Idee personali "filosofiche"

XMandri

back from hell
Se vogliamo parlare delle teorie dei "geni", ti faccio notare che normalmente sono quelle giuste a essere prese per il didietro da gente come te.
Mi sento un pò come quando devi spiegare a un bambino che non diventerà mai astronauta o presidente degli stati uniti, ma per ogni genio deriso da chi non capisce le sue teorie ci sono 999 idioti derisi perchè sono idioti.
 

Grifo94

Passante
La condizione fondamentale che definisce la vita è la capacità dell'organismo di riprodursi autonomamente. un sasso può farlo? no, non può neanche riprodursi. e neanche un quark può farlo visto che è un'onda. Tutti i meccanismi che muovono le cellule (singole o a gruppi) è una serie di reazioni chimiche innescate dall'ambiente esterno. Detto questo Paolo ti consiglio di dare una ripassata al tuo italiano visto che spesso e volentieri più che a leggerlo mi sono trovato a doverlo interpretare. Non ho letto tutto quello che hai scritto troppo lungo e poco scorrevole, se c'è qualche imprecisione in quello che ho postato fammelo sapere che vedrò di dare un'occhiata

ho continuato un attimo a leggere e ho trovato un controsenso enorme

[...] un qualsiasi aggregato di atomi o quark in qualsiasi combinazione è composto da una sua vita. Certo, una capra avrà una vita molto più evoluta di quella di una lastra di ferro, e un pezzo di terreno che cade in acqua non lo fa certo perché vuole farsi un bagno, però per quel che mi riguarda anche il più patetico dei fogli di carta ha una vita sua. In fondo cosa significa essere vivi? Per quel che mi riguarda, significa solo due cose: essere consapevoli di esistere e avere la facoltà di agire, non importa come.
prima tu affermi che ogni cosa è viva, poi dici che per te essere vivi significa avere consapevolezza e autonomia. e affermi pure che un pezzo di terra che cade in acqua non lo fa intenzionalmente, ma spinto da qualcos'altro. quindi secondo il tuo ragionamento il pezzo di terra dovrebbe essere vivo perché tutto ha vita, ma dovrebbe anche essere morto perché non ha consapevolezza e autonomia. puoi chiarire questo punto?
 
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P

Paolo Urraci

1) Dove l'hai letto che una cosa è viva solo se si riproduce?

2) Per l'esempio del pezzo di terra, non agisce intenzionalmente nel senso che non si riesce ad opporre alla forza di ciò che lo spinge, ma agisce intenzionalmente nel senso che anche l'insieme esso-forza che lo spinge è vivo, e lui cerca di opporsi alla forza che lo spinge, ma una volta che la forza lo sopraffà lui non ha più bisogno di scappare, perché la forza che lo spinge diventa una sua "forza motrice", pertanto nell'insieme cade a terra di sua volontà mentre lui, dal canto suo, di sua volontà si butta proprio perché ormai ciò che l'ha spinto non è più "suo nemico", e di conseguenza diventa lui stesso a volersi muovere.

Poi facendo questo ragionamento complesso ho intravisto un'altra motivazione, collegata a questa, che però non riesco ad identificare bene.
 

Grifo94

Passante
1) un organismo per essere considerato vivo deve poter mostrare condizioni di omeostasi, un metabolismo, avere interazioni con l'ambiente e deve potersi riprodurre.

2) assumendo come vero quello che tu hai detto ti faccio una domanda personale: se qualcuno ti tira uno spintone e te anche se provi a resistere perdi l'equilibrio e cadi mi vuoi far credere che ti arrendi volentieri a chi ti ha spinto? perché se ti arrendi alla forza che ti spinge di conseguenza ti arrendi anche al corpo che la imprime. un sasso resiste ad una forza solo se ci sono delle forze di attrito che tendono a farlo rimanere nello stato in cui si trova, ma ti assicuro che se una forza motrice vince la forza di attrito il sasso non si metterà l'anima in pace e asseconderà il movimento di buon grado. perché un sasso non può percepire quello che gli succede
 
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P

Paolo Urraci

2) assumendo come vero quello che tu hai detto ti faccio una domanda personale: se qualcuno ti tira uno spintone e te anche se provi a resistere perdi l'equilibrio e cadi mi vuoi far credere che ti arrendi volentieri a chi ti ha spinto? perché se ti arrendi alla forza che ti spinge di conseguenza ti arrendi anche al corpo che la imprime. un sasso resiste ad una forza solo se ci sono delle forze di attrito che tendono a farlo rimanere nello stato in cui si trova, ma ti assicuro che se una forza motrice vince la forza di attrito il sasso non si metterà l'anima in pace e asseconderà il movimento di buon grado. perché un sasso non può percepire quello che gli succede
Non hai capito un emerito genitale di tutto ciò che ho detto. Ma non ho voglia di ripetere, se non capisci ciò che ho scritto non voglio faticare per tentare inutilmente di farti capire che cosa ho detto.

1) un organismo per essere considerato vivo deve poter mostrare condizioni di omeostasi, un metabolismo, avere interazioni con l'ambiente e deve potersi riprodurre.
Il fatto che degli emeriti professoroni abbiano stabilito che in grammatica vuol dire questo non significa che il senso più ovvio, più giusto e quant'altro sia completamente diverso. Io mi riferisco alla cosa più ovvia, cioè pressappoco alla capacità di possedere volontà, non alla cosa che è stata stabilita senza un minimo di logica.
 
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Grifo94

Passante

Samul

Il punto è che secondo me un pezzo di sapone se cade per terra lo fa perché gli conviene, dunque perché, sia pure nella maniera più primitiva possibile, lo desidera.
... Una saponetta... ha un cervello? Un'anima? Un centro nervoso? Può desiderare? E' un essere vivente? Per caso, nasce, cresce, corre, muore?
 
B

BlueSamurott09 EX

O mio dio,la saponetta che cade perchè gli conviene.Ignoranza,portami via.
 

Samul

no seriamente, la saponetta può forse pensare?

sta' a vedere che ora diventano esseri superiori e prendono il governo dell'universo...

in effetti, ci sono molte saponette al mondo!

potrebbero invaderci, e sovrastarci con la loro superiorità numerica!

tutti a gettare nel cesso le saponette!
 
B

BlueSamurott09 EX

no seriamente, la saponetta può forse pensare?

sta' a vedere che ora diventano esseri superiori e prendono il governo dell'universo...

in effetti, ci sono molte saponette al mondo!

potrebbero invaderci, e sovrastarci con la loro superiorità numerica!

tutti a gettare nel cesso le saponette!
Se le saponette pensano allora pure il mio letto pensa!Potrebbe uccidermi mentre dormo!Tutti a bruciare i letti!
 
P

Paolo Urraci

... Una saponetta... ha un cervello? Un'anima? Un centro nervoso? Può desiderare? E' un essere vivente? Per caso, nasce, cresce, corre, muore?
Allora, cervello e centro nervoso no, ma tutti sanno (a parte te, forse) che i regni viventi sono 5 (io ci aggiungerei pure i virus e diventano 6), e di questi solo quello degli animali possiede queste due caratteristiche (e neanche tutti gli animali, se non sbaglio).

Poi: per il desiderare: assolutamente sì. Quando si muovono c'è una forza che li spinge, ad esempio la tua mano. Nell'atto stesso che la tua mano fa di tentare di muoverla la saponetta può opporre una forza. E lo fa. Infatti la tua mano per muoverla fatica: deve opporre la resistenza che dipende dalla volontà della saponetta e si manifesta nel suo peso. Poi, appena la mano supera l'opposizione della saponetta, quest'ultima viene vinta e l'insieme mano-saponetta, già da prima vivo (ma diverso sia dalla vita della mano sia da quella della saponetta), adesso oltre a succedere che siano in contatto la parti da cui è composto, ha anche una funzione che prima non aveva: quella che la saponetta (e la mano) si muove in virtù (=per volontà) sua e non per volontà della saponetta stessa, però proprio perché la saponetta è parte dell'insieme parte della volontà dipende, indirettamente, anche da lei. Infine, va detto che la saponetta ora vede la mano come il suo motore, non più come una forza da eliminare, perché ormai fa parte di sé non soltanto perché l'insieme mano-saponetta esiste (in pratica, non soltanto per lo stesso motivo per cui è possibile dire "mano+saponetta", indipendentemente da in cosa consista) ma anche perché ora permette alla saponetta di muoversi verso la stessa direzione verso cui la mano la spinge.

Essere vivente? Il fatto stesso che stiamo discutendo per confrontare le nostre idee su questo implica in automatico che non si possa, o almeno non in questo caso, dare come presupposto di base il fatto che non lo sia (o che lo sia). E' così strano questo?

Anima: che intendi? Se intendi qualcosa di spiritualreligiosfilosoficchenesoioso per quel che mi riguarda non ce l'ha neppure l'essere umano né gli altri animali/piante/batteri/funghi/protisti/virus. Se intendi più banalmente una qualsiasi caratteristica che identifichi il fatto che una cosa vive (che, come ho già detto, secondo me coincide con l'avere la possibilità di fare una qualsiasi cosa volontariamente, o simili), per me assolutamente sì.

Nasce: sì. Non da un uovo, però nasce: se una scultrice crea una statua appena è finita nasce. Cresce? Non sempre, ma a volte sì. Se quella statua subisce delle modifiche, ad esempio. Muore? Sì. Magari per le statue è un po' difficile crederlo, ma statisticamente parlando le cose che durano per l'eternità probabilisticamente parlando possono anche essere forse tante in numero, ma sicuramente pochissime in percentuale. Se una persona butta per terra un pezzo di carta questo probabilmente con la notte, se piove forte, si degraderà, ovvero morirà.
 
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Samul

Allora, cervello e centro nervoso no, ma tutti sanno (a parte te, forse) che i regni viventi sono 5 (io ci aggiungerei pure i virus e diventano 6), e di questi solo quello degli animali possiede queste due caratteristiche (e neanche tutti gli animali, se non sbaglio).

Poi: per il desiderare: assolutamente sì. Quando si muovono c'è una forza che li spinge, ad esempio la tua mano. Nell'atto stesso che la tua mano fa di tentare di muoverla la saponetta può opporre una forza. E lo fa. Infatti la tua mano per muoverla fatica: deve opporre la resistenza che dipende dalla volontà della saponetta e si manifesta nel suo peso. Poi, appena la mano supera l'opposizione della saponetta, quest'ultima viene vinta e l'insieme mano-saponetta, già da prima vivo (ma diverso sia dalla vita della mano sia da quella della saponetta), adesso oltre a succedere che siano in contatto la parti da cui è composto, ha anche una funzione che prima non aveva: quella che la saponetta (e la mano) si muove in virtù (=per volontà) sua e non per volontà della saponetta stessa, però proprio perché la saponetta è parte dell'insieme parte della volontà dipende, indirettamente, anche da lei. Infine, va detto che la saponetta ora vede la mano come il suo motore, non più come una forza da eliminare, perché ormai fa parte di sé non soltanto perché l'insieme mano-saponetta esiste (in pratica, non soltanto per lo stesso motivo per cui è possibile dire "mano+saponetta", indipendentemente da in cosa consista) ma anche perché ora permette alla saponetta di muoversi verso la stessa direzione verso cui la mano la spinge.

Essere vivente? Il fatto stesso che stiamo discutendo per confrontare le nostre idee su questo implica in automatico che non si possa, o almeno non in questo caso, dare come presupposto di base il fatto che non lo sia (o che lo sia). E' così strano questo?

Anima: che intendi? Se intendi qualcosa di spiritualreligiosfilosoficchenesoioso per quel che mi riguarda non ce l'ha neppure l'essere umano né gli altri animali/piante/batteri/funghi/protisti/virus. Se intendi più banalmente una qualsiasi caratteristica che identifichi il fatto che una cosa vive (che, come ho già detto, secondo me coincide con l'avere la possibilità di fare una qualsiasi cosa volontariamente, o simili), per me assolutamente sì.

Nasce: sì. Non da un uovo, però nasce: se una scultrice crea una statua appena è finita nasce. Cresce? Non sempre, ma a volte sì. Se quella statua subisce delle modifiche, ad esempio. Muore? Sì. Magari per le statue è un po' difficile crederlo, ma statisticamente parlando le cose che durano per l'eternità probabilisticamente parlando possono anche essere forse tante in numero, ma sicuramente pochissime in percentuale. Se una persona butta per terra un pezzo di carta questo probabilmente con la notte, se piove forte, si degraderà, ovvero morirà.
Non l'ho letto tutto, ti finisco di rispondere dopo.

Ti dico solo, che i virus, sono protisti o monere, quindi sono classificati.

Io non faccio fatica a spostare una saponetta, non su tu...
 
P

Paolo Urraci

Che c'entra? Il fatto che tu non faccia fatica non nega che se opponi una forza molto leggera non la sposti.

A me a scuola hanno sempre insegnato che i virus non sono né protisti né monere, non so se la classificazione è cambiate negli ultimi 2-3 anni. Però non c'entra col nostro discorso.
 
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Grifo94

Passante
Non l'ho letto tutto, ti finisco di rispondere dopo.

Ti dico solo, che i virus, sono protisti o monere, quindi sono classificati.
le monere sono procarioti e i protisti eucarioti, e nessuno di essi ha niente a che spartire coi virus, che non essendo considerati esseri viventi non rientrano in nessuna classificazione.

[...]Quando si muovono c'è una forza che li spinge, ad esempio la tua mano. Nell'atto stesso che la tua mano fa di tentare di muoverla la saponetta può opporre una forza. E lo fa. Infatti la tua mano per muoverla fatica: deve opporre la resistenza che dipende dalla volontà della saponetta e si manifesta nel suo peso.

la saponetta quando tenti di muoverla oppone una forza chiamata d'attrito statico, che quando sconfiggi diminuisce trasformandosi in attrito dinamico, semplicemente dovuta all'interazione con la superficie su cui si posa. Inoltre se come dici te la v"volontà" della saponetta dipende dal suo peso questo significherebbe che io usandola consumo la volontà della saponetta? e che sintetizzandone una ho la capacità di decidere della quantità di volontà di cui disporrà?

Poi, appena la mano supera l'opposizione della saponetta, quest'ultima viene vinta e l'insieme mano-saponetta, già da prima vivo (ma diverso sia dalla vita della mano sia da quella della saponetta), adesso oltre a succedere che siano in contatto la parti da cui è composto, ha anche una funzione che prima non aveva: quella che la saponetta (e la mano) si muove in virtù (=per volontà) sua e non per volontà della saponetta stessa, però proprio perché la saponetta è parte dell'insieme parte della volontà dipende, indirettamente, anche da lei. Infine, va detto che la saponetta ora vede la mano come il suo motore, non più come una forza da eliminare, perché ormai fa parte di sé non soltanto perché l'insieme mano-saponetta esiste (in pratica, non soltanto per lo stesso motivo per cui è possibile dire "mano+saponetta", indipendentemente da in cosa consista) ma anche perché ora permette alla saponetta di muoversi verso la stessa direzione verso cui la mano la spinge.

Essere vivente? Il fatto stesso che stiamo discutendo per confrontare le nostre idee su questo implica in automatico che non si possa, o almeno non in questo caso, dare come presupposto di base il fatto che non lo sia (o che lo sia). E' così strano questo?

questo cosa vorrebbe dire? ò.o

Anima: che intendi? Se intendi qualcosa di spiritualreligiosfilosoficchenesoioso per quel che mi riguarda non ce l'ha neppure l'essere umano né gli altri animali/piante/batteri/funghi/protisti/virus. Se intendi più banalmente una qualsiasi caratteristica che identifichi il fatto che una cosa vive (che, come ho già detto, secondo me coincide con l'avere la possibilità di fare una qualsiasi cosa volontariamente, o simili), per me assolutamente sì.

Nasce: sì. Non da un uovo, però nasce: se una scultrice crea una statua appena è finita nasce. Cresce? Non sempre, ma a volte sì. Se quella statua subisce delle modifiche, ad esempio. Muore? Sì. Magari per le statue è un po' difficile crederlo, ma statisticamente parlando le cose che durano per l'eternità probabilisticamente parlando possono anche essere forse tante in numero, ma sicuramente pochissime in percentuale. Se una persona butta per terra un pezzo di carta questo probabilmente con la notte, se piove forte, si degraderà, ovvero morirà.

morirà? la morte del corpo è la cessazione delle attività metaboliche, che ovviamente nessun essere non biologico possiede. l'unica cosa che può durare in eterno sulla terra è l'oro.
 
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Paolo Urraci

morirà? la morte del corpo è la cessazione delle attività metaboliche, che ovviamente nessun essere non biologico possiede. l'unica cosa che può durare in eterno sulla terra è l'oro.
Vedo con (dis)piacere che hai un concetto molto chiuso di morte. Per me la morte è la fine della vita. Quello che tu stai dicendo è solamente la fine della vita degli esseri comunemente ritenuti vivi. Te hai detto come si muore, non cos'è la morte. E se la morte per me può avvenire in altri modi, non c'è niente di strano se anche i processi con cui si muore siano diversi.

questo cosa vorrebbe dire?
Se non lo capisci è evidente che, per carità, senza offesa, ci mancherebbe, ma o sei stanco o non hai letto bene o le tue capacità intellettive sono molto limitate Te lo spiego con altre parole: Samul mi ha chiesto se secondo me una saponette è un essere vivente. Io ho detto da secoli di sì (secondo me la è). Lui ha tentato di smontare il mio discordo chiedendomelo. Mi pare un po' difficile che gli potessi rispondere di no, ti pare?

la saponetta quando tenti di muoverla oppone una forza chiamata d'attrito statico, che quando sconfiggi diminuisce trasformandosi in attrito dinamico, semplicemente dovuta all'interazione con la superficie su cui si posa. Inoltre se come dici te la v"volontà" della saponetta dipende dal suo peso questo significherebbe che io usandola consumo la volontà della saponetta? e che sintetizzandone una ho la capacità di decidere della quantità di volontà di cui disporrà?
1) Il peso è solo una delle forze che oppone, non l'unica.

2) Sì, la sua volontà la consumi, o, per usare termini più adatti, la riduci in quanto l'insieme mano-saponetta diventa più influente nella vita della saponetta, appunto perché la mano la muove.

3) Decidere di che volontà disporrà? In parte sì, però la maggior parte delle cose l'essere umano non è ancora tecnologicamente avanzato abbastanza per controllarle.
 
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Grifo94

Passante
Se non lo capisci è evidente che, per carità, senza offesa, ci mancherebbe, ma o sei stanco o non hai letto bene o le tue capacità intellettive sono molto limitate Te lo spiego con altre parole: Samul mi ha chiesto se secondo me una saponette è un essere vivente. Io ho detto da secoli di sì (secondo me la è). Lui ha tentato di smontare il mio discordo chiedendomelo. Mi pare un po' difficile che gli potessi rispondere di no, ti pare?
il motivo principale per cui non si capisce quello che scrivi è sostanzialmente dovuto non alla carenza di intelletto di chi ti legge ma alla carenza grammaticale di chi scrive. tu hai scritto (cito testualmente):

"Essere vivente? Il fatto stesso che stiamo discutendo per confrontare le nostre idee su questo implica in automatico che non si possa, o almeno non in questo caso, dare come presupposto di base il fatto che non lo sia (o che lo sia). E' così strano questo? "

nella tua frase manca il soggetto. che lo sia o non lo sia cosa? quando ti ho chiesto cosa significava mi riferivo al fatto che la forma grammaticale e il lessico di esposizione sono inappropriati. non so che classe tu faccia ma come ti ho già scritto in precedenza hai delle notevoli carenze grammaticali e una scarsa abitudine nel produrre documenti scritti, segno che contemporaneamente potrebbe denotare anche un certo disordine mentale.

Vedo con (dis)piacere che hai un concetto molto chiuso di morte. Per me la morte è la fine della vita. Quello che tu stai dicendo è solamente la fine della vita degli esseri comunemente ritenuti vivi. Te hai detto come si muore, non cos'è la morte. E se la morte per me può avvenire in altri modi, non c'è niente di strano se anche i processi con cui si muore siano diversi.
se per te la morte è la fine della vita allora cos'è per te la vita?

3) Decidere di che volontà disporrà? In parte sì, però la maggior parte delle cose l'essere umano non è ancora tecnologicamente avanzato abbastanza per controllarle.
cosa l'uomo non può controllare in una saponetta che egli stesso produce?
 
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liuton2005

sono qui solo di passaggio
La vera domanda è "chi è l'uomo?".

Tutta la conoscenza si basa sull'affermazione "io sono". Una volta che il pensiero viene esplorato e ne viene fuori l'assurdità di questa affermazione tutto il mondo cade, tutta la filosofia cade, tutti i pensieri cadono. Secondo voi cosa rimane?
 
P

Paolo Urraci

Non ho ben capito cosa intendi, però dico un'altra cosa:che è sempre una mia idea su ciò che esiste: secondo Cartesio il fatto di esistere era l'unica cosa sicura della vita, secondo me non ce n'è nessuna. Quindi non si hanno elementi di base. Tutto ciò che si dice, si pensa e si crede lo si fa ipotizzando che le nozioni "di base" si ano vere. Ipotizzare che ciò non sia così può portare a credere che non si sta pensando ciò a cui si sta pensando, che il mondo sia un budino, che le leggi matematiche siano tutte sbagliate e che Berlusconi sia una persona perbene. Si deve dare per pura ipotesi che alcune cose di base siano vere, se si vuole evitare di credere cose del genere. Ignoro se ad una ipotetica creatura con intelligenza infinita ciò varrebbe ancora o se invece ci sia qualcosa che ci (mi) sfugge per essere assolutamente certi che ciò che si crede sia vero, di sicuro è che se è così quel qualcosa lo ignoriamo (ignoro).
 

Grifo94

Passante
quando studierai Kant (ammesso che tu non l'abbia già fatto) vedrai che tutta la sua filosofia prende il nome di critica del soggetto. questo perché Kant dice che la filosofia non si deve più occupare di indagare dell'oggetto, perché in realtà l'oggetto dipende totalmente dal soggetto che lo percepisce, e che quindi senza soggetto non vi sarebbero oggetti da indagare. si tratta quindi del soggetto che dovrà indagare se stesso per poter poi giungere alla conoscenza del mondo sensibile. questa rivoluzione, detta copernicana, perché come copernico cambia il perno intorno al quale ruota tutta una cultura, è il fondamento assoluto di tutta la filosofia post-kantiana, da cui dipende quindi anche la nostra forma mentis, forgiata dai filosofi del '900.

a partire dalla rivoluzione copernicana Kant stabilisce, nella critica della ragion pura, che ci sono nell'uomo alcune forme mentali che permettono la costruzione e l'indagine della realtà presenti e uguali a se stesse in tutti gli uomini (che le useranno in modi differenti). questo principio, l'innatismo, tipico del pensiero razionalista, si affianca a quello tipicamente empirista (cfr, Locke, Hume) che sostiene che l'unica conoscenza possibile sia quella sensibile (quella che Kant chiama "fenomeno") attraverso l'esperienza. fra le idee innate kantiane sono presenti le idee (forse le più importanti) di Spazio (che si esprimono nella geometria) e di Tempo (che si esprimono attraverso le successioni algebriche). essendo spazio e tempo due punti fermi da cui nessuno di noi può assolutamente prescindere se ne ricava che essi sono necessariamente due pilastri nella nostra conoscenza, di cui non possiamo non essere certi. è possibile quindi affermare con certezza che ci sono punti fermi e sicuri della nostra vita ed esperienza. ora non posso illustrare tutto Kant in un topic, quindi se qualcuno è interessato si vada a informare, però nella critica della ragion pura prosegue elencando e spiegando quelle che sono le "forme pure" (le idee innate) della nostra mente vederete che è piuttosto convincete, sono tutti punti che non si possono non riconoscere. a partire da questo possiamo sicuramente affermare che la realtà (che come dato oggettivo è accessibile solo attraverso le scienze esatte) esiste.

La vera domanda è "chi è l'uomo?".

Tutta la conoscenza si basa sull'affermazione "io sono". Una volta che il pensiero viene esplorato e ne viene fuori l'assurdità di questa affermazione tutto il mondo cade, tutta la filosofia cade, tutti i pensieri cadono. Secondo voi cosa rimane?
potresti essere un po' più chiaro? magari con un esempio?

Ad esempio il movimento dei quark degli atomi da cui è composta.
e come può influire il movimento di particelle subatomiche (che peraltro potrebbero benissimo non esistere, sono solo modelli matematici) sulla volontà (ammesso e non concesso che ne abbia una) di una saponetta?
 
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Paolo Urraci

che è piuttosto convincete, sono tutti punti che non si possono non riconoscere.
Io non so se tu pensi davvero che abbia ragione in virtù di tuoi personali ragionamenti o se lo dici solo perché Kant è famosissimo e importante, spero vivamente che sia òla prima. Resta il fatto che per me Kant è uno dei filosofi di più bassa lega che ci siamo (magari non quanto Platone o Parmenide, ma comunque di bassissima lega).
 
P

Paolo Urraci

Adesso mi ricordo poco di quello che ho studiato, però ti posso dire che quando li avevo studiati quelli che mi erano piaciuti erano Hobbes, Hegel e Shopenhauer (o come si scrive).
 
P

Paolo Urraci

Come ti ho detto non mi ricordo cosa ho studiato, ti dico però una delle cose che mi piaceva in Hegel, l'unica che mi ricordo: la scientificità. Kant aveva la mentalità delle persone che propendono per le discipline letterarie, Hegel quelle scientifiche. Dato che Hegel lo faceva dicendo cose sia pure a volte sbagliate ma spesso interessanti (cioè, basate su ragionamenti che possono fare solo le persone intelligenti) e dato che per me tutto ciò che è letterario è geneticamente inferiore, capisci che abisso ci sia per me tra loro due.

Detto questo, ti ricordo che il titolo del topic è "idee personali "filosofiche"", il che implica che vorrei, se possibile, che il topic non degenerasse in un citare e dire la propria opinione su ciò che pensano i cosiddetti geni, perché, senza nulla togliere loro, ma non avevo intenzione di aprire il topic per parlare di tali argomenti. Il tutto detto senza volerti attaccare, se l'hai pensato chiedo scusa.
 

Grifo94

Passante
capisco la tua obiezione, ho citato Kant solo perché era il modo più veloce per articolare un pensiero così complesso come quello dell'innatismo ideale. e in ogni caso Kant affermava che le uniche vie per raggiungere la conoscenza del mondo sensibile sono la matematica e la fisica. Hegel... Hegel è in corso d'opera ma per quel che mi riguarda non ha opinioni condivisibili se non quelle delle riflessioni giovanili
 
P

Paolo Urraci

Chiuso (forse) il capitolo della vita, ne apro un altro sempre inerente al topic in questione. Ciò che dico, in sintonia con la mia visione di unione e scissione del tutto che ho già evidenziato in precedenza, è una cosa breve, e credo semplice, ma insolita allo stesso tempo:

Per me tutto è una fusione di concetti matematici. Qualsiasi cosa è riferibile a un'operazione matematica, proprio come per le leggi fisiche. Se una cosa succede, allora è perché tale concetto viene moltiplicato per "succedere". La parte della grammatica a cui è più facile fare calcoli è il verbo (guarda caso succedere è un verbo), tuttavia non è assolutamente limitata ad esso. Io più volte ho provato a fare calcoli di questa sorta di disciplina, che a mio tempo chiamai (e tutt'ora chiamo) "matematica grammaticale" in quanto consiste nel rendere oggetto di calcoli matematici qualsiasi parola, ma ottenni scarsissimi risultati perché è come studiare fisica a scuola, con l'aggravante che a fisica studiavo, qua dovevo scoprire senza che nessuno me lo spiegasse. Non ho mai davvero cominciato a fare calcoli se non qualche rarissima volta per puro caso. Mi sono fatto aiutare, a volte, da una persona che, dopo che le spiegai bene tutto, pensò che io potessi aver ragione, ma fui io a chiedere di smettere quasi subito per la noia.

Ecco un esempio banalissimo di matematica grammaticale:

mi piacciono Durant e Pidove=mi piace*(Durant+Pidove)

Calcolo banalissimo, ma tanto basta, credo, per farvi capire in cosa consiste. In quel poco che ho ragionato, ho osservato alcune cose che si verificano:

-E' molto facile fare calcoli con verbi e preposizioni, poco con sostantivi, meno con altro.

-Poiché la matematica grammaticale non la invento come piace a me bensì come credo sia realmente, e poiché è una "disciplina" che non dipende dall'evoluzione della società, molti calcoli sono di una difficoltà pazzesca, però sono sicuro che una volta capiti li si riuscirebbero a fare quasi mnemonicamente, come succede per semplici formule in fisica o anche solo per il fare delle moltiplicazioni a mente.

-Alcuni calcoli sono effettuabili eliminando delle particelle, così, come non esistessero. Questo dipende dal fatto che certi calcoli portano a risultati così simili a quelli veri che la persona media quando pensa ad essi pensa in realtà ad un insieme di cose (per l'esattezza, a tutti i casi in cui essa si può ad esempio verificare) che include anche la presenza della parte di calcolo eliminata. Tali particelle che si tolgono quasi da sé, tuttavia, sono molto difficili da identificare senza la presenza di formule, anche semplici, che le descrivano in qualche modo. Ad esempio: "oggetto", inteso come "essere oggetto di", è molto simile a "1/", cioè ad elevare alla -1. Molto simile, però. Non uguale. Ma a cosa è uguale in realtà? Ci vorrebbe un'analisi un po' più approfondita (non troppo) che io ogni volta che provo a fare mi viene quel blocco simile a panico tipico di chi deve imparare una cosa scolastica che non ha assolutamente intenzione di imparare.

-Secondo me potrebbe riuscire a far capire molto meglio le cose, ad avere una visuale più chiara del mondo (e meno soggetta al lavaggio del cervello della televisione, per intenderci).

-Potrei sbagliare, ma credo che, se portata ad altissimi livelli, potrebbe aiutare la società proprio come altre scienze.

Detto questo, a voi tutte le critiche che dopo aver letto anche solo una lettera di quanto sopra indicato non vedevate l'ora di farmi.
 
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