Chiuso (forse) il capitolo della vita, ne apro un altro sempre inerente al topic in questione. Ciò che dico, in sintonia con la mia visione di unione e scissione del tutto che ho già evidenziato in precedenza, è una cosa breve, e credo semplice, ma insolita allo stesso tempo:
Per me tutto è una fusione di concetti matematici. Qualsiasi cosa è riferibile a un'operazione matematica, proprio come per le leggi fisiche. Se una cosa succede, allora è perché tale concetto viene moltiplicato per "succedere". La parte della grammatica a cui è più facile fare calcoli è il verbo (guarda caso succedere è un verbo), tuttavia non è assolutamente limitata ad esso. Io più volte ho provato a fare calcoli di questa sorta di disciplina, che a mio tempo chiamai (e tutt'ora chiamo) "matematica grammaticale" in quanto consiste nel rendere oggetto di calcoli matematici qualsiasi parola, ma ottenni scarsissimi risultati perché è come studiare fisica a scuola, con l'aggravante che a fisica studiavo, qua dovevo scoprire senza che nessuno me lo spiegasse. Non ho mai davvero cominciato a fare calcoli se non qualche rarissima volta per puro caso. Mi sono fatto aiutare, a volte, da una persona che, dopo che le spiegai bene tutto, pensò che io potessi aver ragione, ma fui io a chiedere di smettere quasi subito per la noia.
Ecco un esempio banalissimo di matematica grammaticale:
mi piacciono Durant e Pidove=mi piace*(Durant+Pidove)
Calcolo banalissimo, ma tanto basta, credo, per farvi capire in cosa consiste. In quel poco che ho ragionato, ho osservato alcune cose che si verificano:
-E' molto facile fare calcoli con verbi e preposizioni, poco con sostantivi, meno con altro.
-Poiché la matematica grammaticale non la invento come piace a me bensì come credo sia realmente, e poiché è una "disciplina" che non dipende dall'evoluzione della società, molti calcoli sono di una difficoltà pazzesca, però sono sicuro che una volta capiti li si riuscirebbero a fare quasi mnemonicamente, come succede per semplici formule in fisica o anche solo per il fare delle moltiplicazioni a mente.
-Alcuni calcoli sono effettuabili eliminando delle particelle, così, come non esistessero. Questo dipende dal fatto che certi calcoli portano a risultati così simili a quelli veri che la persona media quando pensa ad essi pensa in realtà ad un insieme di cose (per l'esattezza, a tutti i casi in cui essa si può ad esempio verificare) che include anche la presenza della parte di calcolo eliminata. Tali particelle che si tolgono quasi da sé, tuttavia, sono molto difficili da identificare senza la presenza di formule, anche semplici, che le descrivano in qualche modo. Ad esempio: "oggetto", inteso come "essere oggetto di", è molto simile a "1/", cioè ad elevare alla -1. Molto simile, però. Non uguale. Ma a cosa è uguale in realtà? Ci vorrebbe un'analisi un po' più approfondita (non troppo) che io ogni volta che provo a fare mi viene quel blocco simile a panico tipico di chi deve imparare una cosa scolastica che non ha assolutamente intenzione di imparare.
-Secondo me potrebbe riuscire a far capire molto meglio le cose, ad avere una visuale più chiara del mondo (e meno soggetta al lavaggio del cervello della televisione, per intenderci).
-Potrei sbagliare, ma credo che, se portata ad altissimi livelli, potrebbe aiutare la società proprio come altre scienze.
Detto questo, a voi tutte le critiche che dopo aver letto anche solo una lettera di quanto sopra indicato non vedevate l'ora di farmi.