Lavorare per vivere, o viceversa?

E

Euphoria

penso che il titolo dica abbastanza.

ormai al giorno d'oggi, dove la vita è diventata troppo frenetica e piena di stress, a persone che svolgono certi tipi di lavori l'avere relazioni sociali abbastanza importanti sta diventando non dico impossibile, ma problematico. ed è qui che entra in gioco il lavoro come passatempo, il lavoro come tappabuchi ed il lavoro come filosofia di vita. non condivido assolutamente il fatto che il lavoro debba essere l'unica tua ragione di vita, persino l'unica tua distrazione. e voi, credete che si viva per lavorare, o si lavori per vivere? e pensate che ci possa essere rimedio in questa situazione, che sta prendendo sempre più piede nella società odierna?
 

Mihawk

Passante
io sinceramente penso che chi crede che si viva per lavorare è pazzo.....

a me piace lavorare ma non credo proprio che debba essere la ragione di vita...

chi la pensa cosi è di sicuro uno che non sa quello che vuole o non ha personalità perchè in caso contrario troveresti di sicuro qualche altro passatempo come lo sport, la musica, qualcosa di creativo.

magari pero la cosa dipende da lavoro a lavoro.... se fossi un programmatore di videogiochi nella nintendo o anche un semplice collaudatore vivrei felicemente per lavorare ahahahahahahha  ^^
 

I.D.M.

Parroco
E' purtroppo normale che il lavoro sottragga così tanto tempo alla propria vita che si finisce, volenti o nolenti, per vivere x lavorare anche quando si svolge un lavoro che ci piace (perchè a lungo andare ti assicuro che ti stancheresti anche di fare il beta tester per almeno 8 ore al giorno, 300 giorni all'anno).

Quelle poche ore di libertà effettiva le si spende quasi sempre per rilassarsi dalla stanchezza lavorativa, e le relazioni sociali vanno a farsi benedire al di fuori del posto di lavoro...

(poi è chiaro che c'è lavoro e lavoro, ma i fortunati sono una stretta minoranza)
 
L

Larm

Il lavoro è uno degli elementi della vita moderna, c'è poco da fare. Perché per fare tutto quello di cui hai bisogno in modo indipendente nella nostra società hai bisogno di denaro, e per avere il denaro, a meno di essere un lassista mantenuto dai genitori e strettamente dipendente da essi, l'unico modo è lavorare e soprattutto iniziare l'esperienza con il mondo lavorativo il prima possibile, sia per quanto riguarda la "manualità" (il lavoro è sempre e comunque un modo per formarsi) sia per quanto riguarda la burocrazia (perché se non prendi mano con gli iter della nostra società rischi di cascare dalle nuvole). Le relazioni sociali possono venire semmai quando ti sei già costruito una vita soddisfacente da solo.

L'ideale di lavoro poi dipende da persona a persona. La cosa migliore è senz'altro cercarsi un lavoro dove si mettono in gioco e si allenano una buona parte delle proprie capacità psicofisiche, di modo che l'esperienza alla lunga non diventi alienante (per dire, se sei una persona a cui piace stare tra la gente e comunicare con essa è inutile che vai a fare il contabile o il programmatore; e se sei irrimediabilmente un misantropo è meglio evitare di fare il commesso, perlomeno finché non avrai guadagnato un po' di capacità di stare con gli esseri umani). L'importante è non dipendere nemmeno dal migliore lavoro che si possa trovare, e riuscire a mantenere in ogni caso uno spazio di intimità e di privatezza per coltivare se stessi e le proprie passioni.

E soprattutto, per quanto possibile non si dovrebbe mai dipendere dalle proprie passioni: anche le attività più divertenti e liberatorie diventano nauseanti se ci si trova a dover dipendere da esse per vivere. Se poi ci si trova ad essere pagati per le cose che ci piace fare e che facciamo bene, tanto meglio, ma non bisogna certo pretendere che ciò debba accadere senza sforzi o impegno.
 
E

Euphoria

L'importante è non dipendere nemmeno dal migliore lavoro che si possa trovare, e riuscire a mantenere in ogni caso uno spazio di intimità e di privatezza per coltivare se stessi e le proprie passioni.
ecco, il brutto è proprio questo. chi, ad esempio, sacrifica la socialità in cambio della carriera, ponendola come unico scopo della vita, cosa fa quando va in pensione (o, peggio, licenziato per chissà quale motivo)? si da' alle fiamme? questo è il "vivere" per lavorare che intendo io... e secondo me chiamarla vita non è nemmeno troppo adeguato.

che poi il lavoro è uno dei principali elementi della vita è piuttosto ovvio, ormai, dato che il vero motore del mondo è il denaro.

E' purtroppo normale che il lavoro sottragga così tanto tempo alla propria vita che si finisce, volenti o nolenti, per vivere x lavorare anche quando si svolge un lavoro che ci piace
è più facile che si finisca per "vivere per lavorare" facendo un qualcosa che ti piace, che non il contrario, anche solo per coerenza xD
 
L

Larm

Euphoria ha scritto:
ecco, il brutto è proprio questo. chi, ad esempio, sacrifica la socialità in cambio della carriera, ponendola come unico scopo della vita, cosa fa quando va in pensione (o, peggio, licenziato per chissà quale motivo)? si da' alle fiamme? questo è il "vivere" per lavorare che intendo io... e secondo me chiamarla vita non è nemmeno troppo adeguato.
Si chiama formalmente "stupidità". Come se si dovesse rinunciare a vivere nel presente solo per cercare di costruirsi una buona vecchiaia, nella netta convinzione tra l'altro di poterla vivere, questa vecchiaia; e arrivato a 65 anni ti rendi conto di aver buttato nel cesso tutta la parte migliore della tua vita, di aver sprecato le tue migliori energie per cose per le quali non avevi alcun interesse e a fare attività che non ti realizzavano neanche un decimo di quanto avresti sperato.

Fare progetti per il futuro non è certo negativo, e la condizione peggiore è senz'altro quella di non poter percorrere alcuna strada perché non si sa tracciare, creare una mappa della propria vita; ma il progetto non si fa una volta per tutte, si crea passo per passo, a seconda delle strade che possiamo percorrere. Da un certo punto di vista, è necessario fare il proprio presente senza essere mai nel presente, senza rimanere fermi a contemplare narcisisticamente la propria vita.

Il paradosso della nostra società è che da un lato mira a creare un sistema statico e sedentario, professori che formano studenti secondo il proprio modello di professore, messi davanti a sogni incredibili (e irrealmente socratici) come quelli di vivere nella pura sapienza; e dall'altra, per l'averci mostrato questa Idea di beatitudine irraggiungibile, e averci dato un oggetto fisso da contemplare, mentre siamo distratti possono fare della nostra vita quello che vogliono e riempire con i loro contenuti il corpo di cui ormai ci siamo dimenticati.

In ogni caso, non mi pare biasimabile una persona che si crea e si sceglie il proprio presente in funzione della carriera che vuole avere; le persone che si lamentano e piagnucolano sono sempre le altre, quelle che si trovano in una situazione sfavorevole e non fanno nulla per mutarla, poiché troppo pigri per pensare e riorganizzare la propria vita in modo del tutto differente, perché preferiscono godere onanisticamente delle "proprie" idee piuttosto che affrontare idee nuove, per la paura di non essere capaci a sopportarle, per la paura di perdere il proprio ego. Del resto, in Italia, nella grande cultura dello scaricabarile e della deresponsabilizzazione, la colpa è sempre di qualcun altro.
 

Thunder

Amico
Mihawk ha scritto:
io sinceramente penso che chi crede che si viva per lavorare è pazzo.....

a me piace lavorare ma non credo proprio che debba essere la ragione di vita...

chi la pensa cosi è di sicuro uno che non sa quello che vuole o non ha personalità perchè in caso contrario troveresti di sicuro qualche altro passatempo come lo sport, la musica, qualcosa di creativo.

magari pero la cosa dipende da lavoro a lavoro.... se fossi un programmatore di videogiochi nella nintendo o anche un semplice collaudatore vivrei felicemente per lavorare ahahahahahahha  ^^
nn riesco a concepire il "vivere per lavorare", il lavoro per me è solo un modo per poter sopravvivere, nn una ragione di vita, l'unico modo per procurarsi il cibo e le risorse per fare le cose ke mi piacciono (come pagarsi la bolletta di internet, o andare al bar con gli amici, andare al cinema, ecc...)potete pensare ke sono solo uno a cui nn piace lavorare, ma secondo il mio onesto parere dedicare la propria vita al lavoro equivale a sprecare la cosa + importante ke si ha e lasciare ke qualcun'altro se ne goda i benefici
 
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