Gkx ha scritto:
no, perché? si sarebbe andati alle elezioni anticipate.
Che sarebbero state vinte da Berlusconi, con un aumento consistente di voti per la Lega.
Volevo comunque esprimere un moderato stupore riguardo alla delusione della maggior parte dei primi commentatori di quanto è accaduto ieri, come se bastasse un voto di fiducia per mettere a posto una situazione che dura da decenni e forse pure di più. La verità è che pure (e soprattutto) coloro che si oppongono a Berlusconi o attendono con ansia il giorno della sua caduta, credendo che ciò risolverà in un sol colpo tutti i problemi accumulati nel corso degli anni e che si ha fatto costantemente finta di non vedere, si attaccano costantemente ai fatti superficiali per evitare di attaccare il nocciolo della questione : non esiste una nazione italiana unita, non è mai esistito un popolo italiano unito, le istituzioni italiane sono un fantoccio di cui si burlano persino coloro che ne fanno parte.
Finché non si troverà una forma di coerenza nazionale e di coesione popolare (e non populista) adatta alla realtà del territorio di lingua italiana gli stessi problemi si riproporranno all'infinito e la loro soluzione sarà sempre affidata a qualcun altro. Tale coesione non cade dal cielo, è il frutto di decenni e decenni di lavoro, di riflessione e di discussione per unificare ciò che si trova diviso*. Tale coesione renderebbe inutile pure la ricerca o l'attesa di un personaggio carismatico al quale identificarsi per creare una sorta di unità laddove vi è solo frammentazione ; ma questa soluzione resterà probabilmente l'unica disponibile ancora per parecchio tempo, o forse per sempre, chissà.
Riguardo la corruzione dei deputati, il problema non è nel fatto che Berlusconi faccia proposte per comprarsi i voti (come sembrano credere i deputati dell'opposizione), ma che ci sia gente che accetta di vendere il proprio voto al miglior offerente, e il resto dei cittadini che rimane silenzioso mentre dei politici con gli stipendi tra i più alti d'Europa si prendono gioco della responsabilità nei confronti del voto degli elettori che per la maggior parte vivono in uno stato di reale difficoltà economica. Per rendersi conto di questo però bisognerebbe avere un po' di coscienza civica, tramite la quale si arriva a capire che una persona che usa i soldi della gente per farsi gli affaracci propri non si prenderà il proprio voto al prossimo giro di elezioni. Ma finché vi è sfiducia nelle istituzioni, indipendentemente dal modo in cui vengono utilizzate da certe persone, mi pare ovvio che tale coscienza civica resterà sempre una chimera, e ognuno finirà per occuparsi del proprio profitto personale a discapito di tutti gli altri cittadini.
L'unico mezzo per costruire un popolo unito è l'educazione, e non mi pare un caso se i governi liberali in qualsiasi punto del mondo abbiano sempre cercato prima di tutto di distruggere quest'ultima al fine di imporre la propria legge. Direi che ha sempre funzionato piuttosto bene, salvo quel piccolo difetto di creare come feed-back un risveglio dell'estrema destra (la Lega Nord o i neo-fascisti sono ormai solo uno dei tanti casi del fenomeno in Europa).
L'Italia in tutto può comunque consolarsi, altri paesi come la Grecia si trovano nelle sue stesse identiche condizioni. (Cioè, forse si poteva trovare meglio, come consolazione.)
* Faccio notare che la costituzione del regime democratico che troviamo oggi un po' ovunque nel mondo è il frutto di secoli di riflessione politica, di critica, di decostruzione e di ricostruzione a partire da ciò che era disponibile al momento. Non basta dunque copiare il modello elaborato da qualcun altro, bisogna rielaborarlo e modificarlo mettendolo in relazione alla realtà concreta dove si vive. Il che implica conoscere il proprio popolo, parlare con lui e non giudicarlo senza averci mai avuto contatto. Solo la comunicazione e il dialogo (anche in forma "dura", se si mantiene il principio del rispetto dell'altro) creano l'unità.