RiCKo ha scritto:
Ma appunto. Chi siamo noi - inteso come umanità - per arrogarci il sapere che esiste un Dio che vuole questa o quella cosa?
Difatti sono solo dottrine teologiche. Se si afferma che Dio ha una volontà bisogna anche dover dire che noi non la possiamo conoscere; di conseguenza non c'è alcuna possibilità di prova, e affermare che Dio abbia una volontà, che noi siamo la volontà di Dio e che noi tutti insieme siamo Dio sono affermazioni equivalenti.
Esiste qualcosa di superiore, un principio, su questo non ho dubbi, ma sicuramente le religioni attuali non ne rispecchiano minimamente la realtà. E se mi va di dire porcodio, perchè devo vergognarmene solo perchè esistono queste superstizioni senza alcun fondamento? Il Dio cristiano di fatto non esiste.
Le religioni non esistono per rispecchiare la realtà, bensì per fornire segni della sua interpretazione. Se la Chiesa decade è per la sua istituzione, che in millenni si è rifiutata il lavoro di esegesi continuo che le avrebbe garantito una più duratura sopravvivenza; se solo avessero permesso di interpretare il messaggio biblico per adattarlo ai tempi correnti, piuttosto che dogmatizzarlo per schiacciarli, probabilmente ora l'Occidente sarebbe più cristiano. Invece si è preferito disquisire su questioni assurde, prendendo la Bibbia per un trattato di fisica, e mettendosi a discutere come i medievali sullo stato materiale e sulle modalità in cui è avvenuta la transustanziazione di Cristo nel pane e nel vino.. Ma la questione della bestemmia non è ontologica, è morale e semantica. E intendo questo.
Come viene usata l'espressione "Porco Dio"? Principalmente in due casi:
1. come interiezione, ossia per esprimere il cambiamento di uno stato
2. come interlocuzione, ossia come elemento di passaggio tra una frase e l'altra
Nel caso 2, meno frequente e rilevante, l'espressione non viene caricata di alcun significato particolare, viene solo detta perché si è abituati a dirlo. Non è detto che se ne conosca il significato. Nel caso 1, invece, la si usa per esclamare di fronte ad un evento, dunque se ne conosce il significato, o perlomeno la sua forza. Si cerca di dire qualcosa di abbastanza forte perché possa esprimere tale evento; nella nostra cultura, il valore comune (diffuso dunque
nelle persone) più alto da valicare è il Dio cristiano, dunque l'interiezione più forte in assoluto per noi è una bestemmia. Il fatto che tendiamo verso una società secolarizzata non ci libera dalla implicita riconoscenza del significato delle parole della nostra lingua, e dunque dalla responsabilità che ognuno di noi ha nell'utilizzarle.
Non si può fare un discorso assoluto in campo etico - per la sua stessa natura - ma si può dire sicuramente che è segno di propensione morale e di responsabilità evitare il più possibile di danneggiare le altre persone in qualsiasi modo, anche con gli insulti. Se la bestemmia è per te ininfluente nel linguaggio allora non ti resterà che vedertela, nel momento in cui la adopererai, con chi non la ritiene tale.