Plautus
Umbra profunda sumus
Non sono stati "i grandi" a creare un sistema di gioco. I valori matematici (evs e ivs) sono oggettivi, le tattiche sono sotto gli occhi di tutti (anche se un bambino, chiaramente, non le coglie) e non c'è nessun tipo di elaborazione aggiuntiva data dai giocatori al gioco di per sè. Ho chiaramente detto che la storia è l'elemento catalizzatore per le giovani leve, e il fatto che nintendo abbia rivolto a loro la propria attenzione adattando i particolari che tu ricordavi (design dei personaggi e casinò) è una semplice (ma efficace) manovra di marketing aziendale. Manovra che fortunatamente sono riusciti ad amalgamare agli elementi che continuano a convincere anche gente più cresciuta ad approcciarsi a questo gioco (come il battling). Io ripeto qual'è la mia idea di fondo: pokèmon è un gioco ANCHE per bambini, ma non solo. Chiunque al suo interno trova delle attrattive. Trattarlo come un gioco esclusivamente da bambini è riduttivo.Non è multi-target, è un gioco per bambini che piace anche ai più grandi, i quali hanno creato un loro modo di giocare che va oltre acqua>fuoco e che fa grande utilizzo di numeri e statistiche e cose del genere: il battling.
Il battling è solo un modo molto maturo di approcciarsi a una cosa per bambini, lotte pokemon. Le creaturine erano state pensate all'inizio (ma proprio inizio inizio inizio, 1996) come giochi per adolescenti, poi il target è stato sempre ricorretto al ribasso. Lo puoi vedere dal design dei personaggi, o da piccolezze come il togliere il casinò e così via.
Pokémon è un gioco per bambini che piace da morire anche ai grandi. Anzi soprattutto. Ma resta un gioco da bambini in cui l'adolescente/uomo trova sfogo e divertimento, riscoprendone lati complessi come l'RNG o il battling semplicemente per essere stuzzicato di più.
Quando giochiamo a pokémon giochiamo risvegliando il bambino che c'è in noi a meno che non stiamo abusando un leggendario oppure testando un nuovo elaborato team, che sono due tipi di gioco per bimbi molto molto cresciuti.
Chi di noi non si sente bambino mentre fa la storyline di un gioco
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