Fic Challenge 2023: racconti e votazione a furor di popolo!

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Focababau

Sensei
Ti ringrazio per le sempre belle parole, Luca, e ammiro sempre molto il fatto che tu nutra verso di me maggiore stima di quanta ne nutra io stesso. Viste le circostanze credo di doverti perlomeno un approfondimento serio; non saremo pari, ma è un inizio.

La mia più grande sorpresa a questo giro è stato il grado di convinzione con cui è stato accettato, anche da chi ha apprezzato il racconto, che io l’abbia scritto per vendetta. Pur non opponendomi in linea di principio all’immagine gotica di me come moderno Edmond Dantès che trama per tre anni nei sotterranei del Castello d’If in attesa di prendersi la sua rivincita, devo quantomeno far presente un paio di incongruenze:
  • Vendetta per cosa? All’ultimo controllo, il peccato originale è che ho dato un giudizio alla storia di Carma che l’autrice non ha apprezzato. Tralasciando l’ovvietà (“fottesega”), non capisco perché avrei dovuto sbroccare ora e non nel 2016, quando Dxs e Biaf mi presero a pallettoni perché il loro albero era grosso.
  • La scomparsa di Otto sta a un ipotetico racconto di vendetta come una torta nuziale sta alla Bomba Zar. Suppongo però che dovrei essere lusingato dall’opinione condivisa sul sottoscritto: uno dal cuore talmente buono che tre anni di macchinazioni dumasiane culminano in “ho usato i nomi dei tuoi personaggi in un dramma su un pover’uomo travolto da un’apocalisse cosmica”. Gran tiro mancino, Novecento, gliel’hai proprio fatta vedere! Quando mai si riprenderà da questa umiliazione?
Questo racconto non nasce da alcun desiderio di vendetta, di rivalsa o di “far vedere che scrivo meglio”; come tutti i miei racconti, anche questo nasce da un amalgama di idee che mi affascinavano, idee che uno scrittore migliore di me sarebbe riuscito a sviscerare singolarmente anziché mappazzonarle insieme:
  • Ho amato la Ballad of Dark Homer dal primo momento in cui l’ho letta, e da allora ho desiderato replicare il profondo sentimento di straniamento e desolazione che ho provato leggendo di un mondo familiare, un mondo quasi normale, in cui un singolo cambiamento ha stravolto le vite di tutti (e di una persona in particolare). Perché Homer è ridotto così? Non lo sapremo mai, ed è ciò che rende quelle tavole così suggestive. Mi sarebbe piaciuto sviluppare un tenue legame/parallelismo con l’Alzheimer—tracce di ciò rimangono nella colonna sonora che ho ascoltato per lunghi tratti della stesura, Everywhere at The End of Time—, ma alla fine credo che a uno scrittore come me sia più consono un mistero fantascientifico che un dramma su una patologia con risvolti terribili nelle vite di molti.
  • Se la premessa della Ballad of Dark Homer è il mistero, il decadimento del falso vuoto è la soluzione di quel mistero. Viste le mie passioni potremmo dire perpendicolari parallele per la fisica delle alte energie e l’escatologia, non penso dovrebbe sorprendere nessuno che il momento in cui ho scoperto l’esistenza di quel fenomeno quantistico congetturato sia stato anche il momento in cui ho deciso che avrei dovuto inserirlo da qualche parte. Cosa c’è di più affascinante di una catastrofe invisibile, imprevedibile e ineludibile? Cosa c’è di più terrificante dell’idea che, mentre scrivo queste parole, l’universo potrebbe essere già in corso di cancellazione e nessuno lo saprebbe finché non tocca a noi?
  • Il pallino di un uomo affetto da pensieri intrusivi di natura violentemente sessuale, in sé vagamente ispirati a reali sintomi ravvisabili in certi individui che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo, per la verità non so quando mi sia venuto. Fra i tre spunti è quello che mi interessava di meno, ma è anche quello che giustifica l’impianto del racconto, che innesca le interazioni fra i personaggi, che permette alla trama di muoversi dal punto A al punto B, dal mistero alla soluzione; in altri termini, è il conflitto.
Queste idee (in mezzo a molte altre) mi frullavano in testa già da prima del Fic Contest 2020. È sempre difficile ripercorrere a posteriori il proprio processo creativo, ma credo che le continue riflessioni sulla necessità narrativa di un conflitto—cominciate lì, ma proseguite ben oltre nel mio circolo di colleghi scrittori—abbiano innestato la chiave di volta: che un individuo emarginato per tutta la sua vita, bistrattato dalla sorte e abbandonato da chi avrebbe dovuto volergli bene, messo di fronte alla scelta per la nascita di un nuovo universo, avrebbe legittimamente potuto concludere che la soluzione fosse una fantasia escapistica in cui conflitto non ce n’è, in cui non solo lui ma tutti possono vivere senza pensieri perché la capacità di provare odio o disagio non esiste più. È bizzarro che uno dei commenti sia stato che ho ridotto questa fantasia a “mera elucubrazione di un mondo creato da un completo fallito nella vita”. Un mondo senza conflitto non è una grande idea per una storia, ma che eternità potrebbe esserci migliore di quella?

Non credo, per la verità, che l’amalgama sia ben riuscito, e il voto finale—tecnicamente non il più basso che ho preso, ma il più basso tra quelli per cui mi sono impegnato—rifletta (oltre alle magagne extranarrative) il difetto fatale che definire “di cosa parli” la Scomparsa è molto meno agevole di “horror su mostri nello specchio” o “tragedia metanarrativa su lampione che parla”. La proposta di Lucas992X non è così assurda: avrei potuto dare nomi

@Focababau: visto che ho vinto nonostante ogni mio tentativo di autosabotaggio, farò gentile usufrutto del premio migliore che i Fic Contest abbiano elargito da quando partecipo. Qualora abbia voce in capitolo sulla scelta del soggetto, mi sarebbe sempre piaciuto vedere una rappresentazione della scena finale, del momento in cui il Nulla si affaccia all’orizzonte greco e l’universo intorno a Otto inizia a evaporare per l’ultima volta. Ma qualora sia una richiesta troppo complessa, mi andrebbe benissimo anche l’aeromobile che sorvola l’autostrada durante il viaggio in notturna di Otto e sua madre. Purtroppo non sono uno scrittore molto visuale, quindi di descrizione ce ne sono poche; ma d’altronde questo vuol dire che puoi sbizzarrirti. Grazie dell’onore!
Ti chiedo per favore di commissionarmi un Pokémon da disegnare, perché i disegni realistici non sono il mio campo.
 
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