ok, arriva il prosimo capitolooooh *.*
Il pullman era ormai arrivato.
Max e Leo presero i loro bagagli e salirono.
C'erano molti altri ragazzi dell'accademia qui, che, come loro, stavano andndo chissà dove.
Presto, il gruppo ci sfoltì, e sull'autobus erano rimasti sei o sette ragazzi...più Paola.
Il pullman si fermò.
"questa è la nostra fermata..." Max si alzò seguito da Leo.
Era una montagna non troppo alta, ma leggermente innevata.
Arrivarono alla baita.
la porta, di legno massiccio, non oppose resistenza e si aprì facilmente.
"che carina..." disse Leo mentre i guardava intorno. Alle parte, teste di animali vari.
Ormai era già notte e il viaggio li aveva sfiniti.
"C'è un problema...c'è un solo letto matrimoniale."
"non mi sembra un problema..."
"...già, hai ragione."
Salirono al piano di sopra.
La camera era abbastanza grande: l'armadio in pino prendeva tutta la parete davanti al letto. Questo, aveva delle coperte pesanti.
I due ragazzi entrarono sotto le coperte, e si addormantarono subito.
il giorno dopo...
Leo era già sveglio da almeno dieci minuti, ma era rimasto nel letto per non svegliare l'amico. Lo stava guardando da quando era sveglio. i suoi capelli biondi e lunghi si sperdevano sul cuscino.
Decise di preparare la colazione.
Scese in cucina, e decise di preparare della cioccolata calda.
Accese lo stereo con una musica natalizia a basso volume e accese il camino.
Max si era svegliato, e stava scendendo le scale.
"buongiorno!"
"...*yawn*...ti sei divertito qui sotto, vero?" gli chiese guardando lo scoppiettante fuocherello acceso nel camino.
"si...volevo che fosse una giornata decente.Vieni, ho già preparato la colazione!"
Max si avvicinò al tavolo e si sedette. Si fece versare della cioccolata bollente e cominciò a berla.
"...brrr...fa un freddo cane. Ti va se ci mettiamo davanti al camino?"
"...hai ragione..." si alzarono, si sdraiarono sul divano e si coprirono con una coperta.
Leo si girò, con uno sguardo strano. L'altro fece una strana risata, poi le loro labbra si unirono. Le braccia scivolavano dappertutto.
Leo si abbassò lentamente, gli slacciò la cintura dei pantaloni e glieli abbassò. Le sue mani danzavano sul ventre del ragazzo. Vide i suoi boxer neri, e non resistette a mettere una sua mano. Non aveva mai preso in mano il pene di un'altro. era liscio e caldo.
"Leo..." disse Max preso dalla situazione.
"...girati..." Il cervello di Leo era andato in tilt. Solo la parte più lontana gli diceva cosa stava facendo.
Si abbassò anche lui i pantaloni neri, con il pene di fuori.
"come...Leo..."
Leo infilò senza esitazioni il suo pene in Max. Questo emise un gridolino.
Rimasero allacciati in quella posizione per qualche minuti, troppo impauriti ed eccitati per continuare.
Poi, Max azzardò qualche parola "Muoviti...voglio sentire muovere..."
Così Leo affondò una volta, due volte, tre volte, fino a quando non persero il conto. Ogni volta era un'esperienza nuova, ma antica quanto l'uomo stesso.
"Leo...b-b-b-basta..."
Leo ubbidì come un cagnolino.
Il suo cervello si riprese.
Il suo primo pensiero andò a Max; sperava di non avergli fatto troppo male.
Il secondo andò a sè; ora era davvero nella merda.
Il terzo andò al campanello che stava suonando.
...sto notando qualche difficoltà nello scrivere in terza persona, soprattutto in queste scene o.O
devo rivalutare la prima persona. ( così si che sarebbe una bella storia XD )