Quello che hai detto è in gran parte vero.Quoto chi ha già scritto prima: le lingue orientali SONO il futuro, c'è poco da fare, mio fratello studia Cinese come seconda lingua e sono in pochi a farlo adesso, è un settore nato da poco e non tutti hanno il coraggio di cimentarsi, ergo TANTA richiesta. Un'altra lingua molto "in" è l'arabo, ad esempio, però ricorda che una laurea in Lingue da sola ti aprirà soltanto le porte dell'interpretariato e poche altre, quindi cerca di pensare a fare un percorso che ti porti a studiare in lingue qualcos'altro, economia o sociologia per esempio, o politica estera (chesssò ) ma ci sono tanti altri esempi. Quello che cerco di dirti è di crearti le possibilità per avere una laurea VALIDA che ti consenta di trovare tanti sbocchi, e non una laurea che ti costringa a due scelte che magari non ti stanno a genio. Purtroppo le priorità in parte le dovrai accantonare, o rimarrai a non fare nulla dopo cinque anni passati all'università. IMO
Gud làk.
PS: lo spagnolo e il portoghese lo parlano cani e funghi, vedi che devi fa.
Anche io studio lingue all'università e posso bene o male confermare questa situazione, e non mi sognerei mai di dire che studiare una lingua straniera all'università piuttosto che in un corso extrascolastico sia inutile, anzi: tanto di cappello a chi riesce ad apprendere una lingua straniera nei ritagli di tempo.
E' abbastanza prevedibile che chiunque frequenti una lezione di una qualsiasi lingua straniera, università o meno, si renderà ben presto conto che in nessun caso queste risulteranno sufficienti, (a dire il vero l'acquisizione di una lingua qualsiasi non potrà mai comunque dirsi completa nemmeno per un parlante nativo, ma sono dettagli teorici...) e questo in parte anche perché ogni percorso universitario fatto con un po' di criterio inserisce in programma, oltre alle ore di lingua, anche molteplici ore di letteratura, storia, economia, linguistica, psicologia, pedagogia, o qualsiasi altro campo di studio che renda più varia, appetibile e "spendibile" la formazione. Va da sé che non tutte le ore spese all'università, seppur di lingue, saranno dedicate completamente all'apprendimento linguistico, ed il lavoro personale rimane sempre un presupposto fondamentale.
Spezzo anche una lancia a favore degli apprendenti di spagnolo e portoghese, e altre lingue considerate "facili".
Il fatto che un italiano ed uno spagnolo riescano più o meno sempre a comunicare in modo abbastanza efficace, non significa assolutamente che uno dei due abbia appreso in modo soddisfacente la lingua altrui.
Tutte le lingue possono essere impiegate a diversi livelli, e anche se la maggior parte degli italiani può andare a Madrid e sopravvivere benissimo per qualche giorno, in ambito professionale le stesse conoscenze non saranno in alcun modo sufficienti, ed è qui che entra in gioco uno studio accurato e preciso.
Personalmente, trovo la morfologia e la sintassi spagnole infernali, e provo un rispetto assoluto per chiunque abbia l'ardore di cimentarvisi.
Stessa cosa per l'inglese: leggere i testi delle canzoni o guardare un film in lingua è un conto, sostenere una conversazione completa con un parlante nativo, è un'altra storia...