A 16 anni il giudizio di una classe fa la vita. E' tutta lì nella comunità dei coetanei che si gioca la personalità. Se sei deriso' date=' sei fuori.[/quote']Non sono per niente d'accordo con il discorso di Iroquis secondo cui chi si suicida è uno smidollato.
A quell'età la classe è tutto, la classe, o comunque il giro di amici.
Se sei giudicato male, per motivazioni più o meno valide, non hai più punti di riferimento nella società, sei oppresso da una collettività che non ti rispetta, *che non ti vuole*, e cerchi una via di fuga, che può essere trovata nella droga, o, nei casi più gravi, nella morte.
La droga, forse questo argomento andrebbe approfondito nell'altro topic, ma penso che qui vada specificata una cosa.
Pochi giorni fa ho fatto un tema in classe sulla droga, in cui sostenevo la mia ipotesi, secondo cui il ricorso alla droga viene in seguito ad un disagio.
Infondo, tutti coloro che si drogano hanno un disagio interiore.
Anche gli *animali* di cui parlavo prima, i "boss" della classe, quelli che prendono in giro, che giudicano, che additano gli altri, anche loro hanno un disagio, ed è per questo che cercano un rimedio.
Ma quando un ragazzo non è un figlio di pu****a, e qui mi ricollego al discorso di Iroquis, non ce la fa a sostenere una situazione precaria come può essere quella della droga, e cerca soluzioni più drastiche.
La madre del ragazzo accusa la scuola: "Sapevano"' date=' urla il suo dolore. Cosa ha fatto la scuola?[/quote']Ma la colpa, oltre che alla famiglia, è da imputare anche alla scuola, che in questo caso rappresenta le istituzioni in generale.
Un'escluso, uno che è preso in giro da tutti, che è maltrattato e deriso, magari spera nell'aiuto di qualcuno "superiore".
E invece cosa vede? Una schiera di professori che vede e non fa nulla per troncare una volta per tutte questa situazione.
Una schiera di professori che, per non rischiare di trovarsi le ruote della macchina sgonfie, lascia i più deboli in pasto ai lupi.
Ma con deboli non intendo qualcuno incapace di difendersi.
Con debole intendo qualcuno che ha ricevuto una educazione più riservata, più...educata, per l'appunto.
Intendo qualcuno che non è abituato a rispondere o ad usare le mani, ma è abituato a tacere, a ignorare, a..."porgere l'altra guancia".
Non ci si può aspettare che qualcuno con questo tipo di educazione di punto in bianco cominci a prendere a parolacce i "nemici" e a prenderli a calci in c**o.
I ragazzi di questo tipo saranno più portati a soffrire in silenzio, nel buio della propria stanza, senza dire nulla, sperando che prima o poi questa situazione finisca.
Più che la distinzione sessuale ha pesato il bullismo' date=' si analizza. Sarebbe sbagliato pensare che il disagio è circoscritto alla diversità. Sarebbe potuto succedere perchè i compagni dicono 'puzzi' oppure 'le ragazze ti schizzano' oppure ''tuo padre è una merda' oppure 'togliti di mezzo'. Pum.[/quote']E' vero che il disagio non è legato solo alla diversità.
Quante volte viene additato qualcuno solamente perchè è più riservato degli altri?
Quante volte qualcuno viene maltrattato dai compagni perchè non fa niente per difendersi?
E' una preda facile...è un capro espiatorio.
Fioroni insegue il bullismo e non vede il male che è in lui. Un'occhiata al partito' date=' al Parlamento e capirebbe cosa fare, subito. Non un costosissimo spot, non un'altra holding del consenso come quella ambulante di Giovanna Melandri[/quote']Le istituzioni non fanno nulla per mettere la parola "FINE" a questa situazione, nulla di concreto almeno.
Il massimo che riescono a fare è mandare in onda una pubblicità contro il bullismo nelle scuole...
La penna ne uccide più della spada' date=' (in questo caso le parole) ma questa metafora descrive bene le angosce che attanagliano l'essere umano[/quote']Molti pensano che questa frase sia una frase da dire per farsi belli, ma non è così.
Tante persone nel mondo ogni giorno muoiono, quanti ragazzi nelle scuole o per la strada sono derisi e insultati.
Un colpo di pistola uccide fisicamente, mette fine alla vita, giorni e giorni di insulti, di derisioni, di prese in giro, uccidono nell'anima, ti condannano ad uno stato di solitudine in cui si è soli e in cui nessuno viene a tenderti la mano per offrirti il suo aiuto.
"Se solo? Restaci...è colpa tua che non ti sai difendere!"
Quanta superficialità troviamo nella gente al giorno d'oggi...se solo fossimo in grado di apprezzare una persona per quello che è veramente, e non per quello che ci appare, il mondo andrebbe molto meglio...