Capitolo 5: Il blitz
Kate portò Dean in un piccolo spazzo all’aperto, all’interno dell’edificio: Era un piccolo prato quadrato, e lui pensò subito che fosse un luogo per la meditazione dei Pokémon psico.
“Qui andrà bene” disse lei guardandosi attorno. “Su, lanciala”
Dean prese in mano la poké ball e la guardò, quasi spaventato dal premere il bottone bianco.
“Allora caro, cosa posso fare per te? Spero non ti sia passato il gusto per le mie focacce in tutti questi anni”.
Il Pensatore e Sabrina erano ora negli alloggi della capopalestra, e lei era in cucina a cercare qualcosa per l’ospite.
“No no, vanno benissimo” disse lui, guardandosi attorno. “Oibò, è cambiato molto dall’ultima volta”.
Sabrina si sporse per rispondergli, ma rimase bloccata nel vederlo, non aveva notato un particolare fino a quel momento. “Dov’è il cucchiaio?” gli chiese.
“Il cucchiaio è uno strumento inutile, bloccante” disse lui, con aria grave. “è come nuotare sempre con i braccioli: se non te ne liberi non potrai mai migliorarti, e rimarrai nella mediocrità”.
Sabrina si stupì. “Sapevo che i poteri psichici fossero caricati dal cucchiaio in gran parte”.
“Lo credevo anch’io, ma è inesatto” rispose Kadabra. “il cucchiaio incanala la potenza, e nel momento in cui usa l’attacco, questo viene lanciato direttamente dal cucchiaio. L’utilizzo del cucchiaio è la conseguenza di secoli di tradizioni, ma qualsiasi oggetto metallico è utilizzabile per incanalare l’energia” si lisciò i lunghi baffi e proseguì. “Finché lancio i miei attacchi incanalandoli nel mezzo metallico, questi sono limitati dalla capienza del mezzo in questione. Tuttavia, per la maggior parte della mediocrità, caricare al massimo un cucchiaio o un'altra posata, o oggetti di dimensioni simili, è già uno sforzo massimo. Quello che ho fatto io è stato buttare il cucchiaio, e imparare a incanalare l’energia su me stesso”.
“Su te stesso?” Sabrina era sconvolta.
“Sì, esattamente. Così facendo posso lanciare qualsiasi attacco psichico senza bisogno di mezzi metallici. Questo richiede un grande sforzo inizialmente, e nell’esercitarmi ho aumentato enormemente le mie capacità celebrali”.
La donna gli sorrise, ancora incredula. “è fantastico”
Il pensatore ghignò. “è non è tutto. Il passo successivo è stato aumentare le possibilità di incanalatura in oggetti metallici: adesso so incanalare d’energia psichica masse che neanche immagini, e manipolarle a mio piacimento”.
Sabrina sospirò. “Si vede che sei stato allenato da Karn”
“Aspetta, non ho ancora finito” disse Kadabra. “A quel punto mi accorsi di aver avuto una svista da vero dilettante: proprio quando mi chiedevo se fosse possibile incanalare mezzi non metallici, mi accorsi che ci ero già riuscito nel momento in cui avevo usato come mezzo da incanalare me… Ma io non sono metallico! Come ho fatto a non pensarci prima? Mi chiesi, quando lo capii… So incanalare oggetti non metallici di medie dimensioni… è così che faccio muovere il sostituto”.
“È davvero una storia mai sentita” disse Sabrina, ammirata dalla nuova scoperta. “Ci studierò su, mi hai davvero interessata”.
Kadabra sorrise per un attimo, ma poi diventò cupo. “fai uscire tutti i tuoi Pokémon migliori, ora”.
La donna lo guardò perplessa. “Li hai messi tutti al tappeto, la maggior parte dei miei Pokémon sono in viaggio”.
“Maledizione…” disse lui; si guardò attorno, poi gridò. “GIU’!” la spinse a terra con un’onda d’aria e gli lanciò contro un’onda violetta, un istante dopo l’aria esplose.
“Allora, la vuoi aprire o no?” disse Kate, spazientita. “Sei lì a guardarla da cinque minuti”
Dean si girò. “Sì, scusami, ora l’apr…”
Dietro di loro scoppiò una violenta esplosione, e gridarono. Frammenti di vetro si sparsero ovunque, e Kate corse verso il fumo invocando la madre. Dean si alzò e corse dietro di lei, terrorizzato.
“NON SAPETE CON CHI AVETE A CHE FARE” urlò Kadabra, guardando minaccioso gli uomini in nero appena sbucati dalle crepe; dietro di loro rotolavano in attesa decine di Voltrob, in attesa del loro turno. A destra del Pensatore giaceva Sabrina, svenuta ma indenne all’interno della spessissima barriera di protezione evocata dal Pokémon, Tutt’attorno solo macerie e fiamme.
“Cosa credi di fare, Kadabra?” disse l’uomo al centro; tirò fuori da una tasca una poké ball nera e la aprì, facendo comparire un possente e minaccioso Alakazam. “Psicoraggio!”
Alakazam puntò i cucchiai contro il nemico e sparò un raggio luminoso. Kadabra non si mosse neanche, e con un cenno dei baffi creò una barriera davanti a lui, che fece rimbalzare il colpo verso il nemico, colpito pesantemente. Il Pensatore lo guardò e protese le mani in avanti, incanalando energia all’interno del corpo nemico; poi lo sollevò, e con improvviso scatto di zampe lo fece esplodere in mille pezzi, davanti allo sguardo terrorizzato dell’uomo in nero.
Dean e Kate arrivarono sul luogo e si nascosero; Kate ebbe un sospiro di sollievo nel vedere la madre viva. Il Pensatore fece un passo avanti, e nei suoi occhi comparse un’ombra rossa, si fece improvvisamente più imponente e ombroso, e gridò con voce possente: “NON SAPETE CON CHI AVETE A CHE FARE. ANDATEVENE, O SARETE I PROSSIMI. ANDATEVENE”
Tutta la squadra nemica indietreggiò davanti alla spaventosa creatura, e molti iniziarono a scappare. L’uomo al centro invece, che doveva essere il capo, tirò fuori un fucile d’assalto, che puntò verso il nemico. “Schiva questo, bastardo!” chiuse gli occhi e sparò finché il caricatore non si svuotò, e quando aprì gli occhi urlò dal terrore. Davanti a lui c’erano decine di proiettili, sospesi e immobili nell’aria; dietro un inquietante Kadabra li osservava, senza muoversi. Con un movimento delle zampe raggruppò tutti i proiettili in una massa rotonda, e la lanciò contro lo stomaco del nemico, che spirò e cadde a terra.
Il Pensatore non dovette neanche dire altro, che tutti i nemici corsero via. Tornò il vecchio e venerabile Pokémon di prima, e raggiunse i ragazzi. “Andatevene, presto! Penserò io a tua madre, cara” disse, rivolgendosi alla ragazza.
“Dove? Dove andiamo?” disse lei, spaventatissima per l’accaduto.
“Dean, torna da Oak e porta lei con te, restate con lui fino a nuovo ordine, è importante” disse lui, frettoloso. Il ragazzo annuì e prese Kate per un braccio, correndo via; solo quando arrivò all’uscita di servizio si accorse che non aveva più la poké ball regalatogli da Sabrina in mano: l’aveva persa nella confusione.
Nel frattempo, Kadabra annullò la barriera che circondava l’amica e la fece levitare a mezz’aria per qualche decina di metri, per poi farla atterrare dolcemente su un divanetto per ospiti, scampato all’esplosione. Poi, mentre iniziavano a sentirsi le sirene della polizia in arrivo, sollevò con la mente il nemico morto e lo fece scomparire nel nulla, come se non fosse mai esistito.