Gkx ha scritto:
è ovvio che l'ateo sia per definizione opposto al religioso e non possa sussistere senza di esso, e che le due categorie abbiano convinzioni diametralmente opposte. per il resto è ancora un problema unicamente di linguaggio: se cambio "credo che non esista" con "sono convinto che non esista" o "sono sicuro che non esista" o ancora con un più assolutista "non esiste"? capisco la tua obiezione, ma a conti fatti il risultato concreto non cambia
Nel caso della convinzione e della sicurezza, si tratta ancora una volta di due posizioni dogmatiche e di principio, ovvero di un rifiuto di problematizzare puro e semplice. Solo una persona che è insicura dell'inesistenza di qualcosa sente il bisogno di affermare la sua propria sicurezza.
Nel caso dell'inesistenza, direi che vi sono un po' di problemi logici da affrontare. L'idea della divinità è presente in pressoché tutte le culture umane, viene trattata dai più credenti come dai più atei (vedi Spinoza, che fu tacciato d'ateismo). Se ne parlano così tante persone, le possibilità sono due : o tutti gli esseri umani sono stupidi (compreso me o te che ne parliamo), oppure « dio » vuol dire qualcosa.
La domanda giusta non è « dio esiste ? », ma : cosa significa « dio » ? Spinoza o Kant che parlano di Dio dicono la stessa cosa dell'Antico Testamento ? Gli dei greco-romani sono la stessa cosa delle divinità monoteiste ? In quali contesti socio-culturali, in quali civiltà spazio-temporalmente localizzate nasce il nome di Dio ? Se così tanta gente sente il bisogno di parlare di Dio, a quali necessità umane, a quali strutture psicologiche corrisponde tale bisogno ?
Dire « dio esiste » o « dio non esiste » non è affrontare il problema per risolverlo, ma semplicemente evitarlo per darsi buona coscienza di essere una persona illuminata o intelligente. In questo l'ateo non è per nulla diverso dal credente, cambia solo l'oggetto della sua fede.
Giusto per dare uno spunto a caso : l'Illuminismo, vale a dire il movimento di sostegno alla scienza a cui tutti gli atei si rifanno più o meno esplicitamente, è stato ampiamente supportato dalle élite intellettuali ebraiche, ovvero i rappresentanti di quella religione che ha forgiato il nome del Dio monoteista che noi tutti conosciamo. La tendenza messianica è un terreno fondamentale per la nascita dell'idea di un progresso dell'umanità nell'avvenire.
Del resto, l'idea scientifica moderna della legge del cosmo non avrebbe potuto essere formulata senza l'idea della Legge di Dio. L'idea di Galileo che la Natura intera sia un libro scritto in caratteri matematici non avrebbe potuto essere pensata senza l'idea del Libro, ovvero dell'Antico Testamento.
Fino almeno alla fine del XIX secolo, ovvero fino a prima della nascita dell'elettromagnetismo e delle geometrie non-euclidee (precursori della Relatività Generale e della meccanica quantistica), il Dio della religione e la Natura della scienza erano due facce della stessa medaglia. Questo solo dovrebbe far dubitare l'ateo dell'oggetto della sua ammirazione, perlomeno se vuole davvero considerarsi fuori dal cristianesimo.