Non essendo un assiduo frequentatore della televisione mi è difficile seguire un telefilm in modo assiduo. Tuttavia, complice anche l'esser stato privo di connessione internet stabile per mesi, ho potuto godere di qualche serie televisiva in più. Facendo una breve rassegna di quanto visto finora:
Il Prigioniero. Telefilm davvero anomalo, sia per la nostra epoca che per quella in cui è stato girato (anni '60): una persona di cui non si sa praticamente niente, se non del suo lavoro come specie di agente segreto, viene portato su un'isola dove tutte le persone deportate non hanno più nomi ma solo numeri (i metallari sicuramente carpiranno la classica citazione: "io non sono un numero, sono un uomo libero!"), e vivono in questa sorta di mondo felice preorganizzato dai tratti caricaturali da cui lui cerca di fuggire per tutta la serie. La serie rimane enigmatica e surreale dall'inizio alla fine e specialmente oggi, abituati a serie movimentate ed intense, la sua staticità - alla quale, nonostante i vari tentativi del protagonista Numero 6, si ritorna sempre - e i suoi caratteri oscuri sono qualcosa di molto atipico.
La serie è stata trasmessa due anni fa da Italia 1 ad un'ora tarda, ma è disponibile in un cofanetto.
E.R. - Medici in prima linea. L'originaria serie a tema ospedaliero con cui tutti i Grey's Anatomy e Dr. House si devono confrontare rimane tuttora insuperata per intensità ed emotività delle situazioni proposte. La vita dei dottori viene messa in luce in modo straordinariamente acuto e realistico: dentro il proprio lavoro i medici si trovano ad affrontare operazioni complesse e tempi strettissimi (mostrati benissimo nel continuo accavallarsi d'interventi), logorati tra problemi etici e situazioni psicologiche che rendono spesso difficile portare avanti questa professione. In certi casi sono le situazioni momentanee a portare a scelte difficili; in altre, la differenza dei ruoli all'interno dell'ospedale può creare dissidi sul metodo, a cui si deve riparare per non evitare catastrofi. I medici hanno delle responsabilità enormi, poiché più d'ogni altra disciplina devono avere un controllo perfetto di mente e corpo, e devono più degli altri comprendere il proprio lavoro per poter adeguatamente gestire le vite umane che a loro si affidano.
Tutto questo in E.R. è direttamente esperito attraverso i protagonisti. Ogni personaggio è reso in modo talmente caratterizzato e coerente da permetterci quasi di entrare nel dramma delle loro vite, alternate tra intense giornate lavorative e una vita domestica a volte nemmeno facile. Del resto l'esperienza dell'autore Michael Crichton nel campo della medicina dà un senso di profonda professionalità alle vicende e ne aumenta il realismo. In sostanza una serie da non perdere.
Un detective in corsia. Questa cosa me la debbo purtroppo sorbire ogni giorno a pranzo: la tengo come esempio di come una serie televisiva possa effettivamente andare contro i propri scopi. La serie fondamentalmente narra ancora storie difficili di gente in pericolo di vita, trascinata però da un ritmo soft, soave, scandito sempre dai tipici temi di piano da famigliola felice americana. Voglio dire: la gente parla di eutanasia e nel mentre le atmosfere ci dice "volemose bbene, abbracciamoci in coro, viva la vita! anzi: bastardo chi muore!". E' una serie talmente squallida che non avrebbe meritato d'essere esaminata, ma l'ho fatto a puro scopo terapeutico, anche per potervi contrapporre quella qui sotto.
Dr. House. Vista solo per un paio di puntate. Sebbene segua il filone inaugurato da E.R., il personaggio del dottor Gregory House è una figura estremamente atipica: cinico, individualista, ha un atteggiamento che nessun medico si suppone dovrebbe avere nei confronti dei pazienti e dei propri medici. E' proprio questa sua cattiveria a rendere il personaggio così estremamente umano e vitale, a differenza delle persone negli ovattati sogni di "Un detective in corsia". Abbastanza interessante da essere seguita.
Scrubs. Qui invece il tema medico è solo utilizzato come background per le gag. E' una grande serie umoristica, soprattutto grazie a un bel set di personaggi fortemente caricaturali. La qualità delle puntate ogni tanto crolla, ma nel complesso rimane una serie molto divertente.
Perfetti ma non troppo. Forse il mio telefilm preferito tra quelli di MTV. Storyboard piuttosto originale, ambientato in una grande rete televisiva dove dei dipendenti non proprio modello hanno trovato lavoro; ci si innamora presto dei personaggi, tutti fortemente caratterizzati e coerenti. Le situazioni sono spesso e volentieri da commedia sentimentale, ma con gente del calibro di Andy Dick si riesce a renderle un gioco divertente e spassoso. Questo è buon entertainment!
Altri telefilm su cui per vari motivi non mi prodigherò in lunghi commenti:
* Dark Angel: ahahah, no dai.
* Buffy: vedi sopra.
* Streghe: molto meglio di Buffy, in quanto le tre sorelle devono più che altro combattere con il loro stesso essere streghe. Il tutto migliorato dall'avere come sigla una delle canzoni più belle di sempre. [nota: nonostante fossi convinto che quella nella sigla fosse l'originale è effettivamente una cover quasi identica dei Love Split Love. In ogni caso ascoltate l'originale degli Smiths e mandate affanculo le questioni di copyright]
* Dawson's Creek: a 15 anni è anche simpatico e pare ben fatto, poi te lo puoi tenere giusto come ricordo d'adolescenza.
* Sabrina: aveva i suoi sprazzi divertenti, pur considerando il suo essere indirizzato esplicitamente ad un range giovanile d'età. Ora non lo riguarderei per nulla al mondo.
* Gilmore girls: questo plurielogiato telefilm, nonostante presenti meccanismi che in altre serie non sono presenti o comunque sono messi un po' in disparte, è incentrato su una coppia madre e figlia che rappresentano due dei personaggi più irritanti che mi sia mai capitato di vedere in televisione (sì, anche contando i comici di Zelig). E questo è abbastanza perché io non possa apprezzarlo.
* Xena: amazzoni procaci in abiti succinti, combattimenti frenetici e situazioni paradossali di un'epoca mitica: che si può desiderare di più?
* Otto sotto un tetto: lo humour era un po' troppo quello tipico da telefilm familiare americano, ma il personaggio di Steve meritava grandissima stima.
* La tata: possibile che qui nessuno se lo ricordi? Eppure ha dominato la scena delle sit-com per molte stagioni televisive, e lo ha fatto anche in modo incredibilmente divertente. Da elogiare in particolare l'opera di adattamento italiana che è riuscita a trasformare in modo coerente la protagonista da ebrea a italiana. Quanto ci ha fatto aspettare il signor Sheffield per mostrarci gli sviluppi sentimentali con Francesca Cacace (Fran Fine nell'originale).. per fortuna la coppia del maggiordomo Niles e C.C. Babcock era bastevole a rendere grande tutta la serie.
* I viaggiatori: serial fantascientifico in cui un gruppo di persone, avendo scoperto una macchina per viaggiare in universi paralleli, continuano di puntata in puntata a muoversi in dimensioni differenti per cercare di ritornare nella propria. La varietà di situazioni proposte e lo sfondo scientifico lo rendevano molto intrigante.
* R.I.S.: da me enormemente più apprezzato della serie da cui si ispira, C.S.I., soprattutto perché presentava un tipo di regia estremamente avvincente e movimentata. I telefilm italiani solitamente da questo punto di vista sono un po' carenti, e per questo va sicuramente citato come una delle migliori produzioni nostrane in questo campo.
* X-Files: lo cito qui in fondo perché in realtà la serie ho potuto seguirla molto poco, ma è un grande classico di cui non ci si può dimenticare. Mi ricordo in particolare le puntate delle ultime serie dove la semplice ricerca del sovrannaturale è arrivata in punti troppo pericolosi, tanto da pregiudicare costantemente le vite di Mulder e Scully. Ho visto molte volte quella specie di puntata/lungometraggio dove Scully andava alla ricerca del suo compagno perduto, anche se non avendo seguito tutte le serie mi mancano molti tasselli. Probabilmente da rivedere..
* Dharma & Greg: simpatico, atmosfere leggere, intrattiene abbastanza bene. Nulla più.
* La vita secondo Jim: il senso dell'humour di Jim Belushi è decisamente troppo forte da non venire apprezzato. Peccato che la trasmissione della serie sia durata ben poco tempo.
* Ally McBeal: l'ho seguito molto e l'ho sempre trovato piuttosto divertente, sempre grazie al complessatissimo personaggio di Ally (che però non è fastidiosa come la madre di Gilmore girls).
* I Fuccons: mi chiedo tuttora se si possa definire telefilm. In ogni caso l'idea di girarlo riprendendo solo degli stupidi manichini in pose statiche e dando loro la voce è già di per sé abbastanza schizzata perché vada guardata.
* Tutto in famiglia: ennesima serie familiare resa divertente dal personaggio principale. Del resto, quanti di voi non vorrebbero avere un padre nero e fichissimo?
Altre che ho visto per un po' di puntate ma che non mi sento proprio di commentare perché poco viste/poco ricordate:
* Will & Grace
* Willy il principe di Bel Air
* Supervicky
* A scuola con filosofia
* Bayside School (come dimenticarla?)
* Baywatch
* Life as we know it
* Settimo cielo (yech!)
Ne cito un paio che vedevo ma di cui non mi ricord(avo) il nome:
La prima era la solita sit-com familiare dove il padre teneva uno show televisivo di bricolage. La trasmettevano su Raidue la mattina; mi ricordo soprattutto i rapporti con il vicino spione. (mi è folgorata nella mente: Quell'uragano di papà)
Nella seconda, trasmessa credo su Canale 5 verso l'ora di pranzo, un tizio entrava in possesso di un giornale che aveva la capacità di far apparire sulla prima pagina dei fatti che sarebbero avvenuti nell'immediato futuro. La serie in sé aveva molti punti morti ma il concept era parecchio interessante. (Ultime dal cielo. grazie Dbl)
Ce n'era anche un'altra ambientata nelle spiagge americane, dove però la storia era incentrata su un gruppo di poliziotti in bicicletta. (Pacific Blue, grazie ancora a Dbl per aver stimolato la mia memoria)