[#1] Isabel, eroina di Unima

Isabel

From R'lyeh with nonsense distruction
Premessa



Sì lo so, ora vi chiederete: "Ma perché questa scassarompi ci rifila di nuovo 'sta storia?". Ebbene, dopo averla chiusa la prima volta non mi volevo rassegnare ad abbandonare una trama come questa, nonché la mia prima fic su questo forum (anche lui il primo su cui mi sono iscritta). La trama si svilupperà in modo molto diverso: la nostra Isabel è decisamente più adulta, non in senso di età ma in senso di storia personale. La sua carriera di allenatrice sarà breve, ma per entrare in un disegno più grande e più alla '007...

So che potrà sembrare che le cose si svolgano un po' in fretta nella prima decina-quindicina di capitoli, ma sarebbe stato un errore andare più lenti, e sicuramente una noia per voi che dovreste leggere 40-50 capitoli.

Sostanzialmente si rifarà un po' alla storia del gioco, dove ci sono i due eroi contrapposti, ma questo era ovvio, no? Conto di fare più serie, ambientate in diverse regioni, ma c'è da vedere se ne avrò il tempo!

Ora vi posto il I Capitolo, a voi della giuria i commenti!

Capitolo I



La sveglia digitale emise un fastidioso trillo; una mano emerse dalle pesanti coperte, seguita da un braccio, e premette pesantemente il bottone per la disattivazione dell’allarme. Le coperte furono violentemente scostate, e la ragazza che vi era fino a pochi istanti prima sdraiata sotto si mise a sedere sul materasso, poi guardò la sveglia: erano le 6:30.

Finalmente scese dal letto e, indossata la vestaglia, si diresse verso la porta-finestra: scostò le tende scure ed aprì le imposte, affacciandosi dal balcone. Un timido sole faceva capolino dall’orizzonte, mentre le ultime stelle scomparivano e la luna era già scomparsa dalla vista. Tutta Zefiropoli era coperta da un velo biancastro di nebbia, mentre le strade a poco a poco si riempivano di quei pochi cittadini mattinieri.

La ragazza si riscosse leggermente, poi si allontanò dal balcone e si diresse verso il bagno: fece la solita doccia e si asciugò poi i capelli bianco-argentei, mossi e lunghi fino alla vita. Passò poi al guardaroba, e scelse un paio di pantaloncini beige, una camicia bianca a mezze maniche ed un gilet in tinta con i pantaloni, poi calzò un paio di scarponi marroni e legò i capelli in una spessa treccia, per poi indossare un elmetto da esploratore beige. La ragazza prese poi un borsone dal pavimento e infilò la porta della sua stanza, dopo aver chiuso la finestra col chiavistello.

La ragazza percorse un corridoio, poi scese le scale che portavano al piano terra, ritrovandosi nella cucina-sala da pranzo.

-Buongiorno Isabel. Vedo che sei mattiniera!- la accolse una donna dalla carnagione scura, piuttosto massiccia, con lunghi capelli ricci e neri, che indossava anche lei una tenuta simile a quella della ragazza.

-Pensavo mi conoscessi ormai, Aloé- replicò Isabel.

Eh già, Isabel Miller era davvero una ragazza insolita: aveva perso i suoi genitori molto piccola: prima il padre, un affarista morto in un dirottamento aereo, poi la madre, ricoverata in ospedale per un cancro che l’aveva uccisa; fu accolta così dagli zii materni residenti a Quattroventi, che, non avendo avuto una prole propria, avevano trovato in lei la figlia mai avuta e tanto desiderata. La carriera scolastica di Isabel era stata a dir poco lodevole: studentessa modello, aveva sempre ottenuto il massimo nelle verifiche e nei test; l’ultimo quinquennio scolastico riuscì a prendere il massimo dei voti in tutti i test nonostante praticasse da tempo l’Atletica, uno sport che l’aveva appassionata molto e che aveva rafforzato il suo carattere già di per sé autoritario e la sua coordinazione. Dopo aver ottenuto il diploma a pieni voti seguì un periodo di studio di archeologia presso un esperto, durante il quale aveva mandato degli articoli su alcune sue osservazioni sulla conformazione geologica delle foreste di Quattroventi ad un’importantissima rivista specializzata, che avevano poi portato alla scoperta di alcuni misteriosi resti fossili in quel sito, che appartenevano all’antenato dei pokémon Volanti, classificato con il nome di Archen, ed alla sua evoluzione, Archeops. In seguito a queste sue scoperte le era arrivata una strana lettera da Zefiropoli, che la invitava al Museo, così, a soli 15 anni, ora lavorava per Aloé, una delle più grandi archeologhe della regione.

-Ti ho preparato una bevanda energetica per colazione, spero ti piaccia. Comunque credo che questa tua idea della spedizione al Castello Sepolto sia un po’ pericolosa, visto che alcuni riferiscono di un pokémon particolarmente aggressivo che si aggira lì…- iniziò Aloé.

-… ma tu ed io sappiamo bene che l’amore per il rischio è una delle tante cose che ci accomuna, giusto?- concluse divertita Isabel, poi prese la caraffa che Aloé le aveva mostrato e versò un po’ del suo contenuto in un bicchiere alto e largo.

-Esatto. Cirillo sta arrivando con i tre Unfezant che avevo lasciato alla Pensione, ma credo ci metterà un po’, quindi fai con comodo- disse ancora Aloé, mentre Isabel beveva il suo frullato energetico tutto d’un sorso.

Improvvisamente, dal retro della casa si sentì un fischio acuto. Aloè prese la sua borsa da viaggio e si diresse alla porta sul retro assieme ad Isabel. Nel cortile dietro la casa trovarono Cirillo – un uomo piuttosto stempiato, che indossava perennemente giacca e cravatta -, con tre Unfezant al seguito, di cui solo uno maschio.

-Siete pronte?- chiese l’uomo, con un largo sorriso.

Isabel si mise in groppa ad una delle due Unfezant, che si chinò leggermente per aiutarla, poi, assieme a Cirillo ed Aloé, già in sella, spiccò il volo in direzione nord-ovest.
 

Isabel

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Rimedierò! Aspetto solo altri commenti (almeno un altro paio, dai!), poi posto il proximo cap!
 
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