Ma veramente non c'è da stupirsi se la Bibbia non è un ottimo libro di scienza (al massimo di... fantascienza
), anzi, non capisco come la si possa cercare di intendere come tale.
Che poi, persino rispettabili autori greci, apprezzati per il loro lavoro in cui cercavano l'oggettività, la storicità e l'attendibilità, riuscivano a tirare fuori le formiche giganti che vivevano in India/Africa/Iperborea o le urla di gioia dopo la prima guerra macedonica che facevano cadere stecchito uno stormo di corvi al suolo... figuriamoci pensare di trovare rigore e metodo scientifici nella Bibbia.
La Bibbia alla fine è un insieme di codici etici e morali adatti alla cultura ebraica del tempo e all'ambiente in cui era inserito, miti religiosi, metafore atte a spiegare la natura umana secondo una certa interpretazione o legittimare certi modus vivendi, leggi e soprattutto caratteri, messaggi e dettami nazional-identificatori della cultura di un popolo, quello ebraico.
Oltre che anche un documento storico per quanto riguarda gli usi e costumi degli ebrei, la loro società, gli avvenimenti che hanno affrontato e, pur con qualche condimento un po' fantasioso, la loro storia in generale (a volte con la necessità di interpretare, riconsiderare e "tradurre" certi fatti, come nell'Esodo; a volte con più un'attendibilità più veritiera, come nei Maccabei).
Per i nostri tempi e la nostra società, al di là del credere o meno in Dio, l'Antico testamento è chiaramente inadatto,
obsoleto se volete.
Nel Vangelo però il messaggio è uno solo, Quello, non si immischia troppo con disquisizioni di carattere filosofico/morale/culturale/ideologico/scientifico e, secondo me, è una buona cosa su cui discutere, con i suoi pregi e i suoi difetti.
(secondo me è anche molto interessante il dibattito storico sul cristianesimo per quanto riguarda quel che è successo dopo, però è una cosa lunga, pesante, ansiosa, aperta a facili flame e che richiederebbe qualcuno appassionato e un po' ferrato in storia per evitare faziosismi da l'una e l'altra parte)