Elezioni 2008

Non voglio inserirmi nel discoso ma penso di poter affermare con sufficiente certezza che la quasi totalità del forum non capisca una sega di quello che scrive ne' Larm nè qualsiasi altra persona sulla filosofia.
 

Tex

Zoidberg
Beh, un po' di gente credo che ci sia, credo tutti coloro che hanno fatto un liceo o sono cmq in quinta (qualcuno in quarta fa già Hegel comunque). Poi guarda, una conseguenza del fatto che il marxismo sia una fede è che non puoi dimostrare né che è una cazzata, né che avverrà, per cui alla fine i discorsi intorno ad esso si riducono davvero ad uno scambio di opinioni su cosa pensi sia giusto. Certo che se nemmeno hai capito questo della tua posizione e per difenderla ti riduci ad inventare cose che non hai letto e ad aggredire il tuo interlocutore allora penso che il minimo che puoi aspettarti è la messa a nudo della tua ignoranza (cosa che in questo caso ha rivelato vere VORAGINI lol).
 

Pigkappa

Passante
Tex ha scritto:
Beh, un po' di gente credo che ci sia, credo tutti coloro che hanno fatto un liceo o sono cmq in quinta (qualcuno in quarta fa già Hegel comunque). Poi guarda, una conseguenza del fatto che il marxismo sia una fede è che non puoi dimostrare né che è una cazzata, né che avverrà, per cui alla fine i discorsi intorno ad esso si riducono davvero ad uno scambio di opinioni su cosa pensi sia giusto. Certo che se nemmeno hai capito questo della tua posizione e per difenderla ti riduci ad inventare cose che non hai letto e ad aggredire il tuo interlocutore allora penso che il minimo che puoi aspettarti è la messa a nudo della tua ignoranza (cosa che in questo caso ha rivelato vere VORAGINI lol).
Uhm, sinceramente, non vedo come uno studente di quinta liceo possa tenere un tono un po' arrogante ("mi vuoi fregare, ma io ne so più di te!") con qualcuno che la filosofia la studia all'università ormai da qualche anno e che si esprime anche in modo comprensibile come Larm. La filosofia andrà almeno un po' oltre quello che si può imparare al liceo...
 

Gkx

Admin
confermo.  io di filosofia non so praticamente una mazza a parte quel paio di autori che mi hanno attirato abbastanza da farmi fare ricerche per conto mio (e tra questi non ci sono né hegel né kant), ma penso che mentre larm possa permettersi di usare un tono arrogante con te essendo un laureando in filosofia con una media del 30 (almeno io sono rimasto lì) tu facendo filosofia quelle due ore a settimana non possa confutargli un bel niente.  poi aspetto la sua replica
 

Tex

Zoidberg
Infatti, per questo ho chiesto e consultato sulla Garzantina. Ma o si spiega male lui, o interpreta *piuttosto liberamente* tutto quanto (il che è senz'altro molto bello e positivo, tranne quando vai a travisarei le cose). Per il resto, si è limitato ad usare il suo solito tono arrogante (che credo userebbe pure con Habermas o Putnam) più che ad argomentare seriamente. Se lo farà non avrò certo difficoltà ad ammettere il mio errore, ci mancherebbe :\
 

AMD

Amministratore di condominio
piccolo OT: ma thunder, dopo avermi fatto una lista kilometrica di domande nn si è più fatto vedere?

pensava che nn gli rispondessi e potesse così mettermi alla gogna perchè "berlusconicaccapupù e chi lo vota nn sa dire perchè lo vota e nn sa rispondere alle critiche"?
 
AMD4 ha scritto:
piccolo OT: ma thunder, dopo avermi fatto una lista kilometrica di domande nn si è più fatto vedere?
A dire il vero il tuo non é assolutamente un OT. :D

AMD4 ha scritto:
pensava che nn gli rispondessi e potesse così mettermi alla gogna perchè "berlusconicaccapupù e chi lo vota nn sa dire perchè lo vota e nn sa rispondere alle critiche"?
Non prendertela, ma sappi che solitamente é così.
 
L

Larm

Tex ha scritto:
Infatti, per questo ho chiesto e consultato sulla Garzantina. Ma o si spiega male lui, o interpreta *piuttosto liberamente* tutto quanto (il che è senz'altro molto bello e positivo, tranne quando vai a travisarei le cose). Per il resto, si è limitato ad usare il suo solito tono arrogante (che credo userebbe pure con Habermas o Putnam) più che ad argomentare seriamente. Se lo farà non avrò certo difficoltà ad ammettere il mio errore, ci mancherebbe :\
Tex, la prima cosa che dovresti aver imparato da Popper è che in filosofia non ci sono "errori", poiché opera in modo molto diverso dal metodo scientifico. Solo nel campo della storia della filosofia (quella che si insegna alle superiori) puoi effettuare un errore di fatto, ad esempio sbagliare una data di pubblicazione o l'ordine delle pubblicazioni di un autore (che è comunque cosa piuttosto importante, poiché sbagliare l'ordine temporale può portarti a interpretazioni sbagliate).

Ma nel campo della filosofia effettiva, attiva e pratica ci sono solo interpretazioni più forti, personali e creative di altre, che si impongono da sè per la loro efficacia. Dipende sempre da quello che ti interessa, da quello che vuoi dimostrare e dove vuoi andare a parare.

Quello che ti ho detto su Hegel e Marx è in ogni caso ampiamente provato, oltre che dai testi degli autori, anche da almeno un secolo di interpretazioni. Ti parlo ad esempio di Kojève o di Hyppolite in Francia, di Marcuse in Germania, cioè gente che ha determinato in modo parecchio pesante lo sviluppo del pensiero contemporaneo (i testi di Marcuse sono stati praticamente presi come "manuali" dei moti del '68, mentre tra gli allievi dei due francesi ci sono Sartre, Merleau-Ponty, Bataille, Klossowski, Lacan, Deleuze, Foucault, Derrida ecc).

Per quanto riguarda Marx (Capitale, Libro III, cap. 48, § 3):

"La ricchezza reale della società e la possibilità di un costante ampliamento del suo processo riproduttivo non dipende perciò dal tempo di durata del pluslavoro, ma dalla sua produttività e dalle condizioni di produzione più o meno estese in cui esso è svolto. In pratica il regno della libertà inizia solo laddove termina il lavoro comandato dalla necessità e dalla finalità estrinseca; per questo si trova al di fuori della sfera della produzione materiale propriamente detta."

E questa parte ti farebbe pensare che il comunismo, o in ogni caso la libertà, debba avvenire come sostituzione al regime capitalistico per il suo abbattimento. Però Marx continua:

"Come il selvaggio è costretto a lottare con la natura per soddisfare le proprie necessità, per conservare e riprodurre la propria esistenza, così anche deve fare l'uomo civile, e lo deve fare in tutte le forme della società e in tutti i modi di produzione che possono esservi. Sviluppandosi egli sempre di più, si allarga la sfera delle necessità naturali, in quanto aumentano i suoi bisogni, ma contemporaneamente aumentano le forze produttive atte a soddisfare tali bisogni."

Quindi l'uomo deve lavorare e produrre per vivere, e il regime capitalistico non è che uno dei regimi di produzione massimamente sviluppati. Non c'è proprio un minimo di spazio per le utopie. Comunque andiamo oltre.

"La libertà in questa sfera può consistere solo in ciò, che l'uomo socializzato, vale a dire i produttori associati, regolano in maniera razionale questo loro ricambio organico con la natura, lo controllano in comune invece di essere dominati da esso come da una forza cieca; che essi svolgono la loro funzione con lo spreco quanto più basso di energia e nelle condizioni più adatte alla loro natura umana e ad essa più conformi. Questo tuttavia resta pur sempre una sfera delle necessità. Al di fuori di essa inizia lo sviluppo delle facoltà umane, che è fine a se stesso, [...]"

Se abbiamo già capito che non si può abolire quel regno delle necessità che è il mondo del lavoro, viene da sè la conclusione di questa frase:

"la reale sfera della libertà, che può sorgere tuttavia solo fondandosi su quella sfera delle necessità".

Mi pare abbastanza ovvio che Marx non abbia mai parlato di abbattimento del regime capitalista, se non a fini ampiamente retorici, come in quelli del Manifesto, in cui tentava di risollevare con forza una situazione di miseria terrificante (su cui si può anche discutere, visto il fallimento di quel progetto e le errate interpretazioni che continua a produrre). Marx non era un utopista ed è sempre stato il primo a condannare i tipi di socialismo fantasiosi che erano stati proposti in precedenza (Proudhon, Fourier ecc), sostituendo ad essi un socialismo scientifico, cioè basato sull'analisi e il confronto con la realtà.

Più che dare un valore negativo al regime di produzione capitalistica, Marx lo dà agli eccessi di questo modo di produzione, quel pluslavoro portato ai livelli estremi per cui nell'800 un lavoratore diventava una sorta di meccanismo di carne senza più alcuna capacità intellettiva (vedere le descrizioni della società del primo libro del Capitale, oppure i film "Metropolis" e "Tempi moderni" che rendono abbastanza bene l'idea). E se sembra che questo giudizio negativo si estenda a tutto il capitalismo è perché Marx molto spesso chiama con la parola "capitalismo" l'eccesso stesso del sistema di produzione più che il sistema di produzione in sè, cioè quando le merci e il denaro diventano dei fini e non più dei mezzi di sostentamento, procedendo sempre più verso l'astrazione e l'alienazione più totali.

Su Hegel è abbastanza più semplice, anche se per capirlo bisogna sostanzialmente leggerlo al contrario (cosa su cui concorda pressoché tutta la filosofia a lui posteriore). Il termine del percorso dello Spirito avviene in Hegel quando esso elimina/rimuove (hebt auf) il tempo. "Questo Io = Io è il movimento che si riflette entro se stesso. Infatti, poiché questa uguaglianza, in quanto negatività assoluta, è la differenza assoluta, ecco che l'autouguaglianza dell'Io si contrappone a questa differenza pura. Tale differenza, in quanto è la differenza pura e, al contempo, è oggettiva per il Sé che sa se stesso, va espressa come il tempo" (Fenomenologia, sezione VIII, "Lo spirito assoluto", p. 1057 dell'edizione Bompiani che ho io).

Ma se il tempo è ciò che fa pulsare tutto il processo storico dello Spirito, se "il tempo è il Concetto stesso nella sua esistenza" (Prefazione, p. 103), se il Concetto stesso è il Sé o lo Spirito Assoluto che è il fine (e la fine) della storia della fenomenologia stessa ("il regno degli spiriti, che in tal modo ha formato se stesso nell'esistenza, costituisce una successione in cui uno spirito ha sostituito l'altro, e in cui ciascuno ha preso in consegna dal precedente il regno del mondo. La meta di questa successione è la rivelazione della profondità, e tale rivelazione è il Concetto assoluto", ultima pagina della Fenomenologia), vuol dire che lo Spirito alla fine della storia elimina (hebt auf) se stesso!

E sembra incredibile, ma per capire questa cosa basta leggere la Fenomenologia in modo letterale, cioè prendere la "rimozione" in senso molto poco astratto, senza farsi fuorviare dalle pippone dialettiche con cui Hegel adora autogiustificare la propria proposta, che derivano sostanzialmente 1. dalla necessità di autogiustificare la propria posizione di "filosofo di Stato prussiano", 2. dal tipico Zeitgeist dell'epoca, in cui la Germania sentiva quel forte desiderio di unificazione di cui il sistema hegeliano è la massima espressione.

Ora, su Hegel penso si potrebbe discutere fino al prossimo millennio, dato che la sua opera è il coacervo e il riassunto di tutti gli errori, di tutte le tendenze e di tutte le contraddizioni dell'Occidente e della filosofia stessa, fino appunto alla sua autodistruzione (Hegel è il primo a parlare di "fine della storia", e lo fa in tutte le sue opere, dalla Fenomenologia alle lezioni di estetica, anche se lui identificava la fine, il termine, con il fine, cioè l'obiettivo, scambiando l'effetto per la causa). Quello che bisogna tenere presente è che se tu attualmente studi una materia che si chiama storia della filosofia (e quindi non stai facendo filosofia), stai studiando una cosa che è stata escogitata interamente da Hegel, e qualsiasi professore di storia della filosofia, proprio perché è professore, non può non essere hegeliano, almeno in parte. Perché Hegel è l'autenticazione che i filosofi di Stato, quelli che appoggiano lo stato di cose vigenti (quindi sostanzialmente chiunque prenda uno stipendio pubblico), danno di se stessi. Se Marx e Nietzsche hanno insegnato una cosa fondamentale, è che la filosofia non solo deve essere, ma è in ogni caso l'espressione di una particolare forma di vita. Se la filosofia di una persona è astratta, vuol dire che anche la sua vita è astratta, punto.

E Hegel è talmente astratto che ti spaccia la sua astrazione per il vero concreto o per la realtà ("il reale è razionale", ecc). Hegel ti dice che l'intera storia del mondo era finalizzata all'esistenza dello Spirito assoluto, cioè della sua stessa esistenza; tu gli credi, ed ecco che Hegel diventa un dio, senza nemmeno accorgerti di aver accettato la teologia. L'unica differenza tra Hegel, il Papa o Berlusconi è che perlomeno il primo, oltre alla propria autogiustificazione, ti dava anche lui stesso gli strumenti per smontarla. Ed è sempre meglio un pipparolo mentale che un politico, almeno il primo è meno dannoso agli altri, quantomeno nel breve termine.

Quello che ti chiedo a questo punto è per favore di non portare questo topic verso un eventuale thread separato chiamato "filosofia", che penso sarebbe la sconfitta più colossale dopo le ultime elezioni. Se la filosofia serve a qualcosa, è a darti degli strumenti di autoformazione che ti permettano di esercitarti a pensare con più precisione ed efficacia, e non al chiacchiericcio sterile e nozionistico. Se vuoi dei consigli su dei libri o delle letture come già detto sono ampiamente disponibile (magari via MP).

confermo.  io di filosofia non so praticamente una mazza a parte quel paio di autori che mi hanno attirato abbastanza da farmi fare ricerche per conto mio (e tra questi non ci sono né hegel né kant), ma penso che mentre larm possa permettersi di usare un tono arrogante con te essendo un laureando in filosofia con una media del 30 (almeno io sono rimasto lì) tu facendo filosofia quelle due ore a settimana non possa confutargli un bel niente.  poi aspetto la sua replica
29 e mezzo o qualcosa di simile. Abbastanza grazie al cielo per prendermi qualche cazzo di borsa di studio e, spero, laurearmi con un inutile 110 (per la sola triennale ovviamente). Non abbastanza per essere (troppo) arroganti, comunque.

Comunque Kant non lo sottovaluterei, anche se da leggere spesso è abbastanza allucinante (aveva quest'abitudine di scrivere tutto quello che gli veniva in mente). In ogni caso se si riesce a leggere un mio periodo per intero penso lo si possa affrontare senza problemi..
 

AMD

Amministratore di condominio
Gabriel Aramil ha scritto:
A dire il vero il tuo non é assolutamente un OT. :D
nn volevo disturbare la discussione filosofica , dalla quale mi tiro bellamente fuori perchè manco so chi è nietsche a momenti (anzi so solo che era un filosofo e basta :V)

Gabriel Aramil ha scritto:
Non prendertela, ma sappi che solitamente é così.
eh, dovrebbe far piacere che finalmente si sia trovato qualcuno che motiva no?
 

Pigkappa

Passante
Larm ha scritto:
Comunque Kant non lo sottovaluterei, anche se da leggere spesso è abbastanza allucinante (aveva quest'abitudine di scrivere tutto quello che gli veniva in mente).
Pensate che si narra l'esistenza di uomini che sono riusciti a leggere le opere di Hegel...
 
L

Larm

Pigkappa ha scritto:
Pensate che si narra l'esistenza di uomini che sono riusciti a leggere le opere di Hegel...
Sostanzialmente, se fai un corso universitario di filosofia è inevitabile beccarsi, per svariati motivi, almeno uno o due corsi su Hegel. O che lo si elogi o che lo si critichi è un mattone pesante da digerire per l'Occidente, in tutti i sensi. Il mio stesso professore tesista, che è parecchio esperto di idealismo tedesco (la traduzione in commercio dei "Discorsi alla nazione tedesca" di Fichte è sua), è passato da corsi incentrati su Leibniz/Kant/Fichte/Hegel a corsi completamente spostati sulla critica dell'idealismo (Horkheimer/Adorno, Foucault, Deleuze ecc).

In compenso, se riesci a leggere per intero un'opera di Hegel, e non impazzisci del tutto (cosa davvero difficile, garantisco), gli strumenti che ti dà sono abbastanza preziosi. Se non in modo diretto, perlomeno per capire in che cosa specificamente ha sbagliato l'Occidente, poiché Hegel è riuscito a portare l'errore a un tale livello di esasperazione da mostrare limpidamente anche la propria disfatta.

Tra le altre cose, dimenticavo di annotare che pressoché l'intero insegnamento scolastico italiano è ancora organizzato sui modelli ampiamente hegeliani di Croce e Gentile, guardacaso elaborati in un periodo in cui l'Italia aveva bisogno di rifondare e rafforzare la propria unità politica. Con la Fenomenologia perciò hai sostanzialmente in mano un intero secolo di scelte discutibili, abbastanza preziosa perché, come si sa non è così frequente trovare degli scritti degli esponenti principali dello schieramento avversario..
 

Thunder

Amico
AMD4 ha scritto:
piccolo OT: ma thunder, dopo avermi fatto una lista kilometrica di domande nn si è più fatto vedere?

pensava che nn gli rispondessi e potesse così mettermi alla gogna perchè "berlusconicaccapupù e chi lo vota nn sa dire perchè lo vota e nn sa rispondere alle critiche"?
eccomi, nn sono intervenuto prima perkè la discussione aveva preso una piega (filosofica) ke nn mi interessavae per tua informazione nn volevo mettere alla gogna nessuno (nn fare come silvio ke crede ke tutti quelli di sinistra siano stalinisti), cercavo solo kiarimenti

volevo farti notare ke hai driblato alcune domande

1)come spieghi il fatto ke il debito pubblico disastroso ke ha l'Italia sia comparso solo dopo l'insediamento di Prodi ? perkè il governo precedente nn ha fatto nulla a riguardo, ma anzi, cosa gravissima, lo ha taciuto ?
durante il governo berlusconi del debito spaventoso dell'italia nn si è fatto sapere nulla ai cittadini, anzi durante la campagna elettorale del 2006 quelli del centro-destra dicevano addirittura di aver lasciato un bonus !

nn si dicono le bugie!

con la domanda riportata sopra mi kiedevo come facevi a difendere coloro ke hanno attuato una politica economica fallimentare e ne hanno nascosto il macabro risultato

8)la candidatura di tutti quei condannati e pregiudicati (Ciarrapico in primis) nn ti scandalizza nemmeno un pò ?
nn mi riferivo al Ciarrapico fascista, ma al Ciarrapico pluricondannato, anke se nelle assemblee del pd gli battono le mani, almeno hanno avuto la decenza di nn candidarlo. Inoltre la domanda nn si riferiva solo a lui visto ke il pdl ha il maggior numero di gente con problemi con la giustizia
9)la legge elettorale antidemocratica è forse figlia di nessuno ?
a questa nn hai risposto, ma ti giustifico perkè l'ho postata dopocmq in sostanza nn hai difeso la tua parte, ma ti sei limitato a farci notare ke di merda ce n'è anke a sinistra (cosa ke sapevamo anke noi)

a questo punto mi kiedo come hai fatto a scegliere tra merda e merda

mi sento anke in dovere di postare la riflessione ke ho fatto prima di andare a votare, per nn farti credere di essere senza argomentazioni:

a destra vedevo uno skieramento di condannati (e per reati mica da ridere), mafiosi e corrotti vari e ke ha come leader un uomo ke si è arrikkito spaventosamente con dio solo sa quanti e quali illeciti, ke promette le stesse cose da 14 anni e ke in 5 anni di governo nn ha realizzato, tipo il federalismo fiscale (cosa tra l'altro nn gradita a noi del sud),l'abbassamento delle tasse, le grandi opere (e il risanamento dei conti per restare in europa ?), meno immigrazione clandestina, ecc...Inoltre berlusconi dal mio punto di vista nn ha credibilità, perkè ha dimostrato di saper mentire spudoratamente alla grande, come ha fatto riguardo a Biagi

ha snobbato un problema sentito come il lavoro precario (conosco gente ke a 35 anni è ancora precaria, e se, come me, nn siete figli di papà saranno cazzi anke per voi!)

è favorevole ad un ritorno al nucleare (su cui sono fermamente contrario, ma su questo argomento c'è un'altro topic)

e infine promette sicurezza lui, ke + di tutti ha rovinato il settore della giustizia (se i criminali nn pagano è ovvio ke c'è meno sicurezza)

dall'altra parte invece vedo un leader ke è "pulito"(stando a quanto ne so io), ke si presenta con una proposta di cambiamento (almeno ha detto di provarci) e ke ha abbracciato il giustizialismo di Di Pietro, ke a me piace tanto

come skieramento nn rispekkia le mie aspettative, ma se volevo votare il meno peggio...
 

Tex

Zoidberg
Oh, finalmente un'argomentazione seria! Come avevo detto, mi rimangio ogni insulto. Rispondo solo brevemente qui e se ti va possiamo andare avanti via MP, naturalmente con questo tono civile.

Larm ha scritto:
Tex, la prima cosa che dovresti aver imparato da Popper è che in filosofia non ci sono "errori", poiché opera in modo molto diverso dal metodo scientifico. Solo nel campo della storia della filosofia (quella che si insegna alle superiori) puoi effettuare un errore di fatto, ad esempio sbagliare una data di pubblicazione o l'ordine delle pubblicazioni di un autore (che è comunque cosa piuttosto importante, poiché sbagliare l'ordine temporale può portarti a interpretazioni sbagliate).

Ma nel campo della filosofia effettiva, attiva e pratica ci sono solo interpretazioni più forti, personali e creative di altre, che si impongono da sè per la loro efficacia. Dipende sempre da quello che ti interessa, da quello che vuoi dimostrare e dove vuoi andare a parare.
D'accordissimo.

Larm ha scritto:
Per quanto riguarda Marx (Capitale, Libro III, cap. 48, § 3):

"La ricchezza reale della società e la possibilità di un costante ampliamento del suo processo riproduttivo non dipende perciò dal tempo di durata del pluslavoro, ma dalla sua produttività e dalle condizioni di produzione più o meno estese in cui esso è svolto. In pratica il regno della libertà inizia solo laddove termina il lavoro comandato dalla necessità e dalla finalità estrinseca; per questo si trova al di fuori della sfera della produzione materiale propriamente detta."

E questa parte ti farebbe pensare che il comunismo, o in ogni caso la libertà, debba avvenire come sostituzione al regime capitalistico per il suo abbattimento. Però Marx continua:

"Come il selvaggio è costretto a lottare con la natura per soddisfare le proprie necessità, per conservare e riprodurre la propria esistenza, così anche deve fare l'uomo civile, e lo deve fare in tutte le forme della società e in tutti i modi di produzione che possono esservi. Sviluppandosi egli sempre di più, si allarga la sfera delle necessità naturali, in quanto aumentano i suoi bisogni, ma contemporaneamente aumentano le forze produttive atte a soddisfare tali bisogni."

Quindi l'uomo deve lavorare e produrre per vivere, e il regime capitalistico non è che uno dei regimi di produzione massimamente sviluppati. Non c'è proprio un minimo di spazio per le utopie. Comunque andiamo oltre.

"La libertà in questa sfera può consistere solo in ciò, che l'uomo socializzato, vale a dire i produttori associati, regolano in maniera razionale questo loro ricambio organico con la natura, lo controllano in comune invece di essere dominati da esso come da una forza cieca; che essi svolgono la loro funzione con lo spreco quanto più basso di energia e nelle condizioni più adatte alla loro natura umana e ad essa più conformi. Questo tuttavia resta pur sempre una sfera delle necessità. Al di fuori di essa inizia lo sviluppo delle facoltà umane, che è fine a se stesso, [...]"

Se abbiamo già capito che non si può abolire quel regno delle necessità che è il mondo del lavoro, viene da sè la conclusione di questa frase:

"la reale sfera della libertà, che può sorgere tuttavia solo fondandosi su quella sfera delle necessità".

Mi pare abbastanza ovvio che Marx non abbia mai parlato di abbattimento del regime capitalista, se non a fini ampiamente retorici, come in quelli del Manifesto, in cui tentava di risollevare con forza una situazione di miseria terrificante (su cui si può anche discutere, visto il fallimento di quel progetto e le errate interpretazioni che continua a produrre). Marx non era un utopista ed è sempre stato il primo a condannare i tipi di socialismo fantasiosi che erano stati proposti in precedenza (Proudhon, Fourier ecc), sostituendo ad essi un socialismo scientifico, cioè basato sull'analisi e il confronto con la realtà.

Più che dare un valore negativo al regime di produzione capitalistica, Marx lo dà agli eccessi di questo modo di produzione, quel pluslavoro portato ai livelli estremi per cui nell'800 un lavoratore diventava una sorta di meccanismo di carne senza più alcuna capacità intellettiva (vedere le descrizioni della società del primo libro del Capitale, oppure i film "Metropolis" e "Tempi moderni" che rendono abbastanza bene l'idea). E se sembra che questo giudizio negativo si estenda a tutto il capitalismo è perché Marx molto spesso chiama con la parola "capitalismo" l'eccesso stesso del sistema di produzione più che il sistema di produzione in sè, cioè quando le merci e il denaro diventano dei fini e non più dei mezzi di sostentamento, procedendo sempre più verso l'astrazione e l'alienazione più totali.
Questo mi sembra in realtà il problema più facile. Ora che hai spiegato bene che intendevi direi che l'incomprensione è sorta dalla diversa definizione di "Capitalismo" che mi è stata data: a me ciò che tu chiami "Capitalismo" in generale è stato presentato come "Società Industriale", mentre i suoi eccessi come, appunto, Capitalismo. Da lì il fatto che non capissi proprio come Marx potesse pensare di affiancare la società senza classi ad una che vedeva come sfruttatrice ed alienante.

Ciò che considero utopico non è certamente questo, quantopiù la realizzazione del suo progetto (e anche dell'eventuale giustizia della società che propone), mentre su Hegel la cosa si fa più problematica, non riesco a starti dietro fino alla fine del tuo ragionamento, ma visto che stiamo andando troppo OT continuiamo il discorso via MP su entrambi gli argomenti.
 

MC5

n00b ante litteram
qui si dice che sia allucinante leggersi un'intera opera di Kant/Hegel...

Provate a leggere per intero anche solo 2 pagine di questa discussione, poi mi direte :D

Ok, ok...me ne torno alle sezioni pokemon...
 
L

Larm

Tex ha scritto:
Ciò che considero utopico non è certamente questo, quantopiù la realizzazione del suo progetto (e anche dell'eventuale giustizia della società che propone)
Su questo intanto rispondo qua, perché c'è chiaramente in gioco una posta politica. Il progetto di Marx, come già detto, non è proprio nulla di utopistico, tant'è che è già stato effettuato in moltissimi modi: si tratta in primo luogo molto semplicemente di ridurre l'orario lavorativo, per far sì che la necessità del mondo del lavoro non reprima lo spazio della libertà umana di respirare e di pensare. Senza Marx potresti proprio scordarti le 40 ore lavorative settimanali (che tra l'altro rispetto ad altri paesi europei sarebbero pure tante, in Francia ad esempio ne fanno 35).

A sensazione, secondo me, come già ti ho detto, tendi a scambiare in maniera grossolana il Marx del "Manifesto" per l'intero programma di Marx, nonché il Marx letto dalla rivoluzione bolscevica con il Marx effettivo; perché altrimenti non capisco cosa ci sarebbe di sbagliato nel pensiero di una società dove lo sfruttamento della persona sulla persona è ridotto, dove ciascuno riesce da una parte ad avere la propria libertà individuale ampiamente conservata, e dall'altra può alternativamente dare o ottenere una mano dalle altre persone. Il "Manifesto" è uno dei luoghi abbastanza sporadici in tutta l'opera di Marx dove lui espone un metodo specifico per il raggiungimento di questo tipo di società, che tra l'altro rivedrà fortemente dopo il fallimento dei moti del '48. La maggior parte delle sue opere sono pura critica e analisi della società vigente, per il semplice fatto che se nella sua società c'era un cambiamento da fare lui lo faceva, senza perdersi in chiacchiere metafisiche (noi al giorno d'oggi per questo abbiamo i forum su internet, un tempo c'era solo l'idealismo).

E' stupidissimo parlare di realizzazione di un progetto formato a priori nella sua testa per lui che in primo luogo criticava proprio questa parte dell'idealismo di Hegel. Ignorare che c'è stato un Marx al di fuori dei testi marxiani è ignorare che c'è stato Marx stesso, punto. E' solo l'imbecillità metafisica dell'Occidente, di cui Hegel è il miglior esponente, a credere che non esista nessun mondo al di fuori di ciò che la gente dice o scrive.
 

Tex

Zoidberg
Uhm, un paio di domande per capire bene questa lettura di Marx.

Che propone lui esattamente  nel Capitale? Prevede di mantenere le classi della società industriale aumentando solo le ore di tempo libero dei lavoratori, quindi evitando di assegnare tutte le industrie allo Stato? Allora si potrebbe dire che l'unico tema comune tra Manifesto e Capitale è l'alienazione causata dal capitalismo o erro?

E soprattutto (anche per rimanere IT): la parola "Comunista" oggigiorno abbraccia un amprio spettro di posizioni (dai marxisti "duri e puri" ai volgari, per non parlare di coloro che si rifanno all'esperienza russa, trotskisti [con le loro divisioni] e stalinisti [oddio, spero si siano estinti tutti però è esistita come posizione e credo che esista ancora qualche idiota che lo è, tipo i neonazisti]). Tu come ti definisci, quindi? Mi pare che tu non creda alla Rivoluzione del Manifesto, quindi al di là delle considerazioni sulla politica italiana (che imho sono parecchio sterili, si può giusto dibattere che il marcio è su entrambi i fronti e che quindi praticamente la decisione è irrilevante lol), tu che idee hai?
 
L

Larm

Tex ha scritto:
Uhm, un paio di domande per capire bene questa lettura di Marx.

Che propone lui esattamente  nel Capitale? Prevede di mantenere le classi della società industriale aumentando solo le ore di tempo libero dei lavoratori, quindi evitando di assegnare tutte le industrie allo Stato? Allora si potrebbe dire che l'unico tema comune tra Manifesto e Capitale è l'alienazione causata dal capitalismo o erro?
Esatto. Marx di per sé non ha mai proposto proprio nessuna "soluzione" in modo diretto, si è sempre limitato ad analizzare criticamente le tendenze alienanti del capitale. Tutte le proposte "violente" ritengo siano da attribuire più ad Engels che a Marx.

Il massimo che si può fare dalle opere di Marx per ricavarne qualche indicazione sulla sua concezione del comunismo è leggerle "a ritroso", andando nella direzione opposta rispetto al capitalismo, cosa che si può far benissimo leggendo il primo libro del Capitale. Come tutti i grandi "economisti" dell'etica (e parlo di Epicuro, del Buddha, volendo anche Socrate o Gesù), Marx puntava ad una società dove ognuno possa sviluppare liberamente la propria vita e la propria intelligenza, e come tutte queste persone vedeva come assolutamente essenziale la divisione sociale del lavoro perché questo potesse avvenire. Questo per un motivo essenziale: se le altre persone ti danno una mano per ciò in cui non sei specializzato, la quantità di lavoro che ti spetta viene alleggerita; con questo hai più tempo per sviluppare le tue attitudini personali, e di conseguenza 1. hai più tempo per sviluppare le tue attitudini personali, 2. sviluppando le tue attitudini comprendi meglio per quali attività sei più portato rispetto ad altre, 3. riesci ad individuare con più precisione la "potenza" che puoi sviluppare al meglio e, 4. nel caso non potessi effettuare proprio quella professione, effettuarne una diversa ti peserà molto di meno, poiché se puoi affidarti all'aiuto degli altri la tua mente rimarrà comunque maggiormente libera da preoccupazioni.

Certo per raggiungere un simile tipo di "equilibrio" è necessario prima di tutto ridurre i corporativismi e i settarismi di qualsiasi genere, anche quelli delle religioni istituzionalizzate (che pretendono sempre di possedere delle verità inconoscibili ai miseri plebei, esattamente come i grandi imprenditori possiedono un grosso conto in banca). Dico "ridurre", perché Marx aveva capito molto prima di tutti che era assolutamente stupido credere di poter eliminare il capitalismo o di poter cancellare di botto la società industriale, come vorrebbero gli utopisti nonché chiunque abbia utilizzato la parola "comunista" dall'inizio del '900 ad oggi. Del resto operazioni globali come la rete internet, con i suoi pregi e i suoi difetti, sarebbero del tutto impensabili se non fossero state lasciate almeno un po' libere le tendenze del capitalismo.

E soprattutto (anche per rimanere IT): la parola "Comunista" oggigiorno abbraccia un amprio spettro di posizioni (dai marxisti "duri e puri" ai volgari, per non parlare di coloro che si rifanno all'esperienza russa, trotskisti [con le loro divisioni] e stalinisti [oddio, spero si siano estinti tutti però è esistita come posizione e credo che esista ancora qualche idiota che lo è, tipo i neonazisti]). Tu come ti definisci, quindi? Mi pare che tu non creda alla Rivoluzione del Manifesto, quindi al di là delle considerazioni sulla politica italiana (che imho sono parecchio sterili, si può giusto dibattere che il marcio è su entrambi i fronti e che quindi praticamente la decisione è irrilevante lol), tu che idee hai?
Per quanto mi riguarda, se devo per forza ritenermi "qualcosa", credo di poter dire che a mio modo sono sia marxista (anche più di quanto creda o desideri essere) che comunista. Forse gli Area sono la miglior espressione di quanto intendo con questa parola..
 

Thunder

Amico
[ironia]state ancora a parlare di Marx ?[/ironia]

Dell'Utri ha detto ke vorrebbe cancellarlo dai programmi di scuola insieme con la Resistenza

(si, Dell'Utri, lo stesso "uomo di cultura" ke aveva spacciato per veri dei diari di mussolini falsi come il fatto ke lui è un onesto cittadino)

P.S. x AMD è passata una settimana perkè nn hai risposto ?
 

Iro

Amministratore di condominio
Carfagna51.jpg


Mara Carfagna - all'anagrafe Maria Rosaria Carfagna - (Salerno, 18 dicembre 1975) è una politica e showgirl italiana, parlamentare del Popolo delle Libertà e attualmente Ministro per le Pari Opportunità.
 

Thunder

Amico
hann fatto ministro anke Elio Vito, noto per essere stato condannato per mafia, "ministro dei rapporti col parlamento" (o meglio "ministro dei rapporti della mafia col parlamento", così aprivano un canale di comunicazione diretto alla luce del sole. hahaha..haha..ha...cazzo)

Iroquis` ha scritto:
Carfagna51.jpg


Mara Carfagna - all'anagrafe Maria Rosaria Carfagna - (Salerno, 18 dicembre 1975) è una politica e showgirl italiana, parlamentare del Popolo delle Libertà e attualmente Ministro per le Pari Opportunità.
carriera lampoP.s. evviva è stato riaperto il topic, ti voglio bene Iro
 

Dark Knight

Amministratore di condominio
Thunder ha scritto:
hann fatto ministro anke Elio Vito, noto per essere stato condannato per mafia, "ministro dei rapporti col parlamento" (o meglio "ministro dei rapporti della mafia col parlamento", così aprivano un canale di comunicazione diretto alla luce del sole. hahaha..haha..ha...cazzo)

carriera lampo

P.s. evviva è stato riaperto il topic, ti voglio bene Iro
ummm.....e cosa te lo fa pensare??

:D ^^
 

Gkx

Admin
in spagna l'esecutivo è composto per più della metà da donne.  noi ne abbiamo 4 su 21, di cui 2 a ministeri senza portafoglio, 1 a un ministero inutile (agricoltura) e 1 alla scuola.  una di queste è un'ex-soubrette.  almeno in quello precedente c'era la bonino...
 
L

Larm

Gkx ha scritto:
in spagna l'esecutivo è composto per più della metà da donne.  noi ne abbiamo 4 su 21, di cui 2 a ministeri senza portafoglio, 1 a un ministero inutile (agricoltura) e 1 alla scuola.  una di queste è un'ex-soubrette.  almeno in quello precedente c'era la bonino...
All'agricoltura c'è Zaia (Lega Nord). La Prestigiacomo è all'ambiente.

Tanto per distrarsi un po', imitazioni della Prestigiacomo e della Santanchè ad opera della Cortellesi:

http://www.youtube.com/watch?v=9tu5BmNn8V8
 

Gkx

Admin
Gkx ha scritto:
la lega nn ha motivo di andarsene, dato che berlusconi darà ben due ministeri (castelli di sicuro alla difesa e GODO e maroni probabilissimo all'interno).. il crollo del governo è impossibile, mi spiace per te... è stato difficile far crollare quella merdosa accozzaglia di prodi che si reggeva su un vantaggio di 3 senatori e vuoi far crollare un solidissimo governo con 40 e fischia senatori di vantaggio?
ti ripeto che i partiti sono imprevedibili, e la lega ha già un precedente di tradimento nel primo governo berlusconi

(tra l'altro prima di "rimettersi insieme" bossi e berlusconi si sono insultati come non mai, poi di nuovo cari amici... il trasformismo di certi individui è sconcertante)
q.e.d., siamo vicini al crollo
 
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