione.
Puoi far capire gli effetti del nucleare senza che chi ascolta abbia competenze specifiche.
La serietà del divulgatore e della fonte è la garanzia della bontà dell'informazione scientifica. Il cittadino medio, che non è uno specialista nella fisica e nell'energia, può regolarsi in base alle informazioni che acquisice dalla divulgazione e dal giornalismo scientifico.
Poi ti ripeto: gli eventuali effetti nefasti te li becchi anche tu, non solo lo scienziato, perciò è nel tuo interesse scegliere.
Questo non vale solo per la ricerca scientifica, ma per l'informazione in generale. Metti per esempio la politica: la preferenza è (e deve essere) influenzata dall'informazione. Lo stesso voto alle elezioni politiche è frutto di una scelta più o meno coscienziosa della persona, ma che è comunque sua in quanto cittadino di una democrazia. A nessuno verrebbe in mente di delegare la scelta ai politologi, per fare un esempio.
Quanta energia si produceva 100-120 anni fa con il petrolio? e 50 anni fa con la fissione nucleare?Pigkappa ha scritto:Non voglio parlare dell'orgoglio nazionale, perchè lo ritengo insensato. Comunque bisogna vedere se è possibile soddisfarlo senza distruggerlo. Se non è possibile, allora dobbiamo rassegnarci e cercare di distruggerlo il meno possibile.
Non hai ancora afferrato cosa sto dicendo... L'energia solare, affiancando il petrolio, può dare un piccolo contributo. Ma non può risolvere il problema. Non possiamo andare avanti a parlare di incrementare le fonti rinnovabili. È vero che devono essere sfruttate di più, ma non possono risolvere il problema, punto e fine. È una realtà atroce, ma bisogna abituarsi.
La Germania è il paese che più fa uso dell'energia solare, elogiata dagli altri stati europei eccetera eccetera. E il solare costituisce solo lo 0,1% dell'energia che la Germania produce. Si potrà anche cercare di aumentarla, ma non credo che potrà mai avere un ruolo di primo piano.
Poca, sicuramente. Credo che il solare, primo tra le fonti rinnovabili, abbia tutte le carte in regola per prendere il posto del petrolio, dell'uranio e del putonio nel futuro.
Le fonti rinnovabili sarebbero effimere? Guarda che è una contraddizione in termini. Forse la tua definizione di "effimero" non è la stessa che ho io o il dizionario.Pigkappa ha scritto:I mezzi ce li abbiamo? Ma dove? Ti riferisci ancora alle effimerissime fonti rinnovabili?
I mezzi a cui mi riferisco sono la ricerca e lo sviluppo delle energie rinnovabili e pulite, insieme alla promozione di quelle che ci sono già. Il tutto incentivato per quanto possibile dai governi.