Davvero Fassino rischia di essere buttato fuori dai 5 stelle? A Torino? °°
Roma era ampiamente prevedibile e Milano è ancora pressoché in parità. Lo scoprirò domattina che sindaco avremo.
Dany con la prima domanda hai centrato la crisi del PD. La vittoria dei 5Stelle a Torino. Un risultato da molti inaspettato (non da me, andate pure a vedere il voto al sondaggio su youtrend).
Perché Fassino, a Torino, aveva governato bene, così come tuttoil centrosinistra dal 1993. Torino è una città che ho toccato con mano, è una città che funziona. Non si tratta quindi di un voto di protesta, bisogna capire effettivamente di che tipo di voto si tratta, se di cambiamento o di proposta. Bisogna anche evidenziare un fatto, che Chiara Appendino, nonostante il corpo di Grillo negli spettacoli, è una persona che proviene dalla borghesia, che ha avuto incarichi amministrativi in alcune aziende e che ha lavorato anche alla Juventus. Che io sappia non ha mai raccolto firme per l'uscita dall'Italia dall'euro. E anzi, ha persino ringraziato Fassino per l'amministrazione della città. Ora bisogna vedere cosa combinano. Si è sollevato un mezzo casino quando la Boschi ha annunciato che nel caso di una vittoria dei 5Stelle a Torino, la città perdeva i finanziamenti per la città della salute, il punto è che la giunta 5Stelle è contraria alla città della salute. Io ho sentito solo molti no e zero idee di sviluppo. Se non il reddito di cittadinanza, che Fassino ha interpretato come sostegno economico a chi è in stato di bisogno (che Torino ha già su 25mila famiglie).
C'è da dire che un uomo come Fassino (parlo a livello estetico, contro Chiara Appendino, una giovane ragazza ha anche le sue conseguenze. Se la politica è spettacolo bisogna cominciare a rivedere determinate cose.
Milano.
A Milano l'esperimento renziano riesce e Sala ottiene la poltrona di Palazzo Marino. Un Sala che negli ultime due settimane ha cambiato la sua strategia spostandosi più a sinistra rispetto al primo turno (che sostanzialmente non aveva provocato alcuna performance migliore, finendo a parimerito con Parisi). E lo ha fatto perché aveva altre due sacche di voti da cui pescare, Rizzo e Cappato che hanno dato il loro endorsement per Sala (che tra l'altro dovrebbe avere Emma Bonino in giunta).
Chi dice che il PD si doveva aspettare un risultato migliore qui a Milano parla del nulla. Con una situazione di 41 a 41, aspettarsi performance migliori del 51% era da idioti.
Bologna.
Bologna conferma Merola, con il 56%, uno dei risultati più bassi che il centro sinistra ottiene nella città rossa. La presa verde non funziona, e qui Salvini aveva investito tanto, sia a livelli di comizi (ogni 2 giorni era a Bologna a chiamare zecche rosse quelli dei centri sociali).
Altro dato importante, Merola fa parte della cosiddetta ala di minoranza del PD, quella che si rifà ai vari Cuperlo, Speranza e Bersani. Quindi a Torino quest'area perde, a Milano vince l'ala renziana e a Bologna quella bersaniana. Qui si capisce, ancora di più, perché dico che i voti alle comunali non possono essere dei veri segnali per le politiche del 2018.
Roma.
Virginia Raggi che si prende la capitale con il 65% dei voti è la vincitrice annunciata di questa tornata elettorale. Una tornata elettorale giocata a perdere, con il centrodestra che si frantuma in due e non arriva al primo turno e con un Giachetti che al secondo turno non aveva più voglia di far nulla. Sconfitto ad ogni dibattito (ma lui ci teneva a farli, forse per perdere) con frasi sulle Olimpiadi che francamente cancellerei dalla memoria collettiva (quella degli anziani che vogliono le Olimpiadi è negli annali).
Giachetti ha fatto buona parte della sua campagna elettorale in mezzo alla gente, vorrei sapere chi gli abbia messo in testa l'idea di continuare con questa manfrina delle Olimpiadi. Con crateri in mezzo alle strade, scioperi dell'azienda di trasporto durante le partite degli europei (ah, questi signori erano dalla parte della Raggi). E ancora, la partita impossibile da vincere sarebbe potuta esser persa con un pochino più di dignità. Certo, Giachetti è uno dei pochi che ammette la sconfitta (seppur, e questo lo dico io, arrivare al ballottaggio è stata la vera vittoria) ma non si può voler fare propaganda elettorale con metodi come il populismo e il giustizialismo. Tra l'originale e la copia, gli elettori, sceglieranno sempre l'originale.
Detto questo il PD ora ha fino ottobre per rimettere in carreggiata tutto. E per rimettere in carreggiata intendo cambio della comunicazione (NASCONDERE NICODEMO, RIPETO NASCONDERE NICODEMO) e cambiare certi atteggiamenti di alcuni membri della segreteria PD non sono tollerati dagli elettori.
C'è di più. Mai come oggi è chiaro che il principale problema di Renzi non è Renzi ma sono i renziani, in particolar modo una parte di loro che dopo la vittoria del 41% alle Europee ha pensato (male) di avere il Paese in pugno. Bisogna anche comprendere che il voto di quel 2014 può anche essere un'eccezione.
Bisogna, entro ottobre, porre finire alla faida tra minoranza PD e maggioranza PD. Non è possibile che questa si comporti come il principale partito d'opposizione. Non è possibile che questo si verifichi su tutte le sedi PD, dal nazionale al locale, rendendo ingestibile la situazione. Sarà molto interessante vedere la direzione del 24 giugno su questo.
C'è poi da intavolare un progetto a lungo termine, che è la necessità di ricostruire classi dirigenti serie nei territori, un elemento che contraddistingueva il PD pre-Renzi che invece ha puntato tutto sul nazionale, lasciando le realtà locali da sole. Forse l'idea del Segretario e del premier su persone distinte non è poi così cancerogena, al netto di questi risultati. E' quello che ha fatto il M5S dal 2011, con i vari meetup.
Infine, da oggi, il mattarellum è più vicino :'.