Larm ha scritto:
Questo però a mio avviso avviene solo in Dragon Ball; in Naruto e One Piece, ad esempio, la violenza si esprime chiaramente per il suo lato negativo. In quei cartoni si combatte solo per sventare delle minacce incombenti, non lo si fa in modo gratuito; la censura del sangue e della violenza può addirittura danneggiare la percezione del male che invece ad un bambino arriverebbe molto limpida.
Mah, un bambino di sette anni in realtà ha delle capacità di comprensione molto più alte delle nostre che siamo spesso soggetti a pregiudizi socio-culturali, e questo perché la mente del bambino è ancora in formazione. Dopo una certa età iniziamo ad accontentarci di quello che ci è stato detto e se non ripensiamo continuamente alle nostre "convinzioni" rischiamo di fossilizzare il nostro ragionamento.
Pur adorando computer e tecnologia di vario tipo, ritengo che questo insegnamento dovrebbe essere compito esclusivo di un essere umano, magari proprio con l'ausilio di documentazione anche televisiva, comunque sempre non censurata, ottima sotto forma di cartone animato che in effetti può aiutare a capire, divertendo. Infatti, se una trasmissione è piacevole ci si rilassa, la mente non pensa ad altro ed il messaggio "entra" più facilmente.
Senza nulla togliere ai bambini d'oggi, che apprendono più velocemente rispetto a quelli di vent'anni e passa fa, cosa si può comprendere da soli? Scene e messaggi vengono velocemente e completamente incamerati, memorizzati ma non del tutto assimilati.
Ad esempio, tizio-1 tira un cazzotto e stende tizio-2.
Se mi immedesimo in tizio-1, noto che ho ottenuto una vittoria e che posso farcela con le mie forze.
Se mi immedesimo in tizio-2, noto che un cazzotto fa male, magari perdo anche sangue dal naso (plausibile ed ovvia conseguenza che è ridicolo nascondere).
E poi? Mi immedesimo sempre in tizio-2? Comprendo veramente?
Purtroppo ti posso dire che l'ambiente in cui sono cresciuto rispecchia esattamente le caratteristiche da me descritte. I giovani, una volta ottenuta la coscienza del proprio potere, la iniziano ad applicare sistematicamente a qualsiasi cosa, fino a quando non si scontrano contro qualcosa che li obbliga ad arretrare (vedi regole sociali). Quando il potere si inceppa, allora si può aprire un varco che mediante la riflessione porta la gente a ripensare la propria vita in termini migliori.
Questo modo di essere però è pericoloso per la società, perché permetterebbe agli individui di fuoriuscire in qualche modo dal suo vincolo; per questo essa cerca di inglobare, incanalare e catalogare qualsiasi comportamento "istintuale" e "anti-sociale" secondo modalità perfettamente socializzate (si pensi alla caccia o alla prostituzione, ad esempio). La televisione che mostra sesso e violenza come "normali" è il modo comune di incanalare questi istinti e di neutralizzarli, e in questo modo farli ricadere sotto il suo diretto controllo. La società si preoccupa proprio che al suo interno tutto scorra perfettamente, come un immenso macchinario di cui ogni persona è ingranaggio; ne si fuoriesce solo mediante una rottura e un reinserimento consapevole di sé stessi all'interno di questo meccanismo.
Solo i bambini abituati già da piccoli a regole diverse da quelle comuni possono una volta cresciuti rendersi conto facilmente di come tutto questo non funzioni, di come questo modo di vivere è tutt'altro che libero. Prima affrontano il sesso e la violenza, prima si renderanno conto del modo in cui sono sbagliati, non c'è altra soluzione per disincantarli.
Magari il paragone è infelice ma questa descrizione sembra rispecchiare la modalità di funzionamento di un vaccino: inietto il germe (per catalizzare una violenza innata) per sensibilizzare il corpo a produrre gli opportuni anticorpi (riflessione interna e ricerca di alternative).
Ma mentre i germi delle malattie sono tangibili e la cura è tangibile e l'effetto è il medesimo per il 99,99% degli individui, un'idea "sbagliata" non è trattabile proprio allo stesso modo perchè la varietà delle reazioni intellettuali è notevole. In questi casi il vaccino può infettare e curare o solo infettare, con percentuali ben diverse da quella di cui sopra. Dipende esclusivamente dall'Individuo.
Le regole sociali esistono oggi come esistevano venti-trent'anni fa ed anche prima. Perchè allora non si sentiva la necessità di farcire tutti i cartoni animati di "sesso" (si fa per dire) e/o violenza?
Ok, magari i cartoni animati vecchi non erano realistici, facevano vedere un mondo improbabile dove gli animali ed oggetti erano umanizzati e tutti vivevano e si divertivano felici e contenti. Ma anche un mondo dove ci si mena alla prima futile occasione o ci si sbudella (e in Dragon Ball, secondo me, dopo la prima stagione si toccò presto il fondo in tal senso), secondo me, non è che rispecchi poi tanto la realtà.
Solo i bambini abituati già da piccoli a regole diverse da quelle comuni possono una volta cresciuti rendersi conto facilmente di come tutto questo non funzioni, di come questo modo di vivere è tutt'altro che libero. Prima affrontano il sesso e la violenza, prima si renderanno conto del modo in cui sono sbagliati, non c'è altra soluzione per disincantarli.
Mi sembra una visione provocatoriamente estremista, da rivalutare singolarmente nelle diverse realtà sociali. Traspare un sentimento di "quasi paura" nei confronti di adolescenti che da bambini non siano stati "imbottiti" di sesso e violenza!
Ma ci ricordiamo veramente bene come eravamo da bambini, ai tempi dell'asilo o dell'inizio delle elementari?
Ammetto che per me è impossibile fare ora mente locale di quello che mi passava per la testa N anni fa. Sapevo sicuramente il significato della parola censura ma altrettanto sicuramente non me ne preoccupavo.
I personaggi dei cartoni non erano particolarmente violenti ed erano tutti puri ed immacolati, anche i più cattivi. La generazione di ragazzi che ne è seguita non è stata più ribelle della precedente nè della successiva. Nè si è divertita di meno.
In TV dovrebbero censurare un'altra cosa e questa è l'ignoranza..
Sì; ma, ahimè, l'ignoranza vera o presunta ("pupa e secchione", un recente esempio a caso) diverte di più ... più gente.