Quando ero alle elementari, i ragazzi più grandi che conoscevo mi parlavano tutti delle « matricole » (per chi non lo sapesse, una serie di giochi crudeli che i ragazzi di seconda o terza facevano eseguire ai nuovi arrivati in prima senza che questi potessero protestare) come un fenomeno comune attraverso cui erano passati davvero tutti.
Appena sono arrivato in prima media, ho avuto a che fare con un solo gruppo di bulli che ha cercato di farmi fare una di queste matricole (non mi ricordo neanche quale). Nulla di particolarmente cattivo, e non sono nemmeno riusciti a farmela fare sul serio. Ho denunciato la cosa ai docenti e i colpevoli sono stati immediatamente puniti.
Quello è stato probabilmente l'ultimo gruppo di bulli che si è visto da quelle parti, l'ultimo resto di un modello sociale arcaico che non aveva più senso di esistere, e che si è estinto in quest'ultimo flebile soffio.
Con la fine del servizio militare obbligatorio, credo che il bullismo abbia perso il modello sociale di riferimento attraverso cui poteva essere giustificato. La società divenuta più pacificata e prospera, la necessità di ricordare ai più giovani i soprusi dell'esistenza e di affermare un ordine gerarchico basato sulla pura età anagrafica svaniscono assieme al sentimento di pericolo presente nelle epoche in cui la civiltà doveva ancora stabilizzarsi. Non certo un cambiamento che ci debba far provare una particolare nostalgia del passato perduto ; al massimo ricordarsi che l'ingiustizia non è stata definitivamente soppressa, che fa parte in un certo senso della nostra natura umana, e che se non la proviamo più direttamente tra di noi, è perché si è spostata su altri oggetti.
Gli immigrati, ad esempio...