Detta così mi sembrano dei comportamenti che non dipendono dalla tecnologia, ma solo dalla propria indoleFacebook e Twitter mi sembrano il simbolo e l'apogeo di questa evoluzione del nostro modo di pensare e di relazionarci agli altri. Nella sua ultima evoluzione (la timeline), FB ha perlomeno preso su di sé deliberatamente l'evoluzione autistica del web, poiché ormai si tratta semplicemente di organizzare la propria personalità nel suo aspetto esteriore, mostrando quanto vale (= numero di amicizie) e ripulendola dalle scorie che potrebbero infiltrarvisi.Twitter ha la stessa identica funzione, e si nota chiaramente il cambiamento di una persona quando il suo numero di followers aumenta : si diventa un personaggio pubblico, ci si annega nel piacere di essere seguito da migliaia di persone (anche se molto poche tra di loro ti risponderanno sul serio) e di poterle intrattenere con frasi corte e umoristiche. Ma come per gli attori, il ruolo interpretato in pubblico non corrisponde certamente con la propria persona privata ; e visto che Twitter ci segue ovunque tramite i cellulari, si finisce molto semplicemente per far colonizzare la propria intimità dal personaggio pubblico.
In parte sì, e di fatto nessuno ti "obbliga" a comportarti in tale modo, ma molti lo fanno semplicemente perché credono che se non si agitano costantemente in qualche modo perderanno le decine di followers che hanno guadagnato.Detta così mi sembrano dei comportamenti che non dipendono dalla tecnologia, ma solo dalla propria indole
Il fatto è che ci sono domande per cui non si può dare una semplice risposta rapida sul momento. In una comunicazione verbale si ha raramente il tempo di riflettere a quanto si dice, per paura di trattenere troppo l'altra persona oppure di dire cose poco chiare che necessiterebbero maggiori sviluppi, quindi si finisce molto spesso per dire delle cose banali e per ripetere quello che tutti pensano. Vi può essere pure un certo timore di offendere l'interlocutore criticando certe idee emesse da lui, quindi si preferisce tacere i dubbi per evitare di rischiare di perdere la sua compagnia.Sono perfettamente d'accordo con, come aveva citato Sherry Turkle alle persone di oggi non piace la comunicazione diretta fra persone perchè è in tempo reale, e quindi devi dare subito una risposta, e magari ti accorgi che è una cavolata, o che è sbagliata, ma in fondo è così che si conosce una persona.
Questa è appunto secondo me un'illusione generata dagli ultimi sviluppi del web ultrarapido. La caratteristica del messaggio scritto rispetto alla parola indirizzata ad una persona presente è proprio che potrebbe pure non ottenere mai nessuna risposta.Se chi sta scrivendo sul forum chiede qualcosa, l'altro lo saprà rispondere perchè su Internet troviamo di tutto.
Non sono d'accordo nemmeno su questo. A meno che tu non sia su internet da pochissimo tempo, trovo molto più semplice scoprire quando qualcuno mente in una discussione su internet piuttosto che in una discussione nella vita reale. In fondo su internet gli altri utenti hanno la possibilità di rileggere il tuo messaggio più e più volte, di dissezionarlo e di riflettere sui suoi punti deboli, e basta spesso una domanda ben azzeccata per far esplodereSui forum puoi farti passare come vuoi, colto o non, nella vita reale o sei uno o sei l'altro. Con questo non voglio dire che non ci siano persone colte o non che sia chiaro, ma ad esempio io non lo sono, non so molte, infatti molte volte fraintengo gli altri.
(* non sto dicendo che la maggior parte degli utenti di questo forum non siano dei disadattati asociali, sia ben chiaro)
Il fatto è che ci sono domande per cui non si può dare una semplice risposta rapida sul momento. In una comunicazione verbale si ha raramente il tempo di riflettere a quanto si dice, per paura di trattenere troppo l'altra persona oppure di dire cose poco chiare che necessiterebbero maggiori sviluppi, quindi si finisce molto spesso per dire delle cose banali e per ripetere quello che tutti pensano. Vi può essere pure un certo timore di offendere l'interlocutore criticando certe idee emesse da lui, quindi si preferisce tacere i dubbi per evitare di rischiare di perdere la sua compagnia.
La scrittura lascia invece (teoricamente) il tempo della riflessione, quindi mi posso garantire per principio il "lusso" di dire quello che penso piuttosto che ripetere semplicemente quello che pensano tutti.
Ok, allora siamo d'accorodo entrambi.
Questa è appunto secondo me un'illusione generata dagli ultimi sviluppi del web ultrarapido. La caratteristica del messaggio scritto rispetto alla parola indirizzata ad una persona presente è proprio che potrebbe pure non ottenere mai nessuna risposta.
Anche nella parola indirizzata potresti non ottenere risposta. Il fatto è che se qui non sai una risposta, puoi benissimo cercare nel web e poi rispondere, nella vita reale no.
Non sono d'accordo nemmeno su questo. A meno che tu non sia su internet da pochissimo tempo, trovo molto più semplice scoprire quando qualcuno mente in una discussione su internet piuttosto che in una discussione nella vita reale. In fondo su internet gli altri utenti hanno la possibilità di rileggere il tuo messaggio più e più volte, di dissezionarlo e di riflettere sui suoi punti deboli, e basta spesso una domanda ben azzeccata per far esplodere
Nella vita reale la tua attenzione si fissa invece su dei particolari esteriori della persona (aspetto fisico, modo di parlare e di muoversi, ecc) che oltre a non essere spesso indicativi del modo di essere della persona possono essere pure mascherati con estrema facilità. Quanti imprenditori, manager, professori o preti che nella loro vita comune sembrano delle persone oneste e affabili sono stati scoperti ad essere dei serial killer, dei trafficanti di droga o dei pedofili ?
Credere che una persona sia la stessa nella vita pubblica e nella vita privata è un grosso errore. Se c'è una capacità propria alla specie umana è quella di mentire.
Rileggendo quello che ho detto, sono d'accordo con te, ma vorrei concentrarmi sul fatto che la tecnologia permette di mascherarci come vogliamo, al di là delle capacità di farlo (anche se comunque di vittime di pedofilia ce ne sono molte).
Senza dubbio, ma in generale una risposta la ottieni, se non altro un cenno della testa per far capire che l'altro ti sta ascoltando. Su internet non sai se la otterrai, né quale forma prenderà vista la distanza che la scrittura scava tra la domanda e la risposta.Anche nella parola indirizzata potresti non ottenere risposta. Il fatto è che se qui non sai una risposta, puoi benissimo cercare nel web e poi rispondere, nella vita reale no.
Ripeto, secondo me non è una specificità delle tecnologie di telecomunicazione avanzate, anche se è chiaro che degli aggeggi come Facebook (soprattutto da quando è stata introdotta la timeline) amplificano a dismisura il sentimento di onnipotenza e di controllo assoluto di ogni singolo individuo riguardo la propria immagine. Per questo motivo anche lo sviluppo della rete internet implica una proliferazione senza precedenti di tecniche di sorveglianza degli individui sempre più avanzate, e non ci si dovrebbe sorprendere in questo caso se Google e Facebook collaborino strettamente con i servizi segreti americani (molte persone sembrano ignorare l'origine poliziesca degli strumenti di riconoscimento facciale...)Rileggendo quello che ho detto, sono d'accordo con te, ma vorrei concentrarmi sul fatto che la tecnologia permette di mascherarci come vogliamo, al di là delle capacità di farlo (anche se comunque di vittime di pedofilia ce ne sono molte).
Senza dubbio, ma in generale una risposta la ottieni, se non altro un cenno della testa per far capire che l'altro ti sta ascoltando. Su internet non sai se la otterrai, né quale forma prenderà vista la distanza che la scrittura scava tra la domanda e la risposta.
Inoltre un testo (su internet come altrove) a differenza di una discussione orale non s'indirizza mai ad una persona determinata, ma coinvolge chiunque decida di rispondervi in un momento qualunque del futuro.
Ok, se la intendi così allora sono d'accordo (anche perchè sono dei dati di fatto).
Ripeto, secondo me non è una specificità delle tecnologie di telecomunicazione avanzate, anche se è chiaro che degli aggeggi come Facebook (soprattutto da quando è stata introdotta la timeline) amplificano a dismisura il sentimento di onnipotenza e di controllo assoluto di ogni singolo individuo riguardo la propria immagine. Per questo motivo anche lo sviluppo della rete internet implica una proliferazione senza precedenti di tecniche di sorveglianza degli individui sempre più avanzate, e non ci si dovrebbe sorprendere in questo caso se Google e Facebook collaborino strettamente con i servizi segreti americani (molte persone sembrano ignorare l'origine poliziesca degli strumenti di riconoscimento facciale...)
Non capisco dove tu voglia arrivare, vuoi semplicemente dire che farsi passare da una persona ad un'altra (mascheramento), non è qualcosa che nasce dalle tecnologie ? Se è per questo allora sì, sono d'accordo, come hai detto prima ci sono preti, manager ecc. che sembravano persone oneste, ma che non lo erano. Sto solo dicendo che la tecnologia ha dato un'opportunità in più a ciò, e come hai detto tu "ha amplificato il sentimento di onnipotenza".