CGS – CAPITOLO 5: DAVIDE CONTRO GOLIA
Terminato lo spuntino e ricaricata così la barra della salute, il nostro eroe digerì i salamini Beretta emettendo un sonoro rutto che fece vibrare pericolosamente le pareti della stanza; subito dopo andò a recuperare il machete che Quello_Nel _Revolver aveva scagliato lontano, ancora macchiato del suo sangue.
Quindi tirò fuori dalla barba la scatola di LEGO che aveva portato in missione con sé, per ammazzare il tempo qualora fosse stato necessario: risultò effettivamente utile, ma in modo decisamente diverso da quello che aveva immaginato. Seguendo il consiglio del defunto Zagor, cercò sul retro dell’imballaggio...finchè in alto a sinistra trovò un numero a cinque cifre, 14015.
Dopo aver digitato la frequenza sul Codec l’ologramma mostrò una figura femminile in uniforme nemica, dall’aria familiare.
<< Chi sei? >> esordì quest’ultima.
B- << Sono rimasto molto impressionato dal modo in cui sei riuscita a fuggire di là. >>
M- << Sei quello che stava in prigione? >>
B- << E tu sei la nipote del colonnello, Magal, giusto? >>
<< No, non è lui… >> mormorò tra sè e sè la tipa, che iniziava a spazientirsi.
M- << Si può sapere chi sei? >>
B- << Sono il pazzo che tuo zio ha spedito solo soletto in mezzo a questo casino. >>
M- << Sei venuto da solo? Ma chi credi di essere, un supereroe? >>
B- << Non mi servono le prediche! Sei proprio uguale a tuo zio, lo sai? >>
M- << Come fai a conoscere lo zio? >>
B- << Si parla di tanto tempo fa… >>
M- << Come ti chiami? >>
B- << Il mio nome non è importante. >>
Lo sguardo della soldatessa si illuminò improvvisamente: << AH! Non è che per caso…sei Beard? Sei Solid Beard? >>
B- << Alcuni mi chiamano così. >>
M- << Il mitico Solid Beard! Tu! >>
La pulzella si tolse il passamontagna, rivelando una folta chioma di capelli ricci. Poi continuò: << Mi dispiace per prima…non ero sicura che fossi uno dei nostri. >>
B- << Ma io sapevo che tu lo eri. >>
M- << E come? >>
B- << Dai tuoi occhi? >>
M- << I miei occhi? >>
B- << Non sono occhi da soldato. >>
La ragazza sorrise.
M- << Sono occhi da pivellina, vero? >>
B- << No, sono occhi splendidi e compassionevoli. >>
M- << Proprio quello che mi sarei aspettata dal leggendario Solid Beard…stai cercando di farmi prendere il volo? >>
B- << Non ti preoccupare, atterrerai non appena mi conoscerai; la realtà non regge il confronto con la leggenda, purtroppo. >>
M- << Non ti credo. >>
B- << Perché sei rimasta sorpresa quando mi hai visto in faccia? >>
M- << Perché sei esattamente uguale a lui. >>
B- << Vuoi dire il capo dei terroristi, Liquid Gikard? >>
M- << Esatto, lo conosci? Non è che siete fratelli? >>
B- << Io non ho famiglia. >>
M- << E allora com’è possibile? >>
B- << Non lo so…perché non lo chiedi a lui? Per prima cosa, però, voglio delle informazioni: tu hai partecipato a questa operazione fin dall’inizio, che cosa è successo esattamente? >>
M- << Mi dispiace, ma sono stata catturata insieme al presidente Zagor subito dopo l’attacco dei terroristi. >>
B- << Questo lo so. Ma che mi dici di questo posto? Non penso sia solo un centro per lo stoccaggio di armi nucleari… >>
Magal sospirò.
M- << Ah ragazzi, la solita storia! Nessuno ti ha detto niente, vero? Okay, allora…questo posto in realtà non serve a smantellare testate nucleari: questa è la base di un programma sperimentale della LegsTech. >>
B- << Una base civile? >>
M- << Esatto! Per lo sviluppo del Central Gear. >>
Solid si adirò: << COLONNELLO!... >>
M- << La POKE-HOUND ed il Corpo Speciale Next Sectration erano stati convocati qui per il lancio di prova d’una finta testata atomica. >>
B- << Perché la POKE-HOUND? >>
M- << Perché è un gruppo per le operazioni speciali e sono abituati alle missioni top secret; hanno pensato che potessero aiutare a tenere tutto nascosto. >>
B- << Ma in passato abbiamo già lanciato delle testate nucleari…perché convocarli solo questa volta? >>
M- << Pare sia dovuto al fatto che questo era l’ultimo test prima della presentazione ufficiale del programma Central Gear; almeno questo è quello che ho sentito… >>
B- << Hmm, mi suona male. Cosa pensi che vogliano i terroristi? >>
M- << Non so bene, mi spiace: mi hanno presa assieme al presidente Zagor non appena la rivolta è cominciata. >>
B- << Mh, già…è stato allora che ti ha dato le schede di aggiramento dei codici di detonazione, giusto? >>
M- << Proprio così. >>
B- << E’ incredibile che tu sia riuscita a tenerle nascoste alle guardie… >>
La giovane ridacchiò.
M- << Eh, sai…le donne hanno più nascondigli degli uomini. Comunque hai incontrato Zagor, eh? Come se la sta passando? >>
B- << E’ morto. >>
M- << COSA? >>
B- << Attacco cardiaco, come il direttore della CARPA. >>
M- << Perché, anche il direttore è morto per un infarto? >>
B- << Già. Che tu sappia, erano già malati? >>
M- << No, a quanto ne so. >>
B- << Non credo nelle coincidenze: sta succedendo qualcosa di strano. >>
M- << Così sembra…ma non so proprio che cosa sia. >>
B- << Neanch’io…per ora. Conosci il progettista del Central Gear? >>
M- << Vuoi dire il dottor Mercedich? >>
B- << Proprio lui! E’ ancora vivo? >>
M- << Probabilmente. Dovrebbe trovarsi nel laboratorio di ricerca, al secondo piano interrato del deposito delle testate nucleari, a nord. >>
B- << Hai detto secondo piano interrato? >>
M- << Già, è lì che si trova il laboratorio…credo che lo stiano obbligando a lavorare sul programma di lancio nucleare. >>
B- << Allora gli servirà vivo fino al suo completamento. >>
M- << Cerchiamo di fare qualcosa prima che diventi inutile! >>
B- << Hai ragione: se non riusciremo a bloccare il codice di detonazione in tempo, avrò bisogno di lui per sapere come distruggere il Central Gear. >>
La nipote di Ombrall sgranò gli occhi.
M- << Vuoi affrontare da solo quel mostro, Beard? >>
B- << Non sarà la prima volta. Qual è la strada più veloce per l’edificio in cui è tenuto prigioniero il dottore? >>
M- << Qui al primo piano c’è un portale di carico che conduce verso Nord. >>
B- << Che livello di sicurezza ha quel portale? >>
M- << Quinto, ma non c’è problema: ho giusto una tessera di livello cinque. >>
B- << Bene. Io mi occupo di salvare il dottore, tu invece… >>
M- << IO VENGO CON TE! >>
B- << Escluso! Sei ancora una pivellina, voglio che tu ti nasconda da qualche parte. >>
M- << Io non sono una pivellina! >>
B- << Oh, sì che lo sei! Senti, basta un attimo di esitazione di fronte al nemico ed è tutto finito…la fortuna non dura in eterno! >>
La fanciulla chinò il capo, chiudendo gli occhi.
M- << Non so cosa mi è successo, non riuscivo più a premere il grilletto. Non avevo mai avuto problemi in addestramento…ma quando ho immaginato i miei proiettili che trapassavano i corpi di quei soldati… >>
Una lacrima le solcò il viso.
M- << …ho esitato. >>
B- << Sparare a dei bersagli e sparare a delle persone sono due cose diverse. >>
M- << E’ da quando sono una ragazzina che sogno di diventare un soldato: ogni giorno della mia vita ho preparato il corpo e la mente per il momento in cui avrei potuto finalmente entrare in azione. E ora… >>
B- << E ora? Vuoi mollare? >>
M- << Non posso. Non posso permettermi di cedere ora! >>
B- << Ascolta, Magal. Tutti si sentono male la prima volta che uccidono qualcuno: purtroppo uccidere è una di quelle cose che diventano più semplici con la pratica. In guerra si manifestano tutte le emozioni peggiori dell’uomo, tutti i suoi lati peggiori…è facile dimenticare cos’è il peccato, in mezzo ad una battaglia. >>
M- << Ma questa non è una guerra! E’ un’azione terroristica! >>
B- << Sei solo un pò nervosa a causa dell’ebbrezza da combattimento; l’adrenalina nel tuo sangue sta cominciando a calare, ora ti passa… >>
M- << Ma all’accademia mi hanno insegnato tutto sull’ebbrezza da combattimento! >>
B- << Di questo parleremo più tardi, ora occupiamoci di restare vivi. >>
M - << Okay. Se riuscirò ad uscire viva da qui, ne riparliamo. >>
B- << Ora, lascia che provi a dirtelo in un altro modo: STAMMI. FUORI. DAI. PIEDI. >>
M- << Oh! Sei un vero bastardo! Proprio come aveva detto lo zio! >>
B- << Eheheheh, te l’ho detto: non reggo il confronto con la leggenda. >>
M- << Ah ah. Sembra proprio che tu abbia ragione. Okay, Beard…farò la brava. >>
B- << Ci riuniremo una volta che avrò il dottore; allora ci preoccuperemo del blocco dei codici di detonazione. >>
M- << D’accordo. Ascolta, però: io conosco questa zona meglio di te, chiamami se hai problemi. >>
B- << Stai attenta, okay? >>
M- << Dopo che avrò aperto il portale di carico, ti contatterò. >>
La conversazione tra i due ragazzi terminò qui, per il momento…ma certamente avrebbero avuto ancora tante cose da dirsi.
Ragionando per esclusione, la Barba Solida si ricordò che il primo piano interrato era quello dove aveva incontrato Darthson e il secondo piano interrato quello in cui si trovava attualmente; di conseguenza, il primo piano doveva essere l’unico che non aveva ancora visitato.
Lungo il tragitto, facendo il percorso a ritroso, si fermò all’armeria per svaligiare un paio di cabine con la tessera pocanzi ottenuta: le due serrature di secondo livello custodivano un cercamine ed un silenziatore per pistola POCOM.
Intascato il bottino, fece per entrare nell’ascensore quando fu fermato dallo squillo del Codec: era Magal.
M- << Beard, sono riuscita a sbloccare il portale di carico! >>
B- << Grande! Dove sei? >>
<< ♫ ♫ Dove ti posso vedereeeeeeee…! ♫ ♫ >> rispose lei, cantando.
B- << Non andare troppo in giro! >>
M- << Tranquillo, sono al sicuro con questa uniforme nemica. >> e così dicendo si rimise il passamontagna.
B- << Non lo sarai per molto, se continui a sculettare in quel modo! >>
M- << Cosa vuoi dire? >>
B- << Oh niente, niente… >>
M- << Ascolta Beard, il portale di carico è una specie di porta a pressione. Stà attento: anche se ad occhio nudo non riuscirai a vederli, è dotata di sensori agli infrarossi…se tocchi uno dei raggi che escono dalla parete rilevano un intruso, le uscite vengono sigillate ed il posto viene riempito di gas velenoso; devi trovare il modo di passare senza far scattare i sensori. >>
B- << Ho capito, molte grazie dei suggerimenti. >>
M- << Okay, allora ci incontreremo al deposito delle testate nucleari! >>
B- << Aspetta! Hai detto che saresti rimasta qui, da brava. >>
M- << Ho cambiato idea. >>
B- << Non essere avventata! E’ così che accadono le cose peggiori. >>
M- << Mi spiace, ma questo è l’unico modo che ho per capire se sono un soldato oppure no: devo sporcarmi le mani. >>
B- << Quelli sono dei professionisti! Ti farai ammazzare! >>
M- << Ci vediamo lì. >>
Con queste parole, chiuse la comunicazione senza neppure dare all’agente il tempo di replicare.
Come se egli non avesse già abbastanza preoccupazioni per la testa, ci mancava solo questa. Il barbuto non aveva colpe, ma si sentiva ugualmente responsabile: se fosse successo qualcosa a Magal, lui non avrebbe mai potuto perdonarselo.
Mentre il cuore gli si riempiva d’angoscia, imboccò l’ascensore e premette il tasto “1” sul pannello comandi per risalire al piano terra; i suoi pensieri furono interrotti dalla chiamata di un colonnello Ombrall visibilmente crucciato.
O- << Prima Darthson, poi Zagor…ora i terroristi sono in possesso di entrambi i codici di detonazione. >>
M- << Già…e per giunta tutti e due sono morti proprio davanti ai miei occhi. >>
O- << Ricapitolando: ora l’unico modo per impedire che lancino la bomba è usare le che schede che ha Magal. Oppure… >>
M- << …trovare l’ingegnere capo del Central Gear di cui ha parlato il presidente Zagor, Hal Mercedich. E a proposito di sua nipote: per ora sta bene. >>
O- << Grazie ad Arceus! >>
Carma disse la sua: << Magal è una donna forte, la rispetto molto. >>
B- << E’ assai coraggiosa…forse troppo. >>
O- << Ti ringrazio, Beard. >>
B- << Aspetti a dirlo: la vera missione comincia adesso. Ho provato a farla desistere, ma non ha voluto sentir ragioni. >>
O- << Non preoccuparti, Beard…è giusto che anche lei faccia le sue esperienze. Piuttosto, lascia che ti presenti un altro membro della tua squadra di supporto: te la passo subito, è un pozzo di scienza nel campo del nucleare. >>
Una ragazzona di colore alta e magra, dai lucidissimi capelli neri, si presentò.
F- << Sono Frappusha Cinenko. E’ un piacere lavorare con te, Solid Beard. >>
B- << Sei l’esperta nucleare di cui mi parlava il colonnello? >>
F- << In persona! Puoi chiedermi tutto quello che vuoi sull’argomento; sono anche analista militare, perciò ho una vasta conoscenza di armamenti. Mi hanno chiesto di partecipare a quest’operazione come supervisore della Squadra di Ricerca Nucleare d’Emergenza…ho accettato con piacere. Dobbiamo impedire ai terroristi di mettere le mani su qualunque genere di arma nucleare: spero di poterti aiutare a fermarli. >>
B- << Sei un tipo in gamba. >>
F- << Questi criminali hanno davvero intenzione di lanciare un ordigno atomico? Il mondo non può stare a guardare che ciò accada…e nemmeno io. Purtroppo da qui posso soltanto fornirti delle informazioni. >>
B- << Spero che basti; in ogni caso, un secondo soldato qui non cambierebbe granchè le cose. Sono felice di lavorare con te, Frappusha. >>
F- << Il piacere è tutto mio, Beard; se hai bisogno, ci sentiamo sulla frequenza 141.52 >>
Frattanto, il nostro era arrivato a destinazione. Si ritrovò in una enorme sala che pareva essere un hangar di carri armati, ed in fondo di fronte a lui riconobbe l’ingresso principale che in precedenza aveva visto dall’esterno; subito accanto all’ascensore vide il portale di carico aperto, mentre più lontano sempre sulla sinistra c’era una rientranza sorvegliata da una sentinella. La nostra barba preferita lo disarmò con una facilità quasi irrisoria e poi, dopo averlo immobilizzato, gli infilò la POCOM nel naso.
B- << Hai bisogno di scaccolarti? Ecco, ti do una mano! >>
Più che una mano, fu un proiettile che uccise istantaneamente e furtivamente il malcapitato grazie al nuovo silenziatore. Nelle vicinanze Solid notò uno scaffale su cui giaceva una confezione di Beretta piccanti, rossa anziché blu come quelle dei salamini classici: senza farsi pregare la arraffò e tornò al portale.
Indossò il visore termico e visualizzò la posizione dei raggi infrarossi: erano disposti perfettamente. L’unico pertugio che concedevano era un minuscolo spazietto in basso, dal quale soltanto qualcosa di molto piccolo avrebbe potuto passare…qualcosa come un omino LEGO.
Fu nuovamente il turno della premiata ditta Reality & Stig; il barbuto ordinò loro di infiltrarsi sfruttando le dimensioni ridotte, ed essi obbedirono senza fiatare. Dall’altra parte vi era un interruttore, situato tuttavia troppo in alto per la statura dei due omini…così Stig afferrò Reality per le gambe e lo lanciò di peso contro il pulsante. La tattica funzionò: la barriera scomparve e l’agente fu finalmente libero di proseguire, non prima di aver affettuosamente ringraziato i due esserini gialli.
Sbucò all’aperto, in una specie di stretto canyon imbiancato dalla neve e bloccato ai lati da due grosse catene montuose.
Dopo pochi passi, la Barba Solida rispose al Codec: la frequenza, 140.48, era sconosciuta così come la voce maschile che gli parlò. Non potè guardare in faccia il suo interlocutore, perché il segnale video era disturbato da numerose interferenze.
?- << Beard, fai attenzione: ci sono delle mine Clayless da quelle parti…usa il cercamine! >>
B- << E tu chi sei? >>
?- << Chiamami “Trachea Profonda”. >>
B- << Trachea Profonda? L’informatore dello scandalo Watergate? >>
?- << Questo non ha nessuna importanza. >>
B- << Non stai utilizzando una trasmissione intermittente…sei nelle vicinanze? >>
?- << Ascolta: dritto davanti a te c’è un carro armato in agguato. >>
La soffiata del misterioso tizio si rivelò corretta: sul manto nevoso erano infatti ben visibili impronte di cingoli.
B- << Mi vuoi dire chi sei? >>
?- << Diciamo…un tuo ammiratore. >>
ll terreno tremò. All’orizzonte si stagliava un gigantesco carro armato M1 dal quale fece capolino un robusto omone a petto nudo, coperto solo dai tatuaggi: impressionante, considerando che la temperatura esterna si aggirava attorno alle decine di gradi sotto lo zero.
Il tatuato cominciò: << Questo è il territorio di Shikan Raven; le barbe non vivono in Alaska, quindi non ti lascerò passare. >>
Dopodichè, urlando << COMITATO DI ACCOGLIENZA! >> , sparò due cannonate in direzione di Beard che per fortuna schivò prontamente con una capriola all’indietro.
S- << Ahahahah! Perfetto, la terra è il tuo posto: devi strisciare come la barba che sei. >>
Infine, prima di tornare dentro la botola, lo sciamano intimò all’avversario: << Avanti, combatti! >>
L’eroe non si scompose e affrontò da subito la battaglia a viso aperto. Dapprima, offrendo sé stesso come esca e lasciandosi guidare dal cercamine, tentò di condurre il carro sopra le bombe sotterrate…ma, essendo antiuomo e non anticarro, queste ultime non scalfivano neanche minimamente la corazza; fece un ulteriore tentativo con le granate a frammentazione M67, ma ottenne lo stesso deludente risultato; persino il C4 non fece neppure un graffio.
Il barbuto, per la prima volta dall’inizio della missione, iniziava ad aver paura; disperato, si nascose dietro una collinetta e contattò Frappusha.
B- << Frappu! Le mie armi sono totalmente inefficaci contro quel mostro…come faccio a sconfiggerlo? >>
F- << Beh, se non puoi impiegare le tue armi…puoi sempre ritorcergli contro le sue. >>
B- << Che significa? >>
F- << Il mio indizio si ferma qui: alla soluzione finale dovrai arrivarci da solo. >>
L’agente riflettè un attimo: << “Ritorcergli contro le sue armi”? Cosa avrà mai voluto…MA CERTO!!!! >>
All’improvviso uscì dal suo nascondiglio e corse a mani nude verso il mezzo corazzato; esso cercò di ostacolare la corsa con due colpi diretti alle gambe ed alla testa…ma Solid li evitò entrambi, rispettivamente con un balzo ed una scivolata frontale. Alla fine riuscì a tappare la canna, usando la barba a guisa di tappo.
Dall’abitacolo sì udì un grido: << NOOO FERMO, NON SPAR… >>
*KABOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!*
Il missile scoppiò all’interno della canna, ed insieme ad essa finì arrosto l’intero M1; l’esplosione scagliò fuori dalla botola un soldato nemico, che rotolò a svariati metri di distanza. Il nostro eroe, con gravi ustioni su tutto il corpo, si avvicinò al cadavere e si accorse che stringeva nella mano qualcosa: una tessera di sicurezza di terzo livello. Che, ironia della sorte, gli permise di sbloccare proprio l’ingresso del deposito delle testate nucleari, poco lontano da lì.
Intanto, nel carro, Shikan si rivolse a Gikard: << Capo, spero che tu sia contento…ha preso la scheda. >>
G- << Voglio giocare ancora un pò con lui. >>
S- << Cerca di non sottovalutarlo. >>
G- << Che impressione ti ha fatto? >>
S << E’proprio come dicevi tu: in battaglia è posseduto da un demone, quasi come te. Non mi aspettavo nulla di meno. >>
Quello_Nel_Revolver intervenne: << Visto? Te l’avevo detto! Ma io lo ucciderò. >>
S- << Allora, generale Alek, ho sentito che si è preso la tua mano assieme al tuo onore… >>
Q- << Tieni a freno la lingua, sciamano! >>
Raven, un pò bruciacchiato, si affacciò fuori mentre due corvi si posarono gracchiando sulle sue spalle.
S- << Nel linguaggio dei Sioux, la parola “Sioux” significa “barba”…un essere da temere. Ora Beard è mio: quando lo incontrerò di nuovo, gli riserverò un trattamento speciale. >>
G- << Non ancora, aspetta ad ucciderlo. >>
S- << Io e lui ci ritroveremo in battaglia. >>
Q- << Le tue solite premonizioni? >>
L’omaccione indicò il tatuaggio sulla propria fronte.
S- << Sì. Il corvo sulla mia testa ha sete del suo sangue! >>
Appena la Barba Solida mise piede all’interno del deposito, una euforica Magal chiamò.
M- << Sei unico, Beard! Hai vinto un corpo a corpo con un carro M1! >>
B- << Mah, niente di che…scommetto però che il simulatore VR sul quale ti sei addestrata non ha uno scenario di scontro individuale con un carro armato, vero? >>
M- << No. Neanche di scontro con un gruppo terroristico accompagnata da un soldato dei reparti speciali. >>
B- << Nella vita reale le cose non vanno mai come ti aspetteresti…specie sul campo di battaglia. >>
M- << Sono già all’interno del deposito delle testate. Sembra che il dottor Mercedich sia ancora in buone condizioni, ma non so fino a quando…sbrigati a raggiungermi, okay? >>
Fr°A° Ling, prima di salvare la fic, fece eco a Magal: << Però! Niente male, Beard. Non mollare, faccio il tifo per te! >>
*continua*
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NEL PROSSIMO CAPITOLO (nuova mini-rubrica) :
<< Io sono tornato da un mondo dove queste parole non hanno alcun senso. >>