P
Paolo Urraci
Spero che non ci siano già topic del genere, con "cerca" non ne ho trovati.
Quali sono le vostre idee in merito all'universo, ai concetti, a tutto ciò di cui parlano scienza, religione e filosofia etc.?
Io vi dico ciò che penso riguardo la vita: ogni animale (essere umano incluso), pianta, fungo, protista, e procariota (ed eventualmente virus) vive perché è composto da cellule disposte in un ben preciso modo (che nei procarioti coincide con loro stessi) . Quelle cellule si dispongono attraverso organi, tessuti eccetera. Se sono vivi gli animali non vedo perché non debbano avere una vita loro i vari componenti, che cooperano in primissimo luogo per la funzione di far vivere l'individuo. Ovviamente la loro è una vita diversa dalla nostra, non hanno cervello e non possono camminare, correre eccetera. Però sono loro stessi che scelgono cosa fare, e visto che la loro è una vita molto più primitiva non hanno la facoltà di coordinarsi in maniera diversa da quella che gli viene automaticamente da fare, e quindi in condizioni normali fanno sempre e solo ciò che torna bene all'individuo che ne è l'insieme. Questo vale anche per le cellule che li compongono, quindi ogni cellula ha una sua forma di vita molto primitiva, che le permette di trasportare sostanze ad altre cellule eccetera. Se però sono vive le cellule, non vedo perché non debbano esserlo le molecole, gli atomi, i quark eccetera. E poiché le particelle che compongono gli animali o le piante sono le stesse che compongono l'intero Universo, ogni singolo quark (e, se i quark sono composti da altre parti più piccole che noi non conosciamo, anche ogni singola di quelle particelle), così come un qualsiasi aggregato di atomi o quark in qualsiasi combinazione è composto da una sua vita. Certo, una capra avrà una vita molto più evoluta di quella di una lastra di ferro, e un pezzo di terreno che cade in acqua non lo fa certo perché vuole farsi un bagno, però per quel che mi riguarda anche il più patetico dei fogli di carta ha una vita sua. In fondo cosa significa essere vivi? Per quel che mi riguarda, significa solo due cose: essere consapevoli di esistere e avere la facoltà di agire, non importa come. Il fatto stesso che ogni cosa in determinate condizioni si muove implica che il secondo punto si verifica. Per il primo... beh, io credo che ogni più piccolo componente del cosmo abbia un'autoconsapevolezza intrinseca, sebbene a dir poco irrisoria. Primo perché come ho già detto noi siamo composti dalle sue stesse particelle, solo disposte in altra maniera, secondo perché da come agisce mi risulta difficile credere il contrario. Un pezzo di ferro piegato tende a riacquisire la sua forma originaria, e io credo che se lo fa sempre è solo perché è la soluzione migliore, quella che gli fa preservare meglio le condizioni che aveva prima. Mantenere le condizioni precedenti è fondamentale, perché ogni soggetto tende a rimanere sé stesso perché vuole preservarsi (se io mi suicido, credo che sia perché, per strano che sembri, alcune componenti del mio corpo tendono a preservarsi proprio in tale maniera, sebbene questo lo dico come conseguenza delle mie opinioni e non come fatto motivatore). Se il pezzo di ferro in qualche stranissimo modo assomiglierebbe più a com'era prima stando fermo, non si muoverebbe, tuttavia probabilmente questa è una condizione difficilissima da verificarsi. Ogni cosa tende a preservarsi. Questo non so dire il perché succeda, ma ogni volta che vedo qualcosa penso sempre più convintamente così. Tende a preservarsi e a impedire la preservazione delle altre cose, inglobandole a sé (ad esempio tramite la forza di gravità). Mangiare o bere ha solo che questa funzione, stringi stringi. E anche qualsiasi altra operazione fisica o mentale esistente. E il fatto che tenda ad impedire la preservazione altrui significa che vuole inglobarlo a sé, per "essere di più". E non vedo perché non debbano essere di più se non hanno un motivo per farlo. Può essere che lo facciano senza motivo, puramente per caso, e questo è possibile. Ma può anche essere che lo facciano per star meglio, il che li porterebbe a provare emozioni positive (ovviamente diversissime dalle nostre), e se così fosse allora anche le nostre emozioni le proviamo solo inglobando qualcosa (aria, oppure parti del nostro cervello che vengono inglobate dalla nostra parte consapevole solo perché si muovono intorno al cervello stesso, o altre cose ancora). Ogni cosa tende a riunirsi se "va in attacco" e ad allontanarsi se "va in difesa", e ci sarebbero sempre reazioni endoemotive a cui ne corrispondono di esoemotive. Se così effettivamente fosse, allora il tutto (cioè l'insieme di tutto ciò che esiste) sarebbe una gigantesca entità che proverebbe emozioni di quantità letteralmente infinita, e ogni suo sottinsieme ne prova di più grandi tanto più grande è l'insieme di cose in cui consiste, mentre i punti (che sicuramente alcuni compongono i quark, mentre altri compongono il tempo, l'energia eccetera) ne provano della quantità più bassa possibile superiore a zero. Per concludere, se davvero è come penso io, le reazioni endoemotive poiché ne provocano anche di esoemotive avrebbero un risvolto in aspettato, perché significherebbe che è impossibile far del bene senza far del male, e viceversa. E i peggiori criminali del globo andrebbero puniti per l'intenzione di comportarsi molto male, tenendo però ben presente che a tutto quel male è coinciso esattamente altrettanto bene.
Quali sono le vostre idee in merito all'universo, ai concetti, a tutto ciò di cui parlano scienza, religione e filosofia etc.?
Io vi dico ciò che penso riguardo la vita: ogni animale (essere umano incluso), pianta, fungo, protista, e procariota (ed eventualmente virus) vive perché è composto da cellule disposte in un ben preciso modo (che nei procarioti coincide con loro stessi) . Quelle cellule si dispongono attraverso organi, tessuti eccetera. Se sono vivi gli animali non vedo perché non debbano avere una vita loro i vari componenti, che cooperano in primissimo luogo per la funzione di far vivere l'individuo. Ovviamente la loro è una vita diversa dalla nostra, non hanno cervello e non possono camminare, correre eccetera. Però sono loro stessi che scelgono cosa fare, e visto che la loro è una vita molto più primitiva non hanno la facoltà di coordinarsi in maniera diversa da quella che gli viene automaticamente da fare, e quindi in condizioni normali fanno sempre e solo ciò che torna bene all'individuo che ne è l'insieme. Questo vale anche per le cellule che li compongono, quindi ogni cellula ha una sua forma di vita molto primitiva, che le permette di trasportare sostanze ad altre cellule eccetera. Se però sono vive le cellule, non vedo perché non debbano esserlo le molecole, gli atomi, i quark eccetera. E poiché le particelle che compongono gli animali o le piante sono le stesse che compongono l'intero Universo, ogni singolo quark (e, se i quark sono composti da altre parti più piccole che noi non conosciamo, anche ogni singola di quelle particelle), così come un qualsiasi aggregato di atomi o quark in qualsiasi combinazione è composto da una sua vita. Certo, una capra avrà una vita molto più evoluta di quella di una lastra di ferro, e un pezzo di terreno che cade in acqua non lo fa certo perché vuole farsi un bagno, però per quel che mi riguarda anche il più patetico dei fogli di carta ha una vita sua. In fondo cosa significa essere vivi? Per quel che mi riguarda, significa solo due cose: essere consapevoli di esistere e avere la facoltà di agire, non importa come. Il fatto stesso che ogni cosa in determinate condizioni si muove implica che il secondo punto si verifica. Per il primo... beh, io credo che ogni più piccolo componente del cosmo abbia un'autoconsapevolezza intrinseca, sebbene a dir poco irrisoria. Primo perché come ho già detto noi siamo composti dalle sue stesse particelle, solo disposte in altra maniera, secondo perché da come agisce mi risulta difficile credere il contrario. Un pezzo di ferro piegato tende a riacquisire la sua forma originaria, e io credo che se lo fa sempre è solo perché è la soluzione migliore, quella che gli fa preservare meglio le condizioni che aveva prima. Mantenere le condizioni precedenti è fondamentale, perché ogni soggetto tende a rimanere sé stesso perché vuole preservarsi (se io mi suicido, credo che sia perché, per strano che sembri, alcune componenti del mio corpo tendono a preservarsi proprio in tale maniera, sebbene questo lo dico come conseguenza delle mie opinioni e non come fatto motivatore). Se il pezzo di ferro in qualche stranissimo modo assomiglierebbe più a com'era prima stando fermo, non si muoverebbe, tuttavia probabilmente questa è una condizione difficilissima da verificarsi. Ogni cosa tende a preservarsi. Questo non so dire il perché succeda, ma ogni volta che vedo qualcosa penso sempre più convintamente così. Tende a preservarsi e a impedire la preservazione delle altre cose, inglobandole a sé (ad esempio tramite la forza di gravità). Mangiare o bere ha solo che questa funzione, stringi stringi. E anche qualsiasi altra operazione fisica o mentale esistente. E il fatto che tenda ad impedire la preservazione altrui significa che vuole inglobarlo a sé, per "essere di più". E non vedo perché non debbano essere di più se non hanno un motivo per farlo. Può essere che lo facciano senza motivo, puramente per caso, e questo è possibile. Ma può anche essere che lo facciano per star meglio, il che li porterebbe a provare emozioni positive (ovviamente diversissime dalle nostre), e se così fosse allora anche le nostre emozioni le proviamo solo inglobando qualcosa (aria, oppure parti del nostro cervello che vengono inglobate dalla nostra parte consapevole solo perché si muovono intorno al cervello stesso, o altre cose ancora). Ogni cosa tende a riunirsi se "va in attacco" e ad allontanarsi se "va in difesa", e ci sarebbero sempre reazioni endoemotive a cui ne corrispondono di esoemotive. Se così effettivamente fosse, allora il tutto (cioè l'insieme di tutto ciò che esiste) sarebbe una gigantesca entità che proverebbe emozioni di quantità letteralmente infinita, e ogni suo sottinsieme ne prova di più grandi tanto più grande è l'insieme di cose in cui consiste, mentre i punti (che sicuramente alcuni compongono i quark, mentre altri compongono il tempo, l'energia eccetera) ne provano della quantità più bassa possibile superiore a zero. Per concludere, se davvero è come penso io, le reazioni endoemotive poiché ne provocano anche di esoemotive avrebbero un risvolto in aspettato, perché significherebbe che è impossibile far del bene senza far del male, e viceversa. E i peggiori criminali del globo andrebbero puniti per l'intenzione di comportarsi molto male, tenendo però ben presente che a tutto quel male è coinciso esattamente altrettanto bene.
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