Ǝdgey ha scritto:
Sinceramente però dubito che, pur essendo io la medesima persona, con stesso passato intelligenza fantasia ecc, se scegliessi un io futuro un minimo distante da me (vale a dire non nel futuro immediatamente prossimo ma a qualche anno/decennio di distanza), l'esperienza farebbe la differenza: se ci fossero più dimensioni, l'io futuro sarebbe ignaro della mia scelta di viaggiare nel tempo, e non avrebbe tempo di fuggire o elaborare un piano.
Stai contraddicendo la tua stessa ipotesi di partenza : partivi dall'idea di un io futuro che aveva memorizzato il luogo in cui l'io passato l'avrebbe ucciso per evitare la sua morte, se ora dici che l'io futuro ha dimenticato il passato ti sei confutato da solo.
Del resto ti confuti da solo una seconda volta in quanto segue.
Ǝdgey ha scritto:
Le scelte che si ripercuotono sul mio futuro in fondo sono quelle fatte dal presente. E poi pensiamo anche alla scena del crimine primaria: il momento in cui io decido per la prima volta di viaggiare nel futuro ed uccidermi. L'io futuro dovrebbe già sapere di questo in quanto è una scelta fatta nel passato e che ha percorso lui stesso, quindi dovrebbe prevedere il mio arrivo e non farsi trovare. Questo sempre che, come ho già detto, ci sia un'unica linea dello spaziotempo (poiché altrimenti ci sarebbe quella dell'io futuro ignaro delle mie scelte passate e quello che invece le ha già scelte nel suo passato, cioè l'attuale io presente) in cui si può davvero parlare dell'esperienza dell'io futuro (in quanto sarebbe stato influenzato dalle mie scelte nel presente e saprebbe già che sto viaggiando nel tempo).
Qui ripeti semplicemente l'ipotesi precedente. L'errore che fai in questo caso è credere che il tuo io passato non abbia nessuna capacità di prevedere o di adattarsi a eventuali cambiamenti nella configurazione futura. Ma se il tuo io futuro può prevedere che il tuo io passato vuole ucciderti nel luogo X, perché il tuo io passato non potrebbe anticipare la tua previsione e andare direttamente a prenderti nel luogo Y ?
Di fatto, o supponi che il tuo io passato sia talmente stupido da non poter elaborare situazioni complesse a cui rispondere, ma in tale caso non lo sarebbe nemmeno il tuo io futuro (poiché si tratta della stessa persona), quindi la vittoria dell'uno o dell'altro sarebbe completamente aleatoria ; oppure lo supponi capace di tali elaborazioni, ma allora lo è pure il tuo io futuro, quindi ritorniamo alla situazione dell'inseguimento infinito.
Per chiarire ancora : nel primo caso, tu supponi in realtà che la volontà dell'io passato di uccidere l'io futuro sia il frutto di un istinto inconscio e cieco, ma allora non solo le azioni dell'io passato sarebbero imprevisibili, ma pure quelle dell'io futuro (del resto, parole come "volontà", "passato" e "futuro" non hanno senso in assenza di coscienza) ; nel secondo caso, tu supponi (com'è normale che sia) la coscienza di entrambi gli io, il che si riduce a una lotta infinita di intelligenze uguali che si conoscono alla perfezione. Ovviamente, anche nel secondo caso la vittoria sarà data da un fatto accidentale esterno alle due persone.
O ancora, poniamo il caso che il tuo io passato sia una furia incosciente che si trova per caso nel futuro con un coltello in mano nel luogo X in cui l'io futuro passa. Se il tuo io passato non sa di aver fatto tale cosa, non lo saprà nemmeno il tuo io futuro. In tale caso l'io futuro sarà ucciso, ma l'io passato non sarà mai cosciente di essersi ammazzato da solo (perché era incosciente, quindi per definizione non ne avrà memoria), e quando l'io futuro potrebbe saperlo sarà già troppo tardi. E' la situazione di Dorian Gray, più o meno.
Poniamo infine che l'io futuro si trovi privo di coscienza per qualche motivo (incidente, schizofrenia, ecc). In tale caso, nulla garantirà all'io passato di trovare l'io futuro dove si aspetta di trovarlo, precisamente perché non puoi prevedere le sue azioni in nessun modo.
Il paradosso può essere capito più facilmente con un esempio più concreto. Mettiamo che oggi dica a me stesso : "domani vado a prendere la frutta al supermercato alle 10". L'unico modo che ho per sapere con sicurezza che sarò domani alle 10 al supermercato è esserci. Chi mi impedisce di cambiare idea nel frattempo ? E cosa impedisce il gestore del supermercato di non aprire domani il negozio ?
Quindi, dire che domani alle 10 andrò a uccidere il mio io futuro non significa nient'altro che affermare che mi suiciderò. La capacità che ha l'io futuro di evitare la morte equivale alla capacità del mio io di decidere di non ammazzarsi, oppure ai fatti casuali che impedirebbero un tale atto (il coltello che si rompe, ad esempio). O presupponi la continuità temporale della volontà, e in tale caso dai al tuo io futuro la possibilità di annientarla tramite la volontà, oppure non presupponi nessuna continuità, ma allora il fatto di ucciderti o meno sarà completamente casuale.
Detto molto più semplicemente : la volontà di una persona si annienta con la volontà della stessa persona, la realtà concreta non è mai interamente previsibile.
Ǝdgey ha scritto:
In effetti, il caso in cui si sviluppi un inseguimento infinito è possibile SOLO nello scenario dell'unica linea spaziotemporale, in cui l'io futuro saprebbe che sto per iniziare il viaggio nel tempo, poiché l'ho deciso in un presente che lui ha già vissuto.
Da cui si deduce che non esiste una sola linea spazio-temporale, e a dirla tutta non ne esiste nessuna : lo spazio-tempo è la realtà, la linea la tracciamo solo noi nella nostra immaginazione. I futuri possibili non sono già scritti da nessuna parte, visto che il futuro è una produzione della nostra immaginazione attiva in base a certi dati che sono già a nostra disposizione. Uccidere il tuo io futuro significa annientare una possibilità futura, ma non annientare la tua persona.