Darken
Passante
CAPITOLO 109: LOCOMOTHUNDER
Arenia, Scuola delle Trecento Arti, 22/06/4783, circa le 18
Lucario e Raichu si fissarono per qualche secondo. Raichu studiò l’avversario, ma i penetranti occhi scuri dell’altro non gli permettevano di capire cosa stava pensando. Decise di passare all’azione.
Scagliò un Tuono, dritto verso l’avversario. Lucario unì le braccia per poi dividerle, e tra di esse comparve un osso, bianco come il Buonlatte. Con un solo, fluido movimento, Lucario deviò il Tuono, che si schiantò al suolo.
“Ossoraffica” pensò Raichu “Proviamo così allora.” Scagliò un secondo tuono, ma questa volta non mirò a Lucario, bensì al terreno davanti a lui. Il Tuono sollevò una nube di polvere e sassi, che volarono contro l’avversario. Prima che la polvere si diradasse, Raichu saltò, per poi calare dall’alto con un Codacciaio verso il punto in cui si trovava Lucario.
L’Ossoraffica lo centrò in pieno pettò, cinque colpi talmente veloci da sembrare uno solo, scaraventandolo via. Mentre era ancora in volo, boccheggiante, un’ombra apparve sopra di lui. Lucario lo colpì al petto con una Palmoforza, e Raichu precipitò al suolo.
Si risollevò faticosamente, mentre con un solo, elegante gesto, Lucario atterrava e si preparava al prossimo attacco.
“Mi ha assestato sei colpi in pochissimo tempo.” Pensò Raichu. Lucario aveva ancora in mano l’osso, pronto a colpire.
«Raichu ha avuto una buona idea prima» commentò Eelektross «Ma avrebbe dovuto tenere conto delle abilità del suo avversario.»
«Che vuoi dire?» Chiese Emolga.
«I Lucario possono leggere l’aura. Non puoi attaccarli di sorpresa con un attacco ravvicinato. Per Lucario, Raichu era visibile come se la polvere non ci fosse stata.»
Questa volta, Raichu cambiò tattica. Si lanciò verso Lucario, poi, appena fuori dal raggio dell’Ossoraffica, scagliò una Scarica. L’attacco fu efficace, e Lucario fu costretto ad arretrare. E mentre arretrava, Raichu lo aggirò velocemente, portandosi dietro di lui, per poi colpire con un Codacciaio.
Lucario parò l’attacco usando l’osso, e i due presero a scambiarsi colpi. Codacciaio e Ossoraffica continuarono ad incrociarsi, colpo su colpo.
Raichu scorse un’apertura nella guardia dell’avversario e colpì, ma un attimo dopo una Palmoforza lo scagliò via. “Ha aperto la guardia di proposito, sapendo che avrei colpito lì. Non ci siamo, è troppo abile. Così non posso batterlo. Devo provare a usare il Locomothunder.” Raichu caricò il corpo. Quando l’elettricità divenne insostenibile, si scagliò in avanti.
Lucario rimase decisamente sorpreso. L’attacco era molto, molto più potente di quanto si aspettasse. Cercò di bloccarlo con l’osso, ma quello si spezzò come un ramo vecchio. Raichu gli fu addosso, ma all’ultimo Lucario riuscì a scansarsi. Un po’ di elettricità lo colpì comunque, causandogli qualche danno, ma il pokémon resistette.
“Un colpo potente, ma…” «Avanti ragazzo, so che questo non è il tuo pieno potenziale. Forza.» Disse, rivolgendosi a Raichu. Il pokémon era imperlato di sudore, e aveva il respiro affannato.
Quelle parole lo colpirono come un fulmine. Ripensò a quello che gli aveva detto Zangoose “Il vero potenziale del Locomothunder. il Locomothunder non permette all’utilizzatore solo di unire tra loro Locomovolt e Tuono, ma anche qualsiasi altra mossa egli conosca.” Da quando Zangoose gliel’aveva detto, Raichu aveva passato ogni momento libero a cercare di capire come unire tra loro due mosse diverse. “Devo provarci.” Raichu si concentrò. Prima usò Codacciaio, e la sua coda si indurì, divenendo resistente come l’acciaio temprato. A quel punto, si lanciò contro Lucario. Saltò, e mentre era in volo cercò di usare Tuono e di convogliare l’elettricità nella coda.
Per un attimo, ci riuscì. La coda, pesante come l’acciaio e carica di elettricità si abbattè su Lucario, che la bloccò con un nuovo Ossoraffica. L’osso si incrinò, arrivando quasi a spezzarsi, ma un attimo dopo l’elettricità sembrò esplodere. Un forte contraccolpò spedì Raichu a terra, mentre la carica elettrica si dissipava.
Faticosamente, Raichu si rialzò di nuovo. La coda pulsava, e il corpo era tutto un livido. “Ma ce l’ho fatta. Solo per un attimo, ma ce l’ho fatta.”
Lucario annuì «Bene, è abbastanza» disse, facendo scomparire l’osso «Credo proprio che tu abbia molto potenziale. Sei ammesso.»
Raichu, quasi senza forze, si allontanò dal campo, esausto. Solo in quel momento, quando uscì, gli venne in mente una cosa “Ha usato solo due mosse contro di me.”
«Adesso, suppongo tocchi a te.» Disse indicando Zangoose. Questi annuì ed entrò in campo.
«Contro chi dovrei combattere?» Chiese, guardandosi intorno. A parte il Gran Maestro, erano rimasti solo due studenti della scuola, un Mankey e un Machop «Loro due?»
«No, no. Loro sono due nuovi studenti, non credo sarebbero in grado di reggere più di qualche minuto contro di te.» Rispose il Gran Maestro.
«Quindi chi dovrò affrontare?»
«Oh, c’è qualcuno che sarà ben lieto di affrontarti.» E detto ciò, il Gran Maestro si avvicinò ad un albero e lo colpì con una Palmoforza, facendolo tremare dalla base fino alla cima.
Un pokémon cadde al suolo.
Elettria, Druderfort, 22/06/4783, circa le 18
Liosk, anziano Heliolisk Capitano dell’S.T., guardò i pokémon che componevano la squadra. Gli avevano dato il comando di quaranta pokémon, il che di per sè era un onore. Peccato che dopo tre giorni di marcia da Electronvolt a Druderfort, aveva capito che unire dieci membri dell’esercito di ogni paese era stata una strategia rischiosa.
Se da un lato gli abitanti di Aeria ed Alvearia andavano d’accordo, lo stesso non si poteva dire per questi ultimi e quelli di Laghia.
“Tutta colpa delle vecchie inimicizie.” Pensò. Era abbastanza noto che qualche secolo prima Alvearia e Laghia erano una subordinata dell’altra. “E questo non gli è mai passato di mente.”
Osservò il paese. Druderfort, così si chiamava, era abbarbicato tra il Monte Incrotuono ed il Monte Scarica, nel nord di Elettria, vicino al confine con Terria. Niente di più che un piccolo villaggio di Cacciatori di Bacche ed un posto di guardia per il Passo di Thundurus, che collegava Elettria con il Grande Deserto. Eppure, da troppi giorni, nessun messaggio arrivava dal villaggio.
“Qui Purrloin ci cova.” Pensò Liosk, guardando la porta della città, aperta e senza nessuno di guardia.
«Cross» Chiamò. Un attimo dopo, il Crobat si avvicinò. «Vedete qualcuno in città da sopra?»
«Nossignore. Sembra non esserci anima viva.» Liosk durante il viaggio aveva capito fin troppo bene chi era considerato il vero capo nei vari gruppi, e lo aveva portato dalla sua parte. E Cross, Tenente dell’Aviazione, era sicuramente il capo tra i suoi.
«Come temevo. Bene, ascoltate.» si girò verso il resto delle truppe «Entrate in città in squadre da quattro. Un componente per ogni esercito. Voglio che controlliate da cima a fondo, senza tralasciare nulla. Se non trovate nessuno, cercate indizi su cosa possa essere successo.»
Esplorarono da cima a fondo il villaggio, senza tralasciare case, rimesse, capanni, qualunque nascondiglio possibile. Non c’era nessuno. Alcune costruzioni presentavano evidenti segni di colluttazione. Una casa aveva il tetto bruciato e l’interno semi distrutto, come se qualcosa di grosso e pesante si fosse incollerito contro i mobili. Il tutto condito con macchie ai muri di un rosso ben poco rassicurante.
“Ma che diavolo è successo qui?” Si chiese Liosk.
Lucario e Raichu si fissarono per qualche secondo. Raichu studiò l’avversario, ma i penetranti occhi scuri dell’altro non gli permettevano di capire cosa stava pensando. Decise di passare all’azione.
Scagliò un Tuono, dritto verso l’avversario. Lucario unì le braccia per poi dividerle, e tra di esse comparve un osso, bianco come il Buonlatte. Con un solo, fluido movimento, Lucario deviò il Tuono, che si schiantò al suolo.
“Ossoraffica” pensò Raichu “Proviamo così allora.” Scagliò un secondo tuono, ma questa volta non mirò a Lucario, bensì al terreno davanti a lui. Il Tuono sollevò una nube di polvere e sassi, che volarono contro l’avversario. Prima che la polvere si diradasse, Raichu saltò, per poi calare dall’alto con un Codacciaio verso il punto in cui si trovava Lucario.
L’Ossoraffica lo centrò in pieno pettò, cinque colpi talmente veloci da sembrare uno solo, scaraventandolo via. Mentre era ancora in volo, boccheggiante, un’ombra apparve sopra di lui. Lucario lo colpì al petto con una Palmoforza, e Raichu precipitò al suolo.
Si risollevò faticosamente, mentre con un solo, elegante gesto, Lucario atterrava e si preparava al prossimo attacco.
“Mi ha assestato sei colpi in pochissimo tempo.” Pensò Raichu. Lucario aveva ancora in mano l’osso, pronto a colpire.
«Raichu ha avuto una buona idea prima» commentò Eelektross «Ma avrebbe dovuto tenere conto delle abilità del suo avversario.»
«Che vuoi dire?» Chiese Emolga.
«I Lucario possono leggere l’aura. Non puoi attaccarli di sorpresa con un attacco ravvicinato. Per Lucario, Raichu era visibile come se la polvere non ci fosse stata.»
Questa volta, Raichu cambiò tattica. Si lanciò verso Lucario, poi, appena fuori dal raggio dell’Ossoraffica, scagliò una Scarica. L’attacco fu efficace, e Lucario fu costretto ad arretrare. E mentre arretrava, Raichu lo aggirò velocemente, portandosi dietro di lui, per poi colpire con un Codacciaio.
Lucario parò l’attacco usando l’osso, e i due presero a scambiarsi colpi. Codacciaio e Ossoraffica continuarono ad incrociarsi, colpo su colpo.
Raichu scorse un’apertura nella guardia dell’avversario e colpì, ma un attimo dopo una Palmoforza lo scagliò via. “Ha aperto la guardia di proposito, sapendo che avrei colpito lì. Non ci siamo, è troppo abile. Così non posso batterlo. Devo provare a usare il Locomothunder.” Raichu caricò il corpo. Quando l’elettricità divenne insostenibile, si scagliò in avanti.
Lucario rimase decisamente sorpreso. L’attacco era molto, molto più potente di quanto si aspettasse. Cercò di bloccarlo con l’osso, ma quello si spezzò come un ramo vecchio. Raichu gli fu addosso, ma all’ultimo Lucario riuscì a scansarsi. Un po’ di elettricità lo colpì comunque, causandogli qualche danno, ma il pokémon resistette.
“Un colpo potente, ma…” «Avanti ragazzo, so che questo non è il tuo pieno potenziale. Forza.» Disse, rivolgendosi a Raichu. Il pokémon era imperlato di sudore, e aveva il respiro affannato.
Quelle parole lo colpirono come un fulmine. Ripensò a quello che gli aveva detto Zangoose “Il vero potenziale del Locomothunder. il Locomothunder non permette all’utilizzatore solo di unire tra loro Locomovolt e Tuono, ma anche qualsiasi altra mossa egli conosca.” Da quando Zangoose gliel’aveva detto, Raichu aveva passato ogni momento libero a cercare di capire come unire tra loro due mosse diverse. “Devo provarci.” Raichu si concentrò. Prima usò Codacciaio, e la sua coda si indurì, divenendo resistente come l’acciaio temprato. A quel punto, si lanciò contro Lucario. Saltò, e mentre era in volo cercò di usare Tuono e di convogliare l’elettricità nella coda.
Per un attimo, ci riuscì. La coda, pesante come l’acciaio e carica di elettricità si abbattè su Lucario, che la bloccò con un nuovo Ossoraffica. L’osso si incrinò, arrivando quasi a spezzarsi, ma un attimo dopo l’elettricità sembrò esplodere. Un forte contraccolpò spedì Raichu a terra, mentre la carica elettrica si dissipava.
Faticosamente, Raichu si rialzò di nuovo. La coda pulsava, e il corpo era tutto un livido. “Ma ce l’ho fatta. Solo per un attimo, ma ce l’ho fatta.”
Lucario annuì «Bene, è abbastanza» disse, facendo scomparire l’osso «Credo proprio che tu abbia molto potenziale. Sei ammesso.»
Raichu, quasi senza forze, si allontanò dal campo, esausto. Solo in quel momento, quando uscì, gli venne in mente una cosa “Ha usato solo due mosse contro di me.”
«Adesso, suppongo tocchi a te.» Disse indicando Zangoose. Questi annuì ed entrò in campo.
«Contro chi dovrei combattere?» Chiese, guardandosi intorno. A parte il Gran Maestro, erano rimasti solo due studenti della scuola, un Mankey e un Machop «Loro due?»
«No, no. Loro sono due nuovi studenti, non credo sarebbero in grado di reggere più di qualche minuto contro di te.» Rispose il Gran Maestro.
«Quindi chi dovrò affrontare?»
«Oh, c’è qualcuno che sarà ben lieto di affrontarti.» E detto ciò, il Gran Maestro si avvicinò ad un albero e lo colpì con una Palmoforza, facendolo tremare dalla base fino alla cima.
Un pokémon cadde al suolo.
Elettria, Druderfort, 22/06/4783, circa le 18
Liosk, anziano Heliolisk Capitano dell’S.T., guardò i pokémon che componevano la squadra. Gli avevano dato il comando di quaranta pokémon, il che di per sè era un onore. Peccato che dopo tre giorni di marcia da Electronvolt a Druderfort, aveva capito che unire dieci membri dell’esercito di ogni paese era stata una strategia rischiosa.
Se da un lato gli abitanti di Aeria ed Alvearia andavano d’accordo, lo stesso non si poteva dire per questi ultimi e quelli di Laghia.
“Tutta colpa delle vecchie inimicizie.” Pensò. Era abbastanza noto che qualche secolo prima Alvearia e Laghia erano una subordinata dell’altra. “E questo non gli è mai passato di mente.”
Osservò il paese. Druderfort, così si chiamava, era abbarbicato tra il Monte Incrotuono ed il Monte Scarica, nel nord di Elettria, vicino al confine con Terria. Niente di più che un piccolo villaggio di Cacciatori di Bacche ed un posto di guardia per il Passo di Thundurus, che collegava Elettria con il Grande Deserto. Eppure, da troppi giorni, nessun messaggio arrivava dal villaggio.
“Qui Purrloin ci cova.” Pensò Liosk, guardando la porta della città, aperta e senza nessuno di guardia.
«Cross» Chiamò. Un attimo dopo, il Crobat si avvicinò. «Vedete qualcuno in città da sopra?»
«Nossignore. Sembra non esserci anima viva.» Liosk durante il viaggio aveva capito fin troppo bene chi era considerato il vero capo nei vari gruppi, e lo aveva portato dalla sua parte. E Cross, Tenente dell’Aviazione, era sicuramente il capo tra i suoi.
«Come temevo. Bene, ascoltate.» si girò verso il resto delle truppe «Entrate in città in squadre da quattro. Un componente per ogni esercito. Voglio che controlliate da cima a fondo, senza tralasciare nulla. Se non trovate nessuno, cercate indizi su cosa possa essere successo.»
Esplorarono da cima a fondo il villaggio, senza tralasciare case, rimesse, capanni, qualunque nascondiglio possibile. Non c’era nessuno. Alcune costruzioni presentavano evidenti segni di colluttazione. Una casa aveva il tetto bruciato e l’interno semi distrutto, come se qualcosa di grosso e pesante si fosse incollerito contro i mobili. Il tutto condito con macchie ai muri di un rosso ben poco rassicurante.
“Ma che diavolo è successo qui?” Si chiese Liosk.