Agli inizi della leggenda

DDX

Great!
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Bellissima! Hai un modo di scrivere che coinvolge molto il lettore!  Inoltre le descrizioni non rompono per nulla la narrativa, ne sono troppo lunghe e noiose. Devo ammettere che la scena che più preferisco nell'intera fic è l'apparizione di Cradily, il modo in cui lo fai muovere, la maestosità della scena, è bello davvero *.*
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Ora continuala! 
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  ordine, consiglio, dogma... consideralo come ti pare, ma tu fallo e basta 
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Grazie per i complimenti! Di sicuro la finirò dato che in mente ho già tutta la storia e poi penso che tra uno o due capitoli si entrerà nel vivo della fic.
 

DDX

Great!
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E con un ritardo mostruoso, ecco il nuovo capitolo!

[SIZE=14pt]Capitolo 14: Il Pokèmon divino e il Pokèmon malvagio[/SIZE]

Drake riconobbe subito Valder e il suo Archeops, ma non le altre due persone.

Quando atterrarono vide che Samuel gli si avvicino per salutarli, come se fossero vecchi amici, poi il suo sguardo cadde sui Pokèmon dei due sconosciuti.

Il primo era violaceo ed assomigliava ad un Golbat, ma con una specie di membrana tra le zampe al posto delle ali e aveva una lunga coda; il secondo era un Pokèmon bianco e dall’aspetto soffice, aveva due grandi ali e non sembrava per nulla pericoloso.

Poi Samuel gli presentò i due nuovi arrivati.

“Drake, voglio presentarti due miei cari amici, Alexander e Selene, sono entrambi archeologi e vengono dalle ragione di Sinnoh. Li ho chiamati personalmente per aiutarci con il libro che hai trovato sull’Isola di Scoglio”.

Drake si presentò e loro ricambiarono, facendogli anche i complimenti per il suo bellissimo Charizard, che ruggì di gioia.

“Ora che ci siamo tutti direi che possiamo entrare” disse Samuel.

Drake richiamò Charizard nella sua ball e gli altri fecero lo stesso, chiamando i loro Pokèmon Gliscor e Togekiss.

Entrando nel tempio Drake osservava la struttura con curiosità mentre Samuel parlava con gli archeologi, il ragazzo lo sentì chiedergli della figlia e loro risposero che era partita da poco con il suo Gible per suo viaggio come allenatore di Pokèmon e che si stava appassionando anche lei ai miti e alle leggende della regione di Sinnoh.

Dopo poco arrivarono in un’enorme salone dove una grande spaccatura nella struttura faceva entrare un luminoso fascio di luce che illuminava la parete in fondo mostrando una serie di disegni incisi direttamente sul muro.

Su richiesta di Samuel, Drake tirò fuori il libro e il diario che trovò nella villa dell’Isola Cannella e li diede ad Alexander, che cominciò a sfogliarli con la moglie.

Mentre i due studiosi si interessavano ai libri, Drake cominciò a guardarsi in giro cercando di cogliere tutti i dettagli di quel posto, in fondo non tutti potevano dire di aver esplorato un tempio antico. Il ragazzo notò che su tutto il pavimento e persino sulle pareti c’era un leggero strato di polvere, tranne che in un punto vicino al muro dove c’erano quelle che sembravano le impronte di un Pokèmon, due singole impronte che sembravano una Y in quel punto preciso del pavimento e a Drake sembrò strano, come aveva fatto il Pokèmon a lasciarle solo lì e non in altri punti del pavimento? Come minimo doveva saper volare oppure…

Riflettendo alzò lo sguardo e vide che sul disegno inciso sulla parete c’era un’altra impronta che sembrava formata da tre cerchi, come se chi le avesse lasciate si fosse posato in quel punto e avesse toccato il disegno sul muro.

Drake lo osservò e gli scappò un “Ehi! Ma io questo Pokèmon l’ho già visto!”.

Tutti gli si avvicinarono e Alexander, molto stupito, gli chiese “ Quello è un Mew, un Pokèmon più unico che raro! Dove l’hai visto?”

Drake cominciò a raccontare della creatura prigioniera alla Villa Pokèmon dell’Isola Cannella, evitando con cura di non nominare il figlio di Samuel, e poi fece notare a tutti le impronte che aveva visto sul pavimento e sul muro.

Tutti le osservarono e il primo a parlare fu Alexander.

“Quelle non sono impronte di un Mew, sono troppo grandi. E non so di che Pokèmon possano essere. Magari troviamo la risposta su questi libri, dato che parlano proprio di Mew”.

Detto questo, lo studioso aprì il libro trovato sull’Isola di Scoglio e cominciò a leggere le incomprensibili scritte.

“Questo libro racconta il mito del Pokèmon Mew, venerato come una divinità da un’antica e misteriosa popolazione oramai scomparsa, dice che Mew è considerato l’antenato di tutti i Pokèmon, il primo mai comparso. Mew può imparare tutte le mosse di tutti i Pokèmon, e può trasformarsi in tutti i Pokèmon a suo piacimento. Questa popolazione era contraria alle lotte tra Pokèmon perché credeva nella possibilità che l’avversario fosse proprio Mew trasformato e per loro era un sacrilegio attaccare la propria divinità…”

Tutti ascoltavano attentamente, a Drake non sembrava vero di aver avuto a che fare con una creatura tanto speciale, Alexander continuò con la spiegazione.

“ Ecco, il libro parla solo di questo mito del Pokèmon divinità, ma credo che siano più che altro una raccolta di leggende antiche su Mew. Mentre il diario dell’Isola Cannella parla di cose più inquietanti, qui c’è scritto che un gruppo di scienziati di un lontano paese è riuscito a catturare un Mew e a portarlo in un laboratorio altamente tecnologico e specializzato sulla modifica dei geni e sulla clonazione, questo laboratorio si trova nei sotterranei della Villa Pokèmon, sull’Isola Cannella.

Dice anche che, poco dopo la cattura, Mew abbia partorito un piccolo che venne chiamato Mewtwo e che gli scienziati abbiano modificato i suoi geni per renderlo più forte. Crescendo, si accorsero però di aver commesso un terribile errore: Mewtwo era diventato crudele e fortissimo ed al laboratorio facevano fatica a contenere i suoi poteri. Mewtwo venne trasferito sull’Isola di Scoglio, dove c’era un altro laboratorio come quello della Villa Pokèmon ma con sistemi di sicurezza e di contenimento più sofisticati. Gli scienziati dell’Isola Cannella vennero a sapere che un giorno però Mewtwo riuscì a rompere i sigilli che lo tenevano a bada e, appena si accorse di essere libero, rase al suolo il laboratorio e si teletrasportò via. L’ultimo appunto è questo…”

Alexander mostrò il diario perché tutti potessero leggere l’ultima frase scritta.

“Lui tornerà, lo so. Sta cercando Mew.  Non staremo ad aspettarlo, noi fuggiremo. Prego che non ci trovi o sarà la fine per noi come lo è stata per quelli dell’altro laboratorio. Quando Mewtwo si scatenerà sarà la fine per il mondo intero”.

A Drake venne in mente il nome trovato sul foglio bruciato sull’Isola di Scoglio. C’era scritto Mewtwo. Rabbrividì e osservò gli altri, tutti molto seri. Valder fu il primo a parlare.

“Dobbiamo fermarlo! Dobbiamo scoprire dove si trova per impedire che si compia qualche catastrofe! Come possiamo trovarlo? Il diario non dice dove può essere?”

Tutti lo fissarono e notarono quanto fosse agitato, e Alexander scosse la testa.

“Il diario non lo dice, non fa riferimenti a nessun luogo in particolare. Visto le impronte che abbiamo trovato qui, visto che sono sul disegno di Mew e visto che sappiamo che Mewtwo lo sta cercando, posso azzardarmi a dire che lui è stato qui. E il fatto che si sappia teletrasportare spiega il perché non ci siano altre impronte nella stanza. Ma è solo un’ipotesi”.

“Ma ci deve essere un modo per trovarlo! Mi legga il resto del libro, ci deve essere sicuramente qualche indizio!” esclamò Valder con impazienza.

“Nel libro ci sono solo leggende su Mew, non serve che lo legga tutto…”

“Ma…” disse Valder prima che Samuel lo interrompesse.

“C’è un modo per scoprire dove possa essere! C’è la Mappa Psichica!”

Tutti lo fissarono e Drake chiese di cosa stesse parlando.

“La Mappa Psichica è un manufatto molto antico che, se esposto ad una traccia psichica può segnalare dove si sia teletrasportato il Pokèmon in questione. Per esempio, se noi attivassimo la Mappa in questo salone, se effettivamente qui c’è stato questo Mewtwo,  la Mappa può captare la traccia psichica di Mewtwo e segnalare dove si sia teletrasportato dopo essere stato qui. E funziona con tutti i Pokèmon di tipo Psico. Se Mewtwo è di questo tipo, come del resto lo è Mew, la Mappa può trovarlo”.

Tutti erano stupefatti dell’esistenza di questa misteriosa reliquia.

“E dov’è questa Mappa? Ci serve il prima possibile!” esclamò Valder.

“Si trova al museo di Selenopoli, a sud rispetto a noi, ma occorrerà un permesso speciale per prenderla, è un tesoro decisamente importante e va maneggiato con cura, se finisse nelle mani sbagliate sarebbe un disastro…”

Valder richiamò Archeops e ci saltò velocemente in groppa.

“Corro ad avvisare il generale Azul, prima troviamo quel Pokèmon e meglio è per tutti!”

Detto questo, la creatura si alzò in volo ed uscì dal buco nel muro, sparendo dalla vista dei presenti.

“E’ pieno di entusiasmo… anche se trovassimo Mewtwo non potremmo fare molto, se è potente come è scritto sul diario…” disse Samuel, sospirando.

“E ora che facciamo, andiamo anche noi a Selenopoli?” chiese Drake.

Il gruppetto si mise a discutere su cosa sarebbe stato meglio fare, per evitare la catastrofe che Mewtwo potrebbe scatenare sul mondo. Discussero fino a quando sentirono distintamente un forte ringhio sibilante dietro di loro. Si voltarono di scatto.

Fuori dalla spaccatura del muro, in piedi su un Pokèmon dall’aspetto minaccioso, c’era un uomo che li guardava e che aveva stampato in faccia un sorriso maligno. Drake lo riconobbe subito.

Era Nerion.
 

CiaobyDany

あなたと見る絶望は あなた無しの希望など霞むほど輝くから
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MegaCharizard Y confirmed?
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Bella fic, peccato che per impegni vari non hai modo di seguirla per bene.

(quando scrivi, fai attenzione ai tempi verbali, perché ogni tanto salti dal passato al presente)
 

DDX

Great!
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MegaCharizard Y confirmed?
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Bella fic, peccato che per impegni vari non hai modo di seguirla per bene.

(quando scrivi, fai attenzione ai tempi verbali, perché ogni tanto salti dal passato al presente)
Grazie per i consigli!

Comunque smentisco subito, non ci saranno megaevoluzioni. La fic l'ho progettata molto prima dei giochi XY, e ho deciso di non cambiarla (anche se ci ho pensato). ^^
 

DDX

Great!
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Nuovo capitolo! 

Tra quelli che ho scritto trovo che questo sia quello più ricco d'azione, ed è quello che finora mi sono divertito di più a scrivere. 

Spero che vi piaccia. ^^

[SIZE=14pt]Capitolo 15: Lotta nel tempio[/SIZE]

In piedi su un pokèmon violaceo sconosciuto l’uomo li stava fissando con un sorriso inquietante.

I presenti lo fissarono e fissarono il Pokèmon sibilante che lo accompagnava, tutto in lui dava un senso di malvagità che Drake non aveva mai visto in nessun altra creatura: la pelle squamata dai colori scuri, gli occhi totalmente rossi e i movimenti scattanti che faceva con le zampe anteriori, come se cercasse di afferrare l’aria.

Quelle zampe colpirono Drake, sembravano quasi… no, ne era sicuro, quelle erano altre due teste, non erano semplici zampe.

Un malvagio Pokèmon con tre teste, ecco cosa stava guardando il ragazzo.

“Ci si rivede, ragazzo!” disse l’uomo sulla creatura, fissando Drake.

“Sapevo che tu e il tuo amico non eravate morti alla villa come quei due incapaci dei vostri amici…”.

Le sue parole furono come un’esplosione per Drake, che colmo di rabbia fece correre la mano alla cintura e prese una Pokèball. Ma Samuel si mise davanti a lui e lo fermò. Lo guardò fisso negli occhi e gli disse: “Mi spiace Drake, ma non puoi affrontarlo”.

Il ragazzo lo guardò stupefatto e colse tutta l’ira che il professore celava dietro al suo sguardo calmo, non lo aveva mai visto così e, intimorito, abbassò la mano con la ball.

“Tu pensa a quelli” disse Samuel indicando con lo sguardo tre uomini vestiti di nero che nel frattempo erano comparsi di fianco a Nerion.

“Professore…” disse Drake, ma Samuel lo interruppe impedendogli di finire la frase.

“E’ una questione personale. Lui è mio.”

“Beh, cos’è quello sguardo minaccioso? Cosa credi di fare, vecchio?” disse sprezzante Nerion saltando giù dal suo Pokèmon.

Samuel avanzò verso di lui ed estrasse una Pokèball.

“Sono stato fortunato ad incontrarti, posso fartela pagare di persona” disse il professore.

Drake lo guardò e rabbrividì, non era l’uomo calmo e sempre sorridente che conosceva…

Decise però di non mettersi in mezzo, di lasciarlo fare. Anche lui aveva degli avversari da affrontare. I tre uomini gli si pararono davanti pronti a fronteggiarlo, come se gli scontri fossero già stati decisi.

Tre Pokèball vennero lanciate per aria davanti a Drake e tre Pokèmon fecero la loro comparsa sul campo: a sinistra una grande creatura alata violacea con il corpo peloso e con grandi e inquietanti occhi azzurri; a destra un Pokèmon viola dalla forma umanoide decisamente muscoloso; al centro comparve una creatura verde simile ad un grosso baccello, con una grande bocca nera alla sommità della testa, due grandi foglie si agitavano ai lati del corpo.

“Un Venomoth, un Machoke e un Victreebel… niente di più facile!” pensò Drake e lanciò la sua Pokeball. La sfera roteò in aria ed un luminoso fascio di luce ne uscì.

Quando si dissolse, non comparve alcun Pokèmon.

Dopo un attimo di smarrimento, i tre uomini si guardarono e si misero a ridere, e persino i loro Pokèmon sembravano sogghignare.

Drake, osservando la scena, non riuscì a trattenere un sorrisetto. Aveva capito l’incompetenza dei suoi avversari. Il suo Pokèmon era davanti a loro e non se ne erano accorti.

“Vai, usa Stordiraggio!” urlò Drake.

All’improvviso i tre uomini si ammutolirono e fissarono la scena, increduli.

Dalla ball del ragazzo non era uscito niente, ma al suo comando di attacco si accorsero che dove avrebbe dovuto esserci il Pokèmon c’era un ombra circolare sul pavimento e alzarono lo sguardo all’istante. Neanche in aria c’era nulla.

Senza un minimo rumore, l’ombra ebbe un leggero tremolio e cominciò ad uscire dal pavimento. Prima due punte aguzze, poi cominciò ad uscire il corpo del Pokèmon. Emerse una sagoma rotondeggiante,  con due inquietanti occhi rossi ed un sorriso maligno. Il corpo era di un viola semi trasparente, tanto da farlo sembrare intangibile, come se fosse un ologramma.

Poi i suoi occhi si illuminarono e una piccola sfera giallastra comparve davanti alla creatura e si diresse verso il Venomoth avversario, lo raggiunse e sparì non appena lo toccò.

“Dannazione, Machoke, usa Colpo-Karate!”

“Venomoth, usa Paralizzante!”

“Victreebel, vai con Frustata!”

Il Machoke cominciò a correre verso Gengar e alzò la mano pronto a colpirlo, ma il Pokèmon spettrale non si scansò minimamente. E venne tagliato in due.

Il Venomoth non partì subito all’attacco. Osservò Gengar, poi Victreebel e infine cominciò a rilasciare una polvere giallastra. Verso il Pokèmon d’erba.

Quest’ultimo stava per partire all’attacco ma si bloccò e cadde a terra colpito dalle spore paralizzanti del suo alleato. Il suo allenatore, dapprima incredulo, si infuriò con il suo collega incolpandolo dell’accaduto.

Nel mentre, un sorriso comparve sul volto del Machoke. Aveva messo ko l’avversario.

O almeno così credeva. Il suo sorriso scomparve mentre vide il Gengar ricomporsi davanti a lui come se nulla fosse. Quando sentì l’allenatore dello spettro dire “ Usa Psichico” il Pokèmon Lotta capì di essere in pericolo. Era troppo vicino, non avrebbe potuto evitarlo. Vide Gengar sorridere, i suoi occhi si illuminarono e lui si sentì comprimere da una forza misteriosa, che gli impediva di muoversi, e quindi di reagire. Sentì la compressione sempre più forte e poi venne colpito da un forte, invisibile impatto che lo sbalzò via a grande velocità. Colpì qualcosa, e perse i sensi.

Drake osservò la scena: Victreebel a terra paralizzato, Machoke e Venomoth contro il muro esausti, due avversari che litigavano e il terzo fermo immobile, incredulo. Il suo Gengar che sghignazzava senza un graffio. La battaglia era finita, aveva vinto lui.

Nel frattempo, poco più in la, un’altra battaglia stava per iniziare. E non sarebbe stata facile come la sua. Bastava guardare i partecipanti per capirlo.

Samuel lanciò la sua Pokèball e un grosso Pokèmon verde ne uscì. Con un grande ruggito, la creatura fece tremare il campo di battaglia. Le foglie e il fiore sulla sua schiena vibrarono intensamente. Il Pokèmon di Nerion partì immediatamente all’attacco a fauci spalancate.

“Venusaur, usa Riduttore!” urlò Samuel.

“Hydreigon! Facciata!”  

I due Pokèmon si scontrarono così violentemente da generare un’onda d’urto che crepò parte del muro, alzando una nuvola di polvere. La loro potenza era simile, ed ora erano entrambi faccia a faccia. Hydreigon però aveva ancora le zampe-teste libere, e le affondò nel collo dell’avversario.

Ma Venusaur era stato più veloce. Aveva fatto fuoriuscire due spesse e robuste liane dalla pianta che aveva sul dorso in modo da bloccare l’attacco del nemico.

“Venusaur, ora respingilo!” urlò Samuel.

 Il Pokèmon non se lo fece ripetere due volte. Con un ruggito, fece scattare con potenza le liane

spingendo indietro Hydreigon, ma questo non lasciò la presa.

Ora la situazione era di stallo: da una parte Venusaur che voleva ritrarre le liane, dall’altra Hydreigon che le aveva afferrate con le zampe-bocche e non mollava la presa.

Le due creature, sibilando e ruggendo, tiravano con tutte le loro forze. Sembravano equivalersi.

Ma, molto lentamente, il Pokèmon d’erba cominciò a scivolare sul pavimento di pietra, trascinato dall’avversario. Samuel se ne accorse e decise di contrattaccare.

“Carica il Solarraggio!”

Venusaur ruggì, puntò con violenza le possenti zampe anteriori nella pietra, crepandola. La pianta sulla schiena cominciò a vibrare e piccolissime sfere di luce cominciarono ad essere assorbite dal fiore, che cominciava ad illuminarsi.

“Sei un illuso se credi che te lo lascerò fare!” disse Nerion.

“Hydreigon, Dragopulsar!”

Il drago sibilò e una serie di onde d’urto azzurre-violacee partirono dalle sue fauci dirette all’avversario. Ma ormai il Pokèmon d’erba aveva caricato il colpo e si piegò in avanti. Con un lampo un grande fascio di luce fuoriuscì a tutta potenza dal fiore sulla schiena della creatura e le due mosse si scontrarono a mezz’aria. L’impatto fu violentissimo, e l’esplosione che ne conseguì colpì entrambi i Pokèmon.

Drake si riparò il viso dalla polvere e dai detriti che volavano da tutte le parti.

Quando la situazione si calmò, Il sibilante Pokèmon volante era ancora in aria, e tra le zampe teneva la parte finale delle liane dell’avversario, spezzate dall’esplosione.

Dall’altra parte del campo, Venusaur si rialzò in piedi, aveva leggere bruciature sul muso e perdeva linfa dalle liane ferite. Tra i due era quello che aveva subito più danni dall’esplosione, ma non voleva arrendersi.

Nerion guardando la situazione, vide che i suoi uomini erano stati sconfitti ed ora stavano litigando tra di loro, il ragazzo osservava lo scontro in silenzio, il suo avversario non voleva mollare e i due studiosi si erano messi al riparo dietro ad un grosso blocco di pietra.

Drake, che era pronto ad intervenire, vide Nerion che, dopo essersi guardato attorno, sorrise malignamente. Poi parlò.

“Io la finisco qua, non mi serve continuare lo scontro” disse Nerion “Quello che voglio me lo posso prendere in un altro momento”.

Drake e Samuel si stupirono a sentire queste parole.

“Non penserai che ti lasciamo andare via così, vero?” gli urlò il professore.

“Non siete voi che mi lasciate andare, sono io che me ne vado. Oppure volete vedermi distruggere questo posto in meno di due minuti? Uccidendo anche tutti i presenti, ovviamente.” Gli rispose Nerion ridacchiando.

Drake stava per dire qualcosa, ma Samuel lo fermò con lo sguardo e scosse la testa. Drake capì che il nemico aveva ragione: durante il loro scontro la sala si era riempita di crepe e sarebbero bastati uno, o al massimo due attacchi diretti per distruggere il posto.

“Andiamo, incapaci!” disse l’uomo con tono sprezzante ai suoi uomini, che gli ubbidirono senza fiatare.

“E’ stato divertente, ci rivedremo presto…”

Con queste parole, Nerion e i suoi uomini si allontanarono dalla scena. Drake lo vide voltarsi, osservarli e ridere, come se avesse ottenuto quello che voleva, ma il ragazzo non riuscì a capire quale potesse essere lo scopo di quella sgradita visita.

“E’ meglio se usciamo da qui, potrebbe crollare tutto” disse Samuel dopo aver richiamato Venusaur e incamminandosi verso la spaccatura del muro.

Drake osservò la sala e si soffermò sull’incisione raffigurante Mew. Due piccole crepe scendevano dagli occhi di pietra del Pokèmon, come se piangesse per la distruzione che lo circondava.

Alexander e Selene avevano raggiunto il professore e Drake li imitò, lanciando un ultimo, triste sguardo a quel posto secolare, oramai gravemente danneggiato da un’inutile battaglia.
 

DDX

Great!
Mod
Grazie, per ora

il tempio è solo danneggiato, mi sarebbe dispiaciuto farlo crollare ^^
 
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