Dxs
Mod
Posto anche qui, per farvi conoscere questo autentico GENIO. Ringrazio Gamer che me l'ha fatto conoscere.
Ben Cooper. Solo a guardare questo 32enne proveniente da Jacksonville in Florida, uno penserebbe: “e chi è? Un camionista?” Be’, avrebbe ragione a pensarlo, ma no, Ben non è un camionista. Electric President, Iron Orchestra, Mother’s Basement e Unkle Stiltskin sono alcune delle micro formazioni di cui ha fatto parte negli anni, ma oggi il progetto più bello e riuscito di Ben, si chiama Radical Face. Un giorno, camminando per strada, Ben vede un volantino sulla chirurgia plastica. C’era scritto ‘Radical Face-Lift’: la cosa lo colpisce, tanto che decide di eliminare la parola ‘Lift’ e dare vita a un nuovo progetto musicale. Radical Face è l’ultimo di una serie di pseudonimi utilizzati da Ben; è un progetto musicale in cui è lui a ideare e a dare vita a ogni canzone: scrive i testi, arrangia le musiche, canta, suona.
Ben Cooper è di sicuro una personalità eclettica. La fantasia non gli è mai mancata: da ragazzo sognava di fare lo scrittore, tanto da preparare due romanzi da presentare ad un editore. Il suo computer però lo tradisce, e un crash gli fa sparire tutto quello che aveva prodotto sino a quel momento. Anziché impazzire, Ben si arma di spirito zen e decide di dedicarsi alla musica a tempo pieno: nel 2007, sotto lo pseudonimo di Radical Face, esce Ghost, album connesso al passato di Ben come membro del duo Electric President e pregno di significati concettuali. Ogni canzone è qualcosa di a sé stante, ogni canzone contiene una storia legata a un ricordo di un’abitazione o di una casa.
Pubblicato quest’album, si entra nella fase più bella e coinvolgente del progetto di Ben: un artista incredibile, capace di riportare l’ascoltatore in atmosfere passate, mistiche, immaginifiche. Nella filosofia del “do it yourself”, che lo ha sempre accompagnato in ogni fase del suo lavoro, Ben inizia a dare vita al suo progetto principale: una trilogia di dischi che raccontino l’albero genealogico di una famiglia americana del XIX secolo. E così, con il primo frammento di questa magnifica trilogia, Roots, nel 2011 Ben ci riporta nell’America degli avi, utilizzando esclusivamente strumenti disponibili fino al 1860, perché le canzoni presenti in Roots arrivano sino a quell’anno. Con il seguito della trilogia, The Branches, Ben scorre per un altro mezzo secolo, utilizzando strumenti presenti fino al 1910, strumenti che acquista su eBay o in svariati mercatini, tutti rigorosamente usati. Perché Radical Face è Radical di nome e di fatto: il singolo Welcome Home
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Ben Cooper. Solo a guardare questo 32enne proveniente da Jacksonville in Florida, uno penserebbe: “e chi è? Un camionista?” Be’, avrebbe ragione a pensarlo, ma no, Ben non è un camionista. Electric President, Iron Orchestra, Mother’s Basement e Unkle Stiltskin sono alcune delle micro formazioni di cui ha fatto parte negli anni, ma oggi il progetto più bello e riuscito di Ben, si chiama Radical Face. Un giorno, camminando per strada, Ben vede un volantino sulla chirurgia plastica. C’era scritto ‘Radical Face-Lift’: la cosa lo colpisce, tanto che decide di eliminare la parola ‘Lift’ e dare vita a un nuovo progetto musicale. Radical Face è l’ultimo di una serie di pseudonimi utilizzati da Ben; è un progetto musicale in cui è lui a ideare e a dare vita a ogni canzone: scrive i testi, arrangia le musiche, canta, suona.
Ben Cooper è di sicuro una personalità eclettica. La fantasia non gli è mai mancata: da ragazzo sognava di fare lo scrittore, tanto da preparare due romanzi da presentare ad un editore. Il suo computer però lo tradisce, e un crash gli fa sparire tutto quello che aveva prodotto sino a quel momento. Anziché impazzire, Ben si arma di spirito zen e decide di dedicarsi alla musica a tempo pieno: nel 2007, sotto lo pseudonimo di Radical Face, esce Ghost, album connesso al passato di Ben come membro del duo Electric President e pregno di significati concettuali. Ogni canzone è qualcosa di a sé stante, ogni canzone contiene una storia legata a un ricordo di un’abitazione o di una casa.
Pubblicato quest’album, si entra nella fase più bella e coinvolgente del progetto di Ben: un artista incredibile, capace di riportare l’ascoltatore in atmosfere passate, mistiche, immaginifiche. Nella filosofia del “do it yourself”, che lo ha sempre accompagnato in ogni fase del suo lavoro, Ben inizia a dare vita al suo progetto principale: una trilogia di dischi che raccontino l’albero genealogico di una famiglia americana del XIX secolo. E così, con il primo frammento di questa magnifica trilogia, Roots, nel 2011 Ben ci riporta nell’America degli avi, utilizzando esclusivamente strumenti disponibili fino al 1860, perché le canzoni presenti in Roots arrivano sino a quell’anno. Con il seguito della trilogia, The Branches, Ben scorre per un altro mezzo secolo, utilizzando strumenti presenti fino al 1910, strumenti che acquista su eBay o in svariati mercatini, tutti rigorosamente usati. Perché Radical Face è Radical di nome e di fatto: il singolo Welcome Home