Si Johnson

guggiammi

thread killer
ok, è ricalcato da una scena di Collateral. ok, probabilmente fa shittare bricks per la quantità di luoghi comuni che riporta. ma quando uno si addormenta alle 4 di notte dovrà pur trovare qualcosa da fare, no?

*

Larry spense le luci in cucina, chiuse la porta sul retro del locale e tornò in sala da pranzo. Quello che vide gli fece desiderare di essere in un qualsiasi altro posto fuorché lì.

Un uomo avvolto in un lungo impermeabile scuro, cappello dalle larghe tese in testa e sorriso da maniaco impresso in faccia lo stava aspettando, seduto ad un tavolo proprio in mezzo al locale.

“Buonasera, Larry. Serata fredda, nevvero? Avanti, siediti.” Larry lo osservò terrorizzato. Non gli passo neanche per l’anticamera del cervello l’idea di tentare una fuga. Sapeva chi era quell’uomo. Si sedette.

L’altro uomo lo fissava, sempre sorridente, da sotto il cappello.

“Allora, bando ai convenevoli. Tu sai chi sono io, io so chi sei tu ed entrambi sappiamo perché siamo qui. Siamo qui perché hai commesso un errore.” Larry lo fissava impassibile, quasi in trance.“Sai, non c’è niente di male nel commettere un errore, di tanto in tanto. Solo che, come ben saprai, nel mondo civile gli errori si pagano. È un dovere, rimediare a quello che si è fatto. Giusto?”

Larry annuì lentamente.

L’altro uomo si tolse il cappello, rivelando dei capelli neri perfettamente pettinati ed impomatati. La sua faccia, dai lineamenti duri e severi, aveva però un qualcosa di bonario ed inquietante allo stesso tempo. Sembrava quasi un attore del cinema.“Ti dispiace se fumo? Sai, è un brutto vizio che purtroppo non riesco a togliermi”. Sorrise affabile. Sempre muovendo la testa impercettibilmente, Larry gli diede il permesso. L’uomo trasse dall’impermeabile un pacchetto di Pall Mall. Se ne mise una in bocca, trovò una scatoletta di fiammiferi e accese la sigaretta al primo colpo. Poi tese il pacchetto verso Larry. “Vuoi favorire?”

Larry prese una sigaretta. Prese i fiammiferi. Il primo si spezzò. Il secondo pure. Non riusciva a controllare il tremore, che lo scuoteva come una marionetta mossa da un maldestro burattinaio. La sigaretta stava quasi per cadergli di bocca.Con un gesto gentile, quasi comprensivo, l’uomo in nero gli prese dalla mano la scatoletta, accese un fiammifero e lo portò vicino alla faccia di Larry, che riuscì ad accendere la Pall Mall. Fece un gran tiro, poi butto fuori il fumo in un lungo sospiro.

“Mi fa piacere vedere che sei riuscito a rilassarti. In certi momenti, l’essenziale è restarsene tranquilli. Ora, parliamo più nello specifico del motivo che mi ha portato qui nella tua bella taverna. Tu hai fatto una cosa che non piace alle persone per cui lavoro. E le persone per cui lavoro mi hanno detto di venire qui da te, dopo la chiusura del locale, e farti rimediare all’errore che hai commesso. Sei tranquillo?”

Larry restò immobile per una decina di secondi, prima di rispondere. Poi, con voce calma e chiara, rispose: “Sì. Lo so perché sei qui. E sono tranquillo.”

L’uomo in nero gli rivolse uno sguardo divertito, un sopracciglio alzato. “Davvero davvero?”Larry lo fissò negli occhi e rispose, con la stessa voce di prima: “Davvero davvero.”

“Ottimo. Questo facilita enormemente le cose. Perché vedi, se tu avessi provato a fuggire, o ti fossi messo a piagnucolare o peggio ancora ad urlare, allora mi sarei innervosito. Mi sarei davvero innervosito parecchio. Così, invece, è tutta un'altra cosa.” Allargò le braccia, come se Larry fosse stato un amico che non vedeva da tempo.“Dimmi, Larry, tu sei sposato, giusto?”

Larry annuì.“Ed hai un figlio, se non ricordo male. Come si chiamava?...”“Joe. Si chiama Joe ed ha undici anni.”“Ah sì, Joe. Ora ricordo. Capelli biondi, occhi azzurri. Proprio un bel frugoletto. Devi esserne molto orgoglioso.”

“Sì, lo sono. Sono il padre più felice della terra.” fece Larry. Una lacrima silenziosa gli scivolò giù dalla guancia.

All’istante, come se avesse avuto di fronte la persona più importante della sua vita, l’uomo in nero prese un fazzoletto dalla tasca e gli asciugò delicatamente il volto.“Ssh, non c’è bisogno di piangere. Non devi piangere. Tranquillo, stai tranquillo. Cosa credi, che sia talmente senza cuore da…” fece una pausa e guardò a terra, come se stesse per dire una cosa talmente oscena che lo disturbava nel profondo “… talmente senza cuore da… occuparmi di te senza prima discuterne? Senza che ti dia la possibilità di… cambiare le cose?”. Sembrava sinceramente preoccupato.All’espressione “cambiare le cose”.

Larry si era ridestato dal torpore in cui sembrava essere sprofondato. Osservava l’uomo in nero con attenzione estrema.

“Vedi, Larry, tutti dicono che sono uno dei migliori nel mio mestiere. A me il mio mestiere non piace particolarmente. Non che lo odi, ma non lo amo nemmeno. Lo faccio perché ci sono portato. Allo stesso modo, tu fai il tuo lavoro perché è la cosa che ti riesce meglio. E non c’è niente di male in questo. Però sarai d’accordo con me nel ritenere che certi lavori, in certe situazioni, sono estremamente più difficili di altri. E non per motivi logistici, bada bene. Io direi piuttosto per… motivi umani.”

Larry aveva ripreso a fissarlo dritto negli occhi.

“Perché, parlando francamente, l’idea che tuo figlio stasera non veda suo padre tornare a casa dal lavoro mi disturba. Mi disturba parecchio. Sarò onesto con te – a cose normali, adesso ti troveresti nel retrobottega, in mezzo alle casse di vino e ai fusti di birra, con un foro nella nuca. Ma, visto il tuo… chiamiamolo “caso particolare”, ho deciso di fare un’eccezione alle regole. Quindi, concentrati, perché il tornare a casa da tuo figlio stasera dipende tutto da quello che mi dirai tra poco. Capito?”

Larry annuì.Poi, come se fino ad un momento prima stessero parlando allegramente di facezie, l’uomo in nero si girò contro la parete dietro al bancone. “Ehi, vedo che ti piace il baseball! Oserei dire che sei un vero fanatico Complimenti!”. Gli rivolse un sorriso largo e inquietante.“Sì, lo seguo. Mi piace molto.” commentò Larry secco.

“Beh, da quanto vedo sei un fan di Babe Ruth! Uno dei migliori giocatori che siano mai esistiti, a quanto ne so!”“IL migliore.” lo corresse Larry. L’uomo in nero si interruppe bruscamente e tornò a fissarlo. Poi proruppe in una calda risata. Larry pure accennò ad una risatina, che poi si trasformò a sua volta in una risata di cuore.“Aah, esatto Larry! Ci hai facilitato enormemente le cose! Ora, stai bene attento…”

Larry smise di ridere tutto d’un colpo. Fissava l’uomo in nero con la bocca socchiusa.

“… visto che sei un uomo così appassionato…”

Pausa carica di tensione.

“… saprai dirmi chi è stato l’ultimo giocatore ad eliminare Babe Ruth in una competizione ufficiale prima del suo ritiro, no?”

La faccia di Larry si illuminò in un sorriso selvaggio. Una nuova luce parve balzargli fuori dall’anima e illuminargli gli occhi. Lo sapeva! Lo sapeva! Pensò a suo figlio. Pensò al baseball. Benedisse il giorno in cui suo padre lo aveva portato allo stadio a vedere la sua prima partita di baseball. Benedisse l’intera Major League.

“Sì! Sì! È stato Si Johnson, dei Cincinnati Reds! Si Johnson!”

L’uomo in nero allargò le braccia, sorrise come a dire “e che ci voleva?”, si rimise il cappello in testa e si alzò. Poi, senza preavviso, tirò fuori dall’impermeabile una enorme S&W 29 e la puntò dritta tra gli occhi di Larry, che era rimasto seduto. Larry sembrava stupito del gesto. Era in preda al panico più profondo.

“Ti giuro che è stato Si Johnson ad eliminare Ruth! Te lo giuro! Ero alla partita! Te lo giuro! La mia risposta è quella giusta!

“Spiacente amico” fece l’uomo in nero, la faccia deformata da un orrendo ghigno, “non mi intendo di baseball.”.

*

diamo il via alle offese D:
 

Steph

Great Teacher
Mod
ora mi spiego cosa ci facevi collegato dalle 9 di stamattina xD

che bastardata comunque :°

hai pensato anche ai retroscena (motivo, chi c'è dietro, ecc) o li volevi lasciare sottintesi?
 

guggiammi

thread killer
son tutti scritti nati come una serie di racconti slegati, buttati giù appunto quando non riesco a dormire o nei viaggi in treno verso l'università. questa storia qui all'inizio era stata pensata come una singola scena, senza alcuna volontà di approfondire il background. lentamente, continuando a scrivere, stanno emergendo relazioni tra questo e altri racconti - relazioni che coinvolgono il meglio degli stereotipi polizieschi di tutte le epoche (rapinatori che si innervosiscono alquanto facilmente, detective alcolisti, procuratori distrettuali neri che si chiamano tutti Ulysses o Carter, mafiosi italoamericani che si ritrovano nel retro dei negozi ortofrutticoli... insomma, il mio mondo). chi può dire che alla lunga non ne venga fuori una storia con un senso logico :D
 
Ultima modifica di un moderatore:

Steph

Great Teacher
Mod
adoro questo genere di grandi storie della fantacriminalità. Hai intenzione di postare le altre, se ne hai già fatte diverse?
 

guggiammi

thread killer
in cartaceo ne ho una decina o poco meno, parecchie devo ancora trascriverle - prima o poi posterò quella dove ci sono tre boss che si ubriacano come degli stronzi qualsiasi :v
 

What If The Green

Rappresentante di classe
Complimenti! Ho appena finito di leggere questa parte e mi piace un sacco! non vedo l'ora di leggere la prossima! u_u

eppure è difficile che io mi concentri nella lettura di qualcosa, ma questa mi ha catturato.
 
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