Larm ha scritto:Le due cose non si elidono mica: è facile mettere sesso e violenza nelle trasmissioni proprio perché sono due tratti istintuali dell'essere umano, e per questo sono anche le cose più "comuni" che possano essere godute dalla maggior parte della popolazione.
La guerra "semplicemente" stanca ed ha stancato sempre tutte le generazioni di gente comune, in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo.La guerra ha semplicemente stancato le generazioni europee di questo secolo e cambiato completamente l'ambiente sociale, dando il via a quel processo che Adorno e Horkheimer chiamano "industria culturale": mediante questo gigantesco meccanismo la società continua a cercare dei mezzi perché essa possa riuscire a catalogare sotto di sé qualsiasi essere umano ne faccia parte, riducendolo dunque ad un semplice funtivo dell'intera macchina. Ce l'abbiamo in qualsiasi mezzo di comunicazione, artistico o meno, è una cosa innegabile.
Chiedo venia per l'eventuale mia scarsa preparazione filosofica, dovuta ad una predisposizione (o limitazione) più tecnologica. Se ho inteso correttamente questo (terrificante) filone di pensiero, qualsiasi trasmissione massmediatica è un potente messaggio subliminale, estremamente semplice e comprensibile, che deve "vietare l'attività mentale dello spettatore", finge di dire una cosa ma ne dice in realtà un'altra, con il solo fine di asservire l'individuo. Lo spettatore, attraverso ciò che osserva, è continuamente messo, in regime di totale inconsapevolezza, nella condizione di assorbire ordini, prescrizioni e concetti prestabiliti dalla società.
Ma che brutta fine hanno fatto la Democrazia e qualsiasi altra forma simile di vita civile?
Concordo sul fatto che la moderna logica di un mercato di massa imponga necessariamente standardizzazione e organizzazione, e che ciò vada purtroppo a scapito della qualità, necessariamente bassa, ma, secondo me, più per ovvie questioni di economicità, efficenza ed efficacia, che per alterare la nostra individualità.
Altrimenti dovremmo concludere che la censura (argomento che ha originato questa discussione) sia sì sbagliata, ma non perchè altera e quindi falsifica la realtà delle cose, bensì perchè è autolesionista per il sistema. In questo caso, se nella sua intierezza, la trasmissione sul mass media è in effetti diretta esclusivamente a condizionare a diversi livelli tutti gli individui, per integrarli in un'unica società dominatrice, la censura, sabotando qua e là parti di questa trasmissione, rischierebbe di rovinarne il suo intero contenuto propagandistico e di mettere, i singoli, in condizione di sfuggire al controllo.
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