Il far prevalere i propri vantaggi su tutto é ciò che peggiora la società moderna. A volte si dovrebbe fare una scelta diversa, una scelta che potrebbe penalizzare il singolo magari anche in minima parte ma favorire molte più persone. Credo però che, al giorno d'oggi, questo superi addirittura i confini dell'utopia.
Non è questione di far prevalere il proprio vantaggio su quello degli altri, bensì di fare in modo che si possa vivere bene senza danneggiare la vita degli altri. Se una scelta è eticamente corretta non dovrebbe mai penalizzare il singolo, in quanto è fatta partendo da esso e in funzione per esso; favorendo l'uomo favorisce tutti gli uomini, incondizionatamente.
E il fatto che le persone provino sempre meno interesse verso il Governo, perché probabilmente a loro "lontano", é un altro fattore grave, una situazione che va cambiata con l'"avvicinamento" di una delle due parti all'altro. In questo caso, dovrebbe essere il Governo a essere più presente nella vita delle persone cercando di risolvere problemi che affliggono almeno una loro maggioranza. Questo, in questi 5 anni (e anche prima, probabilmente) non é accaduto. E' giusto cambiare e sperare che succeda.
L'errore più grande dell'economia e della politica contemporanea è credere che le azioni politiche possano modificare lo stato delle cose, che nei suoi princìpi è lo stesso dall'epoca delle pòleis e che ha semplicemente cambiato forma. Ciò che la gestione dello Stato dovrebbe fare è comprendere il modo in cui la società si sta evolvendo e modificare le istituzioni affinché la società sia agevolata nel suo sviluppo. Tutte le cose contronatura prima o poi si rivoltano contro chi ne usufruisce: per questo nel grandioso meccanismo dell'economia moderna arrivano le crisi e, anziché cercare di capirne il motivo, si cerca di mettere le pezze sui buchi.
Il meccanismo sociale è diventato troppo complesso perché i cittadini siano spinti alla sua comprensione: essendo impossibile in una società come la nostra riuscire persino a parlare di massa come si intendeva nel Novecento (cioè come qualcosa di governabile con un'unica azione), solo le istituzioni potrebbero avvicinarsi al cittadino, semplificandosi e diradando da loro le nubi dell'incomprensione. Qualche tempo fa a Pecoraro Scanio - lasciando da parte il partito e le idee - sfuggì una considerazione interessante: alla gente non interessa vedere alla televisione il dibattito politico sulla politica, bensì vorrebbe che la politica parlasse dei suoi problemi. Se un tempo però era possibile scorgere delle linee guida della comunità, ora essa è troppo diversificata e specializzata perché si possa trovare una serie di determinazioni che copra la totalità dei problemi.. Una buona politica ora deve guardare al gruppo più ristretto, potenziare la coesione di chi è già unito, muoversi dal singolo (visto anche come singolo gruppo) alla totalità e non viceversa.
Questo per ovvie ragioni di immagine. Anche se in alcune situazioni la vera natura dei due partiti é venuta fuori, in questa campagna elettorale.
Comunque, é lo stesso discorso dei partiti che si dichiarano tutti di centro. La persona media ha paura di votare un partito schierato a destra o a sinistra perché ha paura di fare scelte troppo radicali, quindi tutti si mascherano da gente quasi simpatizzante per accalappiarsi più voti, finendo per dichiarare gli stessi fini, ma mezzi completamente diversi.
Sta alla persona riflettere su quale sia il mezzo migliore, e regolarsi di conseguenza.
Questo dovrebbe far capire chiaramente che non esiste più il bisogno di "cambiamento" inteso come rivoluzione, salto dal nero al bianco, e nessun governo attuale potrà né vorrà fare una cosa simile. Se non ci sono fazioni, se la politica è una massa informe e incomprensibile al cittadino, allora non ha più senso votare una parte rispetto all'altra.
Ma lo Stato é spaccato in due. Mi sembra impossibile che abbiano trovato casualmente solo gente di sinistra, quando avrebbero dovuto almeno trovarsi in una situazione più equilibrata.
Anche i sondaggi fatti prima delle elezioni, comunque, davano la Sinistra come strafavorita. E lì sarebbe davvero buffo se avessero trovato casualmente solo persone di sinistra.
Le prime proiezioni vedevano un 50-54% per la sinistra e un 44-49% per la destra, cioè uno scarto percentuale dall'1 al 5%. Mi sembra un risultato ben lontano dal poter definire la sinistra come "strafavorita"..
Il caso citato era ovviamente un ragionamento per assurdo, ma non è un caso da sottovalutare, considerando poi i risultati finali effettivi.
Se voti Berlusconi, non credi alle critiche che gli piovono contro. Se non credi alle critiche che gli piovono contro, avrai ben dei motivi. Se hai dei motivi "forti" a sostenere la tua scelta, non dovresti temere un confronto con qualcun'altro.
A meno che ci sia qualcuno che vota Berlusconi senza motivi abbastanza validi.
O a meno che il confronto non implichi uno scontro ideologico fatto completamente di chiacchiere da entrambe le parti.. Per quanto io abbia votato sinistra, devo ammettere che la cosa più nauseante è stato proprio sentir parlare chi sostiene la sinistra, la maggior parte dei quali sembrano intendersi di politica esattamente come i contadini nella mia regione natìa che stanno nei masi di montagna dalla nascita alla morte.
Parlare di politica, intesa nel senso attuale, non ha alcun senso né effettualità: è solo un chiacchierare di opinioni che non ha mai riscontro nella realtà. Tutti dicono che le cose devono cambiare, anche se non sanno
cosa dovrebbe cambiare; tutti sono scontenti, anche se non sanno
perché lo sono. Nessuno in pratica ci capisce niente della politica moderna, eppure si ostina a parlarne, assorbendo l'opinione che va per la maggiore. Nessuna di queste persone per la politica fa qualcosa di effettivo, anzi, si aspetta che come per magia qualche uomo mitico discenda dall'alto per sgravarci dai mali (di cui non si conosce nemmeno l'entità). Per questo non vale nemmeno la pena di parlare delle elezioni, almeno finché la gente non avrà imparato cosa sia effettivamente la politica, quanto essa coincida con l'ambito delle azioni e, infine, quanto il governo sia troppo distante da questo argomento perché se ne possa trattare. Quando si conosce questa verità, piuttosto che dannarsi con il chiacchiericcio del popolo, la gente saggia rimane in silenzio e pensa come risolvere i suoi problemi sul serio, e chi è saggio sa risolverli anche senza cambiare il sistema che gli è intorno.