Gkx ha scritto:
Cosa di cui non si può essere sicuri (no, non si può, fine, neanche se te lo confessa sei sicuro che sia stato lui), quindi mai.
Riprendo il discorso disperso da questo punto interessante. Da un certo punto di vista non si può essere mai sicuri della colpevolezza di una persona; ma questo in realtà avviene per qualsiasi oggetto o fatto che sia esterno alla nostra individualità. Cerco di andare per ordine.
Cos'è una colpa? Non è che probabilmente il manifestarsi del contrasto eterno tra individuo, inteso come spirito autocosciente del proprio inconscio, e società, ovvero tutto ciò che è esterno all'individuo, e questo manifestarsi avviene nella forma della sofferenza. La colpa è una declinazione sociale dell'errore, e nella sua essenza rimane tale a qualsiasi grado sia arrecata la sofferenza ad altri. L'unico modo per poter
giustificare una colpa (attenzione: non annullarla) è che questa possa essere efficace al miglioramento di un singolo individuo rispetto a se stesso.
Se anche la costrizione carceraria è di per sé una colpa, in quanto l'individuo esterno della società costringe il singolo essere a fare qualcosa non conforme alla propria volontà, ovviamente l'omicidio, come privazione arbitraria della vita, come proiezione negativa del proprio istinto sull'esterno, è reato qualsiasi sia il colpevole, tantopiù se si tratta di uno Stato le cui leggi dovrebbero servire a creare armonia tra gli individui.
L'unico modo per espiare una colpa è che all'interno del reo sia completamente accettato l'errore e che possa lui sentire di aver causato sofferenza. Non si potrà mai avere accertamento di questo perché l'individualità del reo è per ognuno di noi esterna, ma la confessione è sicuramente un primo passo per poterci garantire una certa sicurezza: solo una persona con forte capacità di autoanalisi infatti può comprendere e dichiarare apertamente il proprio errore, e la coscienza di questo stesso errore dovrà rimanere nel suo animo per il resto della vita.
Sulla questione dei serial killer:
anche i serial killer, visti dal lato della società, sono dei malati di mente, in quanto hanno ignorato la possibilità che altri al di fuori di loro soffrano. Per la cronaca sono malati di mente anche coloro che inquinano i fiumi, coloro che sfruttano i lavoratori e non li ripagano, coloro che a scuola deridono i compagni deboli; insomma coloro che, mossi unicamente dall'istinto primordiale di autoconservazione, per affermare la propria individualità lacerano quella degli altri.
E chi in questo topic ha parlato di soldi, cioè ha quantificato la vita, non è altro che un degno rappresentante di ciò che non è umano.