la fine della tregua, dettata dalla pandemia
In realtà no, la tregua (se di tregua si può parlare in quell'area) c'era all'incirca già da qualche anno, ho letto un articolo che parlava di "violenze più forti dal 2014", e in effetti negli ultimi anni non è che ne avessi sentito parlare particolarmente.
Nessuno ha ragione se fa guerra.
Discutibile. Mi viene in mente il Myanmar in cui se la popolazione insorgesse contro i militari che letteralmente hanno fatto un golpe perché alle elezioni avevano preso pochi seggi in parlamento (sì, in Myanmar c'è un partito dell'esercito e in realtà una parte fissa del parlamento spetta a loro di diritto oltre a chi viene votato) e quindi hanno deciso che c'erano stati brogli, hanno deposto il governo e ci si sono insediati ad interim mentre "scrivono una nuova costituzione" e "portano il paese ad elezioni veramente libere" avrei grosse difficoltà a non darle ragione, ecco.
a me basta che il conflitto rimanga (e finisca) tra loro senza che altri stati, sopratutto l'Italia che ogni volta che entra in guerra finisce male, vengano coinvolti.
Spoiler alert: in un mondo globalizzato le guerre, soprattutto se coinvolgono paesi "avanzati" (passatemi il termine) come Israele, coinvolgono automaticamente i principali attori mondiali, tra cui inspiegabilmente figura ancora l'Italia nonostante siano 30 anni che facciamo di tutto per renderci ridicoli a livello internazionale. E li coinvolgono sia che decidano di intervenire, sia che decidano di non intervenire.
...è un conflitto talmente complesso e radicato che "simpatizzare" è una definizione superficiale e inadatta e tendenzialmente per la maggior parte è dettata solo da motivazioni politiche e slogan.
Sottoscrivo ogni parola. Apprezzo che a 13 anni tu ti stia già interessando di questioni che, perdona il paternalismo, non puoi capire appieno, ma la scelta del termine "simpatizzante" è un po' infelice perché è un sostantivo adatto alle squadre di calcio, mentre qui parliamo di un problema che nella sua accezione più moderna riguarda l'ultimo secolo di storia, ma ha radici in vicende che partono qualche migliaio di anni fa. Proprio perché dici di cercare risposte intelligenti e sensate, ci fa un po' a cazzotti il sondaggio.
Comunque, my 2 cents (che sono mera opinione personale e non penso né pretendo debba essere condivisibile): ovviamente non si può dire che qualcuno "abbia ragione". Da una parte hai gente che spara razzi manco fossero fuochi d'artificio a capodanno, dall'altra hai dei tizi che, nonostante dispongano di tecnologie decisamente più avanzate, ha superato le 200 vittime totali, di cui un quarto circa sono minori e la maggior parte civili, e sta colpendo le infrastrutture giornalistiche del territorio. La Palestina è costituita in buona sostanza da territori in mano a bande terroristiche che mi rifiuto di definire "stato" o "nazione", perché non sono comparabili ai concetti che ci immaginiamo quando pensiamo al termine. Israele, invece, è per l'appunto uno stato molto progredito e moderno. Dispone di tecnologie antirazzo in grado di intercettare l'80% dei colpi in arrivo ed infatti ha tenuto le proprie perdite al minimo nonostante gli piovano addosso razzi in quantità impressionante (ho visto un video su Twitter di 30 secondi di cielo notturno invaso dai razzi. Non lo posto qui perché credo che possa sinceramente terrorizzare qualcuno da quanti cazzo sono sti razzi) e nonostante questo, oltre ad aver fatto un macello di vittime civili, ha abbattuto l'edificio in cui avevano sede Al Jazeera e Associated Press, due tra le principali fonti di informazione del territorio palestinese, che qualsiasi convenzione internazionale considera una violazione gravissima. E invece sono qui a leggere di gente che sostiene Israele per il suo "diritto all'autodifesa" e veramente non mi capacito di che cosa stiamo parlando.
Quindi ribadisco: posto che i problemi di quei territori sono così vasti e antichi che non possono assolutamente essere risolti a suon di razzi, se posso comprendere (e non condividere, almeno in parte) chi difende la Palestina, non riesco a capacitarmi di chi difenda Israele (ignoro aprioristicamente chi parla del conflitto prevalentemente attaccando solo una delle due parti perché la situazione è troppo tesa perché qualsiasi parola fuori luogo non possa essere usata come pretesto per incitare a nuove violenze).
Dopodiché, riallacciandomi a GingoRompia, quello che più mi preoccupa egoisticamente parlando dell'attuale conflitto israelo-palestinese, è la Cina. Mentre gli Stati Uniti stanno apertamente sostenendo Israele (re: come diavolo fai?) e l'Unione Europea come al solito dorme/sostiene gli Stati Uniti/è pateticamente impegnata a cercare un'opinione condivisa internamente fallendo miseramente, la Cina è l'unica potenza mondiale che si sta muovendo attivamente per un cessate il fuoco. E l'ultima cosa che serve al mondo è che mentre tutti i paesi tranne la Cina arrancano per uscire dall'emergenza economico/sanitaria, la Cina ampli la sua sfera d'influenza nello scacchiere internazionale che già gravita fin troppo su una nazione illiberale fondata su principi antidemocratici. Per questo mi piacerebbe che l'Unione Europea (l'Italia singolarmente conta un cazzo) si attivasse per contrastare la posizione degli Stati Uniti e promuovere un cessate il fuoco da entrambe le parti e supervisionasse un tavolo di confronto permanente per la risoluzione della disputa. Perché sì, qualsiasi problema si può risolvere civilmente. L'Europa un secolo fa era appena uscita da una guerra interna e si stava preparando a farne un'altra. Dopodiché la gente ha pensato bene che in fondo spararsi addosso non era un mezzo così efficiente di risolvere i problemi e hanno creato l'Unione Europea. Israele e la Palestina hanno il vantaggio di non essere superpotenze mondiali ma di poter essere "controllate" da altri pezzi di mondo più influenti, che si assicurino che stiano al tavolo a parlare pacificamente senza tirare fuori coltelli. Solo che il processo è molto lungo, ma se mai si inizia mai si arriverà ad una conclusione.