Io sono cresciuto con dei genitori che di tecnologia sono sempre stati piuttosto digiuni, almeno per computer e robe simili, per quanto mia madre sia tutt'ora veloce a riuscire a far funzionare gli apparecchi moderni. Forse proprio per questo e per la fiducia nel loro metodo educativo, non ho mai avuto particolari problemi ludici o computereschi a parte il budget familiare molto ridotto.completamente d'accordo con te, le lamincard me le comperavano, ma ero alle elementari. Ora proprio non possono accettare la mia passione per i pokèmon, mia madre dice solo che non devo stare tutto il giorno incollato alle "scatole" (come lei chiama DS e computer)perchè mi rincitrullisco, mio padre invece dice che i pokèmon sono roba da bambini di 2 anni e che io devo fare qualcosa di più utile alla società (come per esempio aiutarlo a fare i suoi progetti). Quando gli dico che i pokèmon sono molto più complessi e ragionati di quanto sembrano e che ci giocano persone anche molto più grandi di me loro mi dicono che se gli altri sono stupidi non devo essere stupido anche io.Il DS e i giochi me li hanno fatti comprare ma li ho pagati io, e Nero l'ho preso senza avvisarli, glielo ho detto dopo.
come posso fare a convincerli?
Non ti viene il sospetto che le due cose siano spesso coincidenti? Il genitore comunque trasmette la propria conoscenza (e quindi ti educa) in base alla sua esperienza ed a quanto a sua volta trasmesso dai tuoi nonni e così via. È tutta una catena di « secondo loro »! Se fosse qualcosa di « sempre » universalmente valido, anche un computer potrebbe essere un buon genitore, ma non è così.I genitori devono dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato nella vita, non cosa è giusto secondo loro.
Sì, è esattamente così, ma a vent'anni o prima è praticamente impossibile rendersene conto. Sai che secondo me saresti veramente un buon genitore?Accadono sempre le stesse cose, è normalissimo... una volta c'erano il walkman con le audiocassette ("eh, come ti isoli, stai sempre con quelle cuffie") e i cartoni animati giapponesi ("ma come sono violenti, perché li guardi?"), e adesso ci sono gli MP3, le consoles e ancora la TV.I genitori 'romperanno' sempre, è nella loro natura, e i figli li contesteranno sempre, è la loro natura.
Ma un giorno, quando avranno casa per conto loro, si renderanno conto che a casa di mamma non si stava poi così male. E si mangerà volentieri tutti insieme la domenica, quando il lavoro potrà permetterlo.
E' vero, spesso le cose coincidono, ma non sempre. I miei genitori, essendo di una generazione diversa dalla mia, hanno dei pregiudizi per quanto riguarda la tecnologia e per i giochi che oramai hanno etichettato come "infantili". Purtroppo, i genitori non sempre sanno qual è la cosa giusta.Non ti viene il sospetto che le due cose siano spesso coincidenti? Il genitore comunque trasmette la propria conoscenze (e quindi ti educa) in base alla sua esperienza ed a quanto a sua volta trasmesso dai tuoi nonni e così via. È tutta una catena di « secondo loro »! Se fosse qualcosa di « sempre » universalmente valido, anche un computer potrebbe essere un buon genitore, ma non è così.
Ehm sì....Steve Smith forse?
No, se lì trova il bene che cerca.Mi viene in mente un personaggio di American Dad, Stan Smith, che ha tutte le passioni più nerdiche e quando parla degli MMORPG dice che lì non ci sono umiliazioni o soprusi, lì può essere qualcuno... ma non sarebbe meglio essere qualcuno nella vita reale (tanto più che anche lui cerca le attività sociali e di conquistare le ragazze come gli altri, ed è sconfortato perché non ci riesce)?
Il punto è che è facilissimo non sentirsi emarginati da cose del genere. Non è una questione solo psicologica: una persona se ha la mentalità adatta riesce a rispondere anche ad un'eventuale paura, al punto da eliminarla senza fare una sfida con sé stessa. Questo perché ad una persona forte non glie ne frega niente di ciò che pensa la gente, e su questo, preciso e ben determinato argomento, è questo che voglio dire, la forza ce l'hanno praticamente tutti. Se la paura rimane è perché non si prova nemmeno a dire "Mi volete uguale? Allora siete inferiori voi perché volete costringermi." Poi, una persona che si richiude in sé (ma specifico che non ho MAI sentito parlare di persone che nel richiudersi in sé giocano ai Pokemon o altro) se fa un gioco o una cosa simile solo per quel motivo, d'accordo; però se non ci gioca perché non vuole essere diversa allora il discorso è diverso.Per il resto, se per te essere alienati/emarginati = distinguersi dalla massa e per questo esserne felici, buon per te, se nel tuo caso stai bene. C'è però chi invece non ne è realmente felice, ma non potendo cambiare il presente con uno schiocco di dita, si chiude in sè stesso o nella sua passione/fissazione, magari facendo di necessità virtù per contrapposizione
Dopo questequindi mi rassegno e non spiego niente.
)Io sono cresciuto con dei genitori che di tecnologia sono sempre stati piuttosto digiuni, almeno per computer e robe simili, per quanto mia madre sia tutt'ora veloce a riuscire a far funzionare gli apparecchi moderni. Forse proprio per questo e per la fiducia nel loro metodo educativo, non ho mai avuto particolari problemi ludici o computereschi a parte il budget familiare molto ridotto.
Ora, da genitore, posso dirti che il discorso di stare tutto il giorno attaccato a « delle scatole » non è campato in aria. Non c'entra che siano i Pokémon o altro, c'entra il fatto che ritengo corretto dedicarci un tempo limitato in modo da variare gli interessi ed incentivare la curiosità e la fantasia. Tutte cose che un po' di svago all'aperto o qualche buon libro possono fornire; in poche parole, dare un'occhiata a ciò che ti succede o può succedere intorno ed a distogliere lo sguardo da uno shcermo elettronico.
Darth Jack, 30 luglio 2012, 19:00:
I genitori devono dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato nella vita, non cosa è giusto secondo loro.
Non ti viene il sospetto che le due cose siano spesso coincidenti? Il genitore comunque trasmette la propria conoscenza (e quindi ti educa) in base alla sua esperienza ed a quanto a sua volta trasmesso dai tuoi nonni e così via. È tutta una catena di « secondo loro »! Se fosse qualcosa di « sempre » universalmente valido, anche un computer potrebbe essere un buon genitore, ma non è così.
Carmageddon, 30 luglio 2012, 20:48:
Accadono sempre le stesse cose, è normalissimo... una volta c'erano il walkman con le audiocassette ("eh, come ti isoli, stai sempre con quelle cuffie") e i cartoni animati giapponesi ("ma come sono violenti, perché li guardi?"), e adesso ci sono gli MP3, le consoles e ancora la TV.
I genitori 'romperanno' sempre, è nella loro natura, e i figli li contesteranno sempre, è la loro natura.
Ma un giorno, quando avranno casa per conto loro, si renderanno conto che a casa di mamma non si stava poi così male. E si mangerà volentieri tutti insieme la domenica, quando il lavoro potrà permetterlo.
Sì, è esattamente così, ma a vent'anni o prima è praticamente impossibile rendersene conto. Sai che secondo me saresti veramente un buon genitore?
Non so che cosa tu abbai capito, ma intendevo dire che sono discorsi che non stanno né in cielo né in terra. Nulla di più e nulla di meno.Edit: non ho capito molto bene quello che intendi però quindi il messaggio sopra può intendere qualcosa di diverso.
Tu qualche post fa hai detto che se tuo figlio si vuole buttare sotto un treno (o se si vuole tagliare un braccio) può farlo, gli dici che è sbagliato ma può farlo. E sono i discorso di Carma che non stanno ne in cielo e ne in terra, eh?Non so che cosa tu abbai capito, ma intendevo dire che sono discorsi che non stanno né in cielo né in terra. Nulla di più e nulla di meno.
No, cioè: i tuoi genitori ti impediscono di fare una cosa a cui tieni molto perché "è da bambinetti" quando ciò che ti vogliono far fare loro non è da bambinetti ma da manicomio. Tu li odi, non si sopporti, ma alla fine " devi riconoscere che ti hanno aiutato"?!? A fare cosa? A diventare pazzo come loro, solamente. Oh, certo che dopo (non tutti, per fortuna, ma molti sì) finiscono per comportarsi come loro: se li sono lavorati bene e li hanno trasformati in bestie che fanno il natale insieme e vogliono tanto bene persino ai parenti lontani che da piccolo magari i tuoi genitori ti costringevano a far finta che tutto sia splendido in casa tua solo perché arrivano loro e dovevano credere che la tua casa fosse bella e carina come la loro, costringendoti oltretutto ad abbondare in quanto ad omertà.Sì, è esattamente così, ma a vent'anni o prima è praticamente impossibile rendersene conto. Sai che secondo me saresti veramente un buon genitore?
Non voglio entrare nel personale, ma se uno ha dei genitori idioti è anche giusto comportarsi con un minimo di logica. Il fatto che questi genitori siano così non significa che tutti siano così, e di certo con puoi dire ad un bambino di buttarsi sotto un treno se lo vuole.Non ne ho proprio voglia, ne piglio una delle peggiori e ti spiego perché è sbagliata quella, le altre non ne ho voglia. O almeno non oggi.
No, cioè: i tuoi genitori ti impediscono di fare una cosa a cui tieni molto perché "è da bambinetti" quando ciò che ti vogliono far fare loro non è da bambinetti ma da manicomio. Tu li odi, non si sopporti, ma alla fine " devi riconoscere che ti hanno aiutato"?!? A fare cosa? A diventare pazzo come loro, solamente. Oh, certo che dopo (non tutti, per fortuna, ma molti sì) finiscono per comportarsi come loro: se li sono lavorati bene e li hanno trasformati in bestie che fanno il natale insieme e vogliono tanto bene persino ai parenti lontani che da piccolo magari i tuoi genitori ti costringevano a far finta che tutto sia splendido in casa tua solo perché arrivano loro e dovevano credere che la tua casa fosse bella e carina come la loro, costringendoti oltretutto ad abbondare in quanto ad omertà.
Ovviamente spero che tu abbia capito che la sua ironia era per motivarti a dare una spiegazione a certe cose che dici, non a prenderti per il culo.Se ti può andar bene come alternativa, fattelo tagliare da qualcun altro. Contento così?
Lei mi da una mano?Se ti può andar bene come alternativa, fattelo tagliare da qualcun altro. Contento così?
prima di tutto, ci tengo a precisare che l'esempio di Pokémon era citato unicamente perché parte dell'altro topic, volendo parlare di altro posso testimoniare che esista gente che c'ha fatto i soldi con i giochi competitivi come Super Smash (no joke, parliamo di cifre da migliaia di euro l'anno), quindi si potrebbe definire fonte di soddisfazione sia economica che non.Però è anche vero che prima o poi si deve crescere.
E che alcuni interessi, in certi casi, possono risultare "eccessivi" per quanto riguarda lo sviluppo della persona.
Ad un adolescente dovrebbero prima di tutto interessare la formazione personale e sociale, cioè studiare ciò che gli interessa, praticare un'attività formativa (es. sport o musica), stringere amicizie, viaggiare, fare nuove esperienze, farsi una cultura. In tutto questo giocare ai pokémon va benissimo, ma secondariamente, non in cima alle proprie priorità.
Liberissimi di non farlo e stare chiusi in casa a giocare e dedicarvi solo ai pokémon (in fondo anche quello è un passatempo in sè legittimo...), ma un giorno darete importanza ad altre cose e rimpiangerete di non avervi dedicato tempo fin dalla prima adolescenza al posto di stare a nerdare con le carte collezionabili e i siti internet a riguardo.
Perché la verità è che un giorno non saranno i pokémon la vostra reale ambizione, non saranno i pokémon la fonte di soddisfazione di una persona, non saranno i pokémon a qualificarvi umanamente e professionalmente in maniera positiva, non saranno i pokémon ciò per cui troverete un posto nel mondo e per cui gli altri vi accetteranno (anzi, occhio...), non saranno i pokémon la fonte della vostra felicità (a meno di accontentarvi).
Ci vuole moderazione.
proprio il gioco di carte (ammesso di praticarlo dal vivo e non online) richiede contatto e contatti tra le persone: procurarsi la carta "argentata" od il mazzo "raro" elaborato sono tra le cose più difficili da realizzare, bisogna allargare le proprie conoscenze, fare scambi su scambi, girare parecchio (e magari pure in città diverse da quella di residenza)... un giro tale da non invidiare per nulla gli incontri di basket/calcio tra squadre di altre comunità (perdonatemi il termine, non pratico sport di squadra e si vede) o del trovare un nuovo locale in cui suonare col proprio gruppoPoi ci si ritroverà nell'età adulta in ritardo rispetto agli altri che hanno già fatto diverse esperienze; perché mentre gli altri coltivavano due di picche, giocavano a basket, nuotavano al mare o non vedevano l'ora di fare la gita del quinto a Barcellona, ci si preoccupava di trovare la card argentata ed elaborare deck rari.
Se nell'epoca in cui si dovrebbe invitare a uscire fuori una ragazza o partecipare a competizioni sportive, ci si rinchiude nel proprio mondo continuando i giuochi della propria infanzia (spendere tutto il denaro per collezionare carte/figurine, o stare tutto il giorno davanti ai videogiochi, o guardare solo cartoni magari di un certo tipo ecc.), è evidente che c'è qualcosa che non va.
Temerei anche che il mio ipotetico pargolo non sia socialmente inserito con i coetanei (male per lui), motivo per cui si aliena negli interessi (che NON vuol dire conformarsi al gregge e non avere una propria personalità!), il che potrebbe anche indicare una debolezza di carattere (se magari si vergogna di giocarci perché sa che il gruppo lo prenderebbe in giro, se non ha la determinazione di imporre il suo modo di essere e teme troppo il giudizio altrui). Io non credo farei tante storie se incontrassi qualcuno che gioca ai pokémon, però per altri non è così e mi dispiacerebbe se il mio futuro figlio dovesse essere emarginato o deriso per questo, influenzando la sua crescita.
ciò che per te è prendersi cura dai tuoi figli sarà visto come impicciarsi degli affari loro, lo sai benissimo come funziona la psicologia infantile... se tenti anche solo di suggerirgli un'altra strada, lui cocciutamente proseguirà in questa. E farà benissimo, se gli piace così tanto...Per questo cercherei preventivamente di indirizzarlo verso altre direzioni piuttosto che questa. Non potrei assolutamente starmene in disparte e lasciarlo sviluppare, fregandomene del tutto, solo un interesse accanito verso ciò che al momento ritiene superficialmente sia ciò che fa per lui.
Magari rischia di arrivare alle superiori che per scherzare da un nome al proprio zaino, non ha la minima idea di come relazionarsi con la ragazza adocchiata e si esprime in una maniera fuori dal mondo...
stiamo pensando ad uno appassionato (od anche ossessionato) di Pokémon oppure ad un impedito? No perché tu stai descrivendo il secondo eh...Insomma, preferirei sapere che mio figlio, arrivato ad una certa età, come passatempo fa gare di judo, suona blues, gira il centro in bicicletta e va nel bosco in escursione con gli amici, piuttosto che giocare ai pokémon (soprattutto se gli altri lo prendono in giro o lo evitano per questo);
che piuttosto che sapere a memoria i nomi di tutti i pokémon, si appassioni alle scienze o alle arti;
che ai tornei online di pokémon gliene freghi assai poco rispetto a, chessò, entrare a medicina, realizzare la propria ambizione col teatro/danza, entrare in polizia, farsi tesserare dalle giovanili della squadra, diventare un Bear Grylls o fare un figurone assieme al gruppo di amici nel primo concertino in pubblico ecc.
Non tanto per un pallino mio, quanto perché saprei che ne sarebbe lui per primo orgoglioso e ciò contribuirebbe a renderlo un adulto completo ed equilibrato, che possa quindi andare in contro alla vita e farsela soddisfacente.
cercherò di rispondere anche a questo nonostante abbia capito ben poco di quello che hai scritto e non ho tempo di cercarlo su google xDPoi può anche darsi che da adulto da solo si appassioni ad un qualche gioco di carte collezionabili, o alle partite a D&D, o al fumetto d'autore, o ai modellini di qualcosa, mi va benissimo, ma come hobby parziale che rappresenta una minima frazione della sua vita, non la sua priorità o la prima cosa che viene in mente nel descriverlo.Mi andrebbe decisamente meno bene se una volta adulto dedicasse la maggior parte del proprio tempo e denaro esclusivamente a fare cosplay di Dragon Ball in qualche fiera, a collezionare costose action figures magari fatte male, a scarabbocchiare doujin fantasticando di essere un mangaka, ad avere come soli argomenti di conversazione il fantasy o le tecnobubbole (poi vabbè la vita è sua e non posso costringerlo a fare diversamente)...
evidentemente non sei del giro, dato che ti potrei elencare almeno due interi forum, pieno zeppo di cose che volevi sentirti dire (uno fighissimo palestrato circondato da ragazze, uno che gioca a basket a livelli professionistici, uno che fa atletica e solleva 3 volte il suo peso, pieno zeppo di gente che si sta laureando in robe tipo fisica, medicina, ecc)Non escludo anche che possa esistere anche un pargolo che riesca a crescere da gran figo e contemporaneamente a giocare ai pokémon in tutta tranquillità, anche se per ora in real life non ho mai incontrato nessuno così.
anche qui, confondiamo carriera lavorativa e hobby. Insomma, se un hobby non mi è utile non penso proprio di volerlo scrivere, qualsiasi esso sia, se non richiesto specificatamente per quel lavoro che mi interessa. Il cv che ho consegnato al cinema multisala per esempio descriveva tutta la mia passione e la mia abilità in critica cinematografica, così come quello del gamestop tutto il mio sapere videoludico (più che altro grazie alle console possedute), così come scriverei io per primo "mi sono qualificato primo/top nei seguenti tornei Pokémon/sono arbitro qualificato nel tcg/seguo l'anime e so subbare ita dal jap/ce l'ho lungo perché ho 15 box al 100 ed il Pokédex completo" se dovessi presentarmi per un colloquio a Pokémon Company/un Pokémon Center/altro riguardante quello specifico settore (molto di nicchia).Anche per questo, i vostri genitori sbagliano certamente nel costringervi con la forza a fare qualcosa e nel buttarvi le vostre passioni, e piuttosto che dover fare una cosa per forza "perché sì" preferirei di gran lunga anch'io i pokémon per tutta la vita... ma mettetevi nei loro panni; e pensate anche voi se, fra dieci anni, in un vostro immaginario curriculum vitae, scriveste alla voce sugli interessi e le abilità coltivate "giocare ai pokémon". Ve l'assicuro, un giorno ve ne renderete conto.
Condivido pure quello che dici tu, ma tieni conto che a fare soldi con i pokèmon o i vari card game sono veramente una ridottissima percentuale di persone, talmente ridotta da essere praticamente insignificante.
bada che non ho detto che si diventa tutti così, ma che magari si reprime quello che poteva diventare il nuovo qualcuno...Condivido pure quello che dici tu, ma tieni conto che a fare soldi con i pokèmon o i vari card game sono veramente una ridottissima percentuale di persone, talmente ridotta da essere praticamente insignificante.
Poi comunque non si può mai dire come gira il mercato, io dicevo "mi compro le carte dei pokèmon perchè mi piacciono, costano ma un giorno se non mi piacciono più o se mi serviranno dei soldi le vendo" e poi ho visto quanto valgono adesso.
Poi anch'io lavoro e adoro i pokèmon, i manga e i videogiochi, basta sapersi regolare.
Avevo capito, ma dato che le probabilità sono estremamente minime, non penso neanche che questo ragionamento sia fattibile.bada che non ho detto che si diventa tutti così, ma che magari si reprime quello che poteva diventare il nuovo qualcuno...
Se.No, se lì trova il bene che cerca.
Entrambe le cose.@ Connacht: Riguardo al tuo primo lunghissimo post: condivido abbastanza le tue idee, ma da come scrivi sembra quasi o che tu vuoi fare a tuo figlio quello che non hai potuto fare tu o che vuoi fargli fare esattamente quello che hai fatto tu. Tieni conto che a volte, per quanto uno si impegni, non sempre riesce a farsi accettare totalmente nel gruppo, soprattutto se si ha una mentalità più matura/infantile/aperta/chiusa rispetto a quella del gruppo in cui si trova.
Effettivamente lo farei anch'io.Conoscendomi, a mio figlio gli fregherò i fumetti e i videogiochi per giocarci io (con lui ovviamente).
Oddio, forse perché non sei registrato, a me almeno per ora non lo fa e non lo ha mai fatto, cmq andando a leggere sul sito pare che sia solo una pubblicità introdotta da poco e basti aspettare pochi secondi per poi non vederla più per un mese...prima di rispondere a Conny una premessa: mi scuso ma non ho letto i link che hai messo sia perché il nome del sito mi stava antipatico sia perché una volta aperto mi chiedeva di guardare due loro filmati per sostenerli e proseguire nella lettura
E chi ti dice che a 40 anni non diventerà un imbranato obeso e solo, bravo unicamente a calcolare integrali e giocare ai videogiochi?e con lui molti altri esempi come Zuckerberg, Jobs o qualche altro illuminato che abbiamo avuto nell'ultimo decennio: chissà, magari rinunciare ad un hobby può voler dire impedire la nascita di un futuro loro discendente. Chi ti dice che il pargolo non diventerà il nuovo ceo di Facebook 2.0?
Non è solo così la psicologia infantile in verità, i fanciulli sono molto sensibili ad assorbire caratteristiche dal genitore di riferimento, ma anche a emulare ciò che ammirano. Molti genitori faticano se non falliscono nell'indirizzare i figli perché non hanno saputo essere autorevoli nei loro confronti, soprattutto se invece di incoraggiarli a dedicarsi ad attività piacevoli si limitano ad accendere la televisione e pretendere bei voti a scuola.ciò che per te è prendersi cura dai tuoi figli sarà visto come impicciarsi degli affari loro, lo sai benissimo come funziona la psicologia infantile... se tenti anche solo di suggerirgli un'altra strada, lui cocciutamente proseguirà in questa. E farà benissimo, se gli piace così tanto...
ROTFL lo sposerei per questo.non vedo perché essere fieri di un figlio che gira per il mondo mangiando cacca di orso
No, sto facendo un esempio del tipo "facciamo il punto della mia vita fino ad ora: cosa so fare? che qualità e abilità ho?".anche qui, confondiamo carriera lavorativa e hobby
Ogni riferimento a persone realmente esistenti è puramente casuale.Se chiamasse il suo zaino Pino e a 13 anni dicesse cose tipo "non mi permetterò mai di emancipare le ragazze e fare quelle cose schifose!", ma poi non capisse perché le fanciulle lo allontanano.
Estrapolata così dal contesto, senza neanche il link della citazione, la frase si presta a qualsiasi interpretazione e secondo me l'hai buttata lì solo per arricchire il tuo discorso. Qui il mio messaggio da cui l'hai tratta. Era riferita al messaggio di Carma (da me citato) che, per quanto possa sembrarti strano, descrive abbastanza bene moltissime situazioni.Non ne ho proprio voglia, ne piglio una delle peggiori e ti spiego perché è sbagliata quella, le altre non ne ho voglia. O almeno non oggi.
No, cioè: i tuoi genitori ti impediscono di fare una cosa a cui tieni molto perché "è da bambinetti" quando ciò che ti vogliono far fare loro non è da bambinetti ma da manicomio. Tu li odi, non si sopporti, ma alla fine " devi riconoscere che ti hanno aiutato"?!? A fare cosa? A diventare pazzo come loro, solamente. Oh, certo che dopo (non tutti, per fortuna, ma molti sì) finiscono per comportarsi come loro: se li sono lavorati bene e li hanno trasformati in bestie che fanno il natale insieme e vogliono tanto bene persino ai parenti lontani che da piccolo magari i tuoi genitori ti costringevano a far finta che tutto sia splendido in casa tua solo perché arrivano loro e dovevano credere che la tua casa fosse bella e carina come la loro, costringendoti oltretutto ad abbondare in quanto ad omertà.Sì, è esattamente così, ma a vent'anni o prima è praticamente impossibile rendersene conto. Sai che secondo me saresti veramente un buon genitore?