Censure ai cartoni

Ombra

Dragoran, immer besser!
Admin
Larm ha scritto:
Le due cose non si elidono mica: è facile mettere sesso e violenza nelle trasmissioni proprio perché sono due tratti istintuali dell'essere umano, e per questo sono anche le cose più "comuni" che possano essere godute dalla maggior parte della popolazione.
La guerra ha semplicemente stancato le generazioni europee di questo secolo e cambiato completamente l'ambiente sociale, dando il via a quel processo che Adorno e Horkheimer chiamano "industria culturale": mediante questo gigantesco meccanismo la società continua a cercare dei mezzi perché essa possa riuscire a catalogare sotto di sé qualsiasi essere umano ne faccia parte, riducendolo dunque ad un semplice funtivo dell'intera macchina. Ce l'abbiamo in qualsiasi mezzo di comunicazione, artistico o meno, è una cosa innegabile.
La guerra "semplicemente" stanca ed ha stancato sempre tutte le generazioni di gente comune, in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo.

Chiedo venia per l'eventuale mia scarsa preparazione filosofica, dovuta ad una predisposizione (o limitazione) più tecnologica. Se ho inteso correttamente questo (terrificante) filone di pensiero, qualsiasi trasmissione massmediatica è un potente messaggio subliminale, estremamente semplice e comprensibile, che deve "vietare l'attività mentale dello spettatore", finge di dire una cosa ma ne dice in realtà un'altra, con il solo fine di asservire l'individuo. Lo spettatore, attraverso ciò che osserva, è continuamente messo, in regime di totale inconsapevolezza, nella condizione di assorbire ordini, prescrizioni e concetti prestabiliti dalla società.

Ma che brutta fine hanno fatto la Democrazia e qualsiasi altra forma simile di vita civile?

Concordo sul fatto che la moderna logica di un mercato di massa imponga necessariamente standardizzazione e organizzazione, e che ciò vada purtroppo a scapito della qualità, necessariamente bassa, ma, secondo me, più per ovvie questioni di economicità, efficenza ed efficacia, che per alterare la nostra individualità.

Altrimenti dovremmo concludere che la censura (argomento che ha originato questa discussione) sia sì sbagliata, ma non perchè altera e quindi falsifica la realtà delle cose, bensì perchè è autolesionista per il sistema. In questo caso, se nella sua intierezza, la trasmissione sul mass media è in effetti diretta esclusivamente a condizionare a diversi livelli tutti gli individui, per integrarli in un'unica società dominatrice, la censura, sabotando qua e là parti di questa trasmissione, rischierebbe di rovinarne il suo intero contenuto propagandistico e di mettere, i singoli, in condizione di sfuggire al controllo.
 
Ultima modifica di un moderatore:
L

Larm

cx! ha scritto:
Chiedo venia per l'eventuale mia scarsa preparazione filosofica, dovuta ad una predisposizione (o limitazione) più tecnologica. Se ho inteso correttamente questo (terrificante) filone di pensiero, qualsiasi trasmissione massmediatica è un potente messaggio subliminale, estremamente semplice e comprensibile, che deve "vietare l'attività mentale dello spettatore", finge di dire una cosa ma ne dice in realtà un'altra, con il solo fine di asservire l'individuo. Lo spettatore, attraverso ciò che osserva, è continuamente messo, in regime di totale inconsapevolezza, nella condizione di assorbire ordini, prescrizioni e concetti prestabiliti dalla società.

Ma che brutta fine hanno fatto la Democrazia e qualsiasi altra forma simile di vita civile?
In realtà quello espresso è il principio della comunicazione (o del medium) nella sua totalità, non solo applicabile ai mass media ma anche alle nostre pratiche comuni di discorso. Dietro ogni parola che diciamo ci possono essere migliaia di significati diversi a seconda del sistema di riferimento, ed è solo un miracolo che nella maggior parte dei casi riusciamo ad intenderci - o almeno crediamo d'averlo fatto, o ci accontentiamo di quanto abbiamo capito.

Ciò che fanno i mass media di più è di trasformare questa imperfezione della comunicazione in un sistema in apparenza perfetto, ma che come fai tu stesso notare può arrivare a negare se stesso. Difatti:

Altrimenti dovremmo concludere che la censura (argomento che ha originato questa discussione) sia sì sbagliata, ma non perchè altera e quindi falsifica la realtà delle cose, bensì perchè è autolesionista per il sistema. In questo caso, se nella sua intierezza, la trasmissione sul mass media è in effetti diretta esclusivamente a condizionare a diversi livelli tutti gli individui, per integrarli in un'unica società dominatrice, la censura, sabotando qua e là parti di questa trasmissione, rischierebbe di rovinarne il suo intero contenuto propagandistico e di mettere, i singoli, in condizione di sfuggire al controllo.
Quando una censura è ben fatta, beh, non hai nemmeno la capacità di riconoscere che essa sia una censura: e sono questi i tipi di rimozione del significato più pericolosi per tutti, su cui si basa il sistema dell'industria culturale (vedi questo sito, per avere un po' idea di cosa significasse questo termine).

Il fatto che noi stessi la riconosciamo come censura ci dà anzi la possibilità di rifuggire da essa, chiedersi cosa ci fosse da censurare e infine i motivi per cui quelle cose vadano censurate. Insomma, nonostante tutto l'incompetenza e la faciloneria degli italiani nei confronti della tecnica ci viene ancora di vantaggio per evitare una orchestrazione di massa delle menti sotto l'unica sinfonia dei media.
 
La TV non é stata inventata per tenere occupati i bambini nel periodo compreso fra pranzo e cena.

Il nocciolo del discorso é questo, e non cambia.

Tutto il resto non é altro che il risultato del processo di mutazione che la stessa TV subisce da molto tempo: quello che porta dall'essere uno strumento di informazione (almeno in principio) all'essere lo strumento di pochi.
 

Ombra

Dragoran, immer besser!
Admin
Larm ha scritto:
In realtà quello espresso è il principio della comunicazione (o del medium) nella sua totalità, non solo applicabile ai mass media ma anche alle nostre pratiche comuni di discorso. Dietro ogni parola che diciamo ci possono essere migliaia di significati diversi a seconda del sistema di riferimento, ed è solo un miracolo che nella maggior parte dei casi riusciamo ad intenderci
Riusciamo ad intenderci nella maggior parte dei casi perchè gli ipocriti sono forse assai meno di quello che si possa comunemente pensare. Ciò che esprimiamo a parole ha un significato palese, più o meno letterale a seconda dell'inflessione e/o della gestualità che accompagna le parole stesse. Poi è inevitabile che abbia infiniti significati reconditi, ma che nella maggior parte dei casi non ci sono nel pensiero di chi si esprime.

o almeno crediamo d'averlo fatto, o ci accontentiamo di quanto abbiamo capito.
Mi sembra una scarsa considerazione sul genere umano. Se fosse vero nella maggior parte dei casi, sarebbe solo un miracolo, non il fatto di riuscire ad intendersi, ma che ci sia ancora voglia di comunicare. Uno specchio sarebbe partner migliore, perchè si troverebbe sempre d'accordo con l'interlocutore riflesso.

Ciò che fanno i mass media di più è di trasformare questa imperfezione della comunicazione in un sistema in apparenza perfetto, ma che come fai tu stesso notare può arrivare a negare se stesso.
Quando una censura è ben fatta, beh, non hai nemmeno la capacità di riconoscere che essa sia una censura: e sono questi i tipi di rimozione del significato più pericolosi per tutti, su cui si basa il sistema dell'industria culturale (vedi questo sito, per avere un po' idea di cosa significasse questo termine).

Il fatto che noi stessi la riconosciamo come censura ci dà anzi la possibilità di rifuggire da essa, chiedersi cosa ci fosse da censurare e infine i motivi per cui quelle cose vadano censurate. Insomma, nonostante tutto l'incompetenza e la faciloneria degli italiani nei confronti della tecnica ci viene ancora di vantaggio per evitare una orchestrazione di massa delle menti sotto l'unica sinfonia dei media.
D'accordissimo sul termine apparenza. Il giorno in cui un essere imperfetto come l'essere umano avra generato qualcosa di assolutamente perfetto (una sorta di automa pensante ed autocosciente), avrà posto la parola fine alla sua esistenza; sarà veramente sì dominato da non rendersi più conto nemmeno di esistere. Non dobbiamo avere paura di una società umana dominatrice che, la storia insegna, prima o poi sarà rovesciata.

E indubbiamente delle censure ben fatte esistono. Ma non è censurando che si assoggetta un individuo, bensì convincendolo che la verità consta in una realtà alternativa da quella in cui realmente vive. In un cartone o in altre trasmissioni di svago, con le censure perpetrate, tecnicamente ben fatte da non sembrare esserci, o mal fatte, il convincimento è effimero, perchè alla prima prova dei fatti, il tutto si scioglierà come neve al sole. Occorre trasformare in parte anche la realtà stessa, non è sufficiente la sola trasmissione massmediatica.

Ti ringrazio del link il cui contenuto mi riporta la mente indietro di diversi anni. L'ho letto (e lo rileggerò) volentieri, pur non condividendo il pessimismo di fondo che ne promana.

Tutto il resto non é altro che il risultato del processo di mutazione che la stessa TV subisce da molto tempo: quello che porta dall'essere uno strumento di informazione (almeno in principio) all'essere lo strumento di pochi.
Se per pochi ti riferisci a chi televisione la fà, questo non è vero da sempre?
 
L

Larm

cx! ha scritto:
Riusciamo ad intenderci nella maggior parte dei casi perchè gli ipocriti sono forse assai meno di quello che si possa comunemente pensare. Ciò che esprimiamo a parole ha un significato palese, più o meno letterale a seconda dell'inflessione e/o della gestualità che accompagna le parole stesse. Poi è inevitabile che abbia infiniti significati reconditi, ma che nella maggior parte dei casi non ci sono nel pensiero di chi si esprime.
Sì, diciamo che ogni pensiero espresso è necessariamente contestualizzato e limitato, ed essendo tale non può riferirsi che ad una determinata classe di oggetti e non un'altra; poiché dunque il nostro pensiero è delimitato come il nostro linguaggio è assolutamente inutile aggiungere più significati di quanti ne ha già la parola.

Però il destinatario potrebbe cogliere male la contestualizzazione, oppure il comunicante potrebbe immettere troppe premesse implicite nel suo discorso che lo rendono di difficile comprensione, ed è per questo che si è costretti a chiedere chiarimenti. Dipende principalmente dall'interesse degli interlocutori a sostenere una certa tesi o meno: il discorso in genere continua finché non si ritiene esaurita la possibilità di parlare di quel determinato oggetto.

Mi sembra una scarsa considerazione sul genere umano. Se fosse vero nella maggior parte dei casi, sarebbe solo un miracolo, non il fatto di riuscire ad intendersi, ma che ci sia ancora voglia di comunicare. Uno specchio sarebbe partner migliore, perchè si troverebbe sempre d'accordo con l'interlocutore riflesso.
Uno specchio non è un partner ideale per nessuna comunicazione, visto che non può comprendere la tua lingua; noi in fondo parliamo solo perché esiste qualcuno a cui parlare. Mi ricordo degli studi in proposito riguardanti un bambino cresciuto in un ambiente naturale privo di uomini: esso in età adulta non ha sviluppato e non è stato capace di sviluppare alcun linguaggio verbale, proprio perché non ne ha mai avuto alcun bisogno.

Senza qualcuno che possa comprenderci insomma non parleremmo, poiché il linguaggio è il modo che l'uomo utilizza per trasmettere il pensiero.

(Tutto questo giusto per immettere un po' di teorie dei linguaggi, che male non fanno).

E indubbiamente delle censure ben fatte esistono. Ma non è censurando che si assoggetta un individuo, bensì convincendolo che la verità consta in una realtà alternativa da quella in cui realmente vive. In un cartone o in altre trasmissioni di svago, con le censure perpetrate, tecnicamente ben fatte da non sembrare esserci, o mal fatte, il convincimento è effimero, perchè alla prima prova dei fatti, il tutto si scioglierà come neve al sole. Occorre trasformare in parte anche la realtà stessa, non è sufficiente la sola trasmissione massmediatica.
Il fatto è che la censura si nasconde dove la prova dei fatti è difficile; si impone in modo subdolo perché è sempre positiva, mai negativa, ti mostra una visione dei fatti selezionata senza dirti esplicitamente che essa non è l'unico modo di vedere le cose. Basta una frase formulata in modo diverso per trasformare una falsità in una verità o viceversa.

Esempio molto concreto: se un TG si apre con il titolo "integralisti di Al-Qaeda uccidono un soldato americano in diretta" allo spettatore non passa semplicemente una fredda descrizione dell'avvenimento, bensì anche i seguenti significati:

- gli integralisti di Al-Qaeda sono uccisori, dunque cattivi (perché chi uccide è malvagio);

- la cattiveria degli integralisti è aumentata dal fatto che l'hanno fatto in diretta, dunque hanno scelto manifestamente d'essere malvagi;

- il soldato americano (o gli Americani) è una vittima, dunque buono (perché chi viene ucciso senza aver fatto nulla è innocente);

- siccome bisogna seguire il buono e rifuggere il cattivo, ne consegue che bisogna combattere l'integralismo e supportare gli Americani.

I media tutte queste premesse implicite non te le dicono, poiché le danno per scontate per tutti. Eppure il fatto che siano scontate non implica che siano giuste: solo una persona con una certa autocoscienza potrebbe riuscire a riconoscere quant'è giusto in esse - e lo farebbe in ogni caso secondo i suoi parametri, togliendogli la possibilità che le sue affermazioni siano più giuste di quelle del telegiornale.

Questa è il vero tipo di censura che ci viene operato ogni giorno; in confronto, tagliuzzare male una scena di sangue in un cartone animato non è che una forma di censura davvero bonacciona.

Ti ringrazio del link il cui contenuto mi riporta la mente indietro di diversi anni. L'ho letto (e lo rileggerò) volentieri, pur non condividendo il pessimismo di fondo che ne promana.
In realtà un testo del genere mira proprio a combattere il pessimismo, mostrando delle situazioni estremizzate proprio perché ci si possa attivare a recuperare una soluzione. Il termine della dialettica dell'illuminismo è proprio la negazione della dialettica stessa che apre alla possibilità di un recupero (da Adorno teorizzata principalmente nella sua "Dialettica negativa", controparte ideale di quella dell'illuminismo).
 

LIbycocco

Divin Marchese
Trattiamo i bambini come fu trattato Buddha da giovane, continuiamo su questa scia volete vedere i risultati? Li avete davanti agli occhi nel forum mediaset.
 
Larm ha scritto:
No, ho la pessima abitudine di usare il cervello..
Tremendamente fuori moda.

Se per pochi ti riferisci a chi televisione la fà, questo non è vero da sempre?
Il bello dei mass media é che non sono mai sotto il controllo di chi li materialmente.

Ormai (anche se ovviamente succede da molto tempo) anche chi é compreso nel loro mondo é diventato, per scelta o per obbligo, burattino di chi manipola l'informazione a proprio vantaggio.

Siamo arrivati a un punto da cui, peraltro, credo sia impossibile tornare indietro.

L'informazione praticamente non esiste più, oramai vi sono solo diffusioni di interpretazioni di fatti spesso alterati.

Ovvio che mai nessuno ha trasmesso notizie in maniera del tutto obiettiva e priva di "modifiche" (dovute ai motivi più disparati): il problema é che la cosa é andata avanti così tanto che ormai la verità di fondo e ciò che vi é stato costruito sopra sono indistinguibili.

La cosa é ovviamente più rilevante quanto più l'argomento é vasto, e questo per la società di oggi é disastroso.
 

Ombra

Dragoran, immer besser!
Admin
Larm ha scritto:
Il fatto è che la censura si nasconde dove la prova dei fatti è difficile; si impone in modo subdolo perché è sempre positiva, mai negativa, ti mostra una visione dei fatti selezionata senza dirti esplicitamente che essa non è l'unico modo di vedere le cose. Basta una frase formulata in modo diverso per trasformare una falsità in una verità o viceversa.
Sono completamente d'accordo.

Esempio molto concreto: se un TG si apre con il titolo "integralisti di Al-Qaeda uccidono un soldato americano in diretta" allo spettatore non passa semplicemente una fredda descrizione dell'avvenimento, bensì anche i seguenti significati:

- gli integralisti di Al-Qaeda sono uccisori, dunque cattivi (perché chi uccide è malvagio);

- la cattiveria degli integralisti è aumentata dal fatto che l'hanno fatto in diretta, dunque hanno scelto manifestamente d'essere malvagi;

- il soldato americano (o gli Americani) è una vittima, dunque buono (perché chi viene ucciso senza aver fatto nulla è innocente);

- siccome bisogna seguire il buono e rifuggere il cattivo, ne consegue che bisogna combattere l'integralismo e supportare gli Americani.
I media, "bene o male" informano e l'informazione è una comunicazione per sua natura imperfetta. La comunicazione non è solo dire ma anche saper ascoltare e quindi interagire. Noi, qui, stiamo Comunicando. Una televisione, un libro, un cartellone non saranno mai in grado di farlo veramente. Possono solo spronare gli individui a farlo.

I media tutte queste premesse implicite non te le dicono, poiché le danno per scontate per tutti.
Ma, i media, sono in grado di dirle queste premesse? Ne hanno il tempo? Avremmo noi il tempo (e la voglia) per ascoltarle tutte o memorizzeremmo il titolo al volo, mentre facciamo dieci altre cose, per poi "ripensarci" in un secondo tempo?

Eppure il fatto che siano scontate non implica che siano giuste: solo una persona con una certa autocoscienza potrebbe riuscire a riconoscere quant'è giusto in esse - e lo farebbe in ogni caso secondo i suoi parametri, togliendogli la possibilità che le sue affermazioni siano più giuste di quelle del telegiornale.
L'informazione praticamente non esiste più, oramai vi sono solo diffusioni di interpretazioni di fatti spesso alterati.

Ovvio che mai nessuno ha trasmesso notizie in maniera del tutto obiettiva e priva di "modifiche" (dovute ai motivi più disparati): il problema é che la cosa é andata avanti così tanto che ormai la verità di fondo e ciò che vi é stato costruito sopra sono indistinguibili.
Ahinoi no, purtroppo non implica che siano universalmente giuste. La stessa informazione recepita nello stesso momento da due individui diversi porta infatti a conclusioni differenti a seconda della cultura a cui ciascuno è ormai abituato, o meglio a seconda della società in cui si riconosce. Nell'esempio, in un'interpretazione "integralista islamica" il bene ed il male si scambiano di posizione ed il dato di fatto (A ha ucciso B) è in realtà un'occasione di festa.

Ma l'atto dell'informare, nell'ottica di rifrire fatti esterni alla propria personalità, non ha mai implicato automaticamente la trasmissione di una sola (utopica) verità di fondo; è sempre stato diffusione di un fatto oggettivo, arricchito dalle umanissime interpretazioni dell'espositore (che dapprima ne è stato a sua volta osservatore o ascoltatore).

Se tutto ciò equivale ad una censura (nel suo senso più negativo) allora sì, anche tutti i nostri discorsi, od eventuali trasmissioni, sono e saranno sempre censure di una sfuggevole verità essenziale che nessuno conosce (o riconosce) più.

Secondo me, il punto in questione è che tutti, me compreso, stiamo giustamente criticando la censura, partendo dal discorso della sua applicazione, sempre inutile e per di più maldestra, in cartoni & c.

Il pensiero porta, quasi necessariamente, a concludere che qualsiasi trasmissione sia un'immensa manipolazione.

Tuttavia, non ho [ancora] una visione completamente negativa di ciò che ci viene propinato. Possiamo ricevere e riceviamo informazioni sicuramente distorte riguardo a fatti che avvengono lontano, ma più questa lontananza si assottiglia più sparisce la distorsione, che si trasforma in una ridicola negazione dell'evidenza. La nostra mente è ancora (e, spero, sempre lo sarà) non censurata, a meno di non essere noi stessi a volere diversamente, per pigrizia, comodità o altro.

Lol, ma voi due quando discutete usate il dizionario dei sinonimi e dei contrari?
No. Ma se lo ritieni necessario per partecipare attivamente alla discussione, tu usalo pure e sii il benvenuto.
 
cx! ha scritto:
Ma l'atto dell'informare, nell'ottica di rifrire fatti esterni alla propria personalità, non ha mai implicato automaticamente la trasmissione di una sola (utopica) verità di fondo; è sempre stato diffusione di un fatto oggettivo, arricchito dalle umanissime interpretazioni dell'espositore (che dapprima ne è stato a sua volta osservatore o ascoltatore).

Se tutto ciò equivale ad una censura (nel suo senso più negativo) allora sì, anche tutti i nostri discorsi, od eventuali trasmissioni, sono e saranno sempre censure di una sfuggevole verità essenziale che nessuno conosce (o riconosce) più.
Esatto. Arricchito. Il problema é che, da quel punto di partenza, si é giunti alla realtà di adesso, in cui non vengono più diffuse le notizie di fatti oggettivi.

Viene preso un fatto, ne vengono tralasciati gli aspetti scomodi, ne vengono esaltati (spesso all'inverosimile) altri, vi si aggiungono pareri soggettivi spacciandoli per Verità... Al giorno d'oggi non é nemmeno così improbabile leggere due articoli di giornale che trattano lo stesso argomento e accorgersi che dicono cose quasi opposte. Eppure il fatto oggettivo da cui partono é lo stesso, no?

A voler essere precisi, però, questo non é precisamente censura, bensì il processo di manipolazione dell'informazione, di cui la prima fa parte.
 

AngelsFOX

Zoidberg
L'italia e fatta cosi !!! Le cose che nn dovrebbero essere censurate vngono censurate e le cose che si dovrebbero censurare nn si censurano !!!!! Ad esempio: se vi svegliate di mattina all 6:45 ci sono su certi programmi televisivi programmi porno ecc. ed e quando che i cartoni animati iniziano !!!!! C'erti bambini devono prendere l autobus per andare a scuola(dall altra parte della citta) e si devono svegliare proprio a quelle ore quando ci sono ancora questi programmi che nn dovrebbero essere visti da bambini. E Lo stato censura Keroro,naruto ecc... quando alla mattina molti bambini potrebbero vedere scene PORNO !!! Ditemi voi i vostri pensieri !!!
 

Ombra

Dragoran, immer besser!
Admin
AngelsFOX ha scritto:
L'italia e fatta cosi !!! Le cose che nn dovrebbero essere censurate vngono censurate e le cose che si dovrebbero censurare nn si censurano !!!!! Ad esempio: se vi svegliate di mattina all 6:45 ci sono su certi programmi televisivi programmi porno ecc. ed e quando che i cartoni animati iniziano !!!!! C'erti bambini devono prendere l autobus per andare a scuola(dall altra parte della citta) e si devono svegliare proprio a quelle ore quando ci sono ancora questi programmi che nn dovrebbero essere visti da bambini. E Lo stato censura Keroro,naruto ecc... quando alla mattina molti bambini potrebbero vedere scene PORNO !!! Ditemi voi i vostri pensieri !!!
Che la censura sia malfatta è innegabile, che la censura nei cartoni sia discutibile è pure innegabile e questi fatti, come avrai letto nei messaggi precedenti, ci trovano praticamente tutti abbastanza d'accordo. Il tuo discorso potrebbe valere anche per i bambini nottambuli ma è impensabile una fascia "protetta" di 24 ore al giorno. Il mio pensiero, nell'esempio specifico, è che, con un alzataccia per prepararsi di corsa, per fare colazione e per prendere un autobus che attraversi la città, sarebbe meglio tenere spenta la tv, cartoni o non cartoni, per non perdere tempo prezioso. Piuttosto, se tempo per la tv ce n'è, punterei la sveglia 10 minuti più tardi. Più in generale, soprattutto al di fuori di certi orari, non si dovrebbe lasciare il telecomando in mano al bambino.
 
Top Bottom