Dean Ketchum

IronBat96

Il Tony Stark di Gotham City. O viceversa
Voglio far notare che il mio era sarcasmo... Anche se sarebbe stata una cosa alquanto trollollosa!
 
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Dxs

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Bel capitolo. L'unica mia preoccupazione è che stai andando molto in fretta (non che ciò intacchi l'ottima qualità dei capitoli), e potresti avere ricadute lasciando abbandonando la fic per mesi. Spero di sbagliarmi. :x
 

gGiova

e-ehi.
Sto andando ad un ritmo di un capitolo al giorno

1. Se ti pare che per qualità dovrei rallentare ok, dillo e faccio

2. Se è questione di semplice frequenza in precedenza postai anche più spesso :P E comunque dall'11 a settembre è il VUOTO, essendo in vacanza e senza pc
 

Drane

You weren't scared, uh?
Ma Karn è il nome del Prof.Meak? (Lool troppi nomi tutti insieme D: )

Mi aspetto una mega smentita sugli spoiler del pkmn dentro la Pokèball ù.ù
 

Dxs

Mod
Sto andando ad un ritmo di un capitolo al giorno

1. Se ti pare che per qualità dovrei rallentare ok, dillo e faccio

2. Se è questione di semplice frequenza in precedenza postai anche più spesso :P E comunque dall'11 a settembre è il VUOTO, essendo in vacanza e senza pc
No no, i capitolo sono ottimi, davvero! Ho solo paura che tu dopo un'altra decina a questo ritmo smetta per altri mesi, tutto qui. Finora mi sono piaciuti molto, dico sul serio.
 

gGiova

e-ehi.
Capitolo 4: La mente

Dean era sicuro di non averlo immaginato: qualcosa all’interno della sua tracolla aveva dato uno strattone. Si fermò per aprirla e accertarsi che sia tutto a posto. Kate si girò e lo aspettò. Erano ormai a pochi metri dall’entrata della palestra.

“Tutto a posto?” chiese lei, notando il suo sguardo preoccupato.

“Sì” rispose Dean, richiudendo la tracolla. “Andiamo”. Non aveva visto nulla di diverso.

La prima cosa che notò entrando nella palestra fu il silenzio. Tutti, dai guardiani agli spazzini facevano il loro lavoro con assoluta attenzione a fare meno rumore possibile. Kate sorrise e disse: “Sembra una chiesa, non è vero?”

“Sì” rispose lui con sincerità.

“Mamma ama il silenzio, senza non riesce a ottenere la concentrazione necessaria per i suoi allenamenti” disse lei.

Si avviarono su per il corridoio principale, oltre cui c’era il campo. Le pareti erano di un lucido color celeste, e Dean fu stupito da ciò. “Sapevo che allo Psico venisse attribuito il viola”.

Kate si guardò attorno. “Sì, tuttavia nulla ci obbliga di usarlo come colore per la tappezzeria. Mamma è una donna pratica, non bada alle apparenze ma all’utilità…” Alzò una mano in segno di saluto verso il campo. “… Il celeste rilassa la mente, quindi favorisce l’utilizzo di qualsiasi tecnica mentale… Eccola lì!”

Al centro del campo c’era una donna, seduta a gambe incrociate, con gli occhi chiusi. Subito Dean si accorse che era semplicemente stupenda, irradiata da una lucentezza mistica che le accentuava i lineamenti. Indossava Un completo Viola abbastanza elegante, e questa era l’unica cosa che le conferiva una certa vecchiaia. Per il resto era praticamente immutata dalle vecchie foto di anni e anni prima che aveva visto su riviste varie.

Attorno a lei c’erano alcuni pokémon, tutti apparentemente addormentati come la capopalestra: un Umbreon, un Mr. Mime e una creatura che Dean non aveva mai visto, dalle fattezze slanciate e agili.

Kate si avvicinò alla madre, si piegò per abbassarsi e gli sussurrò qualcosa. Lei aprì gli occhi e guardò subito nella direzione del ragazzo, che si sentì molto a disagio: aveva occhi estremamente penetranti e rigidi.

“Tu non sei Gary” disse, con evidente delusione.

Dean attese qualche secondo, poi rispose: “No, Gary è in viaggio da quanto ne so, io lavoro per il professore”.

Gary era il nipote di Oak: era stato un vero e proprio rivale per Ash e lo aveva conosciuto molto bene… Da qualche tempo aveva abbandonato l’allenamento e lavorava per la Silph S.p.A., per cui consegnava ordini in tutto lo stato.

“Un vero peccato, mi avrebbe fatto comodo la sua abilità” Si alzò lentamente. Dean ebbe quasi l’impressione che le punte dei suoi piedi erano staccate da terra.

“Allora, l’hai il pacchetto che dovevi consegnarmi da parte di Samuel?”

“Sì” rispose Dean, e iniziò a trafficare con la tracolla, da cui tirò fuori una piccola scatola.

“Ottimo” disse Sabrina prendendola in mano. La tastò per qualche secondo e disse: “Sì, è lui… Vieni fuori su, non fingere di non saperlo fare da solo” e detto ciò appoggiò la scatola a terra.

Dean fu all’improvviso molto confuso: cos’è che doveva uscire? La risposta non tardò ad arrivare: la scatola tremò per qualche secondo, poi emise un bagliore e il classico suono di una poké ball in apertura. La scatola sì aprì in un attimo, e ne uscì la cosa più improbabile che Dean avrebbe mai potuto immaginare: un piccolo dinosauro gommoso, uguale a quelli che saltano fuori dalla mossa Sostituto; ma questo si muoveva.

“Ma che…” disse Kate, e da lì successero molte cose all’improvviso: Il dinosauro prese un odore stagnante, e i Pokémon di Sabrina si svegliarono all’improvviso, lanciandosi contro il pupazzetto; questo li schivò, e contemporaneamente Umbreon e Mr. Mime si accasciarono a terra, forse presi da una violenta emicrania. La figura slanciata rimase in piedi con un po’ di fatica, e Sabrina urlò. “Gallade, doppioteam!”

Il Pokémon si sdoppiò immediatamente in circa trenta figure, e per un attimo Sabrina sorrise. Poi uno dei Gallade gridò toccandosi la fronte, e tutte le copie scomparirono, insieme al sostituto. Sabrina osservò per un attimo i suoi tre pupilli mentre si rotolavano a terra, poi ridacchio.

“Esci fuori, maledetto”

Si sentì una risata nel nulla, e all’improvviso Dean si sentì una zampa sulla spalla: non che gli prendeva la spalla, ma all’improvviso già lì, come se ci fosse stato da tempo.

“Ah ah, grazie per avermi fatto passare il viaggio più scomodo della mia vita, ragazzo” disse, e superò Dean avvicinandosi alla capopalestra: era un Kadabra, il più alto e grosso che avesse mai visto. I baffi gli pendevano fino a terra, e la coda era alta e fiera. Sabrina lo guardò prendendogli il viso fra le mani e lo abbracciò. “Vecchio bastardo, dovrò impasticcarli di pozioni anti-psichiche per settimane”.

Kadabra sbuffò. “Tsk, giovani d’oggi. Ai nostri tempi non esistevano neanche le pozioni anti-psichiche, non sentivo più dolore semplicemente pensando intensamente di non sentirlo”.

Sabrina si separò dal pokémon e gli sorrise. “Oh ma dai, lo sappiamo tutti che tu sei un tipo a parte. Andiamo, guarda! Un sostituto che sa muoversi e addirittura schivare colpi, attacchi psichico multipli ed efficaci anche contro pokémon psico, individuazione immediata dell’individuo giusto fra trenta copie, invisibilità! Te ne ha insegnati di trucchetti il buon Karn”.

Kadabra si allontanò. “Quello è il meno mia cara” e detto ciò si librò in volo, facendo qualche giro attorno alla donna, che lo guardava ammirata. “Ma non mi dire! Come fai?”

“Niente di che, mi concentro sull’aria attorno a me per farla soffiare nella direzione opposta a dove voglio andare, una banale telecinesi con un po’ di cervello… E ripeto, hai visto il meno”.

Sabrina gli sorrise un ultima volta, poi si girò verso Dean. “Voglio ringraziarti, tieni” e detto ciò tirò fuori dalla tasca una piccola poké ball, che diede in mano al ragazzo. “Il tuo primo pokémon, giusto?”

Dean non fece in tempo a dire niente, anche solo a chiedere come facesse a saperlo che Kate lo invitò a seguirla. Guardò la sfera fra le sue mani e si chiese se avrebbe avuto la faccia tosta di andare a restituirla.
 
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Dxs

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Bel capitolo, ancora una volta l'apparizione del Kadabra nella biblioteca mi era piaciuta di più (sorry per la schiettezza, ma il capitolo mi è piaciuto davvero).

P.S. : Occhio ai congiuntivi. :)
 

gGiova

e-ehi.
fuck a Josh, Sto Dean mi sta vivendo all'ombra più di quanto Bioshock 2 vive all'ombra di Bioshock ç_ç

Dove ho sbagliato? Dimmi così correggo :P
 

Dxs

Mod
Si sentì una risata nel nulla, e all’improvviso Dean si sentì una zampa sulla spalla: non che gli prendeva la spalla, ma all’improvviso già lì, come se c’era ci fosse da tempo.
 

gGiova

e-ehi.
Occazzo, che errore banale. °°

Fixed

è "Come se ci fosse stato", non è al presente
 
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gGiova

e-ehi.
Oggi fa trooooppo caldo per scrivere, perdonami possente Dxs D:

btw dovrei riuscire a postare altri due capitoli prima dell'11, poi nada fino a Settembre perché sono senza pc
 

Drane

You weren't scared, uh?
Mi aspetto una mega smentita sugli spoiler del pkmn dentro la Pokèball ù.ù
Sono un genio. ù.ùNo vabbè,scherzi a parte,buono il capitolo,anche se non vedo la necessità per Sabrina di avere un Kadabra...Forse perchè è OverPowa? XD

Attendo il prossimo cap per lo starter(anche se,conoscendoti,c'è la possibilità che lo restituisca...) :)
 

gGiova

e-ehi.
Capitolo 5: Il blitz

Kate portò Dean in un piccolo spazzo all’aperto, all’interno dell’edificio: Era un piccolo prato quadrato, e lui pensò subito che fosse un luogo per la meditazione dei Pokémon psico.

“Qui andrà bene” disse lei guardandosi attorno. “Su, lanciala”

Dean prese in mano la poké ball e la guardò, quasi spaventato dal premere il bottone bianco.

“Allora caro, cosa posso fare per te? Spero non ti sia passato il gusto per le mie focacce in tutti questi anni”.

Il Pensatore e Sabrina erano ora negli alloggi della capopalestra, e lei era in cucina a cercare qualcosa per l’ospite.

“No no, vanno benissimo” disse lui, guardandosi attorno. “Oibò, è cambiato molto dall’ultima volta”.

Sabrina si sporse per rispondergli, ma rimase bloccata nel vederlo, non aveva notato un particolare fino a quel momento. “Dov’è il cucchiaio?” gli chiese.

“Il cucchiaio è uno strumento inutile, bloccante” disse lui, con aria grave. “è come nuotare sempre con i braccioli: se non te ne liberi non potrai mai migliorarti, e rimarrai nella mediocrità”.

Sabrina si stupì. “Sapevo che i poteri psichici fossero caricati dal cucchiaio in gran parte”.

“Lo credevo anch’io, ma è inesatto” rispose Kadabra. “il cucchiaio incanala la potenza, e nel momento in cui usa l’attacco, questo viene lanciato direttamente dal cucchiaio. L’utilizzo del cucchiaio è la conseguenza di secoli di tradizioni, ma qualsiasi oggetto metallico è utilizzabile per incanalare l’energia” si lisciò i lunghi baffi e proseguì. “Finché lancio i miei attacchi incanalandoli nel mezzo metallico, questi sono limitati dalla capienza del mezzo in questione. Tuttavia, per la maggior parte della mediocrità, caricare al massimo un cucchiaio o un'altra posata, o oggetti di dimensioni simili, è già uno sforzo massimo. Quello che ho fatto io è stato buttare il cucchiaio, e imparare a incanalare l’energia su me stesso”.

“Su te stesso?” Sabrina era sconvolta.

“Sì, esattamente. Così facendo posso lanciare qualsiasi attacco psichico senza bisogno di mezzi metallici. Questo richiede un grande sforzo inizialmente, e nell’esercitarmi ho aumentato enormemente le mie capacità celebrali”.

La donna gli sorrise, ancora incredula. “è fantastico”

Il pensatore ghignò. “è non è tutto. Il passo successivo è stato aumentare le possibilità di incanalatura in oggetti metallici: adesso so incanalare d’energia psichica masse che neanche immagini, e manipolarle a mio piacimento”.

Sabrina sospirò. “Si vede che sei stato allenato da Karn”

“Aspetta, non ho ancora finito” disse Kadabra. “A quel punto mi accorsi di aver avuto una svista da vero dilettante: proprio quando mi chiedevo se fosse possibile incanalare mezzi non metallici, mi accorsi che ci ero già riuscito nel momento in cui avevo usato come mezzo da incanalare me… Ma io non sono metallico! Come ho fatto a non pensarci prima? Mi chiesi, quando lo capii… So incanalare oggetti non metallici di medie dimensioni… è così che faccio muovere il sostituto”.

“È davvero una storia mai sentita” disse Sabrina, ammirata dalla nuova scoperta. “Ci studierò su, mi hai davvero interessata”.

Kadabra sorrise per un attimo, ma poi diventò cupo. “fai uscire tutti i tuoi Pokémon migliori, ora”.

La donna lo guardò perplessa. “Li hai messi tutti al tappeto, la maggior parte dei miei Pokémon sono in viaggio”.

“Maledizione…” disse lui; si guardò attorno, poi gridò. “GIU’!” la spinse a terra con un’onda d’aria e gli lanciò contro un’onda violetta, un istante dopo l’aria esplose.

“Allora, la vuoi aprire o no?” disse Kate, spazientita. “Sei lì a guardarla da cinque minuti”

Dean si girò. “Sì, scusami, ora l’apr…”

Dietro di loro scoppiò una violenta esplosione, e gridarono. Frammenti di vetro si sparsero ovunque, e Kate corse verso il fumo invocando la madre. Dean si alzò e corse dietro di lei, terrorizzato.

“NON SAPETE CON CHI AVETE A CHE FARE” urlò Kadabra, guardando minaccioso gli uomini in nero appena sbucati dalle crepe; dietro di loro rotolavano in attesa decine di Voltrob, in attesa del loro turno. A destra del Pensatore giaceva Sabrina, svenuta ma indenne all’interno della spessissima barriera di protezione evocata dal Pokémon, Tutt’attorno solo macerie e fiamme.

“Cosa credi di fare, Kadabra?” disse l’uomo al centro; tirò fuori da una tasca una poké ball nera e la aprì, facendo comparire un possente e minaccioso Alakazam. “Psicoraggio!”

Alakazam puntò i cucchiai contro il nemico e sparò un raggio luminoso. Kadabra non si mosse neanche, e con un cenno dei baffi creò una barriera davanti a lui, che fece rimbalzare il colpo verso il nemico, colpito pesantemente. Il Pensatore lo guardò e protese le mani in avanti, incanalando energia all’interno del corpo nemico; poi lo sollevò, e con improvviso scatto di zampe lo fece esplodere in mille pezzi, davanti allo sguardo terrorizzato dell’uomo in nero.

Dean e Kate arrivarono sul luogo e si nascosero; Kate ebbe un sospiro di sollievo nel vedere la madre viva. Il Pensatore fece un passo avanti, e nei suoi occhi comparse un’ombra rossa, si fece improvvisamente più imponente e ombroso, e gridò con voce possente: “NON SAPETE CON CHI AVETE A CHE FARE. ANDATEVENE, O SARETE I PROSSIMI. ANDATEVENE”

Tutta la squadra nemica indietreggiò davanti alla spaventosa creatura, e molti iniziarono a scappare. L’uomo al centro invece, che doveva essere il capo, tirò fuori un fucile d’assalto, che puntò verso il nemico. “Schiva questo, bastardo!” chiuse gli occhi e sparò finché il caricatore non si svuotò, e quando aprì gli occhi urlò dal terrore. Davanti a lui c’erano decine di proiettili, sospesi e immobili nell’aria; dietro un inquietante Kadabra li osservava, senza muoversi. Con un movimento delle zampe raggruppò tutti i proiettili in una massa rotonda, e la lanciò contro lo stomaco del nemico, che spirò e cadde a terra.

Il Pensatore non dovette neanche dire altro, che tutti i nemici corsero via. Tornò il vecchio e venerabile Pokémon di prima, e raggiunse i ragazzi. “Andatevene, presto! Penserò io a tua madre, cara” disse, rivolgendosi alla ragazza.

“Dove? Dove andiamo?” disse lei, spaventatissima per l’accaduto.

“Dean, torna da Oak e porta lei con te, restate con lui fino a nuovo ordine, è importante” disse lui, frettoloso. Il ragazzo annuì e prese Kate per un braccio, correndo via; solo quando arrivò all’uscita di servizio si accorse che non aveva più la poké ball regalatogli da Sabrina in mano: l’aveva persa nella confusione.

Nel frattempo, Kadabra annullò la barriera che circondava l’amica e la fece levitare a mezz’aria per qualche decina di metri, per poi farla atterrare dolcemente su un divanetto per ospiti, scampato all’esplosione. Poi, mentre iniziavano a sentirsi le sirene della polizia in arrivo, sollevò con la mente il nemico morto e lo fece scomparire nel nulla, come se non fosse mai esistito.
 
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Drane

You weren't scared, uh?
per qualche decina di metro
Piccolo errore di battitura ;PComunque questa fic mi sta appassionando moltissimo,devo ammetterlo,continua così! XD

Avrei dovuto prevederlo che non avresti fatto vedere il pkmn :P :D
 
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