secondo voi serve veramente il latino???

Stato
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Bisba

Parroco
JIRAIYA the best ha scritto:
secondo voi il latino( oltre che all'inferno) serve?????
e secondo voi questo 3d serve?

JIRAIYA the best ha scritto:
secondo voi il latino( oltre che all'inferno) serve?????se sì a cosa????(ovviamente oltre a farci sprecare tempo sui libri!!!!!
Vedo che la ritieni una cosa molto seria la scuola
 
eccerto!!!
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Ventus

Amico
JIRAIYA the best ha scritto:
secondo voi il latino( oltre che all'inferno) serve?????

se sì a cosa????(ovviamente oltre a farci sprecare tempo sui libri!!!!!
Vedo che come me odi il latino, ma nn puoi farci niente, se vuoi essere promosso devi farlo.
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-.-
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Aquila 1

Amico
si, ma, rispondendo alla domanda di questo 3d, il latino serve a non far morire unla lingua dalla quale è comunque nata la lingua la cui grammatica viene spesso calpestata al giorno d'oggi, cmq il latino potrebbe farti parlare meglio e far togliere almeno due piedi da quell'enorme zerbino che è diventata la grammatica italiana, Jiraya

Credo essere l'unico che, fino ad ora, ha risposto seriamente alla domanda che è stata rivolta al pubblico forum.

Tanti saluti e arrileggerci.

[ironia]

Vi adoro, ciao
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[/ironia]
 
S

Super Warrior

Piuttosto mi chiedo da dove tu possa aver copiato ciò che hai scritto.
 

Syrio

AppesitÃ
Aquila 1 ha scritto:
il latino serve a non far morire unla lingua
Peccato che il latino sia una lingua morta.

Sembra sia insegnata (allo scentifico) per tre motivi:

-Per sviluppare il calcolo logico-matematico del cervello (eh no, non basta la matematica.);

-Per arricchire la cultura personale;

-Per arricchire il numero delle università che si potrebbero frequentare dopo il liceo.

Ah, ultima affermazione:

-Io non faccio latino. Rosikate miei brodi!
 

Rocket

Recluta Rocket vuole lottare!
Il latino è una bellissima lingua che serve come serve qualunque altra cosa. Ovvero relativamente.

Io potrei dire che è più utile della matematica, tanto la odio e non farò mai nulla relativo a quest'ultima... nella vita di tutti i giorni quando vado dal panettiere non gli devo indicare la tangenza della baguette alla rosetta per farmi dare il pane...

però magari poi mi può piacere conoscere a fondo la lingua che parlo e il latino aiuta molto in questo, sia perché si impara l'evoluzione delle parole, sia perché si impara l'esatta impostazione di un discorso e di una frase.

Quindi se a te interessa la letteratura, l'italiano e le lingue in generale... il latino non è utile, è utilissimo.

Se non te ne frega niente... prendila come dice Iroquis (parole sante XD).

Lo stesso ragionamento lo applico sulla matematica. La detesto, la reputo inutile... e allora la studio quanto basta per la promozione.
 

Gkx

Admin
Rocket ha scritto:
Quindi se a te interessa la letteratura, l'italiano e le lingue in generale... il latino non è utile, è utilissimo.
io amo l'italiano in maniera quasi viscerale (e penso di conoscere le convenzioni che lo regolano meglio di gran parte della popolazione italiana), però il latino non l'ho mai sopportato (ed è stato uno dei motivi che mi ha fatto cambiare scuola). non so, magari sono un caso isolato.

comunque, per la logica-blablabla, tanto vale studiare più approfonditamente una lingua non-morta che potrebbe essere di gran lunga più utile (nel senso più materialistico della cosa, ovviamente) nella vita. tipo, chessò, l'inglese, ché la metà della gente che esce dai licei sbaglia ancora il simple past.
 
L

Larm

Il latino non serve fondamentalmente a nulla, se non a chi è interessato a proseguire studi classici (filosofia/lettere).

Questo principalmente perché, anche se impari una lingua nuova, non hai praticamente mai l'occasione di esercitarla e quindi diventa solo un esercizio filologico.
 

Mens

Amministratore di condominio
Mah, credo che il Latino possa essere utile se si vogliono studiare bene le lingue, specie la famiglia neolatina (Italiano, Spagnolo, Francese, Portoghese, Catalano, Provenzale, Ladino, Rumeno, con tutti i relativi dialetti, e probabilmente qualcos'altro che mi sono perso), una base comune può aiutare a comprenderne i meccanismi e il lessico.

Ma anche no.

Larm ha scritto:
Il latino non serve fondamentalmente a nulla, se non a chi è interessato a proseguire studi classici (filosofia/lettere).

Questo principalmente perché, anche se impari una lingua nuova, non hai praticamente mai l'occasione di esercitarla e quindi diventa solo un esercizio filologico.
---

Gkx ha scritto:
comunque, per la logica-blablabla, tanto vale studiare più approfonditamente una lingua non-morta che potrebbe essere di gran lunga più utile (nel senso più materialistico della cosa, ovviamente) nella vita. tipo, chessò, l'inglese, ché la metà della gente che esce dai licei sbaglia ancora il simple past.
A proposito del pensiero logico: l'inglese non ha i casi (a parte la distinzione dei pronomi personali che esiste anche in Italiano), quasi non ha i generi, le forme verbali sono uguali per ogni persona (a parte la -s della terza singolare e il verbo essere)...non dico che sia una lingua semplice (nessuna lo è), ma sicuramente lo è più del Latino (la grafia e la pronuncia sono un altro discorso).Da questo punto di vista sarebbe meglio qualcosa di totalmente diverso dall'Italiano, come l'Arabo o il Giapponese. Ma non esageriamo, gli studenti hanno già abbastanza da fare...

Rocket ha scritto:
Il latino è una bellissima lingua che serve come serve qualunque altra cosa. Ovvero relativamente.

[...]

però magari poi mi può piacere conoscere a fondo la lingua che parlo e il latino aiuta molto in questo, sia perché si impara l'evoluzione delle parole, sia perché si impara l'esatta impostazione di un discorso e di una frase.

Quindi se a te interessa la letteratura, l'italiano e le lingue in generale... il latino non è utile, è utilissimo.

Se non te ne frega niente... prendila come dice Iroquis (parole sante XD).
Niente da aggiungere.
 

Steph

Great Teacher
Mod
Mens ha scritto:
Mah, credo che il Latino possa essere utile se si vogliono studiare bene le lingue, specie la famiglia neolatina (Italiano, Spagnolo, Francese, Portoghese, Catalano, Provenzale, Ladino, Rumeno, con tutti i relativi dialetti, e probabilmente qualcos'altro che mi sono perso), una base comune può aiutare a comprenderne i meccanismi e il lessico.
Io mi interesso di analisi logica, grammaticale, alla letteratura e all'italiano in generale... il Latino non mi ha mai insegnato niente, tant'è che 2 anni fa avevo 2 e ora ho 7 perché lecco il culo alla prof nuova, mentre in italiano sono sempre andato bene e se voglio imparare la logica me la studio in italiano, così come complementi e modi/tempi verbali (eh sì, perché c'è qualcuno che ancora non sa il congiuntivo a 17 anni).
 

Mens

Amministratore di condominio
IRDG ha scritto:
Io mi interesso di analisi logica, grammaticale, alla letteratura e all'italiano in generale... il Latino non mi ha mai insegnato niente, tant'è che 2 anni fa avevo 2 e ora ho 7 perché lecco il culo alla prof nuova, mentre in italiano sono sempre andato bene, e se voglio imparare la logica me la studio in italiano, così come complementi e tempi verbali (eh sì, perché c'è qualcuno che ancora non sa il congiuntivo a 17 anni).
Parlavo più che altro di lingue comparate. Se a uno interessano le grammatiche e i lessici delle famiglie linguistiche, il progenitore può chiarirne le relazioni e le origini.Ribadisco. Se a uno interessano.

Ovviamente prima di buttarsi su una qualunque lingua straniera sarebbe meglio conoscere bene la propria. Se non saprei bene l'Italiano non potessi studiare lo Spagnolo senza errori, ad esempio.

...scusate, dovevo farlo...

Sono "sapessi" e "potrei", lo so.

---
 
L

Larm

A proposito del pensiero logico: l'inglese non ha i casi (a parte la distinzione dei pronomi personali che esiste anche in Italiano), quasi non ha i generi, le forme verbali sono uguali per ogni persona (a parte la -s della terza singolare e il verbo essere)...non dico che sia una lingua semplice (nessuna lo è), ma sicuramente lo è più del Latino (la grafia e la pronuncia sono un altro discorso).
Per non avere casi ed avere una struttura morfologica piena di caselle vuote, l'inglese diventa estremamente complesso sia nella semantica (parole con una quantità di accezioni e significati diversi abnorme) sia nella fonematica (parole pronunciate nello stesso modo che vogliono dire cose diversissime, oppure parole che si scrivono nello stesso modo ma si pronunciano in modi differenti).

Inoltre, la semplificazione dell'inglese è avvenuta proprio per la sua enorme diffusione. Si confronti un testo di Shakespeare con il log di una conversazione su un MMORPG internazionale e si veda quanto si è dovuto rendere "semplice" pur di essere comunicativo. Ma sono sicuro che per certe culture l'inglese sia difficile come a noi sembra tale il russo.

Insomma, non esistono lingue più facili o più difficili: esistono solo lingue e culture differenti.

Da questo punto di vista sarebbe meglio qualcosa di totalmente diverso dall'Italiano, come l'Arabo o il Giapponese. Ma non esageriamo, gli studenti hanno già abbastanza da fare...Niente da aggiungere.
Il giapponese ha la stessa struttura sillabica dell'italiano (perlomeno nel katakana) e ne condivide quasi tutta la fonetica. Non è un caso che dalla seconda guerra mondiale vi sia sempre stato uno scambio culturale così forte tra i due paesi.

L'arabo è già decisamente diverso, anche perché trattasi di lingua priva del verbo "essere", quindi strutturata in modo completamente diverso dal nostro.

Ma se si vuole una lingua davvero diversa dalla nostra, beh, il cinese penso sia la risposta.
 

Mens

Amministratore di condominio
Larm ha scritto:
Per non avere casi ed avere una struttura morfologica piena di caselle vuote, l'inglese diventa estremamente complesso sia nella semantica (parole con una quantità di accezioni e significati diversi abnorme) sia nella fonematica (parole pronunciate nello stesso modo che vogliono dire cose diversissime, oppure parole che si scrivono nello stesso modo ma si pronunciano in modi differenti).
Ripeto, la grafia e la pronuncia sono un altro discorso (anzi, l'ortografia).Qualche esempio rapido? "ch" si può pronunciare ch-, ci- o sci- a seconda della parola, "er" e "or" si pronunciano spesso nello stesso modo, "gh" qualche volta è gh, qualche volta f e qualche volta è muto. "Ion" e "iron" si pronunciano allo stesso modo (una via di mezzo tra "aien" e "aion", senza la r), "irony" si pronuncia in modo diverso a seconda che significhi "ironia" (aireni/aironi) o "ferroso" (aieni/aioni).

Per altri esempi date un'occhiata qui.

Comunque in effetti è vero, ora che mi ci fai pensare. Quello che in Latino è espresso dai casi, in una lingua senza casi deve avere un'altro modo di essere espresso, ad esempio con le preposizioni.

Larm ha scritto:
Inoltre, la semplificazione dell'inglese è avvenuta proprio per la sua enorme diffusione. Si confronti un testo di Shakespeare con il log di una conversazione su un MMORPG internazionale e si veda quanto si è dovuto rendere "semplice" pur di essere comunicativo.
Vero. Comparatemi "whether is nobler in the mind to suffer the slings and arrows of outrageous fortune" con "LOLROTFLMAO ZOMFGSH PWNED PH33R ME!!!ONEONEONE" (esempio anche troppo forzato, in effetti).
Larm ha scritto:
Il giapponese ha la stessa struttura sillabica dell'italiano (perlomeno nel katakana) e ne condivide quasi tutta la fonetica. Non è un caso che dalla seconda guerra mondiale vi sia sempre stato uno scambio culturale così forte tra i due paesi.
Il Giapponese è anche più stretto come sillabe dell'Italiano, e infatti quando si trascrive una parola di una lingua come l'Inglese e l'Italiano di aggiungono un bel po' di "u" e "o" per adattarla ai sillabari giapponesi. La fonetica è relativamente simile (confrontate le tabelle in queste pagine, anche se non sapete leggere i simboli fonetici rendono l'idea), ma con più variazioni rispetto all'Italiano ("hu" -> "fu", "ti" -> "chi" e via dicendo). Non ho idea rispetto alla grammatica.Siamo un po' OT, che dite?
 
L

Larm

Mens ha scritto:
Ripeto, la grafia e la pronuncia sono un altro discorso (anzi, l'ortografia).
Si chiamano comunemente "fonematica" e "fonetica", e sono due piani distinti ma interconnessi e presenti in ogni lingua. Semplicemente ci sono lingue come l'italiano dove le due cose coincidono (grafia = pronuncia quasi ovunque), e lingue come l'inglese dove sono due cose perlopiù separate.

Il Giapponese è anche più stretto come sillabe dell'Italiano, e infatti quando si trascrive una parola di una lingua come l'Inglese e l'Italiano di aggiungono un bel po' di "u" e "o" per adattarla ai sillabari giapponesi. La fonetica è relativamente simile (confrontate le tabelle in queste pagine, anche se non sapete leggere i simboli fonetici rendono l'idea), ma con più variazioni rispetto all'Italiano ("hu" -> "fu", "ti" -> "chi" e via dicendo). Non ho idea rispetto alla grammatica.
Sì, il giapponese a parte la lettera "N" non ammette mai che una consonante non sia accompagnata da una vocale.

Per la grammatica, vedo ad esempio che il giapponese, a differenza dell'italiano, ha la struttura Soggetto Oggetto Verbo (l'italiano come tutte le lingue romanze è una SVO). Per il resto penso basti confrontare le due schede di Wikipedia per farsi un po' la propria idea (1 - 2).
 
Ultima modifica:

Rocket

Recluta Rocket vuole lottare!
comunque, per la logica-blablabla, tanto vale studiare più approfonditamente una lingua non-morta che potrebbe essere di gran lunga più utile (nel senso più materialistico della cosa, ovviamente) nella vita. tipo, chessò, l'inglese, ché la metà della gente che esce dai licei sbaglia ancora il simple past.
Su questo sono mooolto d'accordo, se fossero abbassate le 4 (e più) ore di Latino per alzare quelle di inglese sarebbe un gran progresso... è assurdo che l'inglese abbia così poche ore... (anche se il problema della gente che esce dai licei senza sapere 'sta lingua è dovuto al loro sbagliatissimo modo di vedere l'inglese come una materia scolastica e non come un mezzo per essere più aperti verso ogni tipo d'informazione...)
Mens ha scritto:
Niente da aggiungere.
Anche tu grande amante del latino eh? XD

La bega di questa lingua è il suo uso indiretto. Non si scrive più in latino, non si parla più in latino (ma lo sapete che il Vaticano è l'unico Stato ad avere i Bancomat in Latino? Troppo bello *O*)... il suo uso è limitato all'incremento dell'italiano. Si impara la provenienza della maggior parte delle parole (diventano quindi più accurati la scelta e l'uso di ogni parola), si impara a scrivere con maggire coerenza logica (grazie al latino e all'inglese si apprendono regole utilissime di espressione dei concetti nelle proposizioni)... ma non nego l'incredibile tempo che fa consumare. Che poi diventa proprio PERDITA di tempo se si hanno professoresse come la mia che pretendono paradigmi a memoria e quant'altro. Cose utilissime per diventare rapidi nelle versioni... ma altro fine pratico non ne hanno. ¬¬

Vero. Comparatemi "whether is nobler in the mind to suffer the slings and arrows of outrageous fortune" con "LOLROTFLMAO ZOMFGSH PWNED PH33R ME!!!ONEONEONE" (esempio anche troppo forzato, in effetti).
Finire con un ROTFL è d'obbligo XD
 
Rocket ha scritto:
se a te interessa la letteratura, l'italiano e le lingue in generale... il latino non è utile, è utilissimo.

Se non te ne frega niente... prendila come dice Iroquis (parole sante XD).

la matematica la detesto, la reputo inutile
secondo mr una buona proprietà di linguaggio nn c'entra cn una buona preparazione il lingua latina perchè il latino di indica l'origine delle parole non l'utilizzo più o meno giusto di un vocabolo.invece per la matematica hop due opinioni:

- la matematica è fondamentale,senza di essa nn riusciremmo a fare niente( ovviamente parlo delle cose bsilari)

-NN SERVE ASSOLUTAMENTE A NNT(ovviamente parlo di calcoli algebrici , calcoli letterali...)

perchè nn so assolutamente a cosa serva qst parte di matematica a un tramviere,un gelataio,un magazziniere o chennesò...un impiegato( anche mio padre è impiegato quindi  nn prendetele cm offese ai vostri genitori se sn gli impieghi sei vostri!)

c'è da dire che serve per lavori cm architetto ma si potrebbe benissimo + avanti!!!!

CMQ SI SAPPIA CHE ODDDIOOOOOOOO LA MATEMATICA!!!
 

Pigkappa

Passante
Larm ha scritto:
Il latino non serve fondamentalmente a nulla, se non a chi è interessato a proseguire studi classici (filosofia/lettere).

Questo principalmente perché, anche se impari una lingua nuova, non hai praticamente mai l'occasione di esercitarla e quindi diventa solo un esercizio filologico.
Sai che sei la prima persona che conosco che studia materie classiche (fai filosofia, no?) che dice la verità?

Il latino serve solo per fare studi classici. Io direi che il latino dovrebbe stare allo scientifico come la matematica sta al classico (cioè, dovrebbe essere fatto di meno), ma la vecchiaia della concezione della cultura in Italia è tale da metterne allo scientifico una quantità paurosa (e la mia prof fa anche più delle altre -_-).
 
L

Larm

Pigkappa ha scritto:
Sai che sei la prima persona che conosco che studia materie classiche (fai filosofia, no?) che dice la verità?

Il latino serve solo per fare studi classici. Io direi che il latino dovrebbe stare allo scientifico come la matematica sta al classico (cioè, dovrebbe essere fatto di meno), ma la vecchiaia della concezione della cultura in Italia è tale da metterne allo scientifico una quantità paurosa (e la mia prof fa anche più delle altre -_-).
Devo dirti che c'è una forte preconcezione culturale per lo studio del latino. Assieme al greco viene considerata la base della nostra cultura e praticamente il fondamento dell'intero lessico e della grammatica italiana, quindi ce lo buttano dentro per non far dimenticare le tradizioni.

Questo è parte ovviamente di una ancora più grande tendenza tutta italiana a trattare solo le materie in senso storico, come un monumento del passato da sorbirsi in blocco per sapere chi erano i nostri avi piuttosto che farti vivere le cose come se fossero presenti. L'Italia è praticamente uno degli stati del mondo dove più si studia la storia della filosofia anziché la filosofia stessa (e per questo bisogna dire che le nostre "storie della filosofia" restino le migliori in assoluto).

E poi ci si chiede anche perché l'Italia resti arretrata.
 

Slayer

Rappresentante di classe
Allora.

Il Latino, secondo me, è una materia abbastanza utile su diversi aspetti.

E' innegabile che mai nessuno parlerà in Latino quando incontra un amico per strada, ma è anche innegabile che in giro si sente gente che se ne esce con espressioni tipo "Ubi maior" o "Usque tandem".

E perchè, non avete mai sentito dire "Escusatio non petita"?

Secondo voi, questa che lingua è? Ostrogoto?

Il Latino si studia da sempre, anzi, fino a qualche decennio fa anche la Messa era in latino.

Ci sono ovviamente professori imbecilli (come quella di Rocket) che pretendono che vengano imparati a memoria tutti i paradigmi.

Ma se io so che il paradigma di "Proficiscor" è "Proficiscor, proficisceris, profectus sum, proficisci", cosa ci guadagno?

Può essere utile ricordare qualche paradigma di alcuni verbi fondamentali, come il verbo "Sum, es, fui esse", o di verbi con il raddoppiamento tipo "Pello, pellis, pepuli, pulsum, pellere", o di alcuni verbi difettivi tipo "Odi, Novi" o anche i verbi di volontà "Volo, Nolo e Malo".

Se so queste cose, può tornarmi utile, ma sinceramente, sapere a memoria il vocabolario, è inutilissimo.

La cosa importante, come in ogni lingua, è la grammatica.

Conoscere tutta la sintassi dei casi, sapere le varie costruzioni dei verbi di domanda, sapere che l'utilizzo "Peto (Chiedere per avere)" è diverso dall'utilizzo di "Quaero (Chiedere per sapere).

E' utile sapere che proprio da questi verbi vengono parole come "Petizione" e "Quesito".

E' utile saper distingere le varie costruzioni sintattiche, che sono veramente tante, saper distinguere da un congiuntivo esortativo da uno dubitativo.

Ed è qui che arriva la vera utilità del Latino, per chi lo fa come semplice materia scolastica.

Sapersi districare in enormi liste di declinazioni e coniugazioni attive, passive, deponenti e semideponenti, saper distinguere le proposizioni, sapere riconoscere le varie costruzioni, aiuta a sviluppare la logica.

Inoltre non serve sapere il latino per fare delle stupide traduzioni (una volta al compito mi è capitata una versione chiamata "Una cagna in calore" °°).

Il Latino va conosciuto, a mio avviso, per comprendere la vasta letteratura latina.

Odi et amo,

quare id facias fortasse requiris?

Nescio, sed fieri sentio

et escrucior.

                 

                              Catullo

Di questa poesia, ad esempio, posso leggere una traduzione, ma se riesco a leggerla in latino, come del resto per tutte le altre letterature, riesco a capire meglio cosa vuole dire il poeta, la grande quantità di sentimenti che ha messo in queste poche righe, la grande tristezza e lo strazio che ci passano dal finale "excrucior", che, letto in italiano appare quasi spento, privo di significato.

Potete anche non essere d'accodo, ma questa è, a mio avviso, la finalità del latino.
 

Iro

Amministratore di condominio
Utile e semplice eh? Io ancora non capisco perchè si vedono molti più prof per ripetizioni di Latino\Greco che di altre materie.

E sinceramente, voi del classico potete anche morire sul De Bello Gallico, ma io che vado allo scientifico, e che SICURAMENTE non farò materie umanistiche all'università, vedo il latino uno spreco di soldi e tempo.
 

Gkx

Admin
Slayer ha scritto:
E' innegabile che mai nessuno parlerà in Latino quando incontra un amico per strada, ma è anche innegabile che in giro si sente gente che se ne esce con espressioni tipo "Ubi maior" o "Usque tandem".

E perchè, non avete mai sentito dire "Escusatio non petita"?

Secondo voi, questa che lingua è? Ostrogoto?
sì ma sono frasi di uso comune. non è necessario sapere il latino per capire cosa vogliono dire.

Slayer ha scritto:
Il Latino si studia da sempre, anzi, fino a qualche decennio fa anche la Messa era in latino.
che culo

Slayer ha scritto:
Ma se io so che il paradigma di "Proficiscor" è "Proficiscor, proficisceris, profectus sum, proficisci", cosa ci guadagno?Può essere utile ricordare qualche paradigma di alcuni verbi fondamentali, come il verbo "Sum, es, fui esse", o di verbi con il raddoppiamento tipo "Pello, pellis, pepuli, pulsum, pellere", o di alcuni verbi difettivi tipo "Odi, Novi" o anche i verbi di volontà "Volo, Nolo e Malo".

Se so queste cose, può tornarmi utile, ma sinceramente, sapere a memoria il vocabolario, è inutilissimo.
siam d'accordo

Slayer ha scritto:
La cosa importante, come in ogni lingua, è la grammatica.Conoscere tutta la sintassi dei casi, sapere le varie costruzioni dei verbi di domanda, sapere che l'utilizzo "Peto (Chiedere per avere)" è diverso dall'utilizzo di "Quaero (Chiedere per sapere).

E' utile sapere che proprio da questi verbi vengono parole come "Petizione" e "Quesito".

E' utile saper distingere le varie costruzioni sintattiche, che sono veramente tante, saper distinguere da un congiuntivo esortativo da uno dubitativo.
esattamente, in che modo è utile? al massimo può essere affascinante, te lo concedo.

Slayer ha scritto:
Ed è qui che arriva la vera utilità del Latino, per chi lo fa come semplice materia scolastica.Sapersi districare in enormi liste di declinazioni e coniugazioni attive, passive, deponenti e semideponenti, saper distinguere le proposizioni, sapere riconoscere le varie costruzioni, aiuta a sviluppare la logica.
come qualsiasi altra lingua

Slayer ha scritto:
Il Latino va conosciuto, a mio avviso, per comprendere la vasta letteratura latina.Odi et amo,

quare id facias fortasse requiris?

Nescio, sed fieri sentio

et escrucior.

                   

                              Catullo

Di questa poesia, ad esempio, posso leggere una traduzione, ma se riesco a leggerla in latino, come del resto per tutte le altre letterature, riesco a capire meglio cosa vuole dire il poeta, la grande quantità di sentimenti che ha messo in queste poche righe, la grande tristezza e lo strazio che ci passano dal finale "excrucior", che, letto in italiano appare quasi spento, privo di significato.
le poesie ultrafiche ci sono in ogni lingua, e anzi, temo che il numero di poesie (o prose) in latino sia di gran lunga inferiore alla letteratura base di qualsiasi altra lingua abbastanza parlata nel mondo. a me piacerebbe capire gli haiku giapponesi, comunque
 

Rocket

Recluta Rocket vuole lottare!
Slayer ha scritto:
Il Latino va conosciuto, a mio avviso, per comprendere la vasta letteratura latina.

Odi et amo,

quare id facias fortasse requiris?

Nescio, sed fieri sentio

et escrucior.

                   

                              Catullo

Di questa poesia, ad esempio, posso leggere una traduzione, ma se riesco a leggerla in latino, come del resto per tutte le altre letterature, riesco a capire meglio cosa vuole dire il poeta, la grande quantità di sentimenti che ha messo in queste poche righe, la grande tristezza e lo strazio che ci passano dal finale "excrucior", che, letto in italiano appare quasi spento, privo di significato.

Potete anche non essere d'accodo, ma questa è, a mio avviso, la finalità del latino.
*O*

Cì, è vero **

Comprendere al volo un'opera d'arte del genere senza passare per l'italiano è qualcosa di orgasmico **

Slayer ha scritto:
Se so queste cose, può tornarmi utile, ma sinceramente, sapere a memoria il vocabolario, è inutilissimo.
Inutilissimo in tutti i campi, fuorché quello della traduzione. Da quando studio ogni paradigma a memoria la traduzione di una versione si è velocizzata parecchio... ma sicuramente preferisco metterci di più a fare una versione che spaccarmi la testa su una 20ina di paradigmi al giorno ¬¬

Iroquis` ha scritto:
Utile e semplice eh? Io ancora non capisco perchè si vedono molti più prof per ripetizioni di Latino\Greco che di altre materie.

E sinceramente, voi del classico potete anche morire sul De Bello Gallico, ma io che vado allo scientifico, e che SICURAMENTE non farò materie umanistiche all'università, vedo il latino uno spreco di soldi e tempo.
Mah, io ne vedo mooolti di più di matematica... e vado allo scientifico... e SICURAMENTE farò materie umanistiche all'università.
 
L

Larm

Slayer ha scritto:
Allora.

Il Latino, secondo me, è una materia abbastanza utile su diversi aspetti.

E' innegabile che mai nessuno parlerà in Latino quando incontra un amico per strada, ma è anche innegabile che in giro si sente gente che se ne esce con espressioni tipo "Ubi maior" o "Usque tandem".

E perchè, non avete mai sentito dire "Escusatio non petita"?

Secondo voi, questa che lingua è? Ostrogoto?
Sono formule il cui significato è conosciuto anche senza sapere il latino.

Conoscere tutta la sintassi dei casi, sapere le varie costruzioni dei verbi di domanda, sapere che l'utilizzo "Peto (Chiedere per avere)" è diverso dall'utilizzo di "Quaero (Chiedere per sapere).E' utile sapere che proprio da questi verbi vengono parole come "Petizione" e "Quesito".
E sull'utilità filologico-etimologica eravamo d'accordo. A questo stesso livello per un italiano sta anche il greco, però.

E' utile saper distingere le varie costruzioni sintattiche, che sono veramente tante, saper distinguere da un congiuntivo esortativo da uno dubitativo.Ed è qui che arriva la vera utilità del Latino, per chi lo fa come semplice materia scolastica.

Sapersi districare in enormi liste di declinazioni e coniugazioni attive, passive, deponenti e semideponenti, saper distinguere le proposizioni, sapere riconoscere le varie costruzioni, aiuta a sviluppare la logica.
La sviluppi con qualsiasi lingua storico-naturale (in modo diverso per ciascuna, ovviamente).

Il Latino va conosciuto, a mio avviso, per comprendere la vasta letteratura latina.
Come già detto in precedenza: utile solo per chi vuole fare studi classici.
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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