Regionali 2015

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Dream

Era il 1995 l'anno in cui tutte le quindici regioni a statuto ordinario venivano convocate alle urne ed Emilio fede, con le bandierine, indicava se il Presidente di regione era del centro-sinistra, con una bandierina rossa, oppure del centro-destra, con una bandierina azzurra. Piccole chicche di un passato trash.

Quell'anno, nove regioni vennero date alla coalizione dell'Ulivo, mentre in sei vinse il centrodestra.

Ma è il 2000 l'anno della svolta, le elezioni regionali hanno un riflesso su Palazzo Chigi, dove allora sedeva il leader maximo, Massimo D'Alema.

Si parla di un 8 a 7. Otto sono le regioni in cui il centrodestra vince, pari a 32 milioni di abitanti, 7 in quelle in cui il centrosinistra ce la fa (16 milioni). D'Alema si dimette visto il risultato increscioso ed è l'anno in cui Amato risale al potere, questa volta senza dissanguarci.

Il Molise è la prima regione a staccarsi dall'election day, questo perché i molisani hanno una strana tendenza a falsificare sempre le elezioni regionali.

Le elezioni successive si hanno nel 2005 e vedono 14 regioni.

Il successo del centrosinistra è clamoroso (il che fa un certo effetto da dire e considerato anche i risultati delle politiche tenutesi l'anno dopo) riuscendo a strappare a Berlusconi 12 regioni su 14, lasciando in mano alla Casa delle Libertà solo Lombardia e Veneto.

Il Centrosinistra riesce quindi a far dimettere Berlusconi e a creare un nuovo governo. Berlusconi.

Nel frattempo, il Centrosinistra sale al governo, ci sta due anni e poi viene fatto cadere da un giro corruttivo su cui la Procura di Napoli sta indagando e che vede come responsabile, tra gli altri, Berlusconi.

La coalizione dell'Ulivo sparisce e fa posto al Partito Democratico.

Situazione simile accade a destra, con Forza Italia e Alleanza Nazionale che fanno nascere il Popolo della Libertà, annunziato sul predellino dell'auto di Berlusconi in Piazza San Babila a Milano.

Tocca al 2010, quelle più controverse, a causa dei risultati.

La situazione nel Paese è esplosiva. La crisi è pesante, la corruzione dilaga (secondo la Corte dei Conti in quell'anno è esplosa del 148% se non ricordo male) e si sta scoprendo un giro di appalti vergognoso dietro la tragedia di L'Aquila, dove il primo indagato risulta Guido Bertolaso, capo della protezione civile (che il governo voleva privatizzare) e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con a capo Silvio Berlusconi.

Nel frattempo, la Lega Nord ha acquisito ulteriore potere, riuscendo ad imporre al PDL un proprio candidato in Veneto (Luca Zaia) e in Piemonte (Roberto Cota), mentre in Lombardia, Roberto Formigoni viene riconfermato per la quarta volta candidato del centrodestra.

Sei regioni passano (o rimangono) in mano al centrodestra, che con un giro di valzer si dimostra forte nonostante gli scandali (uno al giorno, praticamente) che lo colpiscono, mentre il centrosinistra continua a non capire che in campagna elettorale bisogna fare campagna elettorale (lo si capirà solo nel 2013).

Ma il capitolo 2010 non si chiude qui.

Roberto Cota è riuscito ad aggiudicarsi la Presidenza della Regione grazie alla presenza di una lista a lui collegata aiutata con firme false (ma la stessa situazione si ha nella lista Bresso, la candidata PD). Nel frattempo la sua giunta è travolta dagli scandali di rimborsi gonfiati (come l'acquisto di mutande verdi) e ci saranno nuove elezioni nel 2014 dove vincerà Chiamparino, candidato del centrosinistra.

Avvenimento simile accade alla Lombardia, con Formigoni che viene fatto dimettere e deve cedere il passo a Roberto Maroni, segretario federale della Lega Nord, vincente contro Ambrosoli, che non aveva capito che la Lombardia non è Milano, ma che include anche altre province come Pavia, Monza, Brescia, etc...

Situazione identica, più rimborsi gonfiati, per Renata Polverini, che tra le altre cose non voleva neanche indire nuove elezioni e che dovrà cedere il passo al Centrosinistra.

Il Molise, come al solito, vede le sue elezioni annullate e fa vincere il candidato del Centro Sinistra.

Il Presidente dell'Emilia Romagna viene condannato in primo grado per abuso d'ufficio e si dimette, alle elezioni vince il candidato PD e stessa situazione la si ha in Calabria, dove la giunta viene sciolta per vari motivi criminali.

Si arriva al 2015.

Rimangono poche regioni, un po' come i piccoli indiani del racconto della Christie.

15 piccole regioni e non ne rimase più nessuna.

Al voto andranno:

  1. Veneto;
  2. Liguria
  3. Toscana;
  4. Marche;
  5. Umbria
  6. Campania
  7. Puglia.
Quando si vota

Si terranno il 31 Maggio, un solo giorno per facilitare l'implosione dei Partiti (o movimenti, che dir si voglia).

Come si vota

Ogni regione ha negli anni, scritto la propria legge elettorale, abrogando o sostituendo il cosiddetto Tatarellum.

Il caso più interessante sarà quello Toscano, dove è stata approvata una legge elettorale di fatto identica all'Italicum.

Candidati Governatori

Se le elezioni del 2010 erano controverse per il clima in cui si svolgevano, queste sono controverse per il numero di candidati.

Ogni candidato è supportato anche da varie liste civiche. Non l'ho specificato in ogni governatore perché mi pare inutile. Sappiate, che in queste liste, si annidano una serie di persone impresentabili al vaglio della Commissione Antimafia diretta da Rosy Bindi.

Veneto

La Lega Nord è parzialmente implosa. Tosi, sindaco di Verona, si è candidato a Governatore Veneto tentando di squilibrare vittoria di Zaia, che al momento è data comunque per certa.

Luca Zaia (LN+FI+FdI)

Alessandra Moretti (PD)

Jacopo Berti (M5S)

Flavio Tosi (NCD+UDC)

Liguria

In Liguria, le primarie del centro sinistra hanno visto vincere Raffaella Paita contro Sergio Cofferati, che, arrabbiato per aver perso, è uscito dal PD. Pastorino, iscritto al PD, lo ha seguito e entrambi, appoggiati da SEL e altri micropartiti sempre di sinistra, concorrono per la Presidenza della Regione.

Raffaella Paita (PD)

Giovanni Toti (FI+PD+FdI)

Luca Pastorino (SEL+micro partiti)

Alice Salvatore (M5S)

Toscana

In Toscana, il governatore uscente è candidato per il PD.

Enrico Rossi (PD)

Stefano Mugnai (FI)

Claudio Borghi (LN+FdI+NCD+UDC)

Giacomo Giannarelli (M5S)

Marche

La vicenda delle Marche ha un non so che di comico. Il Presidente di regione, Gian Mario Spacca, è stato eletto grazie al Partito Democratico. Ora, lo stesso presidente uscente è candidato per un altro mandato. Questa volta con Forza Italia.

Luca Ceriscioli (PD)

Gian Mario Spacca (FI)

Giovanni Maggi (M5S)

Luca Rodolfo Paolini (LN+FdI)

Edoardo Mentrasti (SEL+Rifondazione Comunista)

Umbria

In Umbria, la governatrice uscente è candidata per il PD.

Catiuscia Marini (PD)

Claudio Ricci (FI+LN+FdI+NCD+UDC)

Laura Alunni (M5S)

Puglia

In Puglia, le primarie del Centrosinistra sono state vinte dal PD con Emiliano, sindaco di Bari che durante il suoi mandati aveva detto "non mi candiderò mai alla Presidenza della regione". Un po' Renziano un po' no, Emiliano non nasconde di voler diventare il punto di riferimento per la sinistra del Sud.

In Puglia inoltre si l'ennesima spaccatura a destra. Il candidato del centrodestra, Schittulli è stato scelto dallo stesso Berlusconi. Schittulli però si è dimostrato favorevole a Raffaele Fitto ("Fitto? Chi è?" ha detto Berlusconi qualche giorno fa) e di conseguenza l'ex Cavaliere ha deciso che Schittulli non è più il candidato di Forza Italia, puntando sulla Bortone, con i mal di pancia della Meloni che non è proprio soddisfatta dell'apparentamento.

Michele Emiliano (PD)

Francesco Schittulli (NCD? + Liste civiche)

Adriana Poli Bortone (FdI+LN+FI)

Antonella Laricchia (M5S)

Campania

In Campania abbiamo l'ennesima situazione paradossale, questa volta a causa del PD.

De Luca, ex sindaco di Salerno e ex sottosegretario ai trasporti del Governo Letta ha vinto le primarie del centrosinistra, con un grande margine, nonostante le condanne e le indagini a suo carico. Al popolo proprio piace. E piace a tal punto che i sondaggi lo danno in vantaggio per la vittoria delle regionali. Unico problema: appena verrà eletto Presidente di Regione decadrà a causa della legge Severino.

L'attuale Presidente, Stefano Caldoro, è candidato con il centrodestra, unito.

Antonio De Luca (PD)

Stefano Caldoro (Cdx)

Marco Esposito (Lista Civica Mo!)

Salvatore Vozza (SEL)

Valeria Ciambarino (M5S)

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Dovrei aver finito, fiùùùùùùùùùù.

La situazione è calda e anche perché in contemporanea si ha anche la riforma della scuola, che farà perdere voti al PD.

Attualmente, si parla di un 6 a 1. Il PD dovrebbe vincere in Campania, Puglia, Marche, Umbria, Toscana e forse Liguria, lasciando alla destra il Veneto.

Ma è proprio la Liguria la regione che non fa dormire Renzi. Perché la spaccatura a sinistra è stata forte (con punte del 10%) e Giovanni Toti, nonostante i primi acciacchi dovuti a dissidi con Lega Nord, ha unito bene la sua coalizione e sta accorcciando sempre di più la distanza con la Paita.

E' curioso anche notare che inizialmente le due regioni da tener d'occhio fossero la Campania e il Veneto, per la situazione complessa di De Luca e per la possibilità di Alessandra Moretti di vincere.

A nulla sono valse le pressioni di Renzi di far fare un passo indietro a De Luca (che rimane l'unico governatore che non ha ricevuto visita del Segretario PD). Dall'entourage del Premier, si dice anche che loro tifino per Caldoro per evitare di gestire una situazione così priva di logica che si aprirebbe con la vittoria del Partito Democratico.

A voi la parola.

Cosa vi aspettate?
 
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Dream

Una doccia fredda, gelata.

E una sensazione, sin da subito, che le cose stessero prendendo una piega decisamente inaspettata.

La7 ci consegna subito i primi due exit poll, il primo della Campania che vede De Luca in vantaggio per pochi punti, segno che forse la Bindi non ha fatto i danni sperati, ma è sulla Liguria che si consuma la tragedia, dove i primi exit poll (70% di copertura) e anche gli ultimi danno una situazione disperata per il centrosinistra: dietro a Toti e ad Alice Salvatore, candidata dei cinque stelle. Una debacle perché Forza Italia risulta sempre sottostimata negli EP e infatti i risultati si sono visti.

Ma mentre lo spoglio andava avanti e Lella Paita si confermava ad un secondo posto per poche centinaia di voti (battuto quindi i 5Stelle per un soffio) su Twitter giungono messaggi inquietanti "Se si perde l'Umbria è finita", twittava una giornalista di SkyTg24.

Ma notizie dall'Umbria non ne arrivavano, eppure qualcosa nel cuore rosso d'Italia si stava consumando, qualcosa di silenzioso. Perché si diceva che in Umbria il centrosinistra stava perdendo terreno, si diceva che Ricci stava guadagnando punti nelle ultime settimane, ma l'intervento di Renzi sul finale della campagna sembrava aver arginato la fuoriuscita di voti.

Ed è così che le prime proiezioni danno in svantaggio il PD e in vantaggio il centrodestra, nella regione rossa, che più rossa ha solo la Toscana e l'Emilia.

E non importa se nelle Marche, in Toscana e in Puglia il centrosinistra vince di tanto.

Perché gli occhi sulla Liguria danno un Toti forte (TOTI, QUELLO CHE MANCO SAPEVA DOVE SI TROVASSE NOVI LIGURE E CHE HA PROMESSO UN REFERENDUM SULLA CITTA') che a fine scrutini arriva ad un passo dalla maggioranza assoluta (15 su 30), dovendosi di conseguenza accordare e fare le larghe intese. E se Pastorino si rifiuta e se la Salvatore anche, gli unici sono quelli del PD.

In Veneto la situazione è nerissima per il centrosinistra, o meglio, verdissima. I sondaggi davano una Moretti al 32% e uno Zaia avanti di dieci punti. Tutte palle. Moretti al 23% e Zaia al 52%, doppiata. A nulla è servita la fuoriuscita di Tosi, che arriva terzo anche nella città che amministra, la romanticissima Verona.

La Campania finisce nelle mani del potente De Luca. 41% contro il 38% di Caldoro che non è stato aiutato dalla man forte di Berlusconi. E ora, l'ex sindaco di Salerno, si trova la gatta da pelare della Legge Severino, che lo farebbe decadere dalla presidenza della regione per la sua condanna in primo grado per abuso d'ufficio (condanna che lo stesso De Luca reputa ridicola e che in effetti ha dei contorni fumosi su cui si potrebbe aprire un ampio dibattito).

E infine l'Umbria.

10mila voti.

Sono bastati 10mila Umbri per mettere a sicuro Renzi che avrebbe dovuto dimettersi da Segretario del PD e possibilmente anche da Presidente del Consiglio.

Un 5 a 2. E non so quanti possano esultare.

Non può esultare Renzi, che perde 2 milioni di voti (il 50% dallo scorso anno).

Non può esultare Berlusconi che perde altri voti e passa dal 17% delle Europee al 12%.

Non può esulare Grillo e il Movimento 5 Stelle, che checché ne dicano perdono molti voti anche loro.

Può esultare Salvini, che ha preso moltissimi voti in Liguria (fondamentale per la vittoria di Toti), in Umbria e in Toscana, dove correva con Fratelli d'Italia e il suo candidato è arrivato secondo (passa dallo 0.7% delle politiche 2013 al 20% di queste regionali). Ma che paradossalmente prende meno voti.

Certo, colpa dell'astensionismo. I dati dicono ch in media è calato del 11% l'affluenza alle urne, ma in Toscana il dato più drammatico, sotto il 50%, per una regione molto fedele all urne.

Ma come al solito in Italia vincono tutti e nessuno dice niente.

Non dice niente Renzi, scappato in Afghanistan (e da cui mi sarei espresso qualche parola non come Presidente del Consiglio ma come Segretario del PD) che ora deve mettere mano al partito per evitare che la minoranza si comporti come un partito nel partito e giochi a sabotare ancora le elezioni. Fassina e Bindi in primis.
 
Abitare in Friuli e lavorare in Veneto non è facile.

Perchè? Perché, come dice Dream, qui la lega dilaga. Se dilagasse solo qui potremmo anche respirare a cuor leggero, il problema è che sta prendendo voti anche al centro e al sud.

Lo trovo assurdo e non so darmi spiegazione. Fino a qualche anno fa, la lega è sempre stata razzista verso chi non abitasse sopra l'Emilia Romagna e ora invece guadagna consensi su consensi anche nei luoghi che fino a poco tempo fa denegriva e da cui voleva staccarsi.

Non so se la gente dimentichi, ma probabilmente lo fa troppo velocemente.

Rimane sempre il grande problema dell'astensionismo.

La politica si allontana dalla gente e la gente si allontana dalla politica.

"Non vado a votare perché non credo in nessuno di quelli che governa" mi sembra una scusa, più che una reale motivazione.

Non votare implica non decidere e quindi è ovvio che chi sarà al governo non ti rappresenterà.

E' come chiedere al fruttivendolo "mi dia della frutta", lui risponderà "quale" e tu "scelga lei"; dubito ti capiterà in mano ciò che vuoi.

Sono la prima a lamentarmi che i politici guadagnano troppo, che si fanno legge ad hoc, che non fanno niente per la mafia o per l'evasione fiscale, ma vado anche a votare, perché altrimenti rimarranno sempre le stesse persone al governo e non cambierà nulla.
 
D

Dream

La Lega, con la segreteria di Salvini, ha cambiato registro.

Il nemico non è più il meridionale siciliano, il nemico ora è lo straniero e l'euro, e lo straniero e l'euro stanno sulle palle a tutti, da nord a sud e gli studi degli ultimi giorni dimostrano che lo straniero e l'euro stanno sulle palle anche da destra e sinistra (ma anche quei partiti che non stanno né a destra, né a sinistra ma sempre a destra ma mai e poi mai a sinistra).

E diciamo anche che fare opposizione è molto più semplice che governare. Da un partito di Governo (o dal segretario del partito di governo) non sono tollerabili frasi come "con le ruspe abbattiamo i campi rom". Quando sei all'opposizione non hai le mani legate dall'essere un rappresentante delle istituzioni, come quando Grillo diceva "io sono oltre Hitler", una frase che se fosse stata detta da un Presidente del Consiglio gli sarebbe valsa le dimissioni.

Il problema poi dell'astensionismo credo che stia diventando un po' una scusa.

L'astensionismo lo si combatte con la politica che fa e paradossalmente abbiamo un governo che fa, può far cose che possono piacere o che non possono piacere, ma intanto fa.

I modi per cambiare la politica ci sono.

Il Movimento 5 Stelle è uno di questi, con le sue iscrizioni aperte e le sue primarie per ogni cosa, anche per stabilire l'usciere. Stesso discorso per il Partito Democratico, che cominciò questa tradizione dalle primarie per scegliere il capo coalizione nel 2006, con l'Ulivo.

Tutte le persone che non vanno a votare perché non si mettono a cambiare i loro partiti di riferimento? Perché non cambiano partito se quello che han sempre votato non li rispecchia più?

Sì, insomma. La gente non ha più voglia di votare. Ma il vero problema è la mancanza di voglia di vivere. Siamo destinati a far la fine dell'Unione Sovietica.
 
Si, Salvini ha cambiato "nemici", spostandosi dal Sud agli immigrati e rom.

Il punto è come fa la gente a dimenticarsi che fino a un attimo prima era discriminata dai discorsi leghisti? Se Forza Italia passasse improvvisamente a sinistra, mica la voterei solo per quello.

Non so, Dream, forse sono "l'unica" a pensarla così e a guardare un po' indietro nella storia.

D'altra parte anche Mussolini aveva iniziato in un partito di sinistra.

Comunque la vedi così male per lo stato Italiano e per gli Italiani?
 
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Dream

Si, Salvini ha cambiato "nemici", spostandosi dal Sud agli immigrati e rom.

Il punto è come fa la gente a dimenticarsi che fino a un attimo prima era discriminata dai discorsi leghisti? Se Forza Italia passasse improvvisamente a sinistra, mica la voterei solo per quello.

Non so, Dream, forse sono "l'unica" a pensarla così e a guardare un po' indietro nella storia.

D'altra parte anche Mussolini aveva iniziato in un partito di sinistra.

Comunque la vedi così male per lo stato Italiano e per gli Italiani?
Aspè, secondo te chi potrebbe essere il nuovo Mussolini?

E comunque certamente né io né te voteremmo FI se passasse a sinistra, ma ti ricordo che Pastorino ha preso circa il 10% alle elezioni contribuendo alla sconfitta della sinistra ligure e aiutando Toti a venire eletto Governatore.

Per lo stato italiano non la vedo così grigia. Nel momento in cui le riforme funzionano (checché ne dicano Civati, Fassina, Landini e Camusso) e l'economia torna a girare non vedo il pericolo di un immobilismo causato dall'alto (modello urss). Qui c'è un pericolo di immobilismo causato dal basso, perché va sempre tutto male e la gente non si tira su le maniche, perché la colpa è degli stipendi dei politici.
 
  Qui c'è un pericolo di immobilismo causato dal basso, perché va sempre tutto male e la gente non si tira su le maniche, perché la colpa è degli stipendi dei politici.
Sono perfettamente d'accordo.

Più di dire alla gente "se non ti muovi non cambi nulla", non so cosa si possa fare.

Politici ed elettori dovrebbero fare ognuno un passo nella direzione dell'altro.

Non si va da nessuna parte altrimenti.

Il referimento a Mussolini era per chiudere il discorso del passare da destra a sinistra o viceversa. C'è chi tutt'ora lo fa, come hai fatto notare, e non capisco come la gente faccia a votare dei voltafaccia. Se hanno o meno i loro motivi non lo so, ma mi viene da pensare che sia questione di soldi più che di ideologia.
 
Che Salvini stia pigliando voti al sud lo sto constatando provandolo sulla mia pelle e ho amici, gente che conosco da una vita, a cui Salvini sta simpatico ("ma mica lo voto!": si, ti sto credendo...).

Salvini purtroppo è stato furbo: se gli italiani sono stanchi degli immigrati, quelli del sud lo sono particolarmente perché è un problema che li riguarda più da vicino. Salvini gli promette "ruspa!" o "affondiamo i barconi!" ed ecco che un buon numero di imbecilli miei conterranei si riuniscono in gregge ai comizi e iniziano a belare.

Per fortuna, al momento il fenomeno è abbastanza arginato dalle mie parti: il candidato sindaco della mia città della lista Noi con Salvini ha preso solo una manciata di voti, domenica si andrà al ballottaggio tra il sindaco uscente del PD, supportato ampiamente da Crocetta (e su entrambi stenderei un velo pietoso, così come sui miei concittadini che lo hanno votato) e il candidato del M5S, tra cui c'è stata solo una leggerissima differenza di voti al primo turno.

Salvini comunque, da quanto ho letto, è stato accolto più da contestatori che da pecore del suo gregge
ah: se votate Lega e vi ho offeso, mi scuso: la Lega mi sta leggermente sulle palle e... beh, guardatevi, alla fine siete davvero delle pecore.
 
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