Iro
Amministratore di condominio
Il blitz nelle regioni del Nord Italia. Tra gli obiettivi una casa di Berlusconi
Antiterrorismo: 15 arresti, anche ex brigatisti
Gli indagati, tra cui alcuni ex sindacalisti, sono accusati di voler far rinascere le Brigate Rosse. Amato: «Forse sventato un attentato»
ROMA - Il blitz scattato all'alba in diverse regioni del Nord Italia contro gruppi legati alla rinascita delle Br è stato apprezzato dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato: «Probabilmente questa volta siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista. E lo abbiamo fatto grazie a due anni di indagini condotte con grande professionalità dalle Digos di Milano, Padova, Torino e Trieste, sotto la direzione dell'Ucigos, non senza l'importante collaborazione dell'intero sistema di sicurezza antiterrorismo, a cominciare dal Sisde. Per mesi i componenti di questa colonna brigatista sono stati sottoposti non solo a intercettazioni, ma anche a controlli ravvicinati quotidiani, facendo emergere prove sufficienti per arrivare al loro arresto. Era un'organizzazione strutturata e di forte pericolosità, ma i nostri uomini sono riusciti a intervenire prima che producesse danni seri». «È un successo importante - ha concluso Amato - all'interno di un'attività antiterrorismo che prosegue. L'azione di oggi, infatti, testimonia la presenza nel Paese di focolai brigatisti non ancora rimossi. Questo che abbiamo sgominato, lo sappiamo, non è l'ultimo».
QUINDICI ARRESTI, RELAZIONE CON LE BR - L'operazione trae origine da una lunga inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Milano Ilda Bocassini, avviata nell'estate del 2004. Indagini che hanno portato all'arresto di 15 persone (sei a Padova): tutte sarebbero accusate di far parte di un progetto che avrebbe tentato di rilanciare le Brigate Rosse della cosiddetta «Seconda posizione». Nel mirino, secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip Guido Salvini, c'erano una casa di Berlusconi, la sede di Mediaset, l'economista Pietro Ichino, Sky, impianti Eni, il quotidiano Libero e alcuni dirigenti della ex Breda. Una settantina gli indagati per il reato previsto dall'articolo 270 bis del Codice penale: associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico. Oltre 80 le perquisizioni in varie regioni, tra queste al Centro popolare occupato «Gramigna» e alla sede dei Comitati proletari per il comunismo di Padova, al Centro proletario «Ilic» e al Centro «La Fucina» di Sesto San Giovanni (Mi). Indagini anche sulla rivista clandestina «L'Aurora», legata a un «progetto rivoluzionario operaista che predica la propaganda armata attraverso iniziative violente», secondo una relazione semestrale dei servizi di sicurezza al Parlamento nel 2005. Gli indagati avrebbero compiuto esercitazioni (anche filmate) paramilitari sparando con armi in campagna. Secondo la Boccassini, c'erano «tre cellule attive e operative che avevano dei progetti con anche degli obiettivi umani».
TRA GLI ARRESTATI EX SINDACALISTI - Tra le persone arrestate c'è anche Alfredo Davanzo, 49 anni, ritenuto uno dei capofila di "Seconda posizione". Davanzo (fermato a Raveo, in provincia di Udine) era stato condannato nell'82 a dieci anni di carcere per rapina a mano armata ed era stato fermato il 20 gennaio '98 a Parigi su richiesta della magistratura italiana, e rimesso in libertà qualche giorno dopo dalla Corte d'appello della capitale francese. Oltre a Davanzo (che si è dichiarato «prigioniero politico»), tra i destinatari dell'ordinanza cautelare in carcere firmata dal gip Salvini ci sono anche alcuni sindacalisti della Cgil, già sospesi.
da Corriere.it
Comunque, sono solo dei coglioni estremisti.
Ovviamente, non sono d'accordo con loro, così facendo si danno solo in pasto ai media, che continuerà a puntare il dito contro i COMUNISTIH.
(PS: Però l'idea di non avere più Libero tra i piedi..
Antiterrorismo: 15 arresti, anche ex brigatisti
Gli indagati, tra cui alcuni ex sindacalisti, sono accusati di voler far rinascere le Brigate Rosse. Amato: «Forse sventato un attentato»
ROMA - Il blitz scattato all'alba in diverse regioni del Nord Italia contro gruppi legati alla rinascita delle Br è stato apprezzato dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato: «Probabilmente questa volta siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista. E lo abbiamo fatto grazie a due anni di indagini condotte con grande professionalità dalle Digos di Milano, Padova, Torino e Trieste, sotto la direzione dell'Ucigos, non senza l'importante collaborazione dell'intero sistema di sicurezza antiterrorismo, a cominciare dal Sisde. Per mesi i componenti di questa colonna brigatista sono stati sottoposti non solo a intercettazioni, ma anche a controlli ravvicinati quotidiani, facendo emergere prove sufficienti per arrivare al loro arresto. Era un'organizzazione strutturata e di forte pericolosità, ma i nostri uomini sono riusciti a intervenire prima che producesse danni seri». «È un successo importante - ha concluso Amato - all'interno di un'attività antiterrorismo che prosegue. L'azione di oggi, infatti, testimonia la presenza nel Paese di focolai brigatisti non ancora rimossi. Questo che abbiamo sgominato, lo sappiamo, non è l'ultimo».
QUINDICI ARRESTI, RELAZIONE CON LE BR - L'operazione trae origine da una lunga inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Milano Ilda Bocassini, avviata nell'estate del 2004. Indagini che hanno portato all'arresto di 15 persone (sei a Padova): tutte sarebbero accusate di far parte di un progetto che avrebbe tentato di rilanciare le Brigate Rosse della cosiddetta «Seconda posizione». Nel mirino, secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip Guido Salvini, c'erano una casa di Berlusconi, la sede di Mediaset, l'economista Pietro Ichino, Sky, impianti Eni, il quotidiano Libero e alcuni dirigenti della ex Breda. Una settantina gli indagati per il reato previsto dall'articolo 270 bis del Codice penale: associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico. Oltre 80 le perquisizioni in varie regioni, tra queste al Centro popolare occupato «Gramigna» e alla sede dei Comitati proletari per il comunismo di Padova, al Centro proletario «Ilic» e al Centro «La Fucina» di Sesto San Giovanni (Mi). Indagini anche sulla rivista clandestina «L'Aurora», legata a un «progetto rivoluzionario operaista che predica la propaganda armata attraverso iniziative violente», secondo una relazione semestrale dei servizi di sicurezza al Parlamento nel 2005. Gli indagati avrebbero compiuto esercitazioni (anche filmate) paramilitari sparando con armi in campagna. Secondo la Boccassini, c'erano «tre cellule attive e operative che avevano dei progetti con anche degli obiettivi umani».
TRA GLI ARRESTATI EX SINDACALISTI - Tra le persone arrestate c'è anche Alfredo Davanzo, 49 anni, ritenuto uno dei capofila di "Seconda posizione". Davanzo (fermato a Raveo, in provincia di Udine) era stato condannato nell'82 a dieci anni di carcere per rapina a mano armata ed era stato fermato il 20 gennaio '98 a Parigi su richiesta della magistratura italiana, e rimesso in libertà qualche giorno dopo dalla Corte d'appello della capitale francese. Oltre a Davanzo (che si è dichiarato «prigioniero politico»), tra i destinatari dell'ordinanza cautelare in carcere firmata dal gip Salvini ci sono anche alcuni sindacalisti della Cgil, già sospesi.
da Corriere.it
Comunque, sono solo dei coglioni estremisti.
Ovviamente, non sono d'accordo con loro, così facendo si danno solo in pasto ai media, che continuerà a puntare il dito contro i COMUNISTIH.
(PS: Però l'idea di non avere più Libero tra i piedi..