Introduzione
Nascar si alzò presto quella mattina. Un leggero raggio di sole, che era passato attraverso la finestra con le tende chiuse male, aveva disturbato il suo sonno. Dopo essersi lavato e vestito, Nascar scese a fare colazione, e trovò sul tavolo un bigliettino, da parte di sua madre:
Caro Nascar,
ti srcivo per informarti della mia fuga.
Anche se te ne saresti anturalmente accorto da solo, ho preferito avvertirti io del fatto che me ne sono andata da questo maledetto paese. Non ce la fecavo più. Le persone, di una maleducazione unica, mi hanno portato a fugire lontano, molto lontano, in un posto tranquillo dove solo tu potrai venirmi a trovare.
Nascar indosso subito la sua giacca di pelle, a cui legò una cingia a cui era legata una spada enorme, veramente grande. Poi preseuno zaino, ci mese dentor una borraccia d'acqua e del pane con il formaggio ed uscì di corsa de quella piccola baita. Correndo come un affannato Nascar si morse il labbro con una tale forza da lacerarselo. Strinse le mani procurandosi delle piccole ferite, non troppo gravi. Durante il traggitto Nascar non si disperò molto. Ma arrivato ai piedi di una montagna la cui cima era invisibile da quella posizione, il ragazzo si fermò. Lentamente una piccola, quasi imperscrutabile lacrime scese dal volto di Nascar. Lasciò un piccola scia di umidità sul volto. Come del resto la madre del ragazzo aveva lasciato dell'amaro in bocca a quest'ultimo. Nascar si tormentava del fatto che sua madre, un non troppo anziana signora, aveva abitato lì per più di 15 anni, e non si era mai lamentata. Conoscendola, il ragazzo aveva capito che c'era una raggione in più per cui lei se ne era andata.
Asciugandosi la lacrime, che era arrivata all'altezza della gola, Nascar si girò molto lentamente, rivolto verso la sua casa, la sua tana, la sua piccola unica impareggiabile baita. Quel piccolo rifugio, dove il ragazzo aveva passato tutta la sua infanzia, infondeva tranquillità e serenità. il piccolo camino faceva ancora uscire del fumo, e la porta molto lentamente si muoveva per chiudersi. Un'altra lacrima scese tranquillamente per il triste e malinconico volto del ragazzo, incoscente di quello che succedeva al di fuori di quel paesino, di quel suo piccolo grande immenso minuscolo rifugigio chiamato casa.
E così iniziarono le sue interminabili avventure.
PS: ho la febbre a 38 quindi per qualsiasi errore nn arrabbiatevi trp please
Nascar si alzò presto quella mattina. Un leggero raggio di sole, che era passato attraverso la finestra con le tende chiuse male, aveva disturbato il suo sonno. Dopo essersi lavato e vestito, Nascar scese a fare colazione, e trovò sul tavolo un bigliettino, da parte di sua madre:
Caro Nascar,
ti srcivo per informarti della mia fuga.
Anche se te ne saresti anturalmente accorto da solo, ho preferito avvertirti io del fatto che me ne sono andata da questo maledetto paese. Non ce la fecavo più. Le persone, di una maleducazione unica, mi hanno portato a fugire lontano, molto lontano, in un posto tranquillo dove solo tu potrai venirmi a trovare.
Nascar indosso subito la sua giacca di pelle, a cui legò una cingia a cui era legata una spada enorme, veramente grande. Poi preseuno zaino, ci mese dentor una borraccia d'acqua e del pane con il formaggio ed uscì di corsa de quella piccola baita. Correndo come un affannato Nascar si morse il labbro con una tale forza da lacerarselo. Strinse le mani procurandosi delle piccole ferite, non troppo gravi. Durante il traggitto Nascar non si disperò molto. Ma arrivato ai piedi di una montagna la cui cima era invisibile da quella posizione, il ragazzo si fermò. Lentamente una piccola, quasi imperscrutabile lacrime scese dal volto di Nascar. Lasciò un piccola scia di umidità sul volto. Come del resto la madre del ragazzo aveva lasciato dell'amaro in bocca a quest'ultimo. Nascar si tormentava del fatto che sua madre, un non troppo anziana signora, aveva abitato lì per più di 15 anni, e non si era mai lamentata. Conoscendola, il ragazzo aveva capito che c'era una raggione in più per cui lei se ne era andata.
Asciugandosi la lacrime, che era arrivata all'altezza della gola, Nascar si girò molto lentamente, rivolto verso la sua casa, la sua tana, la sua piccola unica impareggiabile baita. Quel piccolo rifugio, dove il ragazzo aveva passato tutta la sua infanzia, infondeva tranquillità e serenità. il piccolo camino faceva ancora uscire del fumo, e la porta molto lentamente si muoveva per chiudersi. Un'altra lacrima scese tranquillamente per il triste e malinconico volto del ragazzo, incoscente di quello che succedeva al di fuori di quel paesino, di quel suo piccolo grande immenso minuscolo rifugigio chiamato casa.
E così iniziarono le sue interminabili avventure.
PS: ho la febbre a 38 quindi per qualsiasi errore nn arrabbiatevi trp please