Si, bravo, l'ocarina è proprio quella ;)Mens ha scritto:L'ocarina è quella che Melody usa per svegliare Lugia nel secondo film, vero? A proposito, per essere davvero pignoli, il nome dell'isola è Shamouti.
Promette sempre meglio. Lo stile è molto buono, il flashback sta benissimo, la storia comincia ad introdurre qualche elemento di mistero...vedremo un po' i prossimi capitoli...
Quello strumento mi piaceva troppo e non ho saputo resistere, visto che io suono diversi strumenti :P
Ora per il nome dell'isola correggo subito ^_____^
Va benissimo ^w^Robby ha scritto:la fic è molto bella,però prova a mettere qualche spazio tra un pezzo e l'altro,così la lettura sarà meno pesante!
Allora continuo
Capitolo 3
No, non era possibile. Non poteva essere vero...Ma perché?Perché proprio a me ? Non era giusto. Quella avrebbe dovuto essere la giornata in cui finalmente avrei sconfitto Seth, il capopalestra di Greentree city, dopo cinquant' anni. E invece vengo a sapere che era stato sconfitto il giorno prima, da una ragazzina, una certa Serena. Avrei dovuto essere IO l' allenatore che avrebbe vinto dopo tanto tempo la lega di Erijo. Ivece l' occasione di diventare il più forte mi era stata soffiata via da una ragazzina quindicenne. In quel modo non avrei mai raggiunto il mio scopo, in quel modo non l' avrei mai incontrato....Già, la creatura che mi aveva incantato dalla prima volta che l' avevo vista, sull' immagine di un libro molto antico di un mio antenato: Suicune. Sapevo che i pokémon leggendari apparivano solo agli allenatori più forti. Non mi sarei lasciato scappare quell' occasione. Ora Seth si era lasciato soffiar via il titolo di migliore allenatore da Serena, quindi sarebbe stata lei quella che avrei sfidato, per vendicarmi del brutto scherzo che mi aveva tirato e per ottenere il titolo di migliore allenatore. Dovevo assolutamente incontrare e catturare Suicune: la prima volta che posai lo sguardo su di lui rimasi ipnotizzato dalla sua bellezza e, da quel momento, divenne il mio pensiero fisso "DEVE essere MIO".
Se Serena avesse continuato il suo viaggio, sicuramente la sua prossima meta sarebbe stata Bluesky city, e l' unico modo per arrivare lì era passare per la Labyrinth Cave, o scalare la Labyrinth Mountain. Sicuramente avrebbe optato per la prima possibilità, quindi mi decisi di sorvegliare l' entrata della grotta e mi sarei fermato lì ad aspettare il suo arrivo. Avrei vegliato giorno e notte se fosse stato necessario. Quel giorno arrivai all' entrata della Labyrinth Cave quand' era mattina presto, mi sedetti su un masso lì vicino, in modo da poter sorvegliare l' entrata, e iniziai ad aspettare...
Le mie gambe mi supplicavano di fermarmi, camminavo da più di sei ore, ed ero stanca. Mi ero alzata alle cinque quella mattina, per raggiungere il prima possibile la prossima città. Prima però avevo chiesto a Charizard e Arcanine se ce la facevano e, visto che loro erano d' accordo, non esitai a proseguire il mio viaggio. Naturalmente non li avrei fatti combattere per nulla al mondo. Ormai era ora di pranzo e dovetti fermarmi, con i piedi doloranti. Mi sedetti su un ramo basso di un grande albero che si trovava vicino al sentiero che stavo seguendo. Mi tolsi lo zaino dalle spalle, che erano letteralmente a pezzi, e tirai fuori dei panini che iniziai a mangiare con appetito. Una volta finito, feci uscire i miei pokémon e diedi da mangiare anche a loro. Mi dispiaceva vederli così deboli e malridotti. Intanto tirai fuori il mio pokédex che, grazie ad una piccola modifica apportata dal prof Oak, aveva inclusa anche la modalità MAPPA. Iniziai a consultare la cartina
-Dunque- pensai a bassa voce, additando la mappa - se voglio raggiungere Bluesky City devo passare per forza per la Labyrinth Cave. Non dovrebbe mancarmi molto, visto che sono qui- e posai il dito su una freccetta rossa lampeggiante, che indicava la mia posizione.
- Ok , ci rimettiamo in cammino ?- chiesi rivolta ai miei pokémon. Entrambi annuirono e gli sorrisi, poi li ritirai nelle sfere, che minimizzai e attaccai alla cintura. Raccolsi tutto nello zaino e mi rimisi in viaggio.
Ormai l' ora di pranzo era passata da un pezzo e ancora non si vedeva arrivare nessuno. Per fortuna mi ero portato da mangiare. Le mie gambe iniziarono ad intorpidirsi, a forza di restare seduto su quel masso. Ma non importava: avrei aspettato anche una settimana pur di sfidarla.
Visto che mi ero riposata un pò, procedetti più velocemente. Era una bella giornata, che rendeva piacevole il viaggio. Il cielo era limpidissimo, non c' era neanche una nuvola, e i raggi del sole illuminavano le foglie degli alberi, di un verde acceso, che creavano sull' erba dei bellissimi giochi di luci e ombre. Mi sentivo rilassata e di buon umore. Però ad un tratto mi fermai e mi guardai intorno: avevo la sensazione di essere seguita, la stessa sensazione che mi perseguitava già da qualche mese. Ormai ci avevo fatto l' abitudine, quindi non ci badai più di tanto e proseguii, anche se avevo i sensi all' erta, pronta a cogliere un minimo segnale di pericolo. Per fortuna ero quasi arrivata alla Labyrinth Mountain, di cui già riuscivo a vedere le pareti rocciose. In breve raggiunsi la base della montagna e iniziai a cercare l' entrata della Labyrinth Cave, che si trovava qualche centinaio di metri alla mia destra. Una volta lì, posai il mio zaino a terra e aprii la chiusura lampo esterna per prendere una torcia. Quando mi rialzai con lo zaino in spalla e la torcia in mano, notai che c' era un ragazzo, seduto su un masso, che mi stava osservando. Sembrava di 16 anni, indossava una maglietta a mezze maniche e pantaloni lunghi,aveva i capelli cerulei e, a parer mio, un bel volto. All' improvviso si alzò e si diresse verso di me.
Finalmente vidi qualcuno avvicinarsi all' entrata della grotta: era una ragazza. Era magra e abbastanza alta, aveva lunghi capelli castani che le arrivavano alla vita e un viso dai lineamenti delicati. Indossava dei pantaloncini lunghi fino alle ginocchia, una maglietta sbracciata e scarpe da ginnastica. Forse era lei Serena. All' inizio sembrò non accorgersi della mia presenza, posò lo zaino a terra e tirò fuori una torcia. Poi, quando rialzò lo sguardo, mi notò ed iniziò ad osservarmi. A quel punto mi alzai e scesi dal masso, dirigendomi verso di lei.
- Sei tu Serena ?- chiese il ragazzo sconosciuto non appena mi fu di fronte.
- Si... sono io...e...tu chi...chi sei ?- domandai imbarazzata, mentre lo squadravo con aria diffidente.
- Il mio nome è Kei, vengo dalla città di Darknight City. Sono qui per sfidarti.-.
- Perché vuoi sfidarmi ?-
- Non sono affari tuoi. Allora, accetti ?- chiese, secco. Sembrava di poche parole.
- Mi spiace ma ora non posso- dissi muovendo un passo avanti, per entrare nella grotta, ma lui mi si parò davanti, allargando le braccia per bloccarmi il passaggio.
- Dai... fammi passare- dissi cercando di andare avanti, ma lui me lo impedì e scosse la testa.
- Non ti lascerò passare finché non avrai combattuto contro di me-. "Uffa, adesso ci manca questo qui che non vuole farmi passare. Ma perché a me ? Cosa ho fatto di male ? " pensai mentre iniziavo a preoccuparmi e ad innervosirmi. Cercai di ricordarmi se c' erano dei passaggi alternativi per arrivare a Bluesky City: se non potevo passare per la grotta, l' unica alternativa era scalare la Labyrinth Mountain ma non avevo ne l' attrezzatura ne la voglia e il tempo per un' impresa del genere.
- Senti, - iniziai col tono più persuasivo che riuscii a tirare fuori, -i miei pokémon sono stanchi, non ce la fanno a combattere. Possiamo sfidarci un' altra volta ?-. Di nuovo Kei scosse la testa. Come potevo uscirne fuori ? Tirai fuori l' ultima proposta che mi veniva in mente:
- Allora facciamo così: vieni con me fino alla prossima città. Se ci sbrighiamo, la raggiungeremo entro domani mattina. Lì aspetteremo alcuni giorni che i miei pokémon si rimettano in sesto. Poi ci sfideremo. Più di questo non so che dirti...-. Kei rimase un attimo in silenzio, infine rispose:
- Va bene, ma che il nostro incontro non venga rimandato oltre !-. E ci addentrammo nella Labyrinth Cave...
Finalmente l' avrei sfidata, finalmente l' avrei sconfitta, finalmente gliel' avrei fatta pagare. Questione di pochi giorni e le avrei soffiato il titolo di allenatore n° 1. Dovevo farlo, per incontrare assolutamente Suicune. Per fortuna solo poche persone sapeva della sua esistenza, ed io ero tra quelle. Nella mia famiglia i pokémon leggendari erano sempre stati una fissa, soprattutto per mio padre, che aveva sempre voluto pokémon potentissimi. Ma gli scopi per cui voleva usarli erano meschini. Ereditai da lui la passione per i leggendari ma, quando mi resi conto di come mio padre trattava i pokémon, fuggii di casa. Volevo catturare Suicune per dimostrare a mio padre che quello che faceva era sbagliato. Una volta dentro la grotta Serena accese la torcia, che arrivava ad illuminare solo qualche metro davanti a noi. Durante il tragitto restammo entrambi in silenzio, anche se sentivo che ogni tanto mi lanciava degli sguardi con la coda dell' occhio. Probabilmente era timida e la mettevo a disagio, ma non me ne importava nulla. Dopo alcune ore di cammino finalmente vedemmo una luce, che voleva dire che eravamo arrivati al termine della grotta. Serena spense la torcia, che ormai non serviva più, e si mise a correre in direzione dell' uscita, mentre io continuai a camminare. Quando anch' io fui fuori, la ritrovai che parlava al pokégear con qualcuno.
continua...
prima metà del terzo capitolo -.-
Spero che la suddivisione così vada bene, non ho voluto dividere troppo per evitare che potesse essere troppo "spezzato" ^__^