Pokémonogatari

gGiova

e-ehi.
La grande avventura di Pollo. Nessuna introduzione. prenderlo così com'è, e provarlo.

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Capitolo 1: 
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Come era caldo, buio e piacevole: il tepore, le pareti lucide… Penso che sarei potuto stare lì tutta la vita. A dormire, a stiracchiarmi e poi assopirmi ancora. Avrei potuto, ma… Lui.

“Scelgo te!”

Per tutte le baccarance, perché io? Avevi altri cinque Pokémon perfettamente evoluti e in forze, perché dovevi scegliere proprio me?

Un flash luminoso, e mi ritrovai fuori. Mi girai: Lui mi guardò con compiacimento, convinto che sarei arrivato io a salvare la situazione e fargli avere tutta la gloria, come no.

Mi guardai attorno e in un attimo riconobbi il posto, ci ero già stato l’anno prima; E due anni ancora. Ma lui era ostinato, convinto di vincere tutto solo perché aveva otto medaglie. Come se significava qualcosa avere otto medaglie, sapeva meglio di me che c’erano ogni anno centinaia di persone che arrivavano fresche davanti alla lega, con otto medaglie e quel sorriso da “Io conquisterò il mondo” stampato sulla oleosa facciona… Su circa mille, cento passavano le prime eliminatorie, forse. Poi c’erano le seconde, e restavano in...Cinquanta?

Ovviamente Lui non aveva mai passato le prime eliminatorie, quindi se era ancora in campo dovevamo essere a quel punto… Quanti dei miei inutili compagni erano già stati spazzati via? Contro chi ero? E soprattutto, la stessa domanda mia e di tutto lo stadio ogni anno: cosa ci faceva un Combusken dentro l’arena della Lega Pokémon?

Chiunque ne capisca un minimo lo sapeva: in genere se possedevi un Combusken, si evolveva all’incirca tra quarta, quinta e sesta medaglia, in un essere estremamente più virile di nome Blaziken. Lo sapevo anche io, era la mia natura. Certo non arrivavi all’ottava medaglia, figuriamoci alla Lega.

Ma nessuno fraintendesse, non facevo schifo. Però Lui un bel giorno mi preparò il pranzo a base di baccarance (oh, mie uniche e sincere amanti) e, grazie alla sua grande genialità, nel piatto cadde una Pietrastante; ovviamente la ingoiai insieme a tutto il resto, ed ecco il risultato. In genere bastava che il Pokémon la indossasse e ciò bastava per non farlo evolvere, e questo si sarebbe evoluto una volta rimossa. Ma se la mangiavi… Fine dei sogni di gloria.

Ovviamente i miei compagni erano inutili, come già detto. Se ero, significava che già gran parte della squadra era nel mondo degli esausti sogni, e me la dovevo cavare da solo. Io ero molto più forte di tutti loro, perché la mancata evoluzione mi aveva perlomeno permesso di migliorare più in fretta. Se ogni anno non passavamo le eliminatorie era semplicemente perché ero ogni volta uno contro sei. Ma al primo potevo sempre prendermela comoda. Il primo era sempre di bassa categoria, di tipo Erba o Coleottero (Lui era stupido, ma non così tanto da non conoscere la tabella dei tipi), era sempre una passeggiata. Il problema arrivava dopo, visto che l’avversario aveva quasi sempre qualcuno contro cui sono debole. Ma avrei pensato dopo, su.

“Vai Blastoise, Idrocannone!”

Eh?

Ah, ancora tepore. Pareti… Unte? Spalancai gli occhi, e mi ritrovai nel luogo più prestigioso che un fortunato pollo poteva desiderare: in una gabbia piena di olio, a due centimetri da un seducente Gulpin.

Ah, non l’avevo detto? Grazie a Lui, mi chiamavo Pollo.

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M

Makonik-san

GJ Gianni, mi piace la...come dire...vaghezza della voce narrante: è divertente dover dedurre ogni cosa dai pensieri di un Pokèmon, anzichè ricevere la pappa pronta da un noioso narratore esterno che tutto può e tutto sa.

@tutti gli altri:

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^ un gustoso retroscena
 
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