In genere leggo di tutto e i gialli mi piacciono. Questo libro è considerato il capolavoro della Christie e di sicuro lo posso giudicare positivamente. Non c'è niente che non mi sia piaciuto o per cui mi sento di recriminare qualcosa. Il leitmotiv della storia è l'enigma della camera chiusa: dieci persone confinate in un luogo senza possibilità di scampo, che muoiono una dopo l'altra al ritmo dei versi di una macabra filastrocca infantile, e che si sono in precedenza assicurate che nessun altro è sull'isola, tanto meno il misterioso padrone di casa U.N. Owen. Quindi, il sospettato deve necessariamente trovarsi fra di loro.
Personalmente, quando erano rimasti in cinque i miei sospetti convergevano su Vera Claythorne, seppure non ne fossi convinto al cento per cento. Pensavo di avere ragione, ma il testamento finale è stato notevole così come la soluzione dell'enigma. Mi reputo soddisfatto, e quando leggi un giallo penso sia una cosa importante. È rilevante notare come manchi un detective in questa storia: tutti i personaggi sono lì perché hanno commesso crimini rimasti impuniti dalla legge, messi in disparte dalle loro coscienze ma che, durante il corso della storia, riemergono. Sono tutti vittime e carnefici al tempo stesso, sospettati e sospettosi. E Nigger Island non è una casa del terrore, tutt'altro. È una modernissima villa che funge da filo conduttore nello svolgimento dei punti di vista dei dieci, che piano piano sviluppano due reazioni: c'è chi viene corroso dalle proprie colpe (come Vera o il dottor Armstrong) e chi esce rafforzato dalla situazione, imbastendo una maschera di ghiaccio arroccata dietro alle proprie virtù. Mi riferisco naturalmente alla signorina Emily Brent e a Philip Lombard, l'unico ad ammettere senza problemi, sin dal principio, di aver commesso quegli omicidi.
Per concludere, il punto forte di questo romanzo, che è poi la cosa che ho invidiato di più all'autrice, è come è stato scritto. Di un'agilità impressionante: nessuno svolazzo, nessuna descrizione superflua, nessun passaggio lento. Sono duecento pagine che volano via in una giornata. E, naturalmente, lo stratagemma per lasciare celato l'assassino fino alla fine. È decisivo il fatto di non riuscirlo a individuare per tutta la permanenza dei dieci nella casa, perché sarebbe praticamente come tirare a indovinare.