[R.o.v.o] Fruscio

R.o.v.o.

_Colder than ice_
Fruscio

[SIZE=12pt]I[/SIZE]l vento soffia tra gli alberi dalle chiome color smeraldo, rese ancora più vivide dai raggi solari. Cammini, mani nelle tasche e sorriso sulle labbra. Ti lasci abbracciare dalla brezza che viene da sud-est, la stessa direzione del mare. Soffiolieve alle tue spalle sembra così lontana ma in realtà è vicina, più di quello che vorresti ammettere.

Un passo dopo l'altro, ti inoltri in un mondo che conosci ma che allo stesso tempo ignori, pronto ad affrontarne le sfide. Questa volta da solo, senza più i genitori e gli amici pronti a sostenerti appena cadi. Beh, non completamente da solo: un Oshawott trotterella davanti a te. Ogni tanto si gira e ti incita ad accelerare il  passo. È pieno di vitalità e di allegria e di curiosità, quest'ultima frutto forse di una vita passata per la maggior parte in una Poké Ball, stretto in un piccolo e angusto spazio. Ti chiedi come sia possibile vivere in quel modo, ma la risposta non arriva. E, francamente, non te ne importa.

Un passo dopo l'altro, osservi il Percorso 1: hai passato la tua infanzia e la prima parte della tua adolescenza in quel posto ma fatichi a riconoscerlo. Ritrovi il posto in cui ti nascondevi nei pomeriggi assolati, l'albero sotto il quale hai baciato la tua prima cotta, la roccia su cui hai giurato eterna fedeltà ai tuoi compagni di avventura partiti appena una settimana prime di te. Tuttavia, ogni cosa assume una sfumatura diversa. Sorridi, consapevole del fatto che quella è solo un'altra faccia della tua casa. Quando tornerai, troverai tutto di nuovo al suo posto, proprio come l'avevi lasciato.

Il vento continua a soffiare, piegando gli steli dei tulipani rossi come il sangue. Aiuole di questi fiori adornano la strada che stai percorrendo. Sembra che anche loro ti stiano salutando, proprio come gli alberi, le cui punte si piegano su sé stesse al volere del vento. Ti fermi e Oshawott si avvicina. Ti guarda confuso, chiedendosi perché dai tuoi occhi sgorga un flusso di lacrime copiose. Ti asciughi la faccia, maledicendo nel mentre la tua eccessiva emotività. Lasciare casa è più dura di quello che pensavi ma, stoicamente, resisti alla tentazione di tornare indietro e vai avanti, aumentando sempre di più il passo. Il vento smette di soffiare, come se anche lui volesse salutarti.

Un passo dopo l'altro, la strada ti conduce ad un piccolo prato rigoglioso. L'erba verde e soffice si alterna a varie specie di fiori colorati: margherite, lillà, campanule e altri fiori di campo formano un delizioso contrasto con il manto verde che le circonda. Ti sdrai su quel tappeto meraviglioso e chiudi gli occhi. L'aria entra nei tuoi polmoni e respiri qualcosa di nuovo: si chiama libertà, libertà di fare quello che vuoi. Ti crogioli in quella sensazione, abbandonandoti per un tempo che nemmeno tu sai quantificare.

E, ad un tratto, qualcosa attira la tua attenzione: un fruscio. Apri gli occhi e, con uno scatto repentino, ti alzi in piedi. Oshawott non si è mosso di un millimetro, non può esser stato lui. Un secondo fruscio accende una strana sensazione. Il momento che aspettavi tanto, che bramavi più di ogni altra cosa al mondo, è arrivato e un misto di nervosismo ti assale. Ti guardi attorno, le mani che tremano per la tensione e il battito che accelera per la paura di non essere all'altezza. Ti mordi il labbro, chiedendoti se quei fruscii fossero solo frutto della tua immaginazione. Un terzo fruscio ed ecco che il tuo primo Pokémon appare, pronto a sfidarti. Una Purrloin dal profilo slanciato e sinuoso sbuca fuori dall'erba, soffiando appena ti vede. Velocemente, Oshawott ti si para davanti, pronto a combattere per te, anzi, con te.

Lottate, arrivando molto vicino alla sconfitta ma salvandovi all'ultimo minuto. Senti che il cuore sta per esplodere da quanto va veloce. L'adrenalina scorre rapida dentro di te, portandosi dietro un miscuglio di sensazioni che non riesci a definire. È come rinascere ad ogni comando, è come morire ad ogni colpo subito dal tuo Pokémon. Sei in un vortice da cui cerchi di scappare ma di cui allo stesso tempo non riesci a fare a meno. Ti chiedi come hai potuto vivere senza quelle sensazioni. Purrloin capitola, stremata dalla battaglia. Lanci una Poké Ball e, ad ogni secondo che passa, senti la paura di fallire farsi sempre più forte, sempre più pesante. Un rumore sordo decreta il tuo primo successo. Gioia, felicità, tripudio... Tutte queste emozioni si mischiano insieme, ti sembra di essere per la prima volta il migliore, il più bravo. Raccogli la Sfera e decidi di custodirla gelosamente nella tasca della tua felpa.

Un passo dopo l'altro, ti allontani dalla tua vecchia vita e abbracci quella nuova, immergendoti completamente in quello che diventerai. Un passo dopo l'altro, abbracci la vera essenza del tuo essere.  

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Non è stato facile decidere di postare questa storia in un ambiente così nuovo per me com'è quello del PCF, ma alla fine, spinto anche da una persona che stimo molto, ho deciso di aprire questa discussione. Ci tengo a precisare che questo è solo un esperimento, il primo tentativo di utilizzare sia il presente come tempo narrativo sia il raccontare il tutto con la seconda persona. Sono ben accetti commenti di ogni tipo, in particolar modo segnalazione errori/miglioramenti e critiche costruttive. Grazie mille per aver letto.  ^^ [SIZE=12pt] [/SIZE]
 

CiaobyDany

あなたと見る絶望は あなた無しの希望など霞むほど輝くから
Wiki
Mi stupisco dell'assenza di commenti °°

Onestamente mi è piaciuta parecchio, hai saputo trasmettere bene le emozioni del protagonista, le descrizioni erano ben fatte (forse il riferimento al sangue in un paesaggio più o meno idilliaco non è stata una scelta molto felice, ma è l'unica critica che mi sento di porti).

Sinceramente non so nemmeno se volere un proseguimento o se accettarla come semplice one shot, ha un senso anche sa sola in effetti ^^
 

Dxs

Mod
Confermo anche io quello che già ti avevo detto, ovvero che questa storia per una one-shot va benissimo, ed è un quadretto su questa vita di un nuovo allenatore davvero ben fatto. C'è tanto realismo, rafforzato da delle descrizioni costruite con accortezza. Il primo tentativo con la seconda persona e il presente ha funzionato.
 

Jambojet.

Bad to the bone
Salve

Questa storia, devo essere sincero, non mi ha fatto impazzire, e ti dico perché.

Mi è sembrata affettata. Mi è sembrato innanzitutto che contraffacessi alcune emozioni, poi la narrazione non mi sembra per niente realistica, non mi sembra una cosa che hai vissuto veramente. Non lo so, non mi arriva la realtà del sentimento e della vicenda.

Poi, lo stile. Anche questo affettato, con descrizioni che sembrano fatte solo per apparire belle agli occhi del lettore, ma non ci riescono molto. Non sono particolari, vogliono essere forse ricercate, ma risultano un po' goffe.

Hai accennato a una cosa bellissima, la personificazione della natura, il suo immedesimarsi nelle emozioni dei personaggi, ma non l'hai portata fino in fondo ed anche qui ti ho visto un po' impacciato.

Comunque, è evidentemente uno stile classicista, selezioni la materia e la idealizzi, mantenendo un linguaggio elevato ma generico. Ed è una scelta stilistica apprezzabilissima, ma devi coltivarla un po' meglio.

Forse volevo dire qualcos'altro ma non me lo ricordo. Di sicuro, ne potrebbe venir fuori un bel lavoro se continuassi.

Ah sì, ecco che dovevo dire, l'uso della seconda persona. È ottimo per far immedesimare il lettore e per creare un tono un po' colloquiale, ma mi sembra stoni un po' con il tuo modo di raccontare, che è narrazione classica e pura. Di solito, con il tu, ci vogliono magari apostrofi, pleonasmi, robe così, ma magari viene bene anche nel modo in cui l'hai usato tu, bo.
 
Ultima modifica di un moderatore:

R.o.v.o.

_Colder than ice_
@CiaobyDany

Mi stupisco dell'assenza di commenti °°

Onestamente mi è piaciuta parecchio, hai saputo trasmettere bene le emozioni del protagonista, le descrizioni erano ben fatte (forse il riferimento al sangue in un paesaggio più o meno idilliaco non è stata una scelta molto felice, ma è l'unica critica che mi sento di porti). Non so dirti come mai il me stesso di ormai quasi un anno fa aveva scelto di inserire questo paragone, forse perché gli piaceva e ha deciso di lasciarlo. Non lo sapremo mai...

Sinceramente non so nemmeno se volere un proseguimento o se accettarla come semplice one shot, ha un senso anche sa sola in effetti ^^ E mi sa che rimarrà una storia singola, visto che quella era l'idea iniziale. Magari, in un prossimo futuro deciderò di usare lo stesso stile per raccontare un altro episodio importante, creando così una sorta di seguito ideale.
@Dxs

Confermo anche io quello che già ti avevo detto, ovvero che questa storia per una one-shot va benissimo, ed è un quadretto su questa vita di un nuovo allenatore davvero ben fatto. C'è tanto realismo, rafforzato da delle descrizioni costruite con accortezza. Il primo tentativo con la seconda persona e il presente ha funzionato. Grazie mille per essere passato e per avermi convinto a pubblicare questa storia anche qui. Ti devo un favore  :D  
@Carma

Questa mini-fic è carinissima, complimenti! ^^ Grazie mille per i complimenti, sono davvero contento che ti sia piaciuta. ^^
@Jambojet

Salve
Questa storia, devo essere sincero, non mi ha fatto impazzire, e ti dico perché.
Mi è sembrata affettata. Mi è sembrato innanzitutto che contraffacessi alcune emozioni, poi la narrazione non mi sembra per niente realistica, non mi sembra una cosa che hai vissuto veramente. Non lo so, non mi arriva la realtà del sentimento e della vicenda.
Poi, lo stile. Anche questo affettato, con descrizioni che sembrano fatte solo per apparire belle agli occhi del lettore, ma non ci riescono molto. Non sono particolari, vogliono essere forse ricercate, ma risultano un po' goffe.
Hai accennato a una cosa bellissima, la personificazione della natura, il suo immedesimarsi nelle emozioni dei personaggi, ma non l'hai portata fino in fondo ed anche qui ti ho visto un po' impacciato. 
Comunque, è evidentemente uno stile classicista, selezioni la materia e la idealizzi, mantenendo un linguaggio elevato ma generico. Ed è una scelta stilistica apprezzabilissima, ma devi coltivarla un po' meglio.
Forse volevo dire qualcos'altro ma non me lo ricordo. Di sicuro, ne potrebbe venir fuori un bel lavoro se continuassi.
Ah sì, ecco che dovevo dire, l'uso della seconda persona. È ottimo per far immedesimare il lettore e per creare un tono un po' colloquiale, ma mi sembra stoni un po' con il tuo modo di raccontare, che è narrazione classica e pura. Di solito, con il tu, ci vogliono magari apostrofi, pleonasmi, robe così, ma magari viene bene anche nel modo in cui l'hai usato tu, bo.

Inizio col dirti che ciò che mi ha spinto a decidere di postare questa storia qui è stata proprio la volontà di ricevere commenti come il tuo, in cui una persona mi facesse notare i punti deboli del mio stile. Tuttavia, non riesco a capire alcune tue segnalazioni, forse perché sono un po' generiche. Tanto per fare un esempio, potresti definirmi cosa intendi per "descrizioni goffe"? Sono forse troppo lente, devono essere più veloci, meno dettagliate? 

Per quanto riguarda le emozioni, io ho immaginato che a parlare qui fosse un personaggio che conosceva il protagonista e che lo aiutava a ricordare com'è stata la sua prima partenza: forse è per questo motivo che i sentimenti descritti ti sembrano affettati. Probabilmente avrei dovuto specificarlo in qualche modo, me ne ricorderò qualora avessi intenzione di scrivere un qualcosa sulla falsa riga di questa storia. 
Grazie a tutti per aver commentato e per aver speso parte del vostro tempo a leggere questo mio esperimento. 
 
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