D
Dream
Siamo in un periodo molto attivo su questo fronte nel nostro Paese.
Oggi, in 100 piazze italiane molti scenderanno a manifestare per chiedere al Parlamento di approvare il DDL Cirinnà, disegno che prevede l'istituzione delle unioni civili - etero e omo - e l'istituzione della stepchild adoption. Il 30 gennaio, invece, ci sarà il Family Day, in Piazza San Giovanni, per chiedere al Parlamento di votare contro questa legge.
Ora, non sono qui per discutere se sia lecito o meno esser a favore di questa legge, ma quanto piuttosto sul senso di manifestare. Ha ancora senso?
Secondo me, no.
Far sentire la propria voce quando si è contrari è diventato un atto simbolico, ma i Paesi non possono andar avanti a forza di simboli.
Chi è contrario ha il diritto di esprimere la propria contrarietà ma chi governa ha, a mio avviso, il diritto di governare e di portare avanti quelle politiche che ritiene giuste e corrette per lo Stato.
Alla luce della mia opinione ci sono anche dei fatti. Le proteste contro la guerra in Iraq hanno portato in piazza forse un milione di persone. Il Governo ascoltò? No, ci siamo armati e siam partiti per il fronte medio-orientale.
Le proteste sulla scuola sono mai state ascoltate? No, eppure erano numerose e frequenti.
Le proteste contro il jobs act? Neanche qui c'è stato un ascolto da parte del governo, neanche qui quindi è servito a qualcosa.
E badate bene, ho citato governi di centro-destra e di centro-sinistra, con un riferimento temporale di oltre dieci anni.
Ha ancora senso scendere in piazza e gridare la propria voce? Contro chi si grida, se alla fine non si viene ascoltati? Non è il caso di trovare nuove forme di comunicazione tra Palazzi e popolo?
Oggi, in 100 piazze italiane molti scenderanno a manifestare per chiedere al Parlamento di approvare il DDL Cirinnà, disegno che prevede l'istituzione delle unioni civili - etero e omo - e l'istituzione della stepchild adoption. Il 30 gennaio, invece, ci sarà il Family Day, in Piazza San Giovanni, per chiedere al Parlamento di votare contro questa legge.
Ora, non sono qui per discutere se sia lecito o meno esser a favore di questa legge, ma quanto piuttosto sul senso di manifestare. Ha ancora senso?
Secondo me, no.
Far sentire la propria voce quando si è contrari è diventato un atto simbolico, ma i Paesi non possono andar avanti a forza di simboli.
Chi è contrario ha il diritto di esprimere la propria contrarietà ma chi governa ha, a mio avviso, il diritto di governare e di portare avanti quelle politiche che ritiene giuste e corrette per lo Stato.
Alla luce della mia opinione ci sono anche dei fatti. Le proteste contro la guerra in Iraq hanno portato in piazza forse un milione di persone. Il Governo ascoltò? No, ci siamo armati e siam partiti per il fronte medio-orientale.
Le proteste sulla scuola sono mai state ascoltate? No, eppure erano numerose e frequenti.
Le proteste contro il jobs act? Neanche qui c'è stato un ascolto da parte del governo, neanche qui quindi è servito a qualcosa.
E badate bene, ho citato governi di centro-destra e di centro-sinistra, con un riferimento temporale di oltre dieci anni.
Ha ancora senso scendere in piazza e gridare la propria voce? Contro chi si grida, se alla fine non si viene ascoltati? Non è il caso di trovare nuove forme di comunicazione tra Palazzi e popolo?