Il 23 Giugno potrebbe stare al Regno Unito Di Gran Bretagna come il 4 Luglio sta agli Stati Uniti d'America.
Certo, adesso tutti i cittadini UK sono diventati moderni William Wallace - pronti a rivendicare l'autonomia di decisione che hanno negato ai loro territori per secoli :D
Cmq non la vedrei così (so che la tua era un'esagerazione voluta). I britannici stanno esagerando alla grandissima (alla faccia del loro solito senso di understatement) chiamando l'europa dittatoriale e autoritaria, quando i suoi organi di governo sono democratici, e loro sono - giustamente - ampiamente rappresentanti. Che poi i loro europarlamentari (come i nostri) non combinino un cazzo, la colpa non è certo dell'UE... Ma su questo ci torno dopo.
Il 23 Giugno potrebbe stare al Regno Unito Di Gran Bretagna come il 4 Luglio sta agli Stati Uniti d'America.
Che ne pensate?
Mi rivolgo in particolare a te, @The Dragon, che se non erro sei diventata cittadina nordirlandese a tutti gli effetti; hai diritto di voto? Cosa voterai?
Qualunque sia la tua decisione, ricorda: stai togliendo un posto di lavoro ai britannici autoctoni!1!! Soprattutto contribuisci a rendere lo UK meno sicuro, meno libero, meno ricco ~ è buffo che lo dica proprio uno diventato famoso grazie all'apertura delle frontiere...isn't it?
Non sono cittadina britannica (non esiste un passaporto nordirlandese), cosa per cui servirebbero 5 anni di residenza + qualche migliaio di sterline per i test... Non conosco nessun cittadino UE che abbia fatto richiesta, nemmeno quelli che sono qui da decenni e magari sono coniugati con cittadini/e britannici, anche se immagino che molti degli aventi diritto correranno ai ripari adesso, e inizieranno il processo per acquisire la cittadinanza.
Per tanto, non ho diritto di voto, cmq penso che sia ovvio, se ce l'avessi voterei remain, per una serie di motivi:
1) Da quando ho acquisito una minima coscienza politica, mi sono sempre sentita - come molti giovani - cittadina Europea. Non diventeremo mai uno stato federale (nel futuro prossimo, magari fra qualche centinaio di anni ci si potrebbe pensare), ma lo sviluppo di un mercato comune prima, e in seguito di un organo politico unitario, una moneta comune, un area di libero movimento ecc. ecc. secondo me sono state semplicemente un prodotto naturale della lunga storia comune fra i paesi europei.
2) Ovviamente non ho alcuna intenzione di sputare nel piatto dove ho mangiato. Questo secondo punto è interconnesso al primo: sono cresciuta europea proprio perché le nazioni europee erano "a portata di mano", ho fatto i miei primi viaggi fuori dall'Italia proprio in UK, ho studiato in Spagna, poi in UK appunto, e alla fine sono rimasta qui, dove ora vivo stabilmente. Tutte queste possibilità sono frutto della libera circolazione, e delle leggi dell'UE. Mi riferisco anche ad aspetti molto pratici: per il mio stesso corso di studi le tasse per gli studenti extra-UE ammontavano a ben 10.000£, quando il prezzo per i cittadini UK e UE è meno della metà.
3) Veniamo a ragioni serie: sono sicura al 100% che questo euro-scetticismo, di cui il referendum incombente è figlio, venga da alcune retoriche interne che sono molto diffuse anche in Italia. Ai vari Salvini, Grillo, Farage, Cameron etc. fa sempre molto comodo avere un capro espiatorio / spauracchio a portata di mano su cui riversare lo scontento della gente che, se correttamente diretto, finirebbe anche su di loro e su tutti i loro colleghi. Allo stesso tempo, sono sicura al 100% che nessuno di loro vuole davvero uscire dalla UE, e non hanno il minimo straccio di piano concreto su cosa fare in caso di uscita. Il governo UK ha iniziato a cercare di pararsi le chiappe riempiendoci la cassetta postale di opuscoli che incitano la popolazione a votare remain immediatamente dopo aver annunciato la data del referendum (la posizione ufficiale del governo britannico la trovate
qui, ma per chi non capisce l'inglese ve la riassumo io: VI PREGO VOTATE REMAIN E' IL GOVERNO CHE VE LO ORDINA).
Diversi sondaggi testimoniano che la probabilità di essere favorevoli alla Brexit è direttamente proporzionale all'età, e alla probabilità di essere lettori di tabloid, e inversamente proporzionale al titolo di studio (
qui, e in maniera più chiara e schematica
qui). Facendo un giro fra i commenti agli articoli postati dai giornali, o su forum britannici, si evince una cosa semplicissima: c'è una disinformazione pazzesca, gli elettori del referendum voteranno sulla base di dati inventati, statistiche presunte e preconcetti.
Molti cittadini UK si sono bevuti la favola che gli immigrati europei siano decine di milioni, che tutte queste persone dipendano interamente dal generoso welfare britannico anziché lavorare e contribuire, che la burocrazia UE sia solo una gigantesca caldaia che brucia denaro pubblico britannico, che l'UE sia antidemocratica e tirannica, e imponga senza nessuna buona ragione limitazioni e regole agli stati "sottoposti" (
vedi immagine). Poi ci sono sempre più deficienti disposti a credere proprio a tutto, incluso che l'UE abbia portato milioni di musulmani in UK (come questo sia possibile è oltre la mia comprensione), o che il piano segreto di Angela Merkel è deporre la famiglia reale inglese e usare i gioielli della corona per pagare i debiti della Grecia.
Le differenze demografiche fra gli elettori orientati sul remain e quelli orientati sul leave si spiegano esattamente così: le persone meno istruite sono ovviamente più soggette a facili suggestioni, le persone anziane hanno meno dimestichezza con il cercare informazioni e statistiche, e i lettori del Sun sono talmente abituati ad ingurgitare merda da avere ormai perso qualsiasi sensibilità.
Comunque, è un dato di fatto che dopodomani i britannici andranno a votare, e molti di loro andranno a votare sulla base di concezioni totalmente sbagliate. Non mi resta che augurargli buona fortuna.
Giusto per chiarire delle ultime cose: sono ovviamente punta nel vivo e sono sdegnata di questo clima da caccia delle streghe nei confronti di noi immigrati qui in UK. Ci sono alcune misure che il governo inglese ha ritenuto di dover applicare "contro" di noi, e per quanto sia contraria (per il mio orientamento politico), capisco che fossero sentite come una necessità da molti cittadini britannici: recentemente il sistema di sussidi statali è stato ridimensionato, sia verso i locali che verso gli immigrati europei, che ora dovranno aspettare tempi molto lunghi (si parla di anni) prima di avere diritto ad alcuni servizi. Ripeto che non sono d'accordo, ma è una manovra che ritengo in qualche modo ragionevole.
La brexit invece, dovesse andare in porto, farà tanto male all'UK quanto al resto dell'europa. Gli analfabeti (neanche tanto funzionali) del fronte "leave" si stanno leccando i baffi alla prospettiva di una disgregazione dell'UE, senza tenere minimamente conto dell'influenza disastrosa che avrà sull'UK stessa in termini di perdita di lavori, recessione economica e quant'altro. Le due economie sono troppo dipendenti l'una dall'altra, e in particolare quella UK finirà in un equilibrio precarissimo senza poter contare sui loro maggiori "importatori". La soluzione (o palliativo) a questo è rimanere nell'EEA... quindi da un lato il problema più grosso, che fomenta il fronte del leave è la libera circolazione e l'ingresso di immigrati UK che questo porta, e dall'altro sanno bene che la loro unica speranza di restare a galla si basa sul rimanere parte dell'EEA - ovvero continuare a garantire la libertà di movimento ai cittadini UE, essendo al contempo estromessi dagli organi di governo europei (ma dovendo sottostare alle loro regole). Well done Britain, un piano indubbiamente ben pensato.
Questo post è diventato lunghissimo, cmq aggiungo solo una piccola postilla personale: non ho mai pensato, fino a circa una ventina di giorni fa, che l'UK avrebbe potuto davvero votare per il leave. Sapevo che il risultato sarebbe stato abbastanza vicino, ma ho sempre dato per scontato che sarebbe stato un nulla di fatto. I sondaggi recenti mi danno torto, e per quanto io sia ancora moderatamente fiduciosa (fondamentalmente penso che l'esito sarà simile a quello del referendum per l'indipendenza scozzese), per la prima volta mi sono dovuta trovare a considerare l'ipotesi che quella che è stata la mia casa per i passati anni, potrebbe presto non esserlo più; o almeno non esserlo alle stesse condizioni. Per la cronaca so che io (e gli altri cittadini UE come me) non verremo immediatamente deportati - nemmeno dopo che la Brexit sarà effettivamente avvenuta - ma mi spaventa pensare a quello che succederà. Ho sempre guardato al mercato del lavoro UK come una delle mie migliori chances per il futuro (oltre che per il presente, ovvio), e adesso vedo tanti miei "concittadini" che perorano a favore del diritto di buttarci immediatamente fuori in caso di perdita del lavoro - noncuranti di tutto quello che i tanti europei hanno dato all'UK, dalle cose materiali (il bilancio tasse pagate/servizi ricevuti è ampiamente in positivo) al contributo alla crescita del paese.
EDIT: da brava ignorante, ho prima postato e poi letto i post degli altri. Ho pensato che se avessi avuto qualcosa a cui rispondere avrei editato. Ho letto e ovviamente mi sembra che molti di voi siano d'accordo con il mio punto di vista, e abbiano detto molte delle cose che ho detto io. Quindi edito solo per dire, Sol Campbell, ma vaffanculo, va.