[Cugini - In corso]

Rust

Sovietico di PCF
Eh sì, sono tornato. 
Per ora ho scritto un primo capitolo e consideratelo come un "pilot", la mia idea è di pubblicare un nuovo capitolo ogni Lunedì. 
Cercate di apprezzare questa storia, perchè non è una fic sui pokemon, ma una storia a parte. 
Spero apprezziate, voglio cimentarmi per bene in questo progetto. 

                                                                          Cugini

 
Capitolo 1:  Tutti a Tavola.
 
2015
Paolo aveva prenotato una saletta apposita in un buon ristorante che conosceva per una cena tra cugini, erano cresciuti tutti insieme nello stesso paese, Giancaldo, nell’incrocio tra le due vie nelle quali erano situate le loro case, Via Sandro Pertini e Via Cattedrale.
Paolo viveva a Parma, aveva 37 anni ed era medico. Aveva ricevuto una settimana di vacanza e aveva deciso di passarla proprio nella sua terra natale, nel Sud Italia, a Giancaldo.
Era stato contattato dai suoi cugini e sua sorella per vedersi e dato che non aveva abbastanza tempo per vederli tutti singolarmente, decise di organizzare una cena e riunirli tutti.
Così si ritrovò seduto nella saletta del ristorante ad aspettare che i cugini arrivassero. I primi furono Giorgio e Isabella. Giorgio era suo cugino, Isabella invece la moglie di lui.
Lavoravano entrambi in Germania, lui era un operaio, lei lavorava come segretaria in uno studio legale. 

Lui era abbastanza grosso, basso e pelato, lei bassa, magra e con i capelli corti neri a caschetto.  

Paolo: Giorgio, quanto tempo! Isabella, come stai?

I tre si salutarono scambiandosi bacetti

Giorgio: Siamo i primi? Bello il posto, speriamo si mangi bene e non come in quella masseria qualche anno fa, ti ricordi Isabella?
Isabella: Quando ti becchi un’intossicazione e fai avanti indietro dal bagno non te lo dimentichi facilmente.
Paolo: Sì, ma questa volta ho scelto io il posto e non quel pazzo di Rocco.
Isabella: Beh, un prete non può conoscere dei buoni posti, chissà quale vecchietto che frequenta la parrocchia glielo avrà raccomandato. 

Paolo: Gliene aveva parlato un pazzo del paese. “Venerdì sera mangiamo tre chili di trippa, si mangia bene”, così gli aveva detto e Rocco, ovviamente, ci aveva creduto e trascinati tutti lì a mangiare.
Giorgio: Rocco c’è sta sera?
Paolo: Sì, dovrebbe arrivare a momenti.

Rocco era uno dei cugini, il più grande di tutti, era un prete e gestiva la parrocchia del paese.

Giorgio: Tu Paolo, cosa mi racconti? Ci presenterai mai una lei? 

Paolo: Sì… In effetti… una ragaz… 

Caterina: Buona sera a tutti eh… 

Matteo: Salve.
 

Caterina corse ad abbracciare Paolo, era suo fratello e Matteo suo marito. Lei era assistente sociale, bella, magra, occhi azzurri e capelli corti neri. Matteo invece era il classico uomo di paese, alto, rasato che lavorava come operaio al comune di un paese vicino Giancaldo. 

Caterina: Paolo, come stai? 

Paolo: Se non mi soffochi starei anche bene.
Caterina: Sono troppo contenta di vederti, da quanto tempo è che non ci vediamo? 

Paolo: Da un po’ di mesi, era Natale.
Caterina: Vero, ti ricordi la messa di Rocco? Che il chierichetto è scivolato e caduto?
Paolo: Sì, ma poi cosa si fece quel povero ragazzo?
Matteo: Si è rotto un braccio.
Paolo: Povero…
Giorgio: Io e la Isa non c’eravamo, cosa è successo? 

Caterina: In pratica Rocco stava celebrando la messa di Natale e il chierichetto è scivolato vicino all’altare, lo ha urtato ed è caduto, la scena è stata condita da una bestemmia gridata dal ragazzo.
Rocco voleva sprofondare, non sapeva che fare e ha annullato la messa.
Matteo: Ha anche chiamato l’ambulanza e poi è scappato in sagrestia per la vergogna.

Ci furono alcune risate e intanto si sedettero a tavola.

Caterina: Che poi l’ambulanza neanche è servita, i genitori del ragazzo erano lì e lo hanno accompagnato loro in ospedale.

Matteo: E a Rocco è toccato rispedire via l’ambulanza.

Ci furono altre risate a tavola. Intanto il cameriere aveva portato del pane.



Isabella: Povero Rocco, capitano tutte a lui. 
Caterina: Ci sarà sta sera? 

Paolo: Sì, dovrebbe arrivare a momenti. 

Emma: State parlando di mio fratello? 

Si girarono tutti, e con un sorriso stampato in faccia andarono a salutare Emma, la sorella di Rocco.

Mai stata sposata, magrissima, capelli castani legati, frangetta e viveva ancora con i Genitori a Giancaldo, la classica ragazza casa-chiesa.
Lavorava come maestra alle scuole elementari del paese.
Anche lei si sedette a tavola

Emma: L’ho sentito poco fa, sta arrivando.

Giorgio: Sarebbe anche ora, io ho fame.
Isabella: Vedi di controllarti, quando ti ho sposato non avevi questa pancia.
Giorgio: Non cominciare, fammi godere la serata con i miei adorati cugini. 

Tutti ridacchiarono.

Caterina: Chi manca all’appello dunque? Siamo tutti? 

Emma: Sicuramente manca quel pazzo di mio fratello, la scorsa settimana è arrivato in ritardo ad una cena di beneficenza e non avrebbero iniziato senza di lui dato che doveva benedire il cibo. Un sacco di persone bisognose che aspettavano di mangiare e lui che non si sbrigava ad arrivare. Non potete immaginare l’imbarazzo.

Paolo: E comunque manca anche Amanda all’appello, mi ha detto che sarebbe venuta.
Giorgio: Oh cazzo Amanda! Perché l’hai invitata? Doveva essere una serata felice…

Paolo: Sei una merda! Fa parte della famiglia anche lei…
Giorgio: Sì, ma ora dobbiamo controllarci in tutto.
Emma: Ti dovresti controllare anche perché c’è mio fratello… Il prete…
Giorgio: Ma dai, siamo come fratelli con Rocco, da piccoli ci facevamo le pippe insieme, non ho bisogno di controllarmi con lui.
Isabella: Che schifo Giorgio… Dovevi proprio dircelo?
Paolo: Iniziamo bene… 

Giorgio: Tu invece Paolo te le facevi sempre da solo eh? 

Paolo: Cambiamo discorso per favore… 

Emma: E comunque Amanda si sta riprendendo, non beve neanche più. 

Caterina: Il divorzio l’ha distrutta.
Matteo: Anche la morte dei suoi…
Giorgio: Insomma, tanta allegria questa sera… 

Isabella: La smetti di lamentarti? 

Ci fu un attimo di silenzio

Matteo: Buono questo pane.
Caterina: È solo del pane… 

Matteo: Ho troppa fame, qualsiasi cosa è buona ormai… 

Giorgio: Ma quando arrivano?
Emma: Provo a chiamare Rocco
Paolo: No dai, aspetta ancora cinque minuti, sai come è fatto lui, sempre distratto… 

Matteo: Io vado a fumare.
Giorgio: Ti accompagno…
Isabella: No, tu non accompagni nessuno, hai smesso ormai.
Giorgio: Scusa Matteo, purtroppo tira più un pelo di… che un carro di buoi.
Paolo: Continuiamo bene…
Giorgio: Non rompere Paolo, sto sfogando tutto il mio essere mattatore prima che arrivi Amanda. 

Matteo rise ed uscì a fumare. Si fermò nel portico prima del parcheggio, e in pochi minuti finì la sigaretta. Troppo tardi si accorse che non c’era un portacenere. Era troppo scortese buttarla lì nel portico, il posto era ben curato e così andò verso il parcheggio per liberarsene e la spense dietro un cespuglio, ma mentre si era inginocchiato per assicurarsi che fosse ben spenta, arrivò una macchina. Era Rocco ed insieme a lui c’era Amanda, loro non avevano notato la sua presenza così fece per andare a salutarli, ma si paralizzò all’istante… I due si stavano baciando.

Subito tornò dietro il cespuglio e soltanto due parole gli frullavano in testa dopo una scena del genere: “PORCA TROIA!” 
 

Lucanik

SIC PARVIS BARBA 1991-2079
Pro

++++ il cast femminile potrebbe benissimo essere un mio harem personale

+ la bestemmia in chiesa

+ dialoghi leggeri nonchè piacevoli da seguire

+ devo ricordarmi di chiedere al prete che sapore ha Amanda

+ i nomi per esteso all'inizio di ogni frase fanno molta chiarezza, io non avrei la pazienza di riscriverli millemila volte

Contro

- va bene l'atmosfera familiare ma non so quanto sia credibile spiattellare in pubblico aneddoti sulle proprie pippe

- seppur basato principalmente sugli ottimi dialoghi (e mi piace come scelta stilistica) il racconto ha bisogno di un'aggiustata alle parti narrative/descrittive

- spero che saprai differenziare le situazioni e il tutto non si riduca a una soap opera messa per iscritto
 
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